tag:blogger.com,1999:blog-17034054996322892232023-11-16T18:48:15.338+01:00Nuova Eden - Alla ricerca del paradiso perdutoXandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.comBlogger75125tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-30003396403160462682020-10-15T22:47:00.002+02:002020-10-15T22:47:21.949+02:00L' uomo del passato e l'arroganza del tempo presente<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaO_hbqsDdPu62N4dk-GgurHasPc_sw_3r_wUC9uX__XpF2scIQ_UwfJ_rIxHp4vGIFVIL7_viuK-A8uhKWHR08GPN4zffMQsoUVt8xmiO0Kd3OyprHFWCsS0XfKvMqAeCCecwDvCv_xZ/s225/uomo+primitivo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaO_hbqsDdPu62N4dk-GgurHasPc_sw_3r_wUC9uX__XpF2scIQ_UwfJ_rIxHp4vGIFVIL7_viuK-A8uhKWHR08GPN4zffMQsoUVt8xmiO0Kd3OyprHFWCsS0XfKvMqAeCCecwDvCv_xZ/s0/uomo+primitivo.jpg" /></a></div><br /><br /></div><div>Spesso e sovente coloro che studiano la storia e l'archeologia formulano teorie e si pongono domande su come poteva essere la vita di coloro che ci hanno preceduti ma, senza rendersene davvero conto, spacciano queste idee per fatti. Perché così la gente comune li acquisisce, come verità inviolabili, tant'è che semplici supposizioni vengono insegnate nelle scuole ad una generazione per poi essere smentite nella generazione successiva. Questo contribuisce alla creazione di luoghi comuni, confusione e idee poco attinenti con la realtà. Infatti un bambino non può in alcun modo ragionare come un adulto e si limita semplicemente ad assorbire ciò che gli viene insegnato. Io stesso ogni tanto mi rendo conto delle assurdità che sono stato costretto ad imparare a menadito, perché ragionandoci sopra sinceramente è palese che certe cose non tornano.</div><div><br /></div><span></span><span><a name='more'></a></span><h4 style="text-align: left;"><span style="color: #f6b26b;">L'ENIGMA DELLE PALAFITTE E IL FRAINTENDIMENTO MODERNO</span></h4><div><br /></div>Parliamo ad esempio della storia delle palafitte, ai miei tempi era idea comune che gli uomini hanno iniziato a costruire palafitte per "scappare e difendersi dagli animali selvaggi". Il che se ci si pensa bene è ridicolo. Se ci fosse stato sulla terraferma qualcosa di tanto terribile da cui fuggire o proteggersi, allora tutti quanti avrebbero costruito in quel modo e poi stiamo parlando di 10.000 anni fa circa, la fauna di quel tempo non era poi cosi diversa da quella di ora. Considerando poi le prime armi di ferro e la vita gregaria, l'essere umano avrebbe tranquillamente potuto affrontare qualsiasi minaccia, senza alcun bisogno di scappare o proteggersi. Se poi gli animali del tempo si comportavano come quelli di oggi (cosa altamente probabile), sarebbero fuggiti alla vista dell'uomo. Quindi non ha nessun senso, così come non ha senso il costruire palafitte per proteggersi dalle incursioni di eventuali "ladri" a caccia dei preziosi strumenti di ferro. Per trovare una spiegazione plausibile a questo comportamento basterebbe osservare i popoli che ancora oggi vivono nelle palafitte, e la spiegazione si potrebbe rivelare delle più semplici.<div>Le motivazioni principali che spingono questi popoli a farlo si potrebbero riassumere così: <div><br />1. Zone in cui per diversi motivi il livello dell'acqua varia su base giornaliera (maree) o stagionale (monsoni).</div><div>2. Zone paludose dove non è possibile costruire, e quindi vi è poca disponibilità di terra da coltivare.</div><div>3. La vita del villaggio è basata sulla pesca, e quindi è necessario non che utile avere l'abitazione vicino alla principale fonte di sostentamento.</div><div><br />Si può notare quindi come spesso e sovente queste spiegazioni a dir poco fantasiose siano per lo più inspirate da una visione "cinematografica" e "sensazionalistica" del passato, dove il punto focale di questa visione è la storia dell'uomo sottosviluppato, retrogrado, che vive in un mondo ostile, caotico, spaventoso in cui l'unica vera conquista è stata quella del progresso e della scoperta che gli hanno permesso di dominare su una natura caotica e ostile. Ma siamo sicuri che sia davvero così? Perché ci ostiniamo a vedere il passato attraverso il nostro punto di vista moderno e civilizzato? Io quello che so è che vedo ogni giorno gli animali che vivono vicino a me e quelli lontani, attraverso i documentari, e nei loro occhi non vedo affatto la paura, quella classica paura che noi esseri umani temiamo tanto, non mi sembrano affatto vittime di un mondo caotico e crudele. Così è per coloro che ancora vivono come si faceva 10.000 anni fa, non vedo alcuna tristezza sui loro volti, alcuna paura. Se per loro è così, perché mai la vita avrebbe dovuto essere tanto " brutta" e diversa in passato? Forse per noi lo è, perché ragioniamo col senno di poi, siamo abituati ad un certo tenore di vita e immaginare una vita diversa, senza ciò a cui siamo abituati e ci fa sentire protetti, ci sconvolge e terrorizza.<br />Ma la verità è che prima della scoperta del fuoco nessuno soffriva per la sua mancanza!</div></div><br />E' molto facile quindi trarre conclusioni sbagliate quando si cerca di ricostruire la vita degli uomini del passato, tanto più se si cerca di vedere ogni cosa attraverso i nostri occhi e attraverso la nostra cultura moderna e civilizzata.<br />Rimaniamo nella stessa epoca e parliamo ora di Otzi, la famosa mummia rinvenuta nei ghiacci. Come quasi sempre accade, si cerca di esaminare in ogni suo aspetto il corpo alla ricerca di eventuali indizi che possano raccontare come vivevano gli uomini di quel tempo. Fin qui nulla di poi così errato, se ci si limita a guardare le cose per quello che realmente sono. Ma ecco che arrivano le ipotesi.<br />Sul suo corpo sono stati ritrovati segni che testimoniano uno stress psico-fisico e subito ecco che viene sganciata la bomba:<br />"Questo uomo soffriva, quindi non aveva una vita felice. Aveva almeno due malattie parassitarie che gli causavano dolori atroci, i polmoni completamente anneriti dal fumo del fuoco e lo stress è dovuto al fatto che gli uomini a quel tempo lottavano continuamente per restare in vita"<br />Quindi chi afferma questo è davvero convinto e collega il fatto che Otzi fosse sotto-stress al fatto che "non doveva essere bello arrancare ed affannarsi per vivere un giorno in più". Ma come è possibile affermare una cosa del genere con così tanta convinzione? E, ancora peggio, come è possibile insegnare ai bambini o comunque a chiunque ascolti un qualcosa che è fondato esclusivamente su delle IPOTESI. Cioè si prende un uomo morto, lo si esamina, e, sulla base di quello che si trova si pretende di sapere con certezza come doveva essere la vita di tutto il genere umano a quel tempo. Forse qualche indizio lo si potrebbe trovare anche, ma spacciare questi indizi per fatti assoluti ritengo sia errato.<br />Quindi possiamo ritrovare qui ancora la tipica convinzione uomo del passato = uomo sottosviluppato, sfortunato, primitivo, rozzo, ignorante, infelice ... insomma tutte le sfighe ce le hanno loro sti poveracci. Mica come noi, che c'abbiamo tutte le fortune! Eppure sapete, mentre queste persone arrancavano per sopravvivere un giorno di più e si stressavano, poverine, sono state capaci di costruire cose come Stonehenge che manco ora sappiamo come sono state fatte realmente. Forse perché la nostra mente è talmente chiusa e ripiegata su noi stessi e sulla nostra cultura da non riuscire a concepire come si possa vivere tranquilli e felici senza determinate conoscenze e tecnologie.<br />Forse ci sentiamo più liberi e più felici di quelle persone per il semplice fatto che sappiamo molte cose e possiamo fare tante cose, senza fare troppa fatica.<br />Ma quanto questa convinzione è realmente fondata, e quanto, invece, essa è il frutto del nostro punto di vista e delle nostre credenze?<br />L'essere umano ha sempre pensato, ha sempre creduto che ogni passo, ogni nuova scoperta lo conducesse sempre più verso la via della felicità, dell'abbondanza e della libertà. Ha sempre creduto che sarebbe bastano dominare e controllare ciò che lo circondava in quel momento per essere al sicuro e per avere una vita migliore.<br />Ma se in realtà non fossimo davvero noi a dominare e controllare ciò che ci circonda, ma bensì il contrario? Pensateci... quante tecnologie sono state portate nella nostra vita che prima non c'erano e di cui, ora, non possiamo più fare a meno? Non sto mettendo in dubbio il fatto che molte di esse facciano comodo o siano utili. Perché è così, dato che non possiamo / riusciamo più farne a meno. Però come possiamo dirci e sentirci liberi e felici se ogni passo che facciamo ci porta ad essere sempre più dipendenti e incapaci di fare altrimenti?<div><br /><h4 style="text-align: left;"><span style="color: #f6b26b;">IL PARADOSSO DEL FUOCO</span></h4><div><br /></div>Parliamo ora della scoperta del fuoco. È credenza diffusa in ambito scientifico e culturale che il primo modo che avevano gli uomini per utilizzare il fuoco era quello di sfruttare incendi e temporali per ottenere braci o rami in fiamme da "portarsi a casa" e da alimentare poi in spazi predestinati.<br />Si pensa che questo fu molto importante per l'essere umano in quanto il fuoco per essere utilizzato doveva essere "mantenuto vivo" e per riuscire in questa impresa l'uomo dovette organizzarsi in "turni" dove un membro del gruppo stava sveglio e attento a non farlo spegnere (dato che nessuno ancora lo sapeva accendere). Questo, dicono, contribuì a rendere l'uomo responsabile.<br />Ora, non metto in dubbio l'utilità del fuoco senza il quale forse non saremmo nemmeno qui, però vorrei far riflettere sul risvolto della medaglia di questa vicenda. Se è vero che il fuoco ci è stato di grande utilità, è anche vero che dopo la sua scoperta l'uomo non è stato più in grado di farne a meno... fin forse al punto da ritenersi spacciato senza di esso, fino al punto di disperarsi e darsi da fare per mantenerlo acceso. Quella che loro chiamano responsabilità, in concreto non è stata altro che una delle prime catene che ci siamo messi al collo da soli. Si pensa che sia stato l'uomo ad addomesticare il fuoco... ma e se invece fosse il contrario? Non è forse vero che siamo stati anche noi a farci dominare / addomesticare dal fuoco?<br />La responsabilità che si menziona non è altro che un impegno che richiede tempo ed energie.<br />Quindi noi otteniamo vantaggio dal fuoco, ma questo vantaggio non è gratuito e scontato. Abbiamo pagato un prezzo per averlo, così come abbiamo pagato e continuiamo a pagare per ogni nostra scoperta, per ogni nostro passo.<div><br /><div>Ogni nuova tecnologia, ogni nuova scoperta o conquista del genere umano ha ed ha avuto un suo prezzo.</div><div>Il fuoco ha avuto il suo… ma anche qualsiasi altro tentativo dell'essere umano di dominare ciò che lo circondava ha sortito gli stessi medesimi effetti.<br />Pensiamo all'addomesticamento… prima i campi li coltivavano a mano, l'aratro lo tiravano a mano. Che fatica, direte voi!<br />Con gli animali tutto migliora e il problema è risolto! Facciamo tirare a loro l'aratro, così noi non facciamo fatica. E tutti vissero felici e contenti… eh no!<br />Rifletteteci… che cosa ha comportato l'addomesticamento degli animali? In questo caso dei grossi animali da tiro necessari per smuovere un pesante aratro di ferro?<br />Questa "scoperta" ha evitato che l'essere umano si spaccasse la schiena per coltivare il proprio cibo, però paradossalmente l'essere umano così facendo ha iniziato a lavorare per mantenere gli stessi animali che gli servivano per produrre il proprio cibo. Con gli animali la quantità di cereali e di cibo necessari è aumentata a sua volta. Quindi meno fatica e meno sofferenze ma paradossalmente più lavoro e problemi nuovi che prima non c'erano, quindi in sostanza, più stress.<br />Quindi così come per il fuoco, si potrebbe arrivare ad affermare che sono stati gli animali ad addomesticarci, perché siamo arrivati ad un punto in cui ci siamo ritrovati a lavorare anche per loro e non solo unicamente per noi stessi.<br />Spesso si pensa alla storia dell'uomo come un continuo cammino verso uno stile di vita sempre migliore, tant'è che ogni epoca ha sempre considerato la precedente come un qualcosa di superato e retrogrado, a parte forse certi rari casi di sentimenti nostalgici per ciò che è stato.<br />In alcuni casi non si può oggettivamente negare che ci sia stato un miglioramento delle condizioni di vita e di certe mentalità, ma quanto questo miglioramento è concreto e totale e quanto invece esso ha senso solamente nella misura in cui noi guardiamo e concepiamo il passato? E quanto, invece, abbiamo effettivamente perduto?<br />Noi che viviamo in questa epoca giudichiamo le epoche precedenti e la felicità di coloro che vi vivevano solo sulla base di ciò che abbiamo conquistato o crediamo di avere conquistato, a cui noi siamo abituati e a cui non rinunceremmo mai.<br />La stessa identica cosa probabilmente faranno coloro che verranno dopo di noi.<br />Ben pochi di noi infatti tornerebbe indietro ad un epoca passata essendo perfettamente consci di ciò che in quell'epoca non potrebbero avere, sia in termini materiali che in termini di stile di vita o di mentalità. Perché noi pensiamo ed abbiamo un'immagine tutto sommato negativa del passato. Questo come già detto ci porta a pensare che chi viveva in quell'epoca non fosse felice o non potesse esser soddisfatto della vita che conduceva, a differenza nostra.<br />Ebbene alla luce di quanto abbiamo detto, può ancora questo pensiero considerarsi vero ed ugualmente accettabile?<br />Può una persona non consapevole soffrire per un qualcosa di cui non è minimamente consapevole? Credo sia difficile.<br />Quindi se noi viaggiassimo indietro nel tempo e, allo stesso tempo, ci venisse cancellata la memoria non potremmo in alcun modo renderci conto se sia meglio o no vivere in un epoca piuttosto che in un'altra. Perché ci limiteremmo a vivere quel momento, quell'epoca così per come essa ci si presenta e certamente non sentiremmo minimamente la mancanza di ciò di cui ignoriamo persino l'esistenza. Persino ora non possiamo avvertire la mancanza di una tecnologia che ancora non è stata inventata o di una condizione/mentalità che non è stata portata ancora alla luce.<br />Abbiamo subito ogni scoperta ed ogni innovazione con una passività impressionante, e questo è soprattutto vero se si pensa al secolo che ha dato il via alla prima rivoluzione industriale e a tutto l'800 e il '900, perché allora, come adesso, si credeva fermamente nella assoluta e incontestabile legittimità e nella benevolenza del progresso. Ma quanto tutto questo ci ha resi realmente liberi e quanto, invece, ci ha deprivato sempre di più della nostra libertà e della nostra autenticità di esseri umani?<br />Alla fine è poi così vero che senza tutto questo saremmo stati meno felici di quanto siamo ora?</div></div><div><br /></div><h4 style="text-align: left;"><span style="color: #f6b26b;">FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI...</span></h4><div><br /></div>Vogliamo parlare ora del problema morale?<br />Infatti è pensiero comune il considerare coloro che sono vissuti in epoche lontane dalla nostra non solo retrogradi per quanto riguarda l'aspetto tecnologico, ma anche riguardo l'aspetto morale, culturale ed ideologico.<br />Restiamo in epoca preistorica e parliamo degli uomini primitivi. Il luogo comune più diffuso è quello dell'uomo privo di ogni senso di moralità e di controllo e coscienza di sé. Pensiamo alla classica storia dell'uomo primitivo, muscoloso, col cervello grande quanto una noce, con la clava che prende la prima donna che gli capita a tiro per i capelli e la trascina nella sua grotta per violentarla. Certo, direte voi, questa è un esagerazione... eppure è così che ci è stata venduta l'immagine di quel periodo storico, tant'è che molti film e opere di finzione hanno usato questa concezione, contribuendo a diffonderla. Persino certe sostenitrici dell'ideologia femminista citano tale concezione, per rafforzare l'idea del maschio retrogrado, maschilista, primitivo...per l'appunto.<br />Ma non solo, il primitivo, il non civilizzato, tutt'oggi viene associato con negatività al concetto di immorale, violento, stupido e al tempo stesso viene esaltata la moralità ed i forti principi della modernità e della civilizzazione. Infatti siamo così ingenui da non capire che tutte le grandi battaglie che abbiamo fatto nei secoli scorsi per vedere riconosciuti certi diritti in realtà non sono cosa nuova, una novità di cui vantarsi ed essere fieri, ma bensì una conseguenza della loro sottrazione. Infatti in determinate epoche e momenti storici ed in specifici contesti questi diritti venivano già riconosciuti ed anzi facevano parte della normale cultura dell'individuo.<br />Per parlare di diritti della donna... questi sono stati affermati non in seguito ad una novità, ma bensì sono stati la diretta conseguenza e il frutto di un intera epoca di soprusi, violenze, repressioni. Se questa esagerazione nel reprimere la donna non ci fosse stata, non avremmo mai avuto l'esigenza di vedere tali diritti come riconosciuti, perché sarebbero già parte integrante della nostra cultura.<br />Di per sé sono esistiti momenti nella storia, in particolari culture, in cui la donna aveva la stessa importanza dell'uomo all'interno della società, poteva ricoprire gli stessi ruoli, e godeva del rispetto che meritava.<br />E persino nella preistoria la donna aveva un ruolo preciso, che non la poneva certo su un livello inferiore all'uomo e di conseguenza veniva rispettata come tale... anche perché ancora oggi se osserviamo le culture native sparse un po' per tutto il mondo è davvero difficile trovarne una in cui sia usanza picchiare la propria moglie o i figli, o abusare di una donna facendo violenza.<br />Persino le prime religioni avevano come oggetto di culto la figura femminile e l'importante ruolo di genitrice di vita.<br />Quindi possiamo giungere alla conclusione che questa idea così diffusa di primitivo, nel senso di arretratezza mentale, morale e culturale non sta in piedi ed è fondata esclusivamente sulla fantasia e sull'ideologia delle persone che l'hanno ideata per primi.<div><br /></div>Infatti persino le prime comunità di uomini (ex ominidi) usavano praticare cose come il commercio. Si scambiavano conchiglie o altri oggetti ritenuti sacri con altri gruppi, tribù, famiglie in segno di amicizia e per avere qualcosa in cambio che in altro modo non sarebbe stato possibile ottenere. Quindi anche quella storia secondo cui l'uomo primitivo sarebbe stato un violento che si fa largo con le armi per uccidere tutti quelli che gli si parano davanti per derubarli o che invadono il suo territorio è pressoché fantasiosa.<br />Certo, non si può nemmeno negare che la violenza e l'uso delle armi ci sia sempre stato: sempre nelle storia ci sono stati uomini che hanno scelto deliberatamente di comportarsi in modo violento, ma se si va ben a vedere, questi sono sempre stati una minoranza, salvo casi di manipolazioni ideologiche/religiose. Ma queste nella preistoria non erano certo comuni ed appartengono ad epoche decisamente più recenti.<br />Persino negli animali possiamo osservare comportamenti più o meno violenti che variano da un individuo all'altro. Spesso i comportamenti violenti sono un fatto di acquisizione sociale, spesso imposta da una cerchia ristretta di individui. Ovvero si impara ad essere violenti perché il contesto in cui vivi non ti lascia altra scelta o altra soluzione.<br />Ma gli uomini primitivi avevano un mondo di scelte e di possibili soluzioni.<br />Ragioniamo... ai tempi la popolazione umana sulla terra era decisamente inferiore a quella attuale, così come la densità di popolazione.<br />Se osserviamo il comportamento dei nostri cugini più prossimi possiamo vedere come in realtà i conflitti siano scaturiti da una convivenza forzata e da una disponibilità di risorse decisamente ridotta. Ma stiamo parlando di scimmie e persino loro sono consapevoli che un conflitto non è una cosa bella, da evitare, se possibile. Laddove è possibile, infatti, le scimmie sono ben capaci di "redistribuirsi" sul territorio e se di territorio e di risorse c'è n'è in abbondanza per tutti, che motivo dovrebbe mai esserci di combattere o scatenare un conflitto?<br />Se le scimmie sono capaci di fare questo, perché mai l'uomo primitivo avrebbe dovuto comportarsi diversamente?<br />Immaginate: un mondo popolato solamente da pochi milioni di esseri umani, un intero orizzonte infinito (perché così doveva apparire agli uomini di quel tempo) da esplorare. Che motivo ci sarebbe mai stato per aggredire od uccidere un nostro simile? Cioè che motivo ci sarebbe mai stato di combattere se di territorio ce n'era in abbondanza per tutti? Anzi, visto la popolazione umana di quel tempo, in determinate aree geografiche sarebbe stato già un "miraggio" imbattersi in un altro gruppo di uomini.<br />Immaginate di camminare e di spostarvi per centinaia di chilometri con il vostro gruppo o la vostra famiglia senza incontrare anima viva, poi all'improvviso vi imbattete in<br />un altro gruppo di esseri umani... secondo voi quale sarebbe la vostra reazione?<br />Brandireste un arma per ucciderli (come ci propone il classico luogo comune dell'uomo primitivo/non civilizzato)<br />o, piuttosto, gioireste del nuovo incontro e provereste<br />curiosità / voglia di socializzare?<br />Persino gli elefanti solitari della foresta viaggiano per molto tempo da soli o in piccoli gruppi per finire poi per incontrarsi a quelle poche pozze d'acqua che ci sono.<br />Che cosa credete? Che una volta arrivati alla pozza d'acqua si mettano a prendersi a zannate a vicenda? Io non ho mai visto una scena simile.<br />Anzi, gli elefanti fanno festa e condividono tutti insieme questo momento e ne approfittano per fare "nuovi incontri" e per socializzare dopo un lungo tempo di solitudine...<br />Quindi, se persino gli elefanti si comportano così, perché gli uomini primitivi avrebbero dovuto comportarsi diversamente? O hanno ragione quelli che dicono che gli animali sono migliori di noi, oppure qui qualcuno ci ha inculcato un'idea sbagliata e distorta del passato nella convinzione che i traguardi raggiunti dalla nostra civiltà siano indiscutibili e inattaccabili.<div>Ma come abbiamo visto fin ora... non è affatto così.</div><div><br /></div><h4 style="text-align: left;"><span style="color: #f6b26b;">L'INGANNO E L'ILLUSIONE DEL PROGRESSO E DELLA MODERNITA'</span></h4><div><br /></div>Il progresso e il livello di civiltà che abbiamo raggiunto non deve per forza essere considerato un bene, o per meglio dire, i traguardi che tanto vantiamo non sono poi così ammirevoli come pensiamo.<br />Ai suoi tempi già il buon caro e vecchio Jean-Jacques Rousseau, nella seconda metà del 700' aveva colto in pieno le problematiche e le difficoltà legate a questo ipotetico progresso (ipotetico poiché invece di permettere all'uomo di progredire individualmente, lo porta ad una lenta e inesorabile collettiva regressione morale e spirituale).<br />Questo filosofo contribuì alla diffusione di quello che oggi viene definito il "mito" del "buon selvaggio". Il nome che venne dato a questa idea è già di per sé un indizio che ci fa capire quanto in realtà i sostenitori di queste idee siano stati canzonati e criticati da coloro che vi si opponevano.<br />Infatti si potrebbe facilmente obbiettare a chi dice che l'uomo non civilizzato / del passato sia migliore di quello moderno e civilizzato. Però il punto delle idee di Rousseau non era affatto questo.<br />E' chiaro che la natura umana non è cambiata di molto nel corso dei secoli, e come noi oggi possiamo commettere errori, anche chi non vive nelle nostre stesse condizioni può commetterne.<br />Però non si può negare la veridicità di alcune sue critiche, in special modo rivolte verso la scienza, il progresso, l'arte, la religione, la società in genere. E non si può negare che i popoli meno civilizzati di noi abbiano sempre avuto un atteggiamento diverso dal nostro nel concepire il mondo ed il sacro, poi certo è chiaro che non tutti ragionassero in quel modo. Sicuramente ci sarà stato qualche indigeno o qualche uomo primitivo che si comportava come noi ci comportiamo oggi. Ma la questione non è il se o il quando... la questione è la diffusione di questi comportamenti.<br />Quanto sono diffusi nella nostra società? e quanto lo sono ad esempio in una tribù dell'Amazzonia?<br />Se primitivo e non civilizzato è sempre e comunque sinonimo di inferiore/sfigato/brutto... allora perché molti uomini occidentali e civilizzati hanno finito col rimanere a vivere con quelle tribù per così tanto tempo? C'è chi si è recato là per studiarli, ed è diventato uno di loro. C'è chi si è recato là con l'intenzione di convertirli ad una qualche religione astratta ed è finito col convertire sé stesso. E c'è persino chi si è recato là con l'intenzione di sottometterli/sfruttarli ed è finito poi col sottomettere sé stesso alla bellezza di quella vita.<br />Nonostante questi rari episodi di purezza e primigenia verità, alla fine siamo comunque riusciti a "civilizzare" questi popoli.<br />Ci siamo riusciti perché il progresso, la civiltà, fa leva su ciò che di più oscuro possa celarsi nel cuore di un uomo: l'avarizia, la superbia, l'arroganza, la lussuria, la vanità, il desiderio di potere e di ricchezza, l'illusione di poter vivere per sempre e chi più ne ha più ne metta.<br />E cosa abbiamo dato loro quindi?<br />Gli abbiamo portato gli antibiotici, ma gli abbiamo tolto la possibilità di vivere una vita sana e naturale.<br />Gli abbiamo portato la scuola, la televisione e la radio, ma li abbiamo privati della capacità di decidere e pensare con la propria testa.<br />Gli abbiamo portato Dio, ma gli abbiamo tolto la pace.<br />Gli abbiamo portato il progresso e la scienza, ma gli abbiamo tolto l'umanità.<br />Ora, ditemi... queste persone ora hanno una vita migliore di quella che avevano prima?<br />Prima erano liberi, sapevano come procurarsi il cibo senza spendere un soldo... ora che fine hanno fatto? Buona parte di loro vive in baraccopoli, in luoghi malfamati ai margini della società, si droga ed è alcolizzata perché la droga, l'alcool è ora l'unica cosa che riesce a dare un senso, seppur illusorio, alle loro vite, e non hanno un futuro. Sì, perché quel futuro noi glielo abbiamo tolto. E a nulla serve andarsene ed emigrare in un'altro paese: la stessa fogna è ovunque... ovunque vi sia l'uomo ed il suo tanto amato "progresso".<br />Questo va detto, e va detto non tanto perché "ah, allora che facciamo? torniamo a vivere nelle caverne?" ma bensì va detto perché la gente apra gli occhi e la smetta di pensare di vivere in una specie di bolla di sapone. Va detto perché si deve capire che a causa di questa mentalità distorta, dove tutto ciò che è nuovo, è scienza ed è progresso è ciò che di meglio ci sia per l'uomo, ci stiamo perdendo per strada un mondo fatto di cose che ormai più nemmeno ricordiamo, e la cosa triste è che non le ricordiamo perché pensiamo di essere "arrivati" e che le generazioni passate o chi vive in modo diverso da noi non abbia nulla da insegnarci.<br /><div><br /></div><div><br /></div></div>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-27379222008191388722019-10-08T23:46:00.001+02:002020-01-12T21:20:27.188+01:00Riflessioni sul Cancrismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF_ENXpjjI48MPzJasRDxcpe9bU_gOG4_8uXEcoCgaX7S_gkY-nBpUqFtNiDSfLBqjw3FI23xfQKx8uY7ZSXAc4Mwzm4EjRo8yesPOCZBWwSNwObliCCFjatL4e4_wdQjYthcGKdLbmxiG/s1600/ilva-taranto_675.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="275" data-original-width="675" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF_ENXpjjI48MPzJasRDxcpe9bU_gOG4_8uXEcoCgaX7S_gkY-nBpUqFtNiDSfLBqjw3FI23xfQKx8uY7ZSXAc4Mwzm4EjRo8yesPOCZBWwSNwObliCCFjatL4e4_wdQjYthcGKdLbmxiG/s640/ilva-taranto_675.jpg" width="640" /></a></div>
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Oggi vorrei affrontare con voi un altro tema molto delicato, ma un tema che a me sta molto a cuore.<br />
Vorrei fare in questa sede una dovuta riflessione in merito al recente dilagare in rete della cosiddetta teoria del "Cancrismo".<br />
Premetto che non ho ancora avuto modo di leggere il libro "Il Cancro del Pianeta", né l'altro suo seguito. Tuttavia ho avuto modo di confrontarmi diverse volte sul web con il suo autore, Bruno Sebastiani, ormai considerato il principale esponente qui in Italia di questa teoria.<br />
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In questo post quindi non parlerò del libro, che io non ho letto, ma parlerò di ciò che ho avuto modo di capire e di conoscere attraverso l'autore stesso e le altre persone che hanno velocemente aderito a questa teoria. La riflessione che voglio fare (e le conseguenti critiche) dunque, hanno a che vedere più che altro con l'atteggiamento di chi aderisce al Cancrismo, con il suo punto di vista e con ciò che ho appreso interagendo con i sostenitori di tale teoria e leggendo articoli e scritti reperibili in rete.</div>
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Non vi è certo nulla da questionare su molte delle cose che si possono trovare nei libri e negli scritti di Bruno Sebastiani, né tanto meno si può obbiettare sui dati da lui raccolti a sostegno della sua tesi.<br />
D'altronde in questo blog scrissi anche io tempo fa un articolo sull'argomento (<a href="https://nuova-eden.blogspot.com/2013/08/luomo-il-cancro-del-pianeta.html" target="_blank">qui</a>) e non si può certo negare la profonda influenza negativa che l'essere umano ha avuto e sta avendo sul pianeta. In questo blog si possono trovare un sacco di informazioni in merito e per questo non mi ripeterò qui, chi segue il blog può già avere un idea di quali siano le catastrofiche conseguenze che l'uomo ha avuto sul pianeta.<br />
Ma dato che questo blog si occupa anche della dimensione spirituale dell'esistenza e di filosofia, oltre che di scienza, è mio preciso dovere mettere qualche puntino sulle i riguardo alla posizione del Cancrismo, che io autore non mi sento di sposare totalmente, per i motivi che spiegherò di seguito.<br />
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In sostanza, il Cancrismo fa una similitudine fra il comportamento dell'essere umano e quello di una cellula tumorale e da qui va oltre ed arriva ad affermare che l'esistenza stessa dell'essere umano sia un tragico "errore" della natura, un incidente di percorso che quasi non poteva essere evitato e che inevitabilmente ci condurrà alla distruzione e alla completa devastazione del "corpo" che ci ospita, ovvero del nostro pianeta Terra.<br />
Partendo da un accurata analisi storica e scientifica si arriva fino all'affermare che ciò che in realtà ha reso l'uomo "un cancro" non è altro che il suo cervello con il suo abnorme sviluppo.<br />
Da qui si arriva a dedurre e ad affermare che l'intelligenza stessa e la capacità di astrazione che ne deriva siano in realtà un male vero e proprio, e non un beneficio o un qualcosa di cui essere grati o per cui sentirsi "privilegiati".<br />
Però c'è qualcosa in tutto questo che non torna e che fa storcere il naso a chi, come me, è giunto a conclusioni diverse forse spinto anche da ideali diversi e da un diverso punto di vista.<br />
Proverò ad elencare di seguito alcuni punti su cui vorrei che tutti riflettessero.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;">1) LA MISANTROPIA E' UN PUNTO DI VISTA RISPETTABILE, MA COMUNQUE LIMITATO</span></b><br />
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Basti pensare che buona parte dei sostenitori della suddetta teoria sono noti o si sono dichiarati loro stessi come dei misantropi. Una persona che si lascia trascinare da pensieri misantropi (ovvero di odio/disprezzo verso il genere umano) è anche logico che si lasci attrarre da teorie come queste e ci pensi ben poco su prima di accettarle quasi passivamente.<br />
Confesso che anche io sono stato attraversato molte volte da questi pensieri, spinto più che altro dalla rabbia e dal disprezzo che nutro verso gli esseri umani, soprattutto per il loro comportamento e per il loro poco rispetto verso ciò che li circonda; però non ritengo giusto lasciare che simili pensieri pilotino la nostra visione dell'Universo spingendoci verso un punto di vista che, per quanto rispettabile, rimane comunque limitato.<br />
Non conosco di persona il signor Sebastiani, ma voglio credere nella sua buonafede… quello di cui dubito è la buonafede di molti sostenitori. Infatti sto notando come questa teoria attragga le persone che, per qualche motivo, si sentono frustrate, deluse e arrabbiate verso gli esseri umani in genere e leggere i commenti che queste persone fanno sulle pagine social è più che sufficiente per farsene un idea.<br />
Molti nemmeno hanno capito a fondo ciò che la teoria dice e forse neanche hanno letto il libro, però l'idea che l'essere umano sia un errore, un rifiuto partorito dalla semplice casualità, li attrae e riscuote il loro consenso. Potrei sbagliarmi, certo, questa è solo un impressione che mi sono fatto leggendo certi commenti.<br />
Che cosa c'è di male in tutto questo? Nulla se ci accontentiamo che sia il nostro odio/disprezzo a guidare la visione che abbiamo delle cose. Però io personalmente non credo che questo basti ad avere una visione più completa delle cose, anzi, credo che questo serva soltanto ad alimentare le sopra menzionate frustrazioni, negando allo stesso tempo ogni speranza a chi in realtà di questo avrebbe bisogno. Quando vedi tutto grigio e buio attorno a te o quando percepisci te stesso e gli altri come "un errore" non hai certo bisogno di chi la pensa come te e ti da ragione per stare meglio, anzi ciò che ti serve è credere in qualcosa che ti lasci anche soltanto un briciolo di speranza, un qualcosa che ti tiri fuori dal tunnel buio in cui sei finito e che ti spinga a fare qualcosa e a reagire. E questo lo so bene, perché ci sono passato anche io, molte volte.<br />
Solo il tempo ci dirà quali effetti avrà sulla psiche delle persone questa teoria e se servirà veramente a renderle più consapevoli o se invece le getterà nello sconforto e nella desolazione che solo la conoscenza accoppiata alla mancanza di senso può dare.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;">2) LA RAGIONE DA SOLA NON BASTA</span></b><br />
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Molti dati raccolti a sostegno di questa teoria si dimostrano talmente inattaccabili e palesi (almeno per me così è) che non si può fare a meno di notare l'estrema obbiettività con cui vengono affrontati i vari temi che stanno a cuore al Cancrismo. L'analisi che viene fatta è talmente tanto incentrata sui dati scientifici da essere estremamente razionale poi nel trarre le conclusioni.<br />
Dall'analisi che il Cancrismo fa degli eventi si denota anche un certo rifiuto verso ogni altro ambito che rifugga la ragione. Vengono tagliate fuori ad esempio la spiritualità stessa, che erroneamente viene accostata alla religione o al bisogno di astrazione, e viene tagliata fuori anche tutta quella visione della vita che non è fatta solo di indagine razionale e di raccolta di informazioni, per quanto le informazioni siano esatte e per quanto la ragione sia una parte fondamentale dell'esistenza. Ma la ragione non è la sola cosa di cui l'uomo è dotato e non è certo l'unica di cui l'uomo ha bisogno.<br />
Come già detto sopra, il Cancrismo non si interessa minimamente di fornire un senso alle cose, ma si limita semplicemente a smontarle e a vederle per ciò che appaiono, estrapolandole dal loro vero contesto, quello più ampio. Questo non può fare a meno che rimandarmi a quella scienza meccanicista che ci ha spinti tutti quanti, nell'era moderna, a focalizzarci solamente sul contenitore e non sul contenuto, ovvero a giudicare e tentare di comprendere l'Universo solo sulla base di ciò che ai nostri sensi è manifesto o solo attraverso i dati che abbiamo a disposizione, ignorando qualsiasi altra cosa che non sia evidente o dimostrabile.<br />
L'analisi fredda che viene fatta della comparsa dell'uomo sulla Terra, per quanto esatta e dimostrabile sia, non tiene conto di un'infinità di fattori che, anche se non possono essere altrettanto dimostrabili sono comunque una parte essenziale dell'Universo stesso.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;">3) DIO NON GIOCA A DADI CON L'UNIVERSO</span></b><br />
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Uno dei punti focali dell'analisi fatta dal Cancrismo è che la comparsa dell'uomo sulla Terra non sia altro che un "caso", un brutto scherzo dell'evoluzione, un "esperimento finito male". E qui ci si collega al caro vecchio Darwin e alla sua teoria dell'evoluzione.<br />
In questo blog ho già espresso più volte i miei dubbi sul concetto di "casualità", facendo notare come questa in realtà non avesse poi così senso come tutti quanti pensano.<br />
Credere in un Universo generato dal caso è la stessa identica cosa che credere in una qualche divinità antropomorfa che con compasso e martello dà origine all'Universo. In entrambi i casi è soltanto un modo per spiegare un qualcosa che non abbiamo modo di capire. La casualità viene tirata in ballo infatti quando non si hanno altri argomenti a cui aggrapparsi, perché così almeno non si devono dare spiegazioni e ci si toglie un peso di dosso. "E' successo, perché è successo?" la risposta giunge semplice: "E' stato un caso!" e così ci si mette l'animo in pace e la ricerca della verità si interrompe.<br />
Non è dimostrabile scientificamente l'esistenza della casualità, o meglio, non si può affermare con assoluta certezza che tutto sia originato e perpetuato dal caso. Quindi non capisco perché l'idea della casualità sia definita scientifica o considerata un fatto certo.<br />
Non è necessario credere per forza in un Dio, inteso come nell'accezione classica del termine, per rendersi conto che in questo Universo esistono forze che vanno ben oltre la nostra comprensione e che da sempre la sua evoluzione è stata determinata da tali forze in un preciso ordine e verso una precisa direzione. Senza un certo determinismo, l'Universo stesso non sarebbe altro che un accozzaglia di "esperimenti" confusionari, contraddittori e fini a sé stessi... un disastro totale, insomma!<br />
La casualità non può in alcun modo dare origine ad un qualcosa di ordinato e armonioso, solo la causalità può farlo. Perché per ogni passo avanti potrebbe verificarsene uno indietro in qualsiasi momento, e questo non farebbe altro che rallentare inutilmente l'evoluzione stessa, che invece è sempre stata relativamente veloce. Certo, molto probabilmente la casualità esiste, questo non lo metto in dubbio a prescindere… ma non è la casualità ciò che regge questo Universo e lo muove e se davvero esiste essa ha soltanto un ruolo marginale.<br />
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Il Cancrismo omette anche un fatto molto importante, anche questo non dimostrabile ma comunque percepibile da qualunque persona che abbia un minimo di sensibilità e di attenzione per ciò che lo circonda: l'inesorabile interconnessione che esiste fra gli esseri viventi.<br />
Manca totalmente il concetto secondo cui tutto è interconnesso e collegato, si dipinge l'essere umano come un essere che inevitabilmente è stato "sputato fuori" da una misteriosa e non meglio identificata roulette, come se l'essere umano stesso non avesse mai avuto un ruolo o un origine già predefinita e causale.<br />
L'Universo è pieno di pianeti come il nostro e anche se ancora non ne abbiamo trovato uno questo non significa che non esistano. Su parte di questi pianeti è molto probabile che vi siano esseri simili a noi, con un cervello o un sistema nervoso simile al nostro ed è altrettanto possibile che questi esseri vivano in civiltà. Solo questo dovrebbe bastarci per pensare che l'intelligenza non è "un curioso esperimento", ma è un qualcosa che già si è ripetuto più e più volte nel cosmo. Se ne può dedurre che l'Universo è votato alla creazione di esseri intelligenti, c'è una forza misteriosa che spinge verso la loro comparsa ed un motivo ci sarà per forza… non può esser tutto un semplice gioco alla roulette!<br />
Così come esiste una "selezione naturale" delle specie", deve per forza esserci anche una "selezione naturale dei cervelli". Se la selezione naturale delle specie serve per preservare tutte quelle specie che più si adattano all'ambiente che le ospita (ergo si "incastrano" alla perfezione), la selezione naturale dei cervelli serve per preservare tutti quei cervelli che riescono e possono adattarsi ad un non meglio precisato scopo, ovvero alla fine resteranno solamente quelle intelligenze che più si adattano, ovvero si "incastrano alla perfezione" con ciò che le circonda.<br />
Il cervello dell'essere umano non è un "curioso esperimento nato dal caso" e forse bisognerebbe iniziare a prendere atto del fatto che esso esista per un fine ben preciso, anche se noi ora fatichiamo a comprendere quale sia.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;"><br />4) IL CERVELLO NON PUO' ESSERE NE' BUONO NE' MALVAGIO, ESSO E' SOLTANTO UNO STRUMENTO COME UN ALTRO.</span></b><br />
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Il Cancrismo afferma anche che l'abnorme sviluppo del cervello umano sia un problema e un errore addirittura. Il nostro cervello insomma non è un qualcosa di cui andare fieri o di cui gioire.<br />
Riguardo a questo punto si denota una certa contraddizione e un inevitabile paradosso… infatti per elaborare la teoria del Cancrismo si è dovuto necessariamente ricorrere all'uso del nostro cervello.<br />
Ma se il nostro cervello è il male, è male dunque qualunque cosa esso partorisca? E se fosse così allora il Cancrismo non sarebbe altro che l'ennesimo (e forse ultimo) "errore" partorito dal nostro stesso cervello, non trovate?<br />
Personalmente trovo che il Cancrismo su questo punto non faccia che assecondare il bisogno e il tentativo dell'essere umano di giudicare la realtà, separandola in bene e male. Ho già affrontato questo tema molte volte sul blog e chi mi segue sa già che questo non può portare molto lontano. L'Universo non può in alcun modo essere suddiviso in fazioni, niente di ciò che esiste nell'Universo può essere definito oggettivamente "malvagio" o "benevolo", il bene o il male non sono proprietà della materia, quindi nulla che è materiale può esser definito giusto o sbagliato.<br />
Il bene e il male sono solo il frutto delle scelte che compiamo e non sono delle proprietà di un oggetto o di una persona, ma piuttosto delle logiche conseguenze. Inoltre se consideriamo il bene e il male visti soltanto dal punto di vista (emotivo) umano non possiamo far altro che incappare in un grave errore di valutazione. Perché il punto di vista umano è soltanto un singolo punto di vista fra miliardi e miliardi di altri e non può in alcun modo avere una visione d'insieme completa.<br />
Per questo motivo oggettivamente parlando non può esistere alcun "errore" in ciò che esiste, l'Universo non ha mai commesso errori... quindi non vedo perché dovrebbe cominciare ora con l'essere umano. Gli errori li commettono soltanto coloro che hanno libero arbitrio, ma la materia fine a sé stessa non è dotata di libero arbitrio, quindi qualunque cosa faccia questa non può essere considerata un errore.<br />
Paradossalmente, è proprio il nostro cervello a convincerci dell'esistenza dell'errore e che vi sia un qualcosa di benevolo o di malevolo su questa Terra o nell'Universo stesso. Se la smettessimo di ragionare come esseri umani ci accorgeremmo dell'assurdità di certe nostre affermazioni e rideremmo del nostro stesso punto di vista.<br />
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Il cervello quindi, che non ha di per sé la capacità di decidere del suo destino o di quello degli altri, non può essere considerato un qualcosa di malevolo, di ingiusto, un errore. Alla fine è soltanto un ammasso di neuroni. E' come dire che il pollice opponibile è il male, così come la lingua o il ginocchio. Non ha nessun senso!<br />
E' come dire che le ali degli uccelli sono sbagliate, un errore, perché tutti gli animali dovrebbero camminare e non volare e perché volare è un vantaggio evolutivo troppo alto. E' assurdo, capite?<br />
Ciò su cui realmente bisognerebbe concentrare la nostra attenzione è il fatto che, sebbene la materia non sia di per sé né buona né cattiva, essa può comunque portare a conseguenze positive o negative rispetto o verso un qualcosa/qualcuno in base all'uso che se ne fa. L'uso che noi facciamo della materia ci costringe ad ammettere che ciò che facciamo sia più o meno giusto o ingiusto, perché inevitabilmente ciò porta a delle conseguenze che poi noi possiamo riconoscere come negative o positive.<br />
Siamo noi esseri viventi dotati di arbitrio, con le nostre scelte, a plasmare la materia, l'ambiente che ci ospita e la vita stessa che abbiamo o meno la possibilità di vivere. Gli esseri viventi sono co-creatori dell'Universo e tanto più hanno intelletto, tanto più possono modificare ciò che li circonda, in meglio o in peggio.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;">5) IL LIBERO ARBITRIO ESISTE ED OGNI ESSERE VIVENTE PUO' APPLICARLO O MENO.</span></b><u></u><br />
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Il Cancrismo dubita anche dell'esistenza del libero arbitrio. Infatti secondo i sostenitori di questa teoria l'essere umano non avrebbe mai potuto comportarsi in modo diverso rispetto a come si è comportato. Quindi la devastazione dell'ecosfera è un evento che non poteva essere evitato o fermato in alcun modo. L'oppressione stessa dei popoli che avevano la fortuna di vivere ancora in armonia con la natura, anche questa non poteva essere evitata, perché l'uomo non ha fatto altro che seguire la legge del "pesce grosso mangia quello piccolo", ovvero quello che secondo i fan di Darwin si chiama "legge del più forte". Anche questo fatto l'ho smentito più volte nei miei articoli. Quella della legge del più forte è soltanto una leggenda metropolitana, inventata a tavolino per giustificare poi il capitalismo e altre amenità simili. Chi ha osservato per davvero la natura non può che rendersi conto del fatto che essa agisce più come una fitta rete le cui maglie sono intersecate, che non come un'arena da combattimento. Siamo noi a sceglierci il posto che abbiamo all'interno di tale rete, noi come esseri umani possiamo farlo in virtù proprio di quel cervello così sviluppato che abbiamo.<br />
Altrimenti come si spiegherebbe l'esistenza di popoli che hanno vissuto per milioni di anni senza causare danno all'ambiente che li circonda?<br />
Se davvero non vi fosse scelta per noi, allora tutti gli esseri umani della terra si comporterebbero allo stesso identico modo e non avremmo culture diverse o modi di percepire l'esistenza diversi.<br />
Il fatto che una sola cultura si sia imposta sulle altre non significa niente, significa solamente che quella cultura ha scelto DELIBERATAMENTE di comportarsi in quel modo così come del resto anche gli altri popoli hanno scelto DELIBERATAMENTE di non lasciarsi accecare da folli desideri di possesso e di grandezza. Nessuno ha mai obbligato l'impero romano ad espandersi e fagocitare tutto, men che meno nessuno ha obbligato i conquistadores ad annientare le culture native del Centro America.<br />
Il Cancrismo afferma che la cultura dominante non aveva scelta. Ma non è affatto vero… si ha sempre una scelta. Il problema è che non ci si ferma mai a pensarci e si agisce per ingordigia ed edonismo. Nessun popolo ha bisogno di conquistare e sottomettere gli altri per sopravvivere, se esistono le guerre è solo perché l'essere umano non si sforza minimamente di pensare alle conseguenze del suo agire e pensa soltanto a come avere sempre di più di ciò che ha. Questa è vero, è una vera e propria malattia… ma non ha nulla a che fare con la struttura del nostro cervello (che è neutrale, ricordiamocelo) bensì con la totale mancanza di determinati valori, di misura e di visione d'insieme che non necessariamente mancano a livello di specie, ma mancano soprattutto a livello individuale. Uno nasce in una determinata cultura e apprende come deve comportarsi seguendo l'esempio della comunità in cui è inserito. E' logico che un'influenza esterna c'è sempre al nostro modo di agire e di pensare, però da qui a dire che non abbiamo scelta… <br />
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Il vero problema dell'essere umano non è affatto il suo cervello, anzi, soltanto attraverso un corretto uso del medesimo possiamo tutelare noi stessi e il pianeta stesso in cui viviamo, rendendolo persino migliore di quando siamo apparsi per la prima volta.<br />
Il vero problema dell'essere umano è a livello culturale/mentale e non fisico/strutturale. La cultura e la mentalità in cui siamo inseriti ci impediscono di agire diversamente per paura, pigrizia, perché "si è sempre fatto così" ecc... ma questo non significa che non si possa fare. Non riusciamo a farlo perché non vogliamo farlo, siamo noi per primi che ci rifiutiamo di farlo, che facciamo la scelta di non fare e di lasciarci guidare dai nostri istinti più bassi perché così è "più semplice".<br />
Il nostro cervello non lo possiamo cambiare, ma possiamo cambiare il nostro modo di vedere le cose e il mondo. E questo è possibile, è una nostra scelta, una libertà che nessuno ci può toccare se noi per primi reclamiamo a gran voce il diritto di farlo. Se non reclamiamo questo diritto e ci lasciamo andare alla rassegnazione, allo sconforto e alla tepidezza, non possiamo lamentarci poi del fatto che non abbiamo scelta e che le cose vadano come vadano.<br />
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<b><span style="color: #f6b26b; font-size: large;">CONCLUSIONI</span></b></div>
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<b></b><span style="color: #f6b26b;"></span><span style="font-size: large;"></span><br /></div>
Perché ho scritto questo post? Non è nel mio interesse, come già ho accennato, screditare il signor Bruno Sebastiani o la teoria del Cancrismo, che comunque ha un suo perché e una sua validità.<br />
Quello che ho voluto fare con questo post è ribadire la mia posizione in merito, posizione presa non per orgoglio o per interesse, ma bensì una posizione maturata nel mio piccolo dopo anni e anni di osservazione della natura e dopo anni di legame sentimentale e "mistico" con la stessa. Tutto ciò mi ha inevitabilmente portato a conclusioni opposte a quelle del Cancrismo, pur partendo dai medesimi dati raccolti.<br />
Le motivazioni che mi spingono a non accettare in toto questa teoria le ho elencate e spiegate, spero abbastanza bene. Spero anche con questo post di aver fornito uno spunto di riflessione importante sia a chi sostiene e abbraccia questa teoria, sia a chi non sapeva nemmeno della sua esistenza.<br />
Ritengo che l'essere umano, per quanto male si sia comportato, abbia ancora molto da offrire alla vita sul pianeta Terra. Basterebbe prendere atto del fatto che la nostra condotta è fortemente immorale nei confronti dell'Universo vivente, basterebbe anche soltanto provare a compiere scelte diverse, scelte che ci avvicinino un poco ad una dimensione spirituale dell'esistenza, per iniziare almeno il processo di cambiamento.<br />
Basterebbe imparare ad usare il nostro cervello in modo diverso, imparare ad esempio a porlo al servizio della comunità biotica e non solamente e soltanto ad usarlo per emergere dal sistema vita e per servire noi stessi.<br />
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Ciò che davvero ci ha resi "Il cancro del pianeta" è il cattivo uso che abbiamo fatto del libero arbitrio che, indipendentemente dalle varie motivazioni, ci è stato dato. Sta a noi vedere questa cosa come un "dono", una maledizione, o un "tragico errore del destino"... questo è totalmente soggettivo e tentare di stabilire la verità riguardo a ciò è inutile e una perdita di tempo. Rimane il fatto che sta comunque a noi decidere cosa fare di questo "dono" o di questo "tragico errore del destino". E' un po' come nei fumetti della Marvel… è un po' come aver ricevuto un super-potere.<br />
Sta a noi scegliere ora come impiegare questo potere, possiamo scegliere di impiegarlo per aiutare gli altri (diventando dei super-eroi) oppure impiegarlo per servire unicamente noi stessi (diventando dei super-cattivoni) oppure ancora possiamo scegliere di non usare questo potere e rinunciare a quell'unica cosa che davvero ci rende unici in questo Universo, rinunciare a quel qualcosa che può darci un posto in questo Universo, un posto su misura per noi, un posto in cui essere felici essendo semplicemente noi stessi. Senza desiderare di essere qualcos'altro e senza vergognarsi o sentirsi colpevoli di essere ciò che si è.<br />
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Un caro saluto e un abbraccio. Possa la fiamma dell'Amore ardere e risplendere sempre nei vostri cuori! </div>
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❤🔥❤🔥❤</div>
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Buon cammino a tutti voi!<br />
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AGGIORNAMENTO del 12/01/2020<br />
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Ringrazio Bruno Sebastiani per l'attenzione che ha dimostrato verso queste mie riflessioni, pubblico qui di seguito il link di una sua risposta in merito: <a href="https://ugobardi.blogspot.com/2020/01/riflessioni-sul-cancrismo.html" target="_blank">https://ugobardi.blogspot.com/2020/01/riflessioni-sul-cancrismo.html</a></div>
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-40971608585118007952019-06-11T18:49:00.002+02:002019-06-11T19:04:13.952+02:00Quando la vita diventa una vera "fogna"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzp2naFxaRCc10nh6lxHBtrIdq1qHvP7M1PE4OMa_Fwi1NhVUnuwpLt3PEvixZyjb3epAeejfUsa85Dbcds1URJnbWSAzaz_CUEgHLEyHf5-MKmDQpHJwS42JPfkob5kc81ZBVCM5Zxn2N/s1600/CalhounJ.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1075" data-original-width="1600" height="427" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzp2naFxaRCc10nh6lxHBtrIdq1qHvP7M1PE4OMa_Fwi1NhVUnuwpLt3PEvixZyjb3epAeejfUsa85Dbcds1URJnbWSAzaz_CUEgHLEyHf5-MKmDQpHJwS42JPfkob5kc81ZBVCM5Zxn2N/s640/CalhounJ.jpg" width="640" /></a></div>
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Nei post precedenti abbiamo visto come effettivamente <b><a href="https://nuova-eden.blogspot.com/2018/02/ecco-come-lambiente-ci-influenza.html" target="_blank">noi siamo plasmati dall'ambiente che ci ospita</a></b>, ma anche come <b><a href="https://nuova-eden.blogspot.com/2018/02/ecco-come-noi-influenziamo-lambiente.html" target="_blank">noi siamo in grado di modificare ciò che ci circonda</a></b> per renderlo migliore o peggiore.<br />
Quest'oggi vorrei affrontare con voi un tema molto inquietante e delicato, ma allo stesso tempo di estrema importanza per comprendere meglio quanto scritto nei precedenti post e per avere una visione d'insieme.<br />
Infatti andremo a capire i limiti entro i quali queste leggi operano. Andremo insieme a vedere quando quello che a noi sembra un<b> paradiso</b> può in realtà trasformarsi in un vero<b> inferno</b>. Parleremo delle <b>conseguenze della sovrappopolazione</b> e del <b>troppo benessere</b>, non che dell'effetto della cosiddetta "<b>fogna del comportamento</b>".<br />
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<span style="color: red;">Gli esperimenti di Calhoun</span><span style="background-color: white; display: inline; float: none; font-size: 13.93px; font-style: normal; font-variant: normal; letter-spacing: normal; line-height: inherit; text-align: left; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"></span></h3>
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A partire dal <b>1947</b> un etologo statunitense di nome <b>John Calhoun</b> condusse una serie di esperimenti per studiare più da vicino il fenomeno della <b>sovrappopolazione e i suoi effetti sul comportamento</b>.<br />
Per condurre i suoi studi vennero impiegati dei <b>topi</b> e vennero costruiti negli anni diversi ambienti artificiali che fossero in grado di ospitare e sostentare <b>il maggior numero di individui possibile</b>.<br />
Uno dei suoi primi esperimenti fu un "habitat" artificiale costruito affinché <b>non mancasse mai cibo o acqua</b> e in modo tale che i topi fossero al sicuro da ogni tipo di pericolo che potesse venire da fuori, come<b> predatori o malattie</b>. L'habitat era diviso in stanze collegate fra loro in modo tale che i topi potessero muoversi liberamente da una zona all'altra. Dal punto di vista degli esseri umani doveva essere un vero e proprio "<b>paradiso per topi</b>", <u>in cui si sarebbe potuto osservare come questi topi si comportassero al naturale aumento della popolazione che si sarebbe verificato, e come e se il comportamento dei topi avrebbe influito sull'andamento della popolazione.</u><br />
Gli esperimenti di Calhoun documentarono come in realtà la popolazione massima raggiunta dai topi fosse inferiore a quella che ci si aspettava quando si iniziò a costruire gli habitat.<br />
Infatti solo dopo poche generazioni iniziarono a manifestarsi <b>anomalie comportamentali che andarono ad incidere significativamente sull'aumento stesso della popolazione</b>. Quasi sempre l'aumento della densità di popolazione portava a manifestare queste anomalie, in certi casi talmente gravi da causare il <b>collasso stesso della società</b> venutasi a creare e la conseguente <b>estinzione dei topi</b> dopo 600 giorni dall'inizio dell'esperimento.<br />
Ma in che cosa consistono queste anomalie? Ebbene le anomalie principali documentate da Calhoun furono le seguenti:<br />
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<ul>
<li><b><u>Le attività biologiche divengono attività sociali di gruppo.</u></b> Mangiare e bere non sono più attività legate alla sopravvivenza ma divengono esclusiva fonte di piacere derivante soprattutto dall'interazione con gli altri. Questo porta alcuni individui ad alimentarsi in modo non adeguato, trascurando il cibo in favore dell'interazione sociale.</li>
<li><b><u>Formazione spontanea di gruppi all'interno della colonia stessa, senza alcuna razionalità nella distribuzione dei sessi</u> </b>(es. sette femmine e un solo maschio oppure 20 maschi e 10 femmine o gruppi di soli maschi o sole femmine)</li>
<li><b><u>Difficoltà a instaurare e mantenere legami fra singoli individui.</u></b> L'alta frequenza di interazione fra i membri della colonia tende a distruggere i legami fra i singoli individui, privandoli anche di una loro vera intimità. Questo rende più difficoltosa la pratica dei rituali di corteggiamento, della costruzione dei nidi e dell'allevamento dei cuccioli.</li>
<li><b><u>Progressiva perdita dell'istinto materno nelle femmine.</u></b> Le femmine divengono sempre più incapaci di portare a termine la gravidanza e di badare poi alla prole. Questo porta a trascurare i propri cuccioli, ad abbandonarli o addirittura ad ucciderli.</li>
<li><b><u>Sovversione dell'ordine sociale e distruzione della gerarchia.</u></b> Nella colonia ci sono più individui che ruoli da ricoprire. Le continue lotte per il territorio e per difendere la propria posizione nella gerarchia sfiniscono i maschi alfa a tal punto che questi rinunciano al proprio compito, divenuto troppo oneroso. Senza più maschi alfa l'intera gerarchia è compromessa e l'ordine sociale non è più garantito.</li>
<li><b><u>I maschi diventano aggressivi e iperattivi.</u></b> Si formano gruppi composti da soli maschi che aggrediscono gli individui più deboli, le femmine e i piccoli. Alcuni arrivano ad avere rapporti sessuali con qualsiasi individuo a disposizione, indipendentemente dal fatto che sia femmina, maschio, giovane o vecchio. Si manifestano anche episodi di <i>cannibalismo</i>, sebbene nella colonia vi sia già cibo in abbondanza.</li>
<li><b><u>Isolamento e comparsa di comportamenti antisociali.</u></b> La mancanza di individui alfa di riferimento e la distruzione di ogni tipo di ordine sociale porta inevitabilmente all'isolamento di alcuni individui e alla predisposizione verso la violenza di altri. <i>Le femmine si rifugiano nelle stanze più alte dell'habitat per sfuggire ai maschi</i> e alcuni individui<i> rifuggono completamente ogni rapporto sociale ed escono dal proprio rifugio per mangiare solamente quando non ci sono altri topi in giro</i>. Alcuni individui <i>si mantengono distanti dai conflitti e si disinteressano all'attività sessuale e a ciò che accade nel resto della colonia</i>; passano la maggior parte del loro tempo a lisciarsi il pelo, a mangiare e a dormire.</li>
<li><b><u>Incapacità di relazionarsi e di instaurare legami.</u></b> I rapporti interpersonali a questo punto sono completamente compromessi. La popolazione femminile fertile rimasta è isolata nei piani alti dell'habitat e maschi e femmine non sono più in grado di relazionarsi fra loro in modo sano. Questa viene definita da Calhoun "<i>morte sociale</i>", che precede quella fisica. Infatti senza nuove relazioni e gravidanze la popolazione crolla fino alla totale estinzione.</li>
</ul>
<div>
Tutte queste anomalie comportamentali vengono definite da Calhoun "<b>fogna del comportamento</b>" o comunque vengono direttamente collegate ad essa.</div>
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<br /><span style="color: red;">Analogie con gli esseri umani</span></h3>
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Come detto da Calhoun stesso, <b>le scoperte derivanti dai suoi studi possono essere potenzialmente applicate a qualunque mammifero presente sulla Terra</b>. Quindi nemmeno l'uomo è immune agli effetti della sovrappopolazione e dell'assenza di fattori regolatori.<br />
<b>Che insegnamento possiamo trarre dunque da tutto ciò di cui abbiamo parlato sopra?</b><br />
<b>Pensateci e vi verranno in mente almeno una decina di analogie da fare con gli esseri umani.</b><br />
Molte delle anomalie riscontrate nei ratti sono riscontrabilissime anche nella nostra società e nella nostra cultura, ma andiamo a vederle insieme.</div>
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<div>
Pensate, ad esempio, ai <b>vari disturbi cosiddetti della mente</b>, di cui buona parte della popolazione mondiale soffre. Certo non tutti hanno le rotelle fuori posto, però la percentuale di persone che si rivolgono ad uno psicologo o che soffrono di determinati disturbi psichiatrici è in costante aumento. Molti non vanno dallo psicologo o non sono in cura psichiatrica, però hanno comunque dei problemi, che ne siano consapevoli oppure no, che lo ammettano oppure no.</div>
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Non posso fare a meno di notare la somiglianza di quei topi che si isolano e smettono di avere qualunque forma di interazione sociale con tutti quegli adolescenti e adulti che vengono classificati dalla psicologia come persone con <b>disturbi di tipo sociale</b>.</div>
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Sempre più adolescenti si isolano dagli altri e non conducono una vita sociale cosiddetta "normale", e le motivazioni sono fra le più svariate. Chi soffre per il <b>bullismo</b>, altra deviazione comportamentale attribuibile in gran parte all'effetto della fogna del comportamento sui nostri figli e giovani; chi non riesce a trovare il proprio posto in questo caos ed è così difficile per costoro inserirsi e fare i conti con tutto questo che preferiscono chiamarsene fuori.</div>
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Io stesso vi confesso che mi sento come uno di quei topi, leggendo di questi studi è come se avessi letto di me stesso. Anche io sono una vittima di questa fogna e soltanto ora sto iniziando ad avere piena consapevolezza di questo.</div>
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Ma pensate anche agli episodi di cronaca ai quali sfortunatamente siamo costretti ad assistere ogni giorno: <i>madri che gettano i figli dalla finestra o li abbandonano nei cassonetti</i> perché non sono in grado di provvedere a loro economicamente, <i>genitori che uccidono i figli</i> perché "troppo molesti"; <i>figli disoccupati che uccidono i genitori</i> e poi continuano ad incassare la pensione; <i>stupri di gruppo ed episodi di molestie sessuali</i> su giovani e vecchi, indipendentemente; <i>baby gang che non sapendo cosa fare se la prendono con anziani e deboli</i> e ne fanno motivo di vanto e occasione di divertimento; <i>vicini di casa che si ammazzano a vicenda</i> per cose banalissime; <i>serial killer che uccidono decine di persone</i> senza avere alcun tipo di rimorso.</div>
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<b>Fatti eclatanti, che fanno scandalizzare, indignare</b>. <b>Fatti che ci disgustano… eppure sono tutte cose che il progresso, il benessere e il sovrappopolamento portano con sé</b>. Quella depravazione, quella perversione, quell'abominio che tanto ci disgusta in realtà è dentro tutti noi ed è il frutto di ciò che abbiamo seminato in tutti questi secoli.</div>
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Ma pensate anche a cose molto più banali e semplici, che recentemente stanno entrando sempre più in quello che è considerata la normalità, ma che di normale a ben vedere non hanno poi molto se non considerando le circostanze in cui tutto si svolge.</div>
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Pensiamo a tutti quei vizi di cui la nostra società è appestata. Pensiamo all'<b>alcool e al fumo</b>, al <b>gioco d'azzardo,</b> alla <b>droga</b>, alla <b>prostituzione</b> e alle <b>perversioni sessuali di ogni tipo</b> compresa l'omosessualità, la pansessualità, il sadismo ecc...</div>
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<u>Mi dispiace per chi difende e vive tutto questo, ma bisogna guardare in faccia la verità e ammettere con onestà certe cose, senza vergogna di essere attaccato da pensieri buonisti di bassa lega.</u></div>
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<b>La prova che infondo ci siamo dentro tutti</b> è proprio in ciò a cui ogni giorno assistiamo e che anch'esso è entrato nella normalità.</div>
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Pensiamo all'<b>indifferenza della gente </b>quando viene aggredito, picchiato o derubato qualcuno in mezzo alla strada. In quanti interverrebbero?</div>
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Pensiamo all'<b>incapacità di instaurare relazioni intime ed individuali fra persone</b>, fidanzati, parenti. Ma anche solo e soltanto quanto difficile sia diventato scambiare due parole con un vicino di casa o addirittura all'interno della famiglia stessa. I cellulari e le nuove tecnologie non stanno aiutando affatto in questo, anzi, divengono soltanto ulteriore scusa per assecondare questa fogna comportamentale.</div>
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<br />
Qualcuno a questo punto potrebbe domandarsi: <b>ma se all'uomo sta succedendo ciò che è successo a quei topi, perché allora non ci siamo ancora estinti come è successo a loro?</b><br />
<b></b><br />
Bella domanda. La risposta che mi sento di dare è che <b>l'essere umano ha un cervello strutturalmente diverso rispetto a quello di un topo</b>. Ovvero, <b>l'essere umano è stato dotato di una capacità di astrazione e di ragionamento ben superiori</b> a quelle del topo.<br />
<b>Questo in un certo senso ci ha sempre in qualche modo protetto contro gli spiacevoli effetti collaterali della sovrappopolazione</b>, almeno quelli più gravi e funesti. Fin dalle prime civiltà l'uomo si è scontrato con questi problemi, ed è per questo che la sua mente ha partorito cose come la <b>religione</b>, la <b>tradizione</b> e la <b>politica</b>. Queste cose <b>ci hanno aiutato a focalizzare le nostre energie verso un qualcosa di diverso</b>, ci hanno dotato di <b>un senso comune di morale e giustizia</b>. Ci hanno dato delle <b>regole da seguire</b>.<br />
Questo ha guidato le nostre strade facendoci capire in qualche modo ciò che era lecito fare e cosa no.<br />
Ma a ben vedere <b>questo</b> <b>ha soltanto rimandato il problema e non l'ha in alcun modo risolto</b>.<br />
Infatti al giorno d'oggi all'essere umano manca, come secondo me mai è mancato prima d'ora, quel qualcosa, quell'elemento di unione e di coesione, quel qualcosa in cui credere e a cui affidarsi. Questo naturalmente sta facendo uscir fuori i nostri più peggiori istinti, ci sta ponendo sempre più nella condizione di quei topi.<br />
Credo che se le cose continueranno ancora così il collasso sarà inevitabile.</div>
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<br /></div>
<h3>
<span style="color: red;">Conclusioni e riflessioni personali</span></h3>
<br />
<br />
<b>Personalmente ritengo molto triste, crudele ed ingiusto il fatto che si sia dovuto ricorrere all'uso di esseri senzienti per mettere in atto questo tipo di esperimenti e per arrivare a trarre queste conclusioni.</b> Condanno e condannerò sempre la sofferenza inflitta a qualunque essere senziente, indipendentemente dallo scopo che ci si prefigge di raggiungere attraverso di essa.<br />
<b>Tuttavia ho scelto di affrontare questo argomento poiché ritengo che i dati raccolti da Calhoun attraverso di essi siano di vitale importanza per noi</b>, soprattutto oggi, per comprendere come in realtà l'ambiente stesso in cui noi tutti viviamo e che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani, sia in realtà molto più insalubre di quel che si pensi.<br />
<div>
In realtà non servirebbe neanche Calhoun e i suoi esperimenti per arrivare a comprendere che la nostra società è profondamente malata, che noi siamo malati. Però dato che oggi si da molta importanza a ciò che è scientificamente provato… ebbene ecco a voi la vostra conferma scientifica!<br />
<br />
La vera cosa vergognosa e che mi disgusta di più in tutto questo è il fatto che queste cose vengano studiate e affrontate solamente nelle università di psicologia o di sociologia. La vera cosa che più mi disgusta è che tali studi siano stati usati nel corso di questi anni per manipolare le persone, sfruttando proprio questi meccanismi che derivano dalla fogna del comportamento.<br />
<b>La vera cosa vergognosa è che tali studi siano finiti nel dimenticatoio e nascosti o taciuti ai più</b>, alla gente comune. <b>Cosa ancora più triste è vedere come la stessa gente comune abbia ignorato i moniti di Calhoun e le eclatanti scoperte derivanti dalla sua ricerca</b>. <u>Questo non solo ha vanificato il suo lavoro ma, ancor più grave, ha vanificato anche la morte di quei topi</u> che in qualche modo sarebbe stata più accettabile sapendo che grazie ad essa l'essere umano avesse finalmente imparato la lezione e cambiato la sua vita. Ma non è stato così, anzi… da allora le cose sono persino peggiorate e l'uomo non accenna a fare ammenda.</div>
<br />
<b>Quanto si è dato da fare l'essere umano nel corso della sua storia per eliminare i maggiori fattori regolatori che avrebbero in realtà contribuito a mantenere il nostro numero contenuto</b>. Ci siamo dati da fare per aumentare la durata di vita media, per sconfiggere ogni tipo di malattia e per garantire che i nostri figli vivessero sempre nell'abbondanza e che non sperimentassero mai la miseria delle generazioni passate. Pensieri leciti e giusti per carità, l'istinto stesso di sopravvivenza ci spinge verso questo. Tuttavia, a ben pensare, in realtà non ci sarebbe ragione alcuna per temere per la nostra vita o per la nostra estinzione. Anzi… è proprio questo modo di pensare che, secondo quanto detto sopra, ci porterà ben presto verso l'autodistruzione, se già il processo non è iniziato; ed io credo che sia così, già da alcuni secoli ormai.
<br />
A cosa sono serviti, ad esempio, i vaccini se non ad aumentare ulteriormente la quantità di individui in circolazione? A cosa è servito meccanizzare l'agricoltura e intensificare la produzione se non a garantire a sempre più persone un alimentazione abbondante in qualunque periodo dell'anno?
E tutta questa abbondanza (di risorse e di individui), tutto questo wellness e confort, a cosa ci hanno portato? Cosa siamo diventati?<br />
Abbiamo trasformato noi stessi in cadaveri ambulanti, le nostre vite in non-vite. Noi, esattamente come quei topi, respiriamo, mangiamo, beviamo, facciamo sesso… ma non siamo più vivi già da molto ormai. <i><u>Le nostre vite sono vite artificiali, vite vuote alla disperata ricerca di un senso, un senso che non può essere trovato e che inevitabilmente ci condanna all'autodistruzione.</u></i>
<i></i><u></u><br />
Sicuramente in una società come questa, in cui tutto diviene normale e lecito, fanno scandalo queste mie parole. Ma quando uno vive in un inferno, non può rendersi in alcun modo conto di quello che ci sta fuori… e quindi pensa che "normale" sia solo ciò che è dentro al sistema e che può essere visto tutti i giorni e quindi finisce con l'accettare passivamente ogni cosa che questo comporta. Ma non è così. <b>Niente di ciò che succede ogni giorno all'interno della nostra società è normale, </b>niente è come dovrebbe essere… o meglio <b>tutto è esattamente come la natura ha predisposto che sia</b>, <b>ma quella che vediamo tutti i giorni non è la vera natura dell'essere umano e non è come l'essere umano dovrebbe essere o comportarsi</b>. <i>E' soltanto l'ennesimo artificio, l'ennesima aberrazione che la natura non può tollerare e, come sempre fa del resto, sta solo cercando di distruggere e purificare</i>.<br />
<b>Si parla tanto di sostenibilità ma non ci si rende conto affatto del veleno che la civiltà e il progresso stesso portano con sé</b>. Si dice che cambiano le nostre abitudini il pianeta possa sostentare una quantità di esseri umani maggiore. Tutte balle.<br />
Ancora non abbiamo capito che l'essere umano <b>non è un animale politico</b>, <b>ma è un mammifero</b> come qualunque altro sulla terra. <b>Un mammifero che ha bisogno dei suoi spazi e che può portare avanti solamente un numero limitato di interazioni sociali</b>. <u>Una natura questa che non può essere confinata in palazzoni da 10 piani, o nella vita di quartiere o di una grande metropoli. Non possiamo incattivire la nostra natura e poi lamentarci delle conseguenze</u>. E' da stupidi.<br />
<br />
<b>Quindi noi siamo plasmati in ogni momento dall'ambiente in cui viviamo</b> e questo ambiente malato non può che partorire una progenie malata e aberrante. <b>Ma abbiamo anche il potere di cambiare le cose</b>, una volta che ne siamo completamente consapevoli, ma consapevoli per davvero e se ne abbiamo la volontà e la determinazione.<br />
<b>Non è facile risolvere questo problema, lo so bene, forse per questo in passato si è preferito soprassedere e andare avanti come niente fosse.</b><br />
Ma una volta preso coscienza di questo… non si può negare che siamo in troppi su questo pianeta, troppi in condizioni di smisurata abbondanza materiale e di assoluta povertà di spirito.<br />
Tutti i governi del pianeta, se davvero hanno a cuore le sorti dell'essere umano, dovrebbero prendere atto di questo e come prima cosa imporre un serio freno alle nuove nascite. Ma so bene che non lo faranno mai. Troppi interessi, quei dannati interessi che ci impediscono di risolvere le cose per davvero.<br />
Ma anche una volta fatto questo… <b>l'essere umano sarà davvero in grado di rientrare in contatto con la sua natura?</b> <i>Quella sacra e primordiale natura che caratterizza ogni essere vivente libero di vivere secondo le leggi del Tutto?</i><br />
<i></i><br />
Ebbene, nell'esperimento di Calhoun, <u>gli ultimi topi sopravvissuti furono introdotti in un sistema "sano" e nessuno di loro fu in grado di adattarsi alla nuova situazione</u>. <b>La prima morte, quella sociale, li condusse rapidamente verso la vera morte, quella corporale</b>.<br />
<br />
<b><u>Chissà se noi siamo ancora in tempo...</u></b><br />
<br />
Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-36539845941758699022018-09-14T22:42:00.001+02:002018-09-14T22:53:47.826+02:00La Risonanza Ambientale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisQ4Bd86fVyHOhwoONOMwg9FZUeSk19mHXv6L2xvKuTi-jHcawYoCJQKhOocZHGSq_IKRySchdATEFDH1iGRCChCcGjMK0JqMwmf3pPyoYhncLAaaxkKvG0DoQLjawP9Mf4JJcRtWalGK2/s1600/slide_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="1045" height="345" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisQ4Bd86fVyHOhwoONOMwg9FZUeSk19mHXv6L2xvKuTi-jHcawYoCJQKhOocZHGSq_IKRySchdATEFDH1iGRCChCcGjMK0JqMwmf3pPyoYhncLAaaxkKvG0DoQLjawP9Mf4JJcRtWalGK2/s640/slide_3.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
Nei due post precedenti (<a href="http://nuova-eden.blogspot.com/2018/02/ecco-come-noi-influenziamo-lambiente.html" target="_blank">Ecco come noi influenziamo l'ambiente</a> - <a href="http://nuova-eden.blogspot.com/2018/02/ecco-come-lambiente-ci-influenza.html" target="_blank">Ecco come l'ambiente ci influenza</a>) abbiamo affrontato il tema molto importante delle relazione che inevitabilmente si instaurano fra gli esseri viventi e l'ambiente stesso che li ospita. Siamo legati all'ambiente che ci ospita in modo indissolubile ed esso ha potere su di noi ma anche noi con le nostre azioni possiamo modificarlo e renderlo un posto migliore o peggiore in cui vivere.<br />
Questo processo di modifica conseguenziale dell'ambiente è stato chiamato da me <b>"Risonanza ambientale"</b> ed essa può assumere risvolti positivi (<i>Risonanza ambientale positiva, RA+</i>), che hanno come conseguenza un netto miglioramento della vivibilità e della ricchezza dell'ambiente stesso; oppure risvolti negativi (<i>Risonanza ambientale negativa, RA-</i>), che hanno come conseguenza un impoverimento ed un inasprimento della situazione ambientale.<br />
Esiste anche una risonanza neutra, ma in tal caso sarebbe meglio parlare semplicemente di <b>equilibrio stabile</b> o <b>relativamente stazionario</b>, dove nulla apparentemente cambia o dove non vi è alcun cambiamento significativo nel breve periodo. <u>Ma è molto raro che ciò si verifichi o che perduri poiché succede sempre qualcosa, anche minima, in grado di cambiare gli equilibri di un ambiente.</u><br />
Praticamente ogni azione svolta da un essere vivente può andare ad incidere sul grado di RA che si verifica, come abbiamo visto nei post precedenti.<br />
<br />
In questo post invece andremo a capire meglio come funziona la Risonanza Ambientale e quanto in realtà sia facile a volte andare ad incidere positivamente o negativamente su ciò che ci circonda.<br />
Capiremo insieme come anche semplici gesti possono andare a modificare ciò che ci circonda nel lungo e nel breve periodo e di come di conseguenze anche le azioni più eclatanti possono incidere significativamente.<br />
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<a name='more'></a><br />
<span style="color: #bf9000; font-size: large;">Perchè "Risonanza ambientale"?</span><br />
<br />
Iniziamo con la definizione di risonanza:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Si dice <b>risonanza</b> il fenomeno per cui un <b>sistema oscillante</b> è in grado di <b>assorbire energia da una sorgente esterna</b> in modo particolarmente efficiente solo ad una (o più) frequenze ben precise.</i></blockquote>
Detto così sembrerebbe che il termine non c'entri nulla con ciò che tratterò qui, ma la verità è che il termine qui assume un significato più poetico che scientifico. E' soltanto un termine come un'altro per cercare di spiegare un concetto che non può essere reso senza utilizzare un termine preciso.<br />
Infatti ogni nostra azione non può fare a meno di ripercuotersi sull'ambiente circostante, questo d'altro canto non può fare a meno di "rimandarci indietro" una risposta. L'energia che noi investiamo nella modifica consapevole o meno di un sistema inevitabilmente ci tornerà indietro in altri modi con conseguenze che saranno positive se avremo agito positivamente e negative se avremo fatto il contrario. Le conseguenze saranno poi le cause di altre conseguenze e senza rendercene conto, in men che non si dica, avremo innescato una reazione a catena, un effetto "domino" in grado in certe situazioni di auto-alimentarsi, persino.<br />
In breve:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>La <b>Risonanza Ambientale</b> è quel processo secondo cui <b>un ambiente</b> <b>è in grado di nutrirsi dell' energia e degli stimoli esterni ed interni al fine di trasformare sé stesso</b>, rendendo sé stesso migliore o peggiore, vivibile o meno vivibile in base al tipo di energia o di stimolo che ha ricevuto.</i></blockquote>
Una relazione di Risonanza Ambientale <b>positiva</b> quindi darà origine ad <b>un ambiente prospero, sano, felicemente vivibile</b>, indipendentemente dal valore soggettivo che una specie od un'altra possa dare a questo.<br />
Se tutti ne traggono vantaggio a lungo termine, giungendo anche ad un compromesso ove necessario, si può parlare in modo oggettivo di un valore positivo e di un ambiente in grado di dare felicità, prosperità, tranquillità.<br />
Se, invece, a trarre vantaggio da una qualsivoglia modifica che sia consapevole o meno è solo una specie o una parte delle specie presenti a spese di altre si può allora parlare con obbiettività di una relazione di RA negativa.<br />
Ma, molto più facilmente, una RA negativa può avere la sua origine dalla mancanza di qualcosa piuttosto che dal suo eccesso... anche se in entrambi i casi il vantaggio per tutti non c'è e alla fine l'ambiente ne esce danneggiato.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<span style="color: #6aa84f; font-size: large;">Come si ottiene una RA+?</span><br />
<br />
Le forze cosmiche e la vita stessa hanno una naturale tendenza a instaurare un tipo di risonanza positiva, e questo ce lo dimostra l'osservazione dei fenomeni cosmici e lo studio dell'evoluzione dei viventi.<br />
Tuttavia è scontato che i tempi necessari affinché questo tipo di RA+ produca effetti tangibili sono molto lunghi. Di certo non possono essere misurati con il tempo di una vita umana.<br />
Esistono però altri metodi ed altri modi per andare ad instaurare una RA+, metodi che ricalcano ciò che avviene naturalmente e spontaneamente in natura che richiedono però un tempo inferiore affinché gli effetti positivi si manifestino.<br />
Noi, in quanto esseri umani, abbiamo uno spettro di azione decisamente più ampio rispetto agli altri viventi che in genere si limitano ad espletare le proprie funzioni biologiche.<br />
Possiamo modificare consapevolmente l'ambiente che ci circonda in modo tale che l'ecosistema che ci ospita possa trarne vantaggio. E i modi per farlo sono talmente tanti che è impossibile affrontarli tutti in un unico post.<br />
A titolo di esempio, il semplice piantare alberi può dare origine esso stesso ad una RA+ o il costruire un riparo per gli uccelli, i pipistrelli o anche solo e soltanto il semplice accatastare della legna in un angolo del nostro giardino.<br />
Ad ogni modo, andrebbe tenuto conto del fatto che le RA+ che hanno una maggior efficacia sono quelle che partono dal "basso". Nel caso degli alberi, piantarli e basta non è garanzia da solo di un effetto positivo a lungo termine. Se vengono piantati in un terreno poco adatto questo non potrà garantire loro una crescita sana e prospera. L'ambiente ci impone sempre dei limiti sotto questo aspetto.<br />
Ma, se invece di limitarci a piantare, iniziassimo la nostra opera partendo dal miglioramento delle condizioni del terreno e del microclima, allora la cosa assumerebbe una portata diversa.<br />
Modificando la struttura del terreno andremmo automaticamente a modificare la possibilità che hanno determinati tipi di piante di crescere in quel luogo, a loro volta gli alberi ombreggerebbero il suolo creando un microclima adatto all'insediamento di altri tipi di piante ed animali e una catena di RA+ potrebbe dirsi instaurata e stabilizzata.<br />
Continuando ad apportare modifiche aventi come conseguenza altri cambiamenti positivi, spontanei e naturali non si farebbe altro che andare ad aumentare il livello di RA+ che è possibile instaurare.<br />
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Ricapitolando, ecco come si instaura solitamente una RA+:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0Xlt_YOkv4Vo4zvX375EtLTTiXJvYdESZ3lHYIT1Y0Tk-31GERd-C5TBRTDV0moXmELcRo0YaYT4D3ENiLW9H2694BROVr1YXg2DOOLmC3yesD52USOP-uX7cl-6OtB8n5g864GbDW63/s1600/Riverberazione+positiva+suolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0Xlt_YOkv4Vo4zvX375EtLTTiXJvYdESZ3lHYIT1Y0Tk-31GERd-C5TBRTDV0moXmELcRo0YaYT4D3ENiLW9H2694BROVr1YXg2DOOLmC3yesD52USOP-uX7cl-6OtB8n5g864GbDW63/s320/Riverberazione+positiva+suolo.jpg" width="320" /></a></div>
<ul>
<li><b><span style="color: #6aa84f;">Miglioramento delle condizioni del suolo:</span></b> il suolo è la base, le fondamenta su cui l'intero sistema vita poggia. Lo si può fare principalmente piantando piante pioniere adatte al terreno di partenza, oppure più semplicemente tramite compostaggio ed importazione di microorganismi. Anche in simultanea, per un effetto migliore.</li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiUcM0w6cvHFadcs2jf_U52DFKxcKL73BuI7qZ4JPyV6ZHvtzECp1q0eph5pYQEpKWJo1BDBWT-4yW3jf90dclkPygwputLJNgPqwV4iHlSNhBNmVTnhAvg-kq_ehyphenhyphenS_q0bLH5vO2QaSrR/s1600/Riverberazione+positiva+vegetali.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiUcM0w6cvHFadcs2jf_U52DFKxcKL73BuI7qZ4JPyV6ZHvtzECp1q0eph5pYQEpKWJo1BDBWT-4yW3jf90dclkPygwputLJNgPqwV4iHlSNhBNmVTnhAvg-kq_ehyphenhyphenS_q0bLH5vO2QaSrR/s320/Riverberazione+positiva+vegetali.jpg" width="320" /></a></div>
<ul>
<li><b><span style="color: #6aa84f;">Aumentare la varietà di flora:</span></b> un ecosistema sano e prospero è un ecosistema che presenta una certa variante di esseri vegetali in grado di fornire nutrimento e riparo ad una altrettanta variante di esseri animali. Gli alberi aiutano a proteggere il suolo dai raggi del sole e creano le condizioni ideali per la formazione di humus fornendo anche un ambiente ideale agli animali che amano rifugiarsi fra le loro fronde. Gli spazi aperti ed erbosi forniscono cibo alle mandrie di animali e attirano i predatori che amano cacciare negli spazi aperti. Ricordiamoci a tal proposito che gli habitat "di transizione" sono solitamente quelli più ricchi, poiché ospitano specie animali provenienti da entrambi gli ambienti confinanti. Un buon equilibrio fra foreste e spazi aperti quindi sarebbe il giusto mix per un livello di RA+ ancora più elevato. La frutta ed i semi inoltre attirano una quantità di animali piuttosto variegata in quanto essa è presente nella dieta di molti.</li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<ul>
<li><b><span style="color: #6aa84f;">Aumentare la varietà di fauna:</span></b> gli ecosistemi prosperano ove vi è abbondanza di vita. Attirare una varietà di insetti sempre maggiore è semplice quando vi è abbondanza di fiori tipologicamente diversi e di vegetali adatti. Gli insetti attireranno animali che se ne nutrono ed essi a loro volta attireranno predatori più grossi. Gli animali possono anche essere introdotti consapevolmente, a patto che si inizi dal basso della catena alimentare, questo affinché gli animali che stanno più "in alto" e che verranno introdotti in seguito abbiano di che nutrirsi e non cerchino sostentamento da altre parti.</li>
</ul>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim0nWspQUg-Neiqqdqw2hLSInRV6UQih7MMHLu4VDmF0e3HR3hB37iE8eDxZ8ozjHP_IJvWp4J8PufV_uYO3BgZkV3FLQb8oXyxlRpHDzQeTR8pVr9HoyWGqL5dwBEEj39s-2gR8h2uWkR/s1600/Riverberazione+positiva+condizioni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim0nWspQUg-Neiqqdqw2hLSInRV6UQih7MMHLu4VDmF0e3HR3hB37iE8eDxZ8ozjHP_IJvWp4J8PufV_uYO3BgZkV3FLQb8oXyxlRpHDzQeTR8pVr9HoyWGqL5dwBEEj39s-2gR8h2uWkR/s320/Riverberazione+positiva+condizioni.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<ul>
<li><b><span style="color: #6aa84f;">Offrire cibo, riparo e luoghi per la riproduzione:</span></b> Un ecosistema completo e vario è prospero e sano. Però c'è ancora qualcosa che può essere fatto per migliorare le condizioni di vita di quanti vi abitano. Un livello di RA+ superiore è dato dalla possibilità e dalla facilità con cui gli animali riescono a stabilirsi in una determinata zona, a trovare cibo e riparo o un luogo sicuro in cui riprodursi senza dare luogo a fenomeni di eccessivo sovrappopolamento (che spingerebbero verso una RA-). Predisporre ripari sparsi ovunque o comunque preservare tutte quelle zone naturali in cui gli animali possano riprodursi e sentirsi al riparo dai predatori aiuta a migliorare le condizioni di vita in cui gli animali versano. Certo, in questo sembrerebbe che i predatori ne escano svantaggiati... ma ricordiamoci comunque che un animale non può vivere al riparo per sempre, prima o poi è costretto ad uscire per cercare cibo o per spostarsi da un luogo ad un'altro. In tal senso fornire condizioni di vita troppo agiate non farebbe altro che modificare negativamente le abitudini degli animali dando luogo a fenomeni di assuefazione, e questo porterebbe senza alcun dubbio ad una RA- nel lungo periodo, quindi molta attenzione e buonsenso sono necessari per questo punto.</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6_XBkBHkSHQBLXm-6KYaPUUaOmUzHSu7l2PsFbaPg1sYfWBV-1nYgKo50HXueRO-YMYtB9FBh1p752ZHgYnWaEVtqDlN1SahBnsXTc7ZV1-zvVQkKFnBeX376s-vmvr_rVXDu_5seIcsz/s1600/Riduzione+dei+conflitti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="409" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6_XBkBHkSHQBLXm-6KYaPUUaOmUzHSu7l2PsFbaPg1sYfWBV-1nYgKo50HXueRO-YMYtB9FBh1p752ZHgYnWaEVtqDlN1SahBnsXTc7ZV1-zvVQkKFnBeX376s-vmvr_rVXDu_5seIcsz/s320/Riduzione+dei+conflitti.jpg" width="218" /></a></div>
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</div>
<ul>
<li><b><span style="color: #6aa84f;">Riduzione della competizione:</span></b> il raggiungimento di un livello di RA+ supremo è inevitabilmente condizionato dal livello di competizione presente in un ecosistema. La competizione è spesso sintomo di una scarsità di risorse e opportunità rispetto al numero di esemplari presenti. Fare in modo che vi siano abbastanza risorse ed opportunità per tutti in modo tale da ridurre conflitti, stress ed aggressività rende certamente l'ambiente più vivibile e lo porta ad un livello superiore consentendo a quanti vi abitano di utilizzare le proprie energie per fini diversi rispetto a quello di farsi la guerra a vicenda per l'accaparramento delle risorse. Al contrario di ciò che si pensa, la competizione non è sempre un valore aggiunto ma in determinati contesti non è altro che il sintomo di un ambiente malato e ostile, ove solo i più audaci e prepotenti hanno la meglio a scapito di tutti gli altri. Va ricordato che la predisposizione o meno verso uno stile di vita il meno competitivo possibile è anche un fattore mentale e culturale, imputabile alle scelte e al credo delle singole specie.</li>
</ul>
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">Come si ottiene una RA-?</span></span><br />
<br />
Come abbiamo detto, la naturale tendenza degli eventi naturali è protesa verso una relazione di RA+.<br />
Tuttavia in natura succede, ed anche con una certa frequenza, che determinati eventi diano origine ad una reazione di RA- che causa a lungo andare il deperimento di un ecosistema o addirittura di un intero pianeta. Desertificazioni, ere glaciali, collisioni con meteoriti ed asteroidi, catastrofi, epidemie, estinzioni di massa ecc...<br />
La causa di relazione RA- più diffusa e rilevante ai fini del nostro discorso, tuttavia, è da attribuire alle attività umane.<br />
Inquinamento, sfruttamento di suolo e risorse, cementificazione, riduzione degli habitat naturali, caccia indiscriminata e chi più ne ha più ne metta.<br />
A memoria storica l'uomo ha da sempre e in maggior peso instaurato un legame di RA- con l'ambiente circostante, salvo casi particolari attribuibili a culture con un pensiero decisamente più in linea con i meccanismi naturali.<br />
Ogni singola modifica apportata all'ambiente senza alcuna cognizione di causa può potenzialmente scaturire in una RA-. Tagliare alberi, appiccare incendi, versare e usare prodotti non biodegradabili, bruciare combustibili, usare pesticidi e diserbanti, coltivare un campo in modo meccanizzato e allevare bestiame intensivamente sono tutte azione che hanno un peso negativo sull'ambiente o comportano senz'altro più danni che benefici.<br />
<br />
Ma andiamo comunque a vedere nel dettaglio che cosa può comportare un danno a lungo termine e quindi conseguentemente una relazione di RA- con ciò che ci circonda:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtKiPIiBmzYZ1CUcBUweDeZ6WwFEWUJ6tROc-kyb0Sl_vQKqHN2agPYpTB0clRj0mpcZThgIVa1FoQK-PGE_H8Cwv7GOnpVIfeR2wdAvAJP7_TofsNqi6coULLlX2GSwi8tcRoJrKWI3nI/s1600/Competizione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="392" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtKiPIiBmzYZ1CUcBUweDeZ6WwFEWUJ6tROc-kyb0Sl_vQKqHN2agPYpTB0clRj0mpcZThgIVa1FoQK-PGE_H8Cwv7GOnpVIfeR2wdAvAJP7_TofsNqi6coULLlX2GSwi8tcRoJrKWI3nI/s320/Competizione.jpg" width="209" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<ul>
<li><b><span style="color: #cc0000;">Alto livello di competizione:</span></b> un repentino calo nella disponibilità di risorse, opportunità e cibo può portare gli esseri viventi ad entrare in competizione fra loro. Questo mina inevitabilmente la qualità della vita di tutti coloro che abitano in tale ambiente e a volte può portare la specie predominante a prendere il sopravvento sulle altre, causando il declino di queste ultime. <i>A sua volta il declino di una o più specie viventi diviene il preludio di una RA-</i>. L'avidità delle singole specie gioca un ruolo fondamentale in questo, non è solo la necessità a spingere verso la competizione. L'essere umano, per esempio ha da sempre perseguitato e cancellato intere specie solamente perché queste entravano in competizione con lui a causa dell'agricoltura e dell'allevamento, ma questo ha solamente causato un peggioramento della qualità dell'ambiente. La competizione è anche un fattore culturale quindi, imputabile alle scelte compiute dalle singole specie e al loro credo. Va fatto notare inoltre che l'energia che viene impiegata nel contrastare i propri "rivali" non può essere impegnata per trovare soluzioni alternative ed efficaci che possano realmente migliorare la situazione.</li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-g3YBu-Sy_a0T6xQfqFykP3uN7hiHJpGQLp-lZGVIuCMI1oA8HoHedKd50ZMSw5dnmSkSHvVsVSlIduJPQxpy7-W3gd_3rZjuOTzonqdDzc8MZv7wmI0SeUptQx4aD77Xvq1Rc5tulCG1/s1600/Riverberazione+negativa+condizioni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-g3YBu-Sy_a0T6xQfqFykP3uN7hiHJpGQLp-lZGVIuCMI1oA8HoHedKd50ZMSw5dnmSkSHvVsVSlIduJPQxpy7-W3gd_3rZjuOTzonqdDzc8MZv7wmI0SeUptQx4aD77Xvq1Rc5tulCG1/s320/Riverberazione+negativa+condizioni.jpg" width="320" /></a></div>
<ul>
<li><span style="color: red; font-weight: bold;">Peggioramento delle condizioni di vita generali:</span> quando nell'ambiente viene a mancare sistematicamente cibo, risorse, riparo o sicurezza nella riproduzione, gli animali possono scegliere di migrare e andarsene da una determinata zona in favore di un'altra più ricca di opportunità, oppure, nel caso in cui esse non siano in grado di farlo, ciò porta la loro specie ad estinguersi. <i>La riduzione delle specie viventi o della loro varietà porta inevitabilmente ad una RA- maggiore.</i></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi06mjKjBUsh6BVL1Cf8hXT0uuiqy2FrlX10abW0bQynyP29dloKpRQypTYldNp5QHmi3yKQ3cEUE_eYXeekCStSosFyk11d4C6iRFbSpi9gSspMQWA8cWsAT7yKckhj1yMEkzuEHmgYoA6/s1600/Riverberazione+negativa+assuefazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi06mjKjBUsh6BVL1Cf8hXT0uuiqy2FrlX10abW0bQynyP29dloKpRQypTYldNp5QHmi3yKQ3cEUE_eYXeekCStSosFyk11d4C6iRFbSpi9gSspMQWA8cWsAT7yKckhj1yMEkzuEHmgYoA6/s320/Riverberazione+negativa+assuefazione.jpg" width="320" /></a></div>
<ul>
<li><span style="color: red; font-weight: bold;">Assuefazione e cambiamento nelle abitudini degli animali:</span> gli animali che migrano o che vanno alla ricerca di un luogo in cui stare spesso e sovente devono fare i conti con l'ambiente urbanizzato dall'uomo. Gli animali che sopravvivono e si adattano inevitabilmente cambiano le loro abitudini e modificano il loro comportamento... ad esempio spostandosi solo la notte o imparando a trovare cibo nei cassonetti dell'immondizia. L'assuefazione da queste nuove fonti di cibo e/o riparo è data anche dall'ingenuità umana, che spesso e sovente nutre e da da mangiare agli animali selvatici direttamente dalle proprie mani. <i>Questo rischia di deprivare gli animali del loro ruolo naturale all'interno dell'ecosistema rendendoli a tutti gli effetti inefficaci nello svolgere le loro solite mansioni e questo, se accade, comporta una leggera RA-. </i>Inoltre questo genere di dipendenza li spinge a nutrirsi e a vivere a spese degli esseri umani quando il loro comportamento va oltre il semplice frugare tra l'immondizia.</li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHW_vibYW7eKg8pa9xucqj_WG0pmu_5oQKtbTIl9yoOVBD0q84nQ7TgPIY05_7bnedKyUeVxRsS0l8leaxIN_RYFJaxdwuyj-89Wti8OijXhWapHYZHHV6C-AIduM4RRSr7gJUWbECuG4/s1600/Riverberazione+negativa+sovrappopolaz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHW_vibYW7eKg8pa9xucqj_WG0pmu_5oQKtbTIl9yoOVBD0q84nQ7TgPIY05_7bnedKyUeVxRsS0l8leaxIN_RYFJaxdwuyj-89Wti8OijXhWapHYZHHV6C-AIduM4RRSr7gJUWbECuG4/s320/Riverberazione+negativa+sovrappopolaz.jpg" width="320" /></a></div>
<ul>
<li><span style="color: red; font-weight: bold;">Sovrappopolamento e specie aliene:</span> condizioni ambientali squilibrate (es. mancanza o carenza di predatori) ed ecosistemi incompleti o poco vari possono dare luogo a fenomeni di sovrappopolamento. In particolar modo le specie aliene non hanno predatori naturali nel contesto ambientale che non è il loro e quindi prosperano entrando in competizione con specie che ricoprono ruoli simili e causando un rapido prosciugamento di risorse. <i>Il sovrappopolamento di una qualsiasi specie (anche se vegetale), se prolungato nel tempo, è un forte fattore di RA- </i>poiché la prosperità di una singola specie, se ottenuta a spese di tutte le altre, genera un profondo danno all'ambiente in cui questa è inserita.</li>
</ul>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi99HrWlN7GTQE883mpGAUrP2lK1N5GMTdNJ2XmI09RYIhLsXElmb-eIn6d5ygHJGwxi0dOdtZs0j2F6DBY0rKE8liBxlmSfwk9vozST6RWnQhOYMwyNI0Dvs5GAiZCsSff5T2NM1eHPWxm/s1600/RA+neg+cambiamenti+ambientali.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi99HrWlN7GTQE883mpGAUrP2lK1N5GMTdNJ2XmI09RYIhLsXElmb-eIn6d5ygHJGwxi0dOdtZs0j2F6DBY0rKE8liBxlmSfwk9vozST6RWnQhOYMwyNI0Dvs5GAiZCsSff5T2NM1eHPWxm/s320/RA+neg+cambiamenti+ambientali.jpg" width="320" /></a></div>
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<ul>
<li><b style="color: red;">Cambiamenti climatici e distruzione degli habitat:</b> qualunque sia la ragione, un ambiente può esser chiamato ad affrontare repentini cambiamenti, spesso causati da eventi cosmici, meteorologici e geologici oppure dalla mano dell'uomo. Nella maggior parte dei casi i cambiamenti improvvisi lasciano il posto alla normalità e quindi l'ambiente non ne risente particolarmente. Ma vi sono casi in cui i climi ed i microclimi presenti mutano radicalmente, anche se lentamente nel tempo. La scomparsa di determinati fattori protettivi (es. cambiamento nelle correnti d'aria od oceaniche) o l'impoverimento dell'ecosistema (es. deforestazione, sfruttamento del territorio, inquinamento) spesso causano una RA profondamente negativa che a lungo andare causa il collasso del sistema.</li>
</ul>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9eIRtLf4xRCuF7M1XS4wME564zUh5nfi3nEn3S50FsenYzSTXVphJaMMOKSZHiY8U8fzBIgwbRMBjNJRDBvDY-InxL9YqEDOfXZIzDaZhZ8eMWVg25rRNowaGqttX2hPx4BjqxJ5jaWpb/s1600/RA+neg+suolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="800" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9eIRtLf4xRCuF7M1XS4wME564zUh5nfi3nEn3S50FsenYzSTXVphJaMMOKSZHiY8U8fzBIgwbRMBjNJRDBvDY-InxL9YqEDOfXZIzDaZhZ8eMWVg25rRNowaGqttX2hPx4BjqxJ5jaWpb/s320/RA+neg+suolo.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<ul>
<li><b style="color: red;">Perdita di fertilità ed impoverimento del suolo:</b> una volta giunto al suo apice in termini di gravità, questo rappresenta il livello più basso nella scala che indica la qualità di un ambiente. Arrivati a questo punto solitamente non resta più nulla in vita, salvo quelle poche creature resilienti abituate a vivere in condizioni proibitive. Le piante muoiono una dietro l'altra e il suolo diventa duro, secco, asfittico. <i>Un ecosistema che perde fertilità è destinato a sviluppare una RA- talmente forte da portarlo a collassare in breve tempo</i>. Anche se va detto che ciò è raro che accada così da un momento all'altro. <i>Di solito si deve passare per almeno due o tre punti precedenti a questo prima che ciò avvenga e quando ciò avviene spesso diviene difficile ripristinare l'ecosistema nel breve periodo (tutto deve ricominciare da capo, se le condizioni lo permettono).</i></li>
</ul>
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<div style="text-align: center;">
<span style="color: #bf9000; font-size: large;">Conclusioni</span></div>
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Alla luce di quanto detto in questo post possiamo facilmente capire quanto l'essere umano in realtà abbia il <b>potere di plasmare l'ambiente che lo circonda</b>, un potere unico nel regno animale, che pone l'essere umano nelle condizioni di ricoprire un ruolo speciale in qualunque ecosistema egli si inserisca.<br />
Se, e badate bene dico SE, l'essere umano iniziasse davvero a prendere coscienza di questo e la smettesse di concentrare la sua attenzione unicamente su sé stesso, forse e dico forse, vivremmo tutti in un luogo migliore poiché l'energia che abbiamo impiegato per distruggere ed alterare l'equilibrio che ci circonda avremmo sicuramente potuto impiegarla per trasformare l'ambiente in cui viviamo in un vero paradiso. Un paradiso forse lontano da quello dei nostri sogni e della nostra immaginazione, ovvero quello senza sofferenze e senza difficoltà... ma un paradiso invece dove tutti ne escono vincitori nonostante tutto, dove non ci sono interessi di una specie che prevalgono su quelli degli altri e dove tutti possono potenzialmente essere felici, senza patire fame o sete o senza competere inutilmente per accaparrarsi quelle poche briciole che questo mondo malato ci offre ancora.<br />
Molti sicuramente obbietteranno che non c'è nulla che possa esser fatto per migliorare questo mondo poiché questo mondo è già perfetto così com'è, poiché la natura è già perfetta.<br />
Accetto questa obbiezione e in buona parte la condivido, ma voglio comunque porre a queste persone una domanda: se è vero che "al peggio non c'è mai fine", non è forse logico pensare a maggior ragione che anche al "meglio" non ci sia fine?<br />
Se la natura fosse già perfetta essa sarebbe <b>statica</b>,<b> immutabile</b>.Come in una eterna fotografia.<br />
<i><u>Ma già il fatto che essa muti di continuo questo è indice di un adattamento, di una evoluzione verso un qualcosa che a noi non è dato comprendere per intero</u></i>... ma ad ogni modo ricordiamoci che il significato stesso della parola "Natura" implica il concetto di "divenire", di nascere. Quindi la natura è un qualcosa che ancora deve divenire, deve crescere, deve evolversi... e la cosa meravigliosa è pensare che anche noi siamo chiamati a far parte di questo processo in divenire, anche noi possiamo contribuire alla "nascita" di un qualcosa di grande, <i>più grande ancora di ciò che ci ha preceduti</i>.<br />
<b>Pensiamoci ogni qualvolta ci troveremo difronte ad una scelta potenzialmente in grado di mutare l'ambiente che ci circonda... che cosa scegliereste per voi e per i vostri figli? Una risonanza negativa od una positiva?</b><br />
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Grazie per l'attenzione e alla prossima!<br />
Buon cammino.</div>
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Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-34107326603583459912018-02-23T22:24:00.001+01:002018-09-14T22:44:59.250+02:00Ecco come noi influenziamo l'ambiente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR9vig63XYtjJicqol_vKVbM499ZtBFSsCImAmfcrj4u9nUKo5iQE9_YP_lpLGO0qhp6IUVI0UUUOeXaU_n-GQTrfSg2qcjDpivVWBHG53qLa8mNrbCOtTBwWO8udU7uk726HmXpuCBNet/s1600/1044346_10151452188577511_2031396433_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="502" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR9vig63XYtjJicqol_vKVbM499ZtBFSsCImAmfcrj4u9nUKo5iQE9_YP_lpLGO0qhp6IUVI0UUUOeXaU_n-GQTrfSg2qcjDpivVWBHG53qLa8mNrbCOtTBwWO8udU7uk726HmXpuCBNet/s400/1044346_10151452188577511_2031396433_n.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Nel post precedente abbiamo visto <a href="http://nuova-eden.blogspot.it/2018/02/ecco-come-lambiente-ci-influenza.html" target="_blank"><b>come l'ambiente ci influenza</b></a>, in barba a chi afferma che l'essere umano ha il totale controllo e potere sul suo destino.<br />
Oggi invece andremo a capire <b>come effettivamente noi possiamo influenzare l'ambiente che ci ospita</b> con i nostri comportamenti e attraverso le nostre scelte, scelte che sono molto importanti a discapito di chi afferma che "non si può sfuggire al proprio destino".<br />
<br />
Per cominciare possiamo dire che essenzialmente ci sono tre modi attraverso cui modifichiamo ciò che ci circonda. Possiamo farlo attraverso <b>l'espletamento delle nostre funzioni biologiche</b>, attraverso l<b>e nostre scelte, le nostre capacità e il nostro modo di vedere le cose</b> e infine attraverso le <b>relazioni che scegliamo di instaurare </b>o che siamo costretti ad instaurare con il resto della vita.<br />
Questi modi possono assumere sia sfumature negative <b>(RA-)</b> che positive <b>(RA+)</b> e questo alla fine determina il tipo di <i><a href="https://nuova-eden.blogspot.com/2018/09/la-risonanza-ambientale.html" target="_blank">risonanza ambientale</a></i> che si verifica.<br />
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Andiamo ora ad esaminare nel dettaglio ciò che ci permette di influenzare l'ambiente che ci ospita.<br />
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<a name='more'></a><br />
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<span style="color: #38761d; font-size: large;">1) Espletamento delle proprie funzioni biologiche e naturali</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOehoWgcdFO11USgw6Z3Dt0MIiufQUivFELCbte3C_g-O2AgObQVlhQOGGrJKq8YFQIPlSxF4Wsjdd6YZktgzcqSmFO5XMZYeLGIciy_lgOto3e2hvbJ2UtY_xQbnQT6LQCyn33TECWFYg/s1600/stag.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="574" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOehoWgcdFO11USgw6Z3Dt0MIiufQUivFELCbte3C_g-O2AgObQVlhQOGGrJKq8YFQIPlSxF4Wsjdd6YZktgzcqSmFO5XMZYeLGIciy_lgOto3e2hvbJ2UtY_xQbnQT6LQCyn33TECWFYg/s400/stag.gif" width="400" /></a></div>
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<b>Fin dalle origini della vita gli esseri viventi hanno avuto un ruolo fondamentale nel plasmare il mondo che li ospitava</b>. Se pensiamo ai primi esseri viventi che popolavano il brodo primordiale è evidente come essi siano stati importantissimi nel gettare le fondamenta per la vita sul nostro pianeta, così per come la conosciamo oggi.<br />
I cianobatteri ad esempio hanno fatto sì che la nostra atmosfera fosse carica d'ossigeno, esattamente come fanno le piante oggi attraverso la fotosintesi clorofilliana.<br />
La fotosintesi, l'avrete sicuramente studiata tutti a scuola, è quel processo che consente alla pianta di ricavare energia e nutrimento dall'anidride carbonica presente in atmosfera e dall'energia del sole. L'ossigeno è solamente un "prodotto di scarto" di questo processo, l'equivalente dei nostri escrementi. Noi respiriamo ciò che per le piante è solamente un "rifiuto".<br />
Raramente capita di pensare a quanto siano importanti per noi gli esseri vegetali. Eppure fanno tutto ciò che fanno per lo più in modo inconsapevole. Gli alberi stanno semplicemente badando alla propria sopravvivenza, eppure è soltanto grazie ad essi che la vita è possibile sul nostro pianeta.<br />
Quindi, in un certo senso, possiamo dire che le piante contribuiscono con le proprie funzioni ad influenzare l'ambiente che le circonda, costantemente. Attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.<br />
Anche per gli animali vale la stessa identica cosa.<br />
<b>Ogni essere vivente infatti ha bisogno di nutrirsi per garantire la propria sopravvivenza</b> <b>ed inevitabilmente ogni essere vivente genera dei "rifiuti"</b> che andranno poi ad incidere sull'ambiente in funzione del fatto che essi siano smaltiti (riutilizzabili da qualcun altro) o meno.<br />
<u>Un ambiente è sano e prospero solamente quando gli esseri viventi, attraverso le loro funzioni, riescono a generare un equilibrio più o meno stabile (o in tendenza positiva) fra ciò che viene consumato e ciò che viene prodotto</u>.<br />
<b>L'eccesso o la mancanza di determinati esseri viventi</b> piuttosto che di altri <b>può alterare in modo significativo la struttura stessa di un ecosistema</b> (quindi di un ambiente), portandolo persino al collasso.<br />
Anche <b>il rapporto preda-predatore</b> rientra nell'espletamento delle funzioni atte alla sopravvivenza.<br />
L'ambiente trae giovamento dalla predazione (se limitata) in quanto ciò permette di ridurre il numero di erbivori presenti e quindi preservare il numero degli esseri vegetali in grado di produrre ossigeno e cibo, ma anche in grado di preservare l'umidità del terreno e la qualità del clima stesso.<br />
Un ruolo a sé ha persino la <b>riproduzione sessuale e asessuata</b>. Infatti un essere vivente può incidere sull'ambiente sulla base della propria capacità riproduttiva e del proprio bisogno di accoppiarsi. Un essere vivente prolifero avrà più possibilità di alterare negativamente l'ambiente che lo ospita se non viene debitamente controllato attraverso parassiti, malattie, circostanze o predatori. Viceversa, una preda poco prolifera avrà più probabilità di lasciare senza cibo i predatori, che moriranno di fame e stenti.<br />
<br />
Quindi anche semplicissime azioni come <b>mangiare, bere, respirare, defecare, urinare, accoppiarsi e dare alla luce dei figli</b> possono andare ad influenzare inconsapevolmente tutto ciò che ci circonda in modo positivo o negativo.<br />
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<span style="color: #38761d; font-size: large;">2) Abilità, credenze e conoscenze</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI8ZQOIo6EvyBrv7VGqi7rxLGkArSc4175b88wog4jYlRydcNv0PrXy7tLVZYDZ1pLB2iCUldu52GloBwSeszrjX5skOWteGB-r4uht_EGsLCHJcun5GJC8tlFFELZM_Mh4b8wKCOzAqva/s1600/920x920.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="614" data-original-width="920" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI8ZQOIo6EvyBrv7VGqi7rxLGkArSc4175b88wog4jYlRydcNv0PrXy7tLVZYDZ1pLB2iCUldu52GloBwSeszrjX5skOWteGB-r4uht_EGsLCHJcun5GJC8tlFFELZM_Mh4b8wKCOzAqva/s400/920x920.jpg" width="400" /></a></div>
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I <b>castori</b> sono forse l'esempio più lampante di come un animale possa modificare concretamente l'ambiente che lo circonda attraverso i propri sforzi fisici e la propria capacità tecnica, il proprio ingegno. L'uomo non è da meno, anche se citarlo suona alquanto scontato riguardo a questo punto. Tutti noi sappiamo di cosa l'uomo è capace, nel bene e nel male.<br />
Purtroppo la nostra ostinazione e la nostra cecità ci hanno spinto a modificare l'ambiente che ci circonda senza alcun criterio, né sensibilità o ritegno.</div>
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Ad ogni modo, qualunque animale dotato di un grado minimo di intelletto e capacità di astrazione può scegliere di <b>modificare consapevolmente l'ambiente che lo ospita</b> per trarne a sua volta beneficio e averne un vantaggio diretto o indiretto, per motivi anche legati alle proprie credenze. Ma nella maggioranza dei casi questo semplicemente accade per una questione di sopravvivenza, per motivi culturali (tradizioni e abitudini) ed in tal caso si può parlare di modifica inconsapevole, in quanto viene fatta senza conoscere realmente e totalmente le conseguenze alle quali si va incontro, siano esse negative o positive o neutre.</div>
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<b>Che sia consapevole o no del proprio potere, comunque, un essere vivente può contare sulle proprie abilità e conoscenze per cambiare l'ambiente che lo circonda e renderlo un posto diverso in cui vivere.</b><br />
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Ma torniamo ai nostri castori, questi grossi roditori grazie alle loro tane e alle loro dighe sono in grado di migliorare concretamente l'ecosistema in cui sono inseriti, offrendo indirettamente prosperità e un luogo adatto in cui stabilirsi ad una grande quantità di esseri viventi.<br />
<b>Naturalmente una modifica artificiale all'ambiente comporta sempre, come tutte le modifiche, un fattore di perdita e uno di guadagno</b>. Abbattendo alberi sottraggono habitat alle specie prettamente boschive, che hanno bisogno di una vegetazione fitta per vivere e prosperare ma, in cambio, offrono la possibilità a tutte quelle specie che godono di spazi aperti e di acque tranquille di insediarsi e vivere dove altrimenti sarebbe per loro impossibile. Quindi tutto sommato è più ciò che l'ambiente guadagna rispetto a ciò che perde. Nel regno animale l'azione dei castori è uno dei più brillanti esempi di riverberazione ambientale positiva.<br />
A differenza dell'uomo, <b>i castori sono riusciti a trovare un loro equilibrio con l'ambiente che li ospita</b>, un equilibrio che permette a loro e a molte altre specie di sopravvivere. Un equilibrio che rispetta il contesto in cui questo si inserisce.<br />
Quanto abbiamo da imparare, noi uomini, da questo. <b>Pensate a quanto l'uomo potrebbe fare per migliorare l'ambiente in cui vive, invece di sfruttarlo e violentarlo di continuo</b>. E, a differenza dei castori, potrebbe scegliere di farlo <b><u>CONSAPEVOLMENTE</u></b>.<br />
Se solo imparassimo ad usare il nostro potere con <b>saggezza ed imparzialità</b>, questo pianeta non potrebbe forse divenire un luogo ancora più bello in cui vivere? Ma non soltanto per la nostra specie, per tutti indistintamente.<br />
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<span style="color: #38761d; font-size: large;">3) Relazioni con gli altri esseri viventi</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4UvPBe4DBD3wWrIKxGMnSgZmWOpn7dG_zucSaHQ0UOrsnPUdb3m6QDZNhHi9Vk7tMwX5viiKpK7pZaFTab7iL5iWcOAfZG8A6cD-Ih9gk-09hvOwOixvJm1uCze4lMvGZ0KgcvLHJWA9/s1600/Ecosistema-696x397.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="397" data-original-width="696" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4UvPBe4DBD3wWrIKxGMnSgZmWOpn7dG_zucSaHQ0UOrsnPUdb3m6QDZNhHi9Vk7tMwX5viiKpK7pZaFTab7iL5iWcOAfZG8A6cD-Ih9gk-09hvOwOixvJm1uCze4lMvGZ0KgcvLHJWA9/s400/Ecosistema-696x397.jpg" width="400" /></a></div>
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Una delle cose più risapute, soprattutto al giorno d'oggi, è che <b>un ecosistema ricco di biodiversità è davvero ciò che incide sulla qualità di un ambiente</b>.<br />
Non solo <b>l'ambiente viene plasmato dalla quantità di specie diverse presenti in esso,</b> ma anche e soprattutto dai <b>legami e le interconnessioni che questi animali sono in grado di instaurare fra loro</b>.<br />
Più le specie riescono ad "incastonarsi" fra loro fino al raggiungimento di un loro proprio equilibrio e più l'ambiente ne risente positivamente.<br />
<b>Molte volte queste relazioni sono obbligate</b>, come ad esempio il rapporto che c'è fra preda e predatore.<br />
<b>Altre volte queste relazioni sono spinte da un desiderio mutualistico o da un bisogno opportunistico</b> ed è in questi casi che possiamo assistere a combinazioni uniche e rare nel sistema vita.<br />
Ci sono specie che hanno scelto di unire le proprie forze, di "scendere a patti" in nome di un interesse comune, simile o comunque coincidente. <b>Questo ha avuto conseguenze sull'intero contesto in cui vivono</b>.<br />
Di esempi ce ne sono tanti... le formiche e gli afidi, ad esempio. Le api con i fiori. Tutte quelle specie "spazzine" che ad esempio si posano sulla schiena dei grandi erbivori o che si "aggrappano" sul ventre di uno squalo per ripulirlo dai parassiti... ecc... ecc...<br />
Queste relazioni, a differenza dei due precedenti modi qui illustrati, di per sé non causano una modifica direttamente tangibile sull'ambiente, ma bensì sono in grado di causare modificazioni sul lungo termine. Persino cambiare il destino di una o più specie, salvaguardandone il ruolo importante che ricoprono all'interno dell'ecosistema.<br />
<br />
<b>Ma veniamo a noi esseri umani ora. Anche questo punto ci riguarda direttamente da vicino.</b><br />
Noi stessi, con la nostra condotta qui sul pianeta, siamo la prova lampante del fatto che un buon "rapporto con il vicinato" sia la chiave per un mondo e una vita migliore.<br />
<b>Abbiamo da sempre schiacciato e oppresso le altre forme di vita secondo ciò che più ci aggradava in quel momento</b>. In nome della fede, dell'arroganza, della superstizione e dell'avidità abbiamo dichiarato guerra ad innumerevoli specie, sterminandole fino all'ultimo esemplare rimasto in vita.<br />
Tutto questo che conseguenze ha avuto? Riflettiamoci bene.<br />
E ora pensiamo a come sarebbe stato questo mondo se solo e soltanto avessimo provato ad instaurare un rapporto positivo con ciò che ci circonda, invece di eliminarlo senza alcuna pietà o di assoggettarlo al nostro volere.<br />
Tanti popoli in passato si ponevano come comandamento il rispetto delle altre forme di vita, infatti il loro mondo prosperava fino a che non sono stati schiacciati tutti militarmente da degli invasori con altri punti di vista. Fondamentalmente antropocentrici.<br />
<b>Ci siamo sempre posti come i dominatori di questo mondo, e questo ha avuto conseguenze disastrose sulla biosfera, nel lungo e nel breve periodo.</b><br />
Le cattive relazioni che abbiamo con gli altri esseri viventi ci stanno annientando e stanno portando alle deturpazione degli ecosistemi con un notevole e decisivo peggioramento delle condizioni generali di vita.<br />
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L'essere umano invece potrebbe portare la vita ad un livello mai visto fin ora sulla Terra se solo imparasse a prendersi cura di ciò che lo circonda. Se solo imparassimo a dare un valore spirituale alle cose, invece di considerarle semplici beni di consumo. <b>L'uomo potrebbe divenire un fattore bio-potenziatore a vantaggio di tutta la comunità vivente, se solo la smettesse di servire unicamente sé stesso.</b><br />
<u>Ma questo non avverrà mai se non siamo disposti a cambiare modo di vedere le cose.</u><br />
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Con questo concludo qui.<br />
Prossimamente avremo modo di parlare ancora di Riverberazione Ambientale (RA), magari fornendo qualche istruzione pratica su come effettivamente si instaura una relazione di questo tipo con l'ambiente che ci ospita.</div>
Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-81177341834187285212018-02-02T22:46:00.004+01:002018-09-14T22:47:23.795+02:00Ecco come l'ambiente ci influenza.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjaHEGfOnQ4vyGz5jGf3xrkcfWYmkja4I-13KZtcUOyBZwRcguMkh3wEm3yNNb9UaXsG_h-LuiZE1eCnLW5g-KX2lvlwyUNjmOf9Up6iGxXdJ02_NumRED5TIMVmEPGh4-MuDxh8ChO_3r/s1600/ecosistema-urbano-1132x670.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="288" data-original-width="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjaHEGfOnQ4vyGz5jGf3xrkcfWYmkja4I-13KZtcUOyBZwRcguMkh3wEm3yNNb9UaXsG_h-LuiZE1eCnLW5g-KX2lvlwyUNjmOf9Up6iGxXdJ02_NumRED5TIMVmEPGh4-MuDxh8ChO_3r/s1600/ecosistema-urbano-1132x670.jpg" /></a></div>
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Tante volte si sente parlare di quanto noi esseri umani siamo in grado di causare danni all'ambiente che ci circonda ma meno spesso si parla dell'influenza che un ambiente degradato può avere su di noi e su ogni cosa che ci circonda.<br />
Ebbene noi esseri umani siamo portati a pensare che tutto ruoti attorno a noi, che tutto sia in nostro potere, che tutto possa essere controllato. Pensiamo che ogni nostra decisione sia frutto di un nostro ragionamento, di un nostro atto di volontà. Ma è sempre così? Esistono situazioni in cui non siamo noi a "dettare la legge"?<br />
Certo che esistono, ed influenzano la nostra vita in modo molto più radicale di quel che pensiamo.<br />
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Questo è il primo di una serie di post che ci porteranno ad esplorare i misteri della cosiddetta "risonanza ambientale" (o ecologica).<br />
Oggi andremo a vedere come effettivamente l'ambiente che ci circonda influenza la nostra vita, le nostre scelte, i nostri comportamenti. Proveremo a comprendere come un ambiente sano, puro e genuino possa realmente contribuire al miglioramento delle condizioni generali di vita. Siete pronti? Andiamo!<br />
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<a name='more'></a><br />
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Partiamo dicendo che esistono svariati fattori attraverso cui l'ambiente plasma le vite degli esseri viventi, il loro aspetto fisico, il loro comportamento, la loro cultura.<br />
Da sempre infatti l'ambiente ha plasmato gli esseri viventi portandoli a sperimentare il cosiddetto processo evolutivo dando luogo al processo epigenetico e selezionando gli individui più adatti a vivere in quel luogo, piuttosto che in un'altro.<br />
Inoltre le condizioni ambientali sono proprio ciò che spinge gli animali a comportarsi in un modo piuttosto che in un'altro. L'ambiente e le circostanze spingono gli animali ad alterare il proprio comportamento, a cambiare dieta, a cercare nuove fonti di cibo e nuovi luoghi sicuri in cui riprodursi. Ma non solo, esso influenza anche la loro psicologia, la loro etologia. Un ambiente può spingere un animale ad essere più aggressivo, più competitivo oppure può renderlo mansueto e collaborativo.<br />
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<span style="color: red; font-size: large;">1) Mutazioni Epigenetiche</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpWqMr34WUzUTS7BgZI4T6O4BCJNL6l9P5LTR_zB0Gj6GN2eq-OcVeaq3Wt7KAW0RI2GgPD5-FbmQBFr7h_fvqdoJnq6FFzOZ0RBs1y2vNSecHdYlU-GKEcxbV8EPt33z9ioMQXivaQPsb/s1600/RA-+Influsso+Epigenetico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpWqMr34WUzUTS7BgZI4T6O4BCJNL6l9P5LTR_zB0Gj6GN2eq-OcVeaq3Wt7KAW0RI2GgPD5-FbmQBFr7h_fvqdoJnq6FFzOZ0RBs1y2vNSecHdYlU-GKEcxbV8EPt33z9ioMQXivaQPsb/s640/RA-+Influsso+Epigenetico.jpg" width="640" /></a></div>
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Il vero "anello mancante" nella cosiddetta teoria dell'evoluzione delle specie è proprio il fatto che Darwin attribuisce le mutazioni genetiche al caso. Il vero problema in tutto questo è che se è vero che tirando i dadi prima o poi usciranno tutte le combinazioni possibili, è anche vero che questo può richiedere molto, molto tempo. Nel gioco dei dadi abbiamo soltanto 24 possibili risultati e un numero assolutamente limitato di combinazioni; il DNA invece possiede milioni e milioni di possibili combinazioni e risultati. Immaginate il tempo che servirebbe affinché una cellula muti il proprio corredo genetico facendo in modo che il risultato di questa "roulette" sia proprio il cambiamento che quella cellula aveva bisogno.<br />
La teoria della casualità della mutazione non può essere quindi accettata razionalmente, almeno non in via esclusiva, perché altrimenti agli esseri viventi sarebbe occorso molto più tempo di quanto in realtà ce ne hanno messo a passare da uno stadio evolutivo ad un'altro.<br />
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Esiste tuttavia una nuova disciplina scientifica chiamata "Epigenetica". Questa scienza si occupa di studiare le mutazioni fenotipiche che avvengono a livello cellulare e che possono a loro volta venire tramandate alle generazioni successive. Questa scienza sta portando alla luce nuove conoscenze sul funzionamento del DNA e sulla sua capacità di "adattarsi" agli stimoli esterni. Una mutazione epigenetica non modifica la struttura di base del DNA, ma modifica il tipo di informazione in esso contenute. Ad esempio può "accendere" o "spegnere" una determinata istruzione a seconda dei fattori a cui l'organismo è esposto.<br />
E' un fenomeno che si può osservare maggiormente in piante e batteri, ma ci sono studi condotti su animali che ne evidenziano cambiamenti considerevoli dopo soltanto alcune generazioni di esposizione al fattore in questione, come la resistenza a determinate malattie e sostanze o la predisposizione verso determinate malattie. I fattori principali che portano alle mutazioni epigenetiche possono essere l'abbondanza o la scarsità di cibo, i mutamenti climatici e i cambiamenti nella dieta.<br />
Ancora molto deve essere scoperto comunque, ma sono sicuro che questa nuova scienza prima o poi porterà le prove del fatto che a lungo andare le mutazioni epigenetiche, protratte per svariate generazioni, causano anche una mutazione genetica e che quindi esse potranno venire considerate a tutti gli effetti come un'altro fattore essenziale nell'evoluzione delle specie e nel loro adattamento.<br />
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L'ambiente e le condizioni di vita di un essere vivente influenzano quindi il comportamento dei suoi geni che in risposta a ciò mutano e vengono tramandati ai figli. Questo può potenzialmente dare origine ad individui "nuovi", con caratteristiche mutate in base alle necessità del contesto in cui i genitori hanno vissuto.<br />
<b>L'ambiente influenza quindi ciò che siamo a livello epigenetico, influenza il comportamento delle nostre cellule e può potenzialmente determinare in parte le caratteristiche che avranno le generazioni successive.</b><br />
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<span style="color: red; font-size: large;">2) Selezione naturale</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0p4ArO3dVYXL8fUGlwmOBNSCIbFvjzOBjLLsXUWkeAUwX4Ef8q0Nl7imTWk8XSf831ZgXcxsanYCfSMwMizQwZuLV1eIeuKVncePcidUpYVgBOkYvl0IF0-n2yXSrLGPnfDNwcTKzGuvx/s1600/RA+-+Teoria+di+Darwin.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0p4ArO3dVYXL8fUGlwmOBNSCIbFvjzOBjLLsXUWkeAUwX4Ef8q0Nl7imTWk8XSf831ZgXcxsanYCfSMwMizQwZuLV1eIeuKVncePcidUpYVgBOkYvl0IF0-n2yXSrLGPnfDNwcTKzGuvx/s640/RA+-+Teoria+di+Darwin.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
L'ambiente agisce sugli esseri viventi anche attraverso i vari fattori che ne regolano la sopravvivenza e l'adattamento.<br />
Ogni ambiente pone determinate sfide e comporta il superamento di determinati ostacoli. Solo coloro che riescono in questa impresa possono dirsi degni di avere una vita piena e soddisfacente all'interno dell'ambiente che li ospita.<br />
A primo impatto questo sembrerebbe un meccanismo crudele e perverso. Infatti come si suol dire "la legge del più forte" viene erroneamente demonizzata nella nostra società e presa come paragone quando la si vuol contrapporre al concetto di "civiltà" e progresso. Ma non c'è nulla di più sbagliato in questa visione.<br />
Per quanto la selezione naturale ci appaia crudele, in realtà essa è lo strumento perfetto attraverso cui l'ambiente plasma gli esseri viventi affinché essi vivano in relativa pace e prosperità. Possiamo vederla come una manifestazione di "misericordia", ove chi soffre o non può essere felice viene liberato da quella esistenza "inadatta" prima del tempo. La selezione naturale a lungo andare fa in modo che soltanto chi può essere felice di vivere in tali condizioni rimanga e prosperi. E un essere vivente per essere felice deve essere adatto, deve "incastrarsi" alla perfezione con ciò che lo circonda, deve trovare il suo posto, la sua collocazione all'interno del sistema vita.<br />
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<b>Quindi la selezione naturale, attraverso i suoi svariati fattori regolatori, è ciò che permette all'ambiente di "scegliere" le caratteristiche che dovranno avere coloro che vivono all'interno di esso</b>. Più la caratteristica si "incastra" con le necessità dettate dall'ambiente e più questa verrà premiata (ad esempio con la possibilità di riprodursi, con una maggiore capacità di procurarsi il cibo ecc...).<br />
Con "ambiente" naturalmente si intende un qualsiasi contesto, anche culturale. In una società meschina, individualista ed egoista soltanto gli individui che posseggono determinate caratteristiche (arrivismo, egoismo, opportunismo, capacità di oppressione) possono avere successo ed emanciparsi a discapito di tutti gli altri.<br />
Viceversa, in una società giusta in cui i valori sono l'onestà, la condivisione e l'equità soltanto chi possiede determinate caratteristiche viene premiato e riesce quindi ad avere successo e ad emanciparsi a differenza di chi è meschino, opportunista ed egoista.<br />
Quindi anche negli ambienti "artificiali", come quelli culturali, valgono le stesse medesime regole.<br />
Non dobbiamo stupirci quindi se nella nostra società a spuntarla e a farla franca sono sempre determinati individui. Chi si arricchisce e detiene il potere sulle spalle degli altri lo fa in virtù delle sue caratteristiche, decise e selezionate da come la società stessa è strutturata.<br />
Se la struttura stessa della nostra società fosse quanto meno diversa, determinate cose non potrebbero mai accadere.<br />
Capite quindi quanto l'ambiente sia importante e quanto esso influenzi ciò che ci accade? Quanto l'ambiente sia in grado di decidere il destino di un'intera comunità di esseri. <b>Mutare un ambiente significa mutare anche tutti coloro che ci abitano</b>, cambiare le loro vite, le loro abitudini. Significa decretare il successo di determinati individui e il fallimento di altri.<br />
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<span style="color: red; font-size: large;">3) Circostanze</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3kPe8Mx7JOJ1PZfWfzU2QHblrvM2Fy8KRGQJRF2HgTRrgwyrvtIkMEcZN2kjKoWwlft_qgqZfLmB15n3clKDyj8JxKwrBbuCO72OGA76f7JJlAQDvajTLyvL7UfMleS3yUji09lFcPDQB/s1600/RA+-+Condizioni+ambientali.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3kPe8Mx7JOJ1PZfWfzU2QHblrvM2Fy8KRGQJRF2HgTRrgwyrvtIkMEcZN2kjKoWwlft_qgqZfLmB15n3clKDyj8JxKwrBbuCO72OGA76f7JJlAQDvajTLyvL7UfMleS3yUji09lFcPDQB/s640/RA+-+Condizioni+ambientali.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<b>L'ambiente plasma il comportamento degli esseri viventi attraverso le circostanze, ovvero attraverso le situazioni e le sfide che esso impone loro.</b><br />
Ma non solo, la psicologia stessa e la cultura di un determinato gruppo di individui può cambiare a seconda che nell'ambiente ci sia abbondanza o meno di cibo, che vi siano o meno luoghi sicuri in cui crescere i figli oppure ancora a seconda dello spazio a disposizione e quant'altro.<br />
<b>L'abbondanza di risorse e di cibo, ad esempio, ha come effetto quello di indurre gli esseri viventi ad un comportamento decisamente molto più improntato alla condivisione ed alla collaborazione reciproca.</b><br />
Al contrario, <b>un ambiente impoverito avrà serie probabilità di indurre un comportamento fortemente competitivo e conflittuale</b>, per cibo e riproduzione, in tutti gli esseri viventi che vi abitano.<br />
Di questo ne abbiamo prove scientifiche derivanti dallo studio del comportamento animale: prendiamo ad esempio le giraffe, i leoni, le zebre. Queste specie animali vivono nella savana, ma esistono gruppi che si spostano e vivono al margine del deserto, dove le risorse scarseggiano. Ebbene è stato riscontrato in loro un comportamento molto più aggressivo tant'è che questi animali vagano per lo più solitari e spesso il rapporto con i loro simili è decisamente conflittuale, sia per il cibo che per le femmine.<br />
Esistono tanti esempi da fare e che non possono esser citati tutti in questo articolo. Vi invito a porre attenzione a questo fenomeno, qualora avrete l'occasione di osservare degli animali in libertà di persona o attraverso un documentario.<br />
Anche il numero di predatori e di pericoli presente in un ambiente determina a sua volta il grado di aggressività e pericolosità di tutti coloro che vi abitano. Un animale soggetto a forte predazione sarà naturalmente portato a modificare il suo comportamento e a sviluppare nuovi metodi per riuscire a sopravvivere semplicemente eludendo il pericolo o imparando ad affrontarlo senza paura.<br />
Al contrario, un animale che vive in un ambiente sicuro lontano da ogni pericolo e da ogni predatore sarà maggiormente predisposto a sviluppare un atteggiamento bonario e ingenuo verso una specie sconosciuta, fino al punto di avvicinarsi senza dimostrare alcuna paura. Pensiamo ad esempio ai pinguini, che non temono l'uomo dal momento che si sentono al sicuro e sanno che non ci sono pericoli per loro sulla terraferma.<br />
<b>Ma non è soltanto l'abbondanza o la scarsezza di qualcosa a determinare un cambiamento comportamentale.</b><br />
Anche l'arrivo di una specie aliena è un fattore di forte stress ambientale che porta inevitabilmente ad un cambiamento nelle abitudini delle specie indigene, se non addirittura alla loro estinzione.<br />
<b>Qualsiasi cosa o situazione può modificare il comportamento di un gruppo di animali, anche la conformazione geologia del territorio stesso.</b><br />
Per l'uomo è lo stesso. Infatti ogni grande città è sorta in passato sempre nelle vicinanze di un fiume o di una fonte d'acqua. In questo senso possiamo affermare che è stata la rete fluviale e idrica mondiale a stabilire il luogo e il modo in cui le nostre città sono sorte e si sono sviluppate.<br />
Molte cose pensiamo siano il frutto di nostre decisioni e soltanto nostre, ma la verità è che ciò che ci circonda ci influenza in una maniera che noi nemmeno possiamo immaginare e prevedere totalmente.<br />
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<b>Quindi che conclusione possiamo trarre da tutto ciò che abbiamo visto in questo articolo?</b><br />
Se avete già letto qualche altro mio articolo penso sappiate dove voglio andare a parare.<br />
Alla luce di tutto ciò si può affermare con assoluta certezza che <b>l'ambiente è un qualcosa di sacro, qualcosa da custodire e di cui prenderci a nostra volta cura ancor più sapendo che esso ha il potere di migliorare la nostra esistenza, ma anche quello di condannarla rendendoci la vita un'inferno.</b><br />
L'ambiente ha il potere di renderci tutti quanti più felici, ma anche quello di intrappolarci nell'infelicità.<br />
L'ambiente può rendere tutto più bello, o tutto più brutto. Può spingerci alla fame, mettendoci gli uni contro gli altri... o può renderci sazi, spingendoci a guardare oltre le nostre necessità per abbracciare scopi più elevati.<br />
Le nostre scelte hanno un ruolo importante, sì... ma esse divengono importanti solo e soltanto in funzione dell'ambiente che ci ospita perché se noi ci prenderemo cura di lui, lui si prenderà cura di noi. Questo è il principio alla base della risonanza ambientale.<br />
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Questo è ciò che andremo a spiegare nei prossimi post.<br />
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Alla prossima!Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-85883619039628591982017-11-24T10:27:00.000+01:002017-11-24T10:30:33.616+01:00Le origini dell'uomo: siamo tutti ibridi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKfcgvYyl1h_oWMYT7Wd8diPxBTPjaA83JkqAf_VqPwrNbjm66vjCPOPSST13rE8_LqG2vEcPE5x6ks9HugEjToVaWD6ceQm_rW6ytI3Dyg0kc48kF8U5GCUfZWbTjWdAK53C52bqjyJhk/s1600/image_877.jpg.resize.800x450.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKfcgvYyl1h_oWMYT7Wd8diPxBTPjaA83JkqAf_VqPwrNbjm66vjCPOPSST13rE8_LqG2vEcPE5x6ks9HugEjToVaWD6ceQm_rW6ytI3Dyg0kc48kF8U5GCUfZWbTjWdAK53C52bqjyJhk/s400/image_877.jpg.resize.800x450.jpg" width="400" /></a></div>
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Questo post nasce ed è inteso come un ulteriore aggiornamento e continuazione del post: <b>"<a href="https://nuova-eden.blogspot.it/2013/03/chi-ha-detto-che-le-razze-umane-non.html" target="_blank">Chi ha detto che le razze umane non esistono?</a>"</b> ed è indirettamente connesso con il post <b>"<a href="https://nuova-eden.blogspot.it/2013/03/quando-luomo-era-piccolo-come-un-topo_7934.html" target="_blank">Quando l'uomo era piccolo come un topo</a>"</b><br />
Se avete avuto modo di leggere il primo post, l'aspetto che più è emerso dai commenti dei visitatori è l'ibridazione fra le specie diverse. Ci si domandava come fosse possibile l'unione fra Neanderthal e Sapiens in quanto specie diverse. Poi c'è stata un po' di confusione fra il concetto di "razza" e quello di "specie". Ma non è di questo che voglio parlare qui.<br />
Alcuni utenti hanno evidenziato il fatto che l'ibridazione fra specie diverse da origine ad individui incapaci di procreare. A quel tempo non avevo le conoscenze adatte e quindi non ho saputo rispondere ai dubbi sollevati, dubbi che persistevano anche nella mente e a cui non riuscivo a dare una risposta sensata e che potesse essere avvalorata scientificamente.<br />
Qualche giorno fa ho avuto modo di guardare un documentario trasmesso per la prima volta nel 2015 e intitolato <a href="http://www.pbs.org/first-peoples/home/" target="_blank"><b>"First Peoples"</b></a> (I primi uomini). Il documentario mi ha offerto degli spunti di riflessione molto interessanti, spunti che ho scelto di condividere con voi se avrete la pazienza e la voglia di seguirmi in questo piccolo viaggio alla (ri-)scoperta delle nostre origini.<br />
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<span style="color: #a64d79; font-size: large;">L'ibridazione fra due animali di specie diversa è possibile senza "effetti collaterali"</span></h3>
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<b>Non solo l'ibridazione è possibile fra specie diverse, ma in certi casi lo è persino fra esseri viventi classificati come generi diversi.</b></div>
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Verso la fine degli anni '90 venne pubblicata <a href="https://link.springer.com/article/10.1023/A%3A1026367307470" target="_blank">una ricerca</a> riguardante l'ibridazione osservata in natura fra il <b>Babbuino Gelada</b> (<i>Theropithecus gelada</i>) e l'<b>Amadriade</b> (<i>Papio hamadryas</i>).</div>
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In questa ricerca si evidenziava il fatto che i figli nati da tali unioni presentavano caratteristiche intermedie fra i due genitori ed erano di <b>dimensioni più grandi</b>, tuttavia essi <u>non manifestavano</u> molte delle <b>caratteristiche specifiche</b> che invece i genitori possedevano.</div>
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Altre osservazioni compiute su specie di babbuini con il colore delle natiche diverso (blu e rosso) dimostrarono che alcune caratteristiche (come il colore delle natiche, per l'appunto) potevano essere ereditate dai figli ibridi come potevano non esserlo. Si avevano quindi figli <b>somiglianti quasi in tutto</b> al babbuino con le natiche rosse, con l'unica eccezione che l<b>e natiche erano blu</b>. E viceversa.<br />
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Si è verificata la stessa cosa nel Lago Vittoria. I C<b>iclidi</b> discendono tutti da un antenato comune ed hanno un complesso sistema di accoppiamento, la femmina si basa sulla scelta del colore per individuare i maschi della sua stessa specie. Esiste un' ampia gamma di forme e di colori.<br />
Questo ha sempre impedito che i ciclidi si ibridassero fra loro. Tuttavia recentemente le acque del lago sono diventate più torbide in alcune zone a causa dell'attività umana. Questo ha reso i pesci indistinguibili fra loro e a favorito l'ibridazione fra femmine e maschi di specie diverse di ciclidi.<br />
<b>Le osservazioni compiute hanno dimostrato che l'ibridazione nei ciclidi ha portato la popolazione ad assomigliarsi e ha reso il loro tipico colore sempre più opaco e sbiadito.</b><br />
(Seehausen et al. 1997)<br />
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Come non citare poi il <b>Cane domestico</b> (canis familiaris) ed il <b>Lupo</b> (canis lupus). E' forse uno dei casi più documentati e conosciuti. Cane e lupo sono due specie completamente diverse, tuttavia possono generare prole fertile e proprio questi ibridi cane-lupo sono diventati tristemente famosi per la loro <b>spavalderia e aggressività</b>. Infatti <b>non considerano l'uomo come una minaccia</b> (familiarità ereditata dal cane) e non si fanno problemi ad avvicinarsi a case e fattorie, <b>attaccando le greggi</b>.<br />
Questi ibridi <b>hanno perso anche la bravura del lupo nella caccia</b>, infatti sfiniscono la loro preda sbranandola quando questa è ancora viva, cosa che il vero lupo non farebbe in quanto la sua tecnica di caccia consiste nell'abbattere la preda rapidamente, colpendola in specifici punti strategici.<br />
Alcune analisi fatte sul <b>lupo siberiano</b> evidenziarono <b>la presenza di DNA di cane domestico</b>, testimonianza questa dell'avvenuto incontro fra le due specie.<br />
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Vennero anche fatti esperimenti in laboratorio <b>incrociando fra loro diverse specie di ratto</b>. Il risultato fu molto simile a ciò che accade con gli altri animali in natura.<br />
<b>I ratti ibridi manifestavano caratteristiche intermedie</b>, <b>dimensioni più grandi e presentavano anche caratteristiche nuove, che non erano riscontrabili nei genitori</b>. C'era la tendenza però a perdere tutte quelle caratteristiche peculiari delle due specie genitrici.<br />
<b>A mutare era soprattutto la struttura del cranio</b> che poteva essere più schiacciata o più allungata o più arrotondata rispetto a quella dei genitori.<br />
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In seguito ad esami più approfonditi, gli scienziati giunsero alla conclusione che <b><u>l'ibridazione fra specie diverse è possibile e genera prole fertile a condizione però che le due specie discendano da un antenato comune datato a non più di 2-3 milioni di anni prima e che quindi siano strettamente imparentate fra loro.</u></b></div>
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Da un antenato comune si possono avere più "rami", quindi più specie diverse. Occorre poi un determinato tempo di isolamento (superiore ai 2 milioni di anni) affinché il genoma di tali specie diventi sempre più diverso e incompatibile a causa delle mutazioni ambientali e/o circostanziali.<br />
Sembra tanto, ma 2 milioni di anni sono una sciocchezza a livello geologico. E' un tempo relativamente breve.<br />
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<b>La definizione biologica di "specie" è molto rigida</b> e implica il concetto che <i>"se due animali non possono accoppiarsi fra loro appartengono allora a due specie diverse"</i>. Ma i dati smentiscono ampiamente questa concezione proprio quando si pensava che <i>tutto potesse essere catalogato e collocato alla perfezione in un preciso quadro concettuale.</i><br />
<b>C'è di vero comunque che molte unioni incrociate producono prole non-fertile</b> o in alcuni casi vi è addirittura <b>la morte del feto</b> o della <b>prole</b>, tanto più le ibridazioni avvenute in cattività o in laboratorio.<br />
<b>Ma ora possiamo affermare che questo non accade sempre</b>. Ci sono molti casi in natura di ibridazioni spontanee e che generano prole sana e fertile.</div>
<b>L'ibridazione è una spiegazione molto plausibile alla velocità con cui alcuni animali sono mutati rispetto ad altri</b>. Uomo compreso.<br />
L'ibridazione potrebbe essere in realtà un <b>enorme fattore evolutivo</b>, più rapido ed efficace della cosiddetta "mutazione casuale" teorizzata da Darwin.<br />
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<span style="color: #a64d79; font-size: large;">Se l'ibridazione fra animali è possibile, questo significa che anche per l'uomo è stato così.</span></h3>
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Immaginate ora di poter viaggiare avanti e indietro nel tempo. Alla luce di quanto detto sopra, teoricamente potremmo viaggiare avanti nel tempo di 2 milioni di anni e incontrare degli esseri umani del futuro.<br />
Ammesso che la specie umana sia sopravvissuta così tanto, ciò che vedremmo non sarebbe più lontanamente riconducibile al tipico essere umano a cui siamo abituati. Infatti 2 milioni di anni cambierebbero la fisionomia umana in modo abissale. Stenteremmo a riconoscerci.<br />
Eppure sempre a livello teorico, potremmo conoscere una donna del futuro e generare con lei della prole fertile. Anche se il nostro aspetto sarebbe completamente diverso, a livello mitocondriale e cromosomico saremmo ancora compatibili.<br />
La stessa cosa potremmo fare se andassimo indietro nel tempo e ci accoppiassimo con un ominide vissuto 1 milione di anni fa.<br />
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<b>Ci sono testimonianze e reperti fossili che dimostrano che in realtà Homo sapiens si è accoppiato con altre specie di Homo più arcaiche, in un remoto passato.</b><br />
E le testimonianze di questi "incroci" le abbiamo proprio a partire dai <b>teschi</b>, dagli <b>utensili</b> e dalle <b>porzioni di cranio</b> rinvenute in parti completamente diverse dell'<b>Africa</b>, del <b>Medio Oriente</b> e dell'<b>Europa</b>.<br />
In origine gli homo arcaici avevano un <i>teschio piuttosto allungato</i>, <i>zigomi pronunciati</i> e varie altre caratteristiche che rendevano il loro aspetto un po' più "<i>grezzo</i>" e "<i>scimmiesco</i>".<br />
Queste caratteristiche sono andate via via scomparendo nell'Homo sapiens che in qualche modo ha "assimilato" alcune caratteristiche intermedie tipiche delle altre specie con cui si è mescolato.<br />
<b>Le ibridazioni hanno generato individui con teschi mutati nelle dimensioni e nelle caratteristiche facciali</b>, esattamente come è successo in laboratorio con i ratti.<br />
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<span style="color: #a64d79; font-size: large;">Homo sapiens ha avuto origine contemporaneamente in più luoghi diversi dell'Africa.</span></h3>
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Osservazioni recenti hanno portato gli studiosi a pensare che in realtà <b>non esiste alcuna "culla dell'umanità"</b>: non esiste quindi alcun Adamo cromosomico, nè alcuna Eva mitocondriale.<br />
La specie <b>Homo sapiens</b> è comparsa <b>molto prima di quanto si pensi</b>, il più antico teschio riconducibile a Homo sapiens (<i>Omo-1</i>) è stato datato con il metodo dell'Argon a circa <b>200.000 anni fa</b>. Siamo molto più antichi di quanto pensassimo.<br />
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Altri teschi, con datazioni simili o di poco più recenti, sono stati rinvenuti <b>in tutta l'Africa</b> e questo fa supporre che in realtà<b> Homo sapiens si sia sviluppato a partire da più "focolai" diversi</b>.<br />
A supporto di questa tesi c'è il fatto che tutti questi teschi presentavano caratteristiche comuni seppur con leggere variazioni nella fisionomia facciale.<br />
Probabilmente ciò che noi cataloghiamo come "Homo sapiens" in realtà non è altro che il <b>frutto dell'ibridazione di altre specie di Homo "antiche"</b>, vissute in precedenza.<br />
Ibridazioni diverse che si sono incontrate e ibridate di nuovo a loro volta, dando origine a teschi sempre più diversi e mutati nelle caratteristiche.<br />
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<b>Homo sapiens ha viaggiato e si è spostato così tanto che chissà quanti altri Homo ha incontrato sul suo cammino</b>, quanti incroci si sono verificati... e quanti incroci di incroci.<br />
Il più famoso e dibattuto di tutti è senz'altro quello con <b>l'uomo di Neanderthal</b>.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUWAECumbDZN3IkUAcpVvHRW-dHJDJJ0ORb3sZFRfrQUYHtZyPWMk6TOmg0LjnuLE7UF1Ysra5zVCR9EajM6qHRW80WysJx8AGZppAxckBCrYqQbTwqZ6dyzto951VcPk_NdPjEeZBPcbT/s1600/cavallo_175-810x485.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="485" data-original-width="810" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUWAECumbDZN3IkUAcpVvHRW-dHJDJJ0ORb3sZFRfrQUYHtZyPWMk6TOmg0LjnuLE7UF1Ysra5zVCR9EajM6qHRW80WysJx8AGZppAxckBCrYqQbTwqZ6dyzto951VcPk_NdPjEeZBPcbT/s320/cavallo_175-810x485.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="color: #a64d79; font-size: large;">L'incontro con i Neanderthal</span></h3>
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<a href="http://storia-controstoria.org/paleolitico/sapiens-neanderthal-israele/" target="_blank"><b>Il recente ritrovamento</b></a> di una porzione di cranio in <b>Israele, nella grotta di Manot</b> (2013), farebbe presumere che <b>Homo Sapiens e Neanderthal si siano mescolati per la prima volta circa 60.000 anni fa</b> in quella precisa regione del pianeta.<br />
Il primo "contatto" non è avvenuto quindi in Europa, ma bensì nel cosiddetto "corridoio levitico", che collega l'Africa all'Europa e all'Asia.<br />
I Neanderthal per qualche motivo si sono spinti a Sud mentre proprio nello stesso periodo i Sapiens si spostavano verso Nord.<br />
<b>L'uomo di Manot sarebbe quindi uno degli ibridi più antichi</b> rinvenuti che testimoniamo le unioni fra le due diverse specie umane.<br />
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Altri ritrovamenti più datati, sparsi in tutta Europa, avevano portato alla luce teschi con caratteristiche intermedie fra Neanderthal e Sapiens.<br />
In particolare fu trovato <b>nel 1957</b> anche un <b>frammento di mandibola</b> a <b>Riparo Mezzena, in Italia</b>.<br />
In un primo momento si pensò di avere a che fare con una mandibola di Neanderthal, ma in seguitò si comprese che tale mandibola potesse essere collegata a Homo sapiens.<br />
La mandibola aveva un primo accenno di mento (totalmente assente nei Neanderthal), questo portò gli studiosi a pensare che quella fosse una prova dell'avvenuta ibridazione.<br />
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Alla luce di tutto ciò, alcune persone in ambiente accademico iniziano a pensare che in realtà <b>i Neanderthal non si sono estinti perché sopraffatti dalla competizione con i Sapiens</b>, ma bensì <b>si sono mescolati </b>con essi<b> a tal punto da dissolversi completamente</b>. Si pensa che i Sapiens abbiano "assorbito" i Neanderthal e che questi siano andati lentamente a scomparire in favore dei nuovi ibridi generati dalle unioni fra questi due Homo.<br />
La prova di questo è che <b>ogni persona sul pianeta presenta una percentuale variabile da 1 a 4% di DNA di Neanderthal</b>. Siamo tutti i discendenti di tali unioni, avvenute fra i 60.000 e i 30.000 anni fa.<br />
Tutti ad <b>eccezione delle popolazioni native Africane</b>, in cui <b>non vi è traccia di DNA Neanderthal</b>. La popolazione Africana stessa presenta in realtà delle significative variazioni da un etnia all'altra, seppure il loro genoma è riconducibile a quello dei primi sapiens comparsi sulla terra.<br />
Nella tribù dei Pigmei, ad esempio, sono state rinvenute tracce di DNA antichissime, attribuibili ai primi Homo comparsi sulla terra. In altre ancora ci sono addirittura delle tracce di DNA appartenute ad una specie di ominide vissuto sulla terra molto prima del primo Homo.<br />
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<span style="color: #a64d79; font-size: large;">Conclusioni</span></h3>
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L'uomo è da sempre stato mosso da un'insaziabile curiosità. Curiosità che lo ha portato a spingersi sempre oltre, a valicare ogni monte, ad attraversare fiumi, a camminare per chilometri sotto il sole cocente.<br />
L'ibridazione è forse un evento raro nel resto del regno animale, infatti esistono da sempre fattori naturali specifici che impediscono alle specie di "incontrarsi". Fattori che hanno separato le specie le une dalle altre.<br />
Da un unico animale hanno avuto origine innumerevoli specie diverse, ognuna con il suo cammino e le sue scelte, ognuna con il suo destino.<br />
Ma, nonostante questo, ci sono strade che si sono incrociate più volte di quanto si pensi. Incroci da cui sono nati nuovi cammini, nuove scelte, un nuovo destino.<br />
La storia dell'uomo non è stato certo un cammino "dritto", una linea retta tracciata nella grande tavola dell'Evoluzione. I rami del nostro albero non sono ben distesi e distinti, ma anzi hanno fin da subito intrecciato i loro rami, si sono uniti e poi separati di nuovo in una primordiale danza che ci ha portato a ciò che siamo oggi. Nel bene e nel male.<br />
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<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-61346855370539465182017-10-05T22:37:00.003+02:002017-10-05T22:43:41.278+02:00San Francesco e il "Dolce sentire"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/CwLor86bjV8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/CwLor86bjV8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18.76px;"><br /></span></div>
Ieri, <b>4 Ottobre</b> si festeggiava <b>San Francesco D'Assisi</b>, patrono degli animali.<br />
Anche se in ritardo, volevo condividere con voi questo mio piccolo omaggio al grande uomo d'Assisi.<br />
Lo voglio fare condividendo questa breve sequenza tratta dal film <b>"Fratello sole, sorella luna"</b>, di <b>Franco Zeffirelli</b>, in cui si può ascoltare la bellissima melodia del brano <b>"Dolce Sentire"</b>, brano composto e riadattato dall'originale "Cantico delle creature" da <b>Riziero Ortolani</b> nel <b>1972</b>, proprio in occasione di questo film, di cui è la colonna sonora.<br />
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<b>Perché questo mio omaggio?</b><br />
Credo che, nel Cantico delle Creature, Francesco abbia espresso alla perfezione il sentimento e la sensazione che può provare l'uomo davanti alla bellezza e perfezione del creato.<br />
Bellezza che non può essere colta se ci ostiniamo solamente a guardare ciò che ci circonda in modo "razionale", catalogando e dando una spiegazione banale, riduttiva, di ciò che vediamo attorno a noi. La Grande Rivoluzione di Francesco è stata proprio questa: guardare le cose attraverso gli occhi del cuore, attraverso quella forza, quella purezza che soltanto un bambino può avere. Quella forza che ci spinge a vedere oltre le cose, anche senza avere prove scientifiche a sostegno di ciò che vediamo, senza curarci delle imposizioni sociali o del comun pensiero.<br />
Nel Vangelo sta scritto infatti che: "Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso".<br />
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<b>Credo proprio che Francesco sia riuscito alla perfezione in questo.</b><br />
Purtroppo l'Ordine religioso da lui fondato ha subito lo stesso destino di ogni altra forma di comunità o religione... ogni purezza del messaggio originale è andata persa.<br />
Tuttavia lui è e resterà sempre l'emblema di quell'amore puro, forte, che va oltre gli ostacoli e le barriere, che va oltre l'odio e l'ignoranza. Quell'amore Universale che abbraccia ogni cosa, ogni singolo essere, ogni singola manifestazione del divino.<br />
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<i>A lui dedico questo post, e lo faccio perché quel "<b>Dolce sentire</b>" è anche quello che ha accompagnato i miei primi passi su questa strada.</i><br />
Avrei soltanto voluto essere un poco più "folle", quanto basta per avere il coraggio di proseguire senza compromessi, seguendo una vita in linea con questi sacri principi.<br />
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Forse un giorno troverò anche io la mia strada, ma nel frattempo non posso fare a meno di ringraziare questa anima meravigliosa che è stata in grado di portare un poco di luce in un mondo che sembrava ormai destinato a rimanere nell'oscurità.<br />
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<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-12129983114452653072017-09-29T23:26:00.001+02:002017-11-29T16:36:16.891+01:00Riflessioni sulla Tecnologia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeRJXQcx4qCkNgD2SFC3ZHlPcPifaCFs_qq_ejnp7a2uU1tYA8NGeIp54Jh6MxWSNmQlWdrvlr1PHttlqzA4uCC6Zb3dM6NwlfCeRqtndqTvCCai84P_1IrecwRV5DFoXxrdR4quk05IH/s1600/seconda-prova-manutenzione-assistenza-tecnica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeRJXQcx4qCkNgD2SFC3ZHlPcPifaCFs_qq_ejnp7a2uU1tYA8NGeIp54Jh6MxWSNmQlWdrvlr1PHttlqzA4uCC6Zb3dM6NwlfCeRqtndqTvCCai84P_1IrecwRV5DFoXxrdR4quk05IH/s400/seconda-prova-manutenzione-assistenza-tecnica.jpg" width="400" /></a></div>
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Spesso coloro che sostengono l'importanza di uno stile di vita più rispettoso nei confronti della Natura affermano anche che la tecnologia è male a priori.<br />
La tecnologia infatti per esistere ha bisogno inevitabilmente della distruzione dell'ambiente, o per meglio dire, essa necessità di una trasformazione e dello sfruttamento di una qualche risorsa naturale, con tutto ciò che questo comporta.<br />
Se l'uomo vuole vivere davvero in armonia e nel rispetto di ciò che lo circonda deve quindi privarsi della tecnologia.<br />
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Anche io la pensavo così fino a poco tempo fa... e tutt'ora penso che l'attuale sistema globale non potrà mai essere sostenibile. La civiltà, per come è stata pensata, costruita e consolidata è un enorme fallacia. È un'illusione pensare che si possa continuare così, anche ripulendo e/o nascondendo il marcio che c'è all'interno del sistema con qualche bella legge o con un rivoluzionamento dello stesso. La nostra civiltà ha i giorni contati e presto crollerà... è sicuro che accadrà, presto o tardi crollerà. E lo farà per mano nostra o sotto l'influsso della furia purificatrice della natura. Ma lo farà.<br />
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Tuttavia, non me ne voglia chi segue questo blog, con questo post voglio comunque spezzare una lancia in favore di chi non ritiene a priori la tecnologia un male.<br />
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La tecnologia è un mezzo atto al raggiungimento di un obbiettivo.</h2>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhALcNp3n2HQt9dEMw32Zm1iNhSxIbG2h0kkZBNZD3Sjp2v8oThcNLwq6m2-Yv-Gc5hPj-5U5zkB2B4yCKNo2Eyj1_cib7gV95CuVksObWsMiMdBc-kBC3gWRJ8Jof8PMbiaKtNQD3Sy78w/s1600/Schermata-2015-06-18-alle-16.43.23.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="380" data-original-width="609" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhALcNp3n2HQt9dEMw32Zm1iNhSxIbG2h0kkZBNZD3Sjp2v8oThcNLwq6m2-Yv-Gc5hPj-5U5zkB2B4yCKNo2Eyj1_cib7gV95CuVksObWsMiMdBc-kBC3gWRJ8Jof8PMbiaKtNQD3Sy78w/s320/Schermata-2015-06-18-alle-16.43.23.png" width="320" /></a></div>
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Per prima cosa bisognerebbe considerare il fatto che la tecnologia è soltanto un mezzo, uno strumento utile al raggiungimento di uno scopo preciso.</div>
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Possiamo considerarla anche come tecnica, ovvero come un insieme di conoscenze atte alla realizzazione di qualcosa o al raggiungimento di un obbiettivo.</div>
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Quindi dire che la tecnologia è male a priori equivale a dire che la conoscenza è male, che la sapienza è male.</div>
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Ma in realtà se ci si pensa bene, uno strumento non può essere malvagio... può se mai causare male a qualcosa/qualcuno. Ma questo è dovuto all'utilizzo che se ne fa e alle intenzioni che muovono coloro che ne usufruiscono.</div>
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Pensiamo ad un coltello, o al fuoco. Li possiamo usare per svariati utilizzi diversi, ma possono anche venir impiegati per fare del male e per distruggere.</div>
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La stessa cosa è per determinate conoscenze... possono venir impiegate per il benessere collettivo o per nuocere alla collettività in favore di sé stessi.</div>
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Il vero problema dunque non è la tecnologia fine a sé stessa: noi pensiamo erroneamente che lo sia perché giudichiamo esclusivamente le conseguenze che la nostra tecnologia genera, con tutti i problemi annessi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma in realtà il vero problema è il pensiero, l'intenzione con la quale la nostra tecnologia viene utilizzata, ovvero allo scopo di ottenere potere, controllo, dominio; con l'intenzione di sfuggire ai naturali cicli e tempi della Natura. Lo scopo non è più vivere con quanto basta alla nostra sopravvivenza, bensì quello di dominio sul creato.</div>
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È in questo contesto che la tecnologia diviene male, perché diviene uno strumento atto alla realizzazione di una specie a discapito di tutto il resto.</div>
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La causa di tutto ciò è l'antropocentrismo, che ha da sempre utilizzato la tecnica per compiacere sé stesso senza curarsi delle conseguenze.</div>
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<h2>
Senza la tecnologia l'essere umano non può esistere, come specie.</h2>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVNT_Fb1HYw6gV1QV1FWllwRwOgSNfC3vx4ew6D7E919ftTKkD9ILQ3J9BVeKQMM7R6cSov3s7m2sSY13hdr7nCXbPOT4BfHHoxtgN6oCmYMQnxarPI40IpR0gzL8Ncg76_jp81Fr1v29/s1600/61747469766974c3a05f7072656973746f726963686532.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="414" data-original-width="598" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVNT_Fb1HYw6gV1QV1FWllwRwOgSNfC3vx4ew6D7E919ftTKkD9ILQ3J9BVeKQMM7R6cSov3s7m2sSY13hdr7nCXbPOT4BfHHoxtgN6oCmYMQnxarPI40IpR0gzL8Ncg76_jp81Fr1v29/s320/61747469766974c3a05f7072656973746f726963686532.JPG" width="320" /></a></div>
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Come dice il nostro nome "Homo sapiens", la tecnologia è ciò che ci ha permesso di sopravvivere per centinaia di migliaia di anni, specie in quei periodi in cui gli altri "homo" si sono estinti.</div>
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Ripeto, non sempre, anzi quasi mai, abbiamo utilizzato la nostra tecnologia nel modo giusto... tuttavia non si può negare che senza di essa non saremmo qui.</div>
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Dall' intrecciare un vestito con cui coprirsi, dall'accendere un fuoco fino al costruirsi un riparo dal freddo e dalla notte, queste sono tutte azioni che richiedono l'utilizzo di una tecnica ben precisa e di strumenti adatti.</div>
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Grazie alla tecnologia siamo riusciti a bypassare i nostri handicap evolutivi e questo ci ha permesso di spingerci abbastanza in là da riuscire a comprendere e a prendere coscienza di noi stessi e di ciò che ci circonda.</div>
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Conoscenza e sapienza che abbiamo utilizzato nel modo più sbagliato, sotto l'influsso dell'antropocentrismo.</div>
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Ora io non so se lo sviluppo della nostra specie sia un male a priori, come sostengono alcuni. E non sono altrettanto sicuro del fatto che sia un bene... però ormai siamo qui. Che facciamo? Ci uniamo alle danze o ce ne stiamo in disparte, pretendendo di ballare da soli? O peggio ancora rinunciamo alle danze?<br />
Già che siamo in ballo, balliamo, dico io.</div>
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<h2>
Anche gli animali fanno uso della tecnologia.</h2>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcjpAJ0tHLoojD-tErwNBZqah5Crs8TOApqiY-I2OoU4O2hAsO0xQCAAN-jR1qRW9PYw5YDRwbVXOppDh1wuJjm_4qzLapnjxvRrPeiJYqZgoyKKeY2jQ2ShW8cZutvFHnlYnhlHBxELxh/s1600/GettyImages-150943609.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcjpAJ0tHLoojD-tErwNBZqah5Crs8TOApqiY-I2OoU4O2hAsO0xQCAAN-jR1qRW9PYw5YDRwbVXOppDh1wuJjm_4qzLapnjxvRrPeiJYqZgoyKKeY2jQ2ShW8cZutvFHnlYnhlHBxELxh/s320/GettyImages-150943609.jpg" width="320" /></a>Pensiamo ai castori, alle api, alle vespe, alle formiche, alle scimmie. Questi e molti altri animali usano le loro conoscenze per aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza.</div>
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Analizzare il comportamento di questi animali sarebbe molto utile per determinare cosa effettivamente non funziona nella nostra concezione di tecnologia.</div>
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I castori non causano la distruzione dell'ambiente in cui vivono, perché la loro tecnologia è perfettamente adattata al loro ambiente. Se i castori venissero diffusi anche in altri territori, continuerebbero a comportarsi in quel determinato modo e questo porterebbe alla distruzione dell'ambiente in cui sono inseriti perché la loro tecnologia mal si adatta a quel contesto (come sta già accadendo in Patagonia ad esempio).</div>
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Ma nel loro ambiente naturale questo problema non sussiste. Anzi, grazie alla loro opera di ingegneria possono rallentare il corso dei fiumi, permettendo a molte forme di vita che abitano acque più tranquille di insediarsi lì. Cosa che sarebbe altrimenti impossibile.</div>
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La loro azione contribuisce alla diversificazione dell'ambiente e questo non può che essere un bene, finché il loro agire è contenuto.</div>
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La stessa cosa è successa all'uomo con l'invenzione dell'agricoltura, con essa sono nate le campagne, offrendo agli animali selvatici uno scenario nuovo e ricco di opportunità in cui muoversi. Il problema è che ci siamo spinti troppo oltre... e il bene sta diventando male. Troppa campagna e troppo poco bosco indisturbato.</div>
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Difficile è per noi trovare quell'equilibrio che invece hanno trovato gli altri animali. Eppure è l'unica cosa che possiamo fare per uscire da questa situazione nella quale ci troviamo.</div>
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In conclusione, <b>possiamo davvero fare a meno della Tecnica?</b> Tutto è possibile in verità, basta crederci fino in fondo e non dubitare. Basterebbe anche essere in grado di accettare ciò che l'Universo ha in serbo per noi... che sia bello o brutto, senza cercare in alcun modo di avere sempre l'ultima parola su tutto. Quanto è difficile, vero? Noi siamo così abituati ad avere l'ultima parola su tutto, che quasi ci sembra impossibile una vita in cui questo non sia possibile.<br />
Tuttavia giungere a questa "perfezione" richiede tempo e non potrà mai accadere in un giorno. Le tecnologia può fare ancora molto per mantenerci in vita quanto serve per prendere coscienza di questa verità:<br />
Non per noi stessi siamo qui, ma per un qualcosa di più grande e sconosciuto, che va oltre la vita stessa.<br />
Solo dopo aver compreso questo potremo dare vita ad una Nuova Tecnica, diversa da quella che l'ha preceduta. Dove lo scopo non è più abbattere limiti e farci vivere nella bambagia, ma bensì quello di apportare un reale e significativo cambiamento a ciò che ci circonda, affinché ci sia abbastanza spazio e abbondanza per tutte le specie, e non solo per la nostra. Una Tecnica che possa amplificare ciò che la natura già fa da milioni di anni, nel suo rispetto; una tecnica che ci permetta di vivere in pace con ciò che ci circonda, assieme a tutti gli altri esseri viventi.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXo-mMTuzSS56CaNvhXP7thGJ-tRjbb03wmJD2JzaJDAVh_iD5RYSrf5ICjj2fD2TOLQSyWuKUWou-SSBGnIJk_ZbCkpbT2xTn4q4xHgUYKigy3rD_26MGGA3s0K1yiRWKyGpdqS1TUXIt/s1600/raggiungere-obiettivi-roosevelt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="650" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXo-mMTuzSS56CaNvhXP7thGJ-tRjbb03wmJD2JzaJDAVh_iD5RYSrf5ICjj2fD2TOLQSyWuKUWou-SSBGnIJk_ZbCkpbT2xTn4q4xHgUYKigy3rD_26MGGA3s0K1yiRWKyGpdqS1TUXIt/s320/raggiungere-obiettivi-roosevelt.jpg" width="320" /></a></div>
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E questo è quanto, amici ...</div>
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-79543650129976807672017-08-06T11:49:00.000+02:002017-08-06T11:50:11.471+02:00Adattarsi o morire<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVGLSpEg6-lSMoLFTAJ65XLpN3d1RdiRnEuLXYYlA_zxJHkMcwX081_oBgM6XmR5fSlcRe35pVRELaUeCjvvtY0ei8_TnquzYcQ-LKE4Ju7qH4sEBSXx7EalKiMVO8xZRak2v4RM6BSkD1/s1600/30917606-come-sopravvivere-appunti-con-caselle-contrassegnate-per-adattarsi-Archivio-Fotografico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="1300" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVGLSpEg6-lSMoLFTAJ65XLpN3d1RdiRnEuLXYYlA_zxJHkMcwX081_oBgM6XmR5fSlcRe35pVRELaUeCjvvtY0ei8_TnquzYcQ-LKE4Ju7qH4sEBSXx7EalKiMVO8xZRak2v4RM6BSkD1/s400/30917606-come-sopravvivere-appunti-con-caselle-contrassegnate-per-adattarsi-Archivio-Fotografico.jpg" width="400" /></a></div>
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Quante volte ho dovuto sentirmi dire che nella vita infondo bisogna adattarsi.<br />
Adattarsi a comunicare con gli altri, alle loro esigenze.<br />
Adattarsi ad un lavoro mal pagato perché infondo è "meglio di niente".<br />
Adattarsi a vivere una vita che non ci appartiene, soltanto perché aspirare a qualcosa di diverso è visto come un vivere con la testa fra le nuvole, crogiolandosi nei propri sogni e fra le proprie immature illusioni.<br />
<br />
L'adattamento viene quasi posto come un idolo da venerare ed inseguire, un idolo da porre sull'altare di una qualche strana darwiniana e religiosa visione secondo cui o ti adatti o soccombi. Se ti adatti sei un figo della madonna, se soccombi sei uno sfigato che non merita nemmeno di essere preso in considerazione.<br />
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<a name='more'></a><br />
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Spesso si guarda all'evoluzione quasi come se questa fosse una specie di gara a chi è migliore, dove a vincere è l'essere vivente più forte, più efficiente, più scaltro.<br />
Ultimamente si sta tentando di aggiustare il tiro dicendo che nell'evoluzione delle specie a rivelarsi vincenti sono coloro che si adattano meglio a ciò che offre loro l'ambiente.<br />
Come negare la veridicità di queste affermazioni? Di fatto sono sempre stato un fallito, l'ultimo degli ultimi. E questo perché non ho mai saputo adattarmi totalmente alle logiche di questa assurda società.<br />
Se non fosse per la pietà di una visione buonista della vita che certi hanno a quest ora sarei già bello che morto e sepolto.<br />
<br />
Tuttavia in tutto questo discorso è di obbligo un MA...<br />
Ma siamo davvero così sicuri che il merito della sopravvivenza sia tutto da attribuire alle buone capacità di adattarsi ed adeguarsi degli esseri viventi?<br />
A volte si nasce già predisposti verso certe condizioni ed in verità molte specie animali hanno soltanto avuto la "fortuna" di possedere determinate caratteristiche proprio nel momento in cui queste erano loro richieste. Non c'è alcun merito a volte nell'esistere. Tutto ciò che deve succedere accade, perché non potrebbe essere altrimenti.<br />
<br />
Vi sono situazioni in cui per un animale è impossibile adattarsi. E cosa credete che facciano gli animali? Che se ne stiano lì belli e buoni ad aspettare la loro fine? ...Mentre magari altri della loro specie si adattano ai nuovi cambiamenti?<br />
Certo che no! Molte specie animali sono semplicemente migrate alla ricerca di un clima e una situazione a loro più favorevole. Molti animali si sono spostati semplicemente perché non trovavano più le condizioni di vita a loro ideali... ed hanno continuato a farlo finché non hanno trovato ciò che cercavano. Sia esso un luogo sicuro in cui riprodursi, abbondanza di cibo o un luogo lontano dai predatori.<br />
Quindi, miei cari lettori, non è affatto detto che chi non si adatta è scemo o un debole... anzi dal mio punto di vista è esattamente il contrario.<br />
Ci vuole coraggio anche a dire di "NO", c'è intelligenza e forza anche nel non adattamento, nello scegliere consapevolmente di non sottostare a determinate imposizioni.<br />
Nella vita esistono semplicemente diversi modi di approcciarsi ai problemi ed alle difficoltà.<br />
Esattamente come fanno gli animali, non tutti hanno la capacità di rimanere in un determinato contesto riuscendo ad incastonarvisi alla perfezione. C'è chi preferisce non accontentarsi, non piegarsi a determinati meccanismi e a volte, purtroppo, l'unico e solo modo per riuscirvi è fuggire da quel contesto che noi riteniamo essere ostile alla nostra natura. A volte questo significa rimanere soli con le proprie scelte.<br />
Vedete c'è chi è nato per trovarsi a suo agio in questo sistema assurdo e chi, come me, al suo interno si sente soffocare, fin quasi a non aver più energie né fiato per esprimere il profondo dolore derivato da tutto questo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN6XwDjs8wkhrPrKa1uHNtosNTcWuv9BtCC5iYD9-Clr1noXqBy4-pwNNb8tvCgA2XGhM9gIha4WkO-t8Hz-E1fAaOFJhqc28ogSTVA94mOpzByIrA9DRaEei2H115jJzn8qzCtWzBjkE1/s1600/viaggio-nel-proprio-io-1024x640.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1024" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN6XwDjs8wkhrPrKa1uHNtosNTcWuv9BtCC5iYD9-Clr1noXqBy4-pwNNb8tvCgA2XGhM9gIha4WkO-t8Hz-E1fAaOFJhqc28ogSTVA94mOpzByIrA9DRaEei2H115jJzn8qzCtWzBjkE1/s400/viaggio-nel-proprio-io-1024x640.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Come spiegare poi a chi ci è vicino e ci vuole bene il nostro disagio? Come far loro accettare il fatto che non saremmo mai felici se ci adattassimo a vivere una vita che non è la nostra?<br />
<br />
Più mi spingo affondo in questo mondo (quello costruito dall'uomo) e più mi rendo conto di quanto la mia capacità di adattamento, naturalmente presente in ognuno di noi, mi spinga a sopprimere tutto ciò che di bello c'era in me. L'Amore, le mie visioni, il messaggio che custodivo nel mio cuore... mi rendo sempre più conto che tutto ciò che sono e sono stato è in serio pericolo se sceglierò di proseguire su questa strada, se sceglierò di adattarmi anche io a questa aberrazione.<br />
Ma il fatto è che non posso, non ci riesco, almeno non dopo aver visto ciò che io ho visto, non dopo aver sentito ciò che io ho sentito. Questo blog è la testimonianza delle aberrazioni di questo mondo, del male supremo che è l'antropocentrismo. Questo blog è la testimonianza che un futuro diverso è possibile, un messaggio di speranza per il mondo. Ma un messaggio che il mondo stesso rifiuta, perché non rispetta i suoi "standards".<br />
<br />
Eppure non ho molte alternative. Purtroppo qualcuno ha deciso che "la legge è uguale per tutti", anche per chi in questo mondo ci soffre. Non ci si può sottrarre agli obblighi imposti dalla società (una sovrastruttura partorita dalla mente umana) senza pagarne le conseguenze. Non posso nemmeno fare come fanno gli animali, perché anche volendolo, vi sono sbarre fisiche e mentali che mi impediscono la fuga, quelle stesse sbarre generate dal mondo in cui vivo.<br />
Sono come un animale in gabbia che non sa come fuggire ma che comunque non vuole sottostare alla volontà dei propri aguzzini che vorrebbero che diventasse un fenomeno da baraccone. Mi sento come un animale da circo, costretto attraverso la coercizione a ripetere tutti i giorni lo stesso numero. Ogni volta che mi ribello ecco che arriva la frustata che mi rimette al mio posto.<br />
L'unica e sola soluzione è quindi la fuga, lo spostamento verso luoghi e situazioni in cui l'erba cresce più verde. Ma la fuga non è certo un opzione contemplata dagli aguzzini, che ovviamente faranno di tutto per impedirlo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8MXzXS4MI2NdAmXXYs5U9dUHex7Jq0gjlanjLhnPY47H26o7XayskUo2qp0kVjsziwXnAFP5bDeSEPvX5tF28_NRRJgdQ_F7Id7NKB6tMmc7tQx83Z4MTVZ6EH_dNm9194hPXua4bcbA/s1600/131338_640.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="411" data-original-width="600" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8MXzXS4MI2NdAmXXYs5U9dUHex7Jq0gjlanjLhnPY47H26o7XayskUo2qp0kVjsziwXnAFP5bDeSEPvX5tF28_NRRJgdQ_F7Id7NKB6tMmc7tQx83Z4MTVZ6EH_dNm9194hPXua4bcbA/s400/131338_640.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Ebbene, sapete che vi dico?<br />
Io non mi adatterò MAI a tutto questo.<br />
Non accetterò MAI questa società e condannerò sempre ciò che essa comporta. Per qualche periodo dovrò fingere di adattarmi, ho già dovuto farlo negli ultimi anni. Sarò un bravo pagliaccio e darò al pubblico il divertimento che si merita.<br />
Ma tutto questo non durerà ancora a lungo, non permetterò mai che questo schifo di mondo si impossessi della mia anima e mi trasformi in ciò che io non sono.... sto solo prendendo tempo per studiare attentamente un piano per liberarmi da tutto questo e forse un giorno ci riuscirò. Forse un giorno anche io riuscirò a migrare, là dove l'erba è più verde, e forse lì potrò un giorno ricordare tutto questo come un lontano passato, ormai superato.<br />
Deve andare così... perché se non riuscirò a fuggire prima che sia troppo tardi molto probabilmente soccomberò. Ed io non ho la minima intenzione di soccombere, né di adattarmi. (Che per me equivarrebbe comunque a soccombere)Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-58015563340031685782017-06-29T22:52:00.000+02:002017-07-02T11:26:12.176+02:00In ognuno di noi esiste il bene ed il male?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB6OiyWduK7R9Hi4zZYkOgL9n8364gihrSinkWoC7GotCt4rGzOsqhYm_oKxubvEGlujVgHhqVUJAHyN99yYkJCcrgXrhSr6d3vHVCRC0lhxdzvDV1G6Lkggx6yXhLpyXRcQ42D9iMkEmR/s1600/jekyll_hyde-650x320.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="650" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB6OiyWduK7R9Hi4zZYkOgL9n8364gihrSinkWoC7GotCt4rGzOsqhYm_oKxubvEGlujVgHhqVUJAHyN99yYkJCcrgXrhSr6d3vHVCRC0lhxdzvDV1G6Lkggx6yXhLpyXRcQ42D9iMkEmR/s400/jekyll_hyde-650x320.png" width="400" /></a></div>
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<b></b><br />
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<b><b><br /></b></b></div>
<b>
Secondo una logica "non dualistica", il bene ed il male di per sé non esistono come realtà a sé stanti e autonome.</b><br />
Se vogliamo credere in questo, ne è logica deduzione che <i>in noi non vi è alcun bene, né alcun male</i>.<br />
Noi siamo solo contenitori grezzi, diamanti non ancora plasmati, calici in cui viene riversato di tutto e di più.<br />
<br />
Nel Vangelo sta scritto: <i>"I buoni producono bene da quanto hanno accumulato, i cattivi producono il male dalla degenerazione che hanno accumulato nei loro cuori"</i><br />
<div>
<a name='more'></a><br />
Quindi il male od il bene non sono proprietà nostre, ma sono solo il frutto delle nostre azioni e la conseguenza delle azioni di qualcun altro.</div>
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Noi subiamo il male, l'ingiustizia, e questo male ci rimane addosso che noi lo vogliamo oppure no.<br />
Ma cosa c'entra tutto questo con il concetto di "non dualità"?<br />
Ebbene il male, per come lo si intende di solito, non esiste da sé.<br />
<b>Sant'Agostino</b> diceva che <i>il male non è altro che assenza di Dio</i>, e quindi assenza d'Amore.<br />
Io mi sento piuttosto in linea con il suo pensiero.<br />
<br />
Il "bene" ed il "male" che albergano in noi non sono altro che il <b>frutto</b> dell'<i>educazione che abbiamo ricevuto, dell'ambiente in cui abbiamo vissuto e del nostro modo di percepire e vivere l'esistenza, della quantità e qualità dell'amore che abbiamo ricevuto dalle persone che ci sono state vicine.</i><br />
Esiste anche una teoria che ipotizza un male di orginine "genetica", il cosiddetto "<b>gene del male</b>". E' una possibilità che non escludo a priori ma che ad ogni modo è talmente rara che si verifichi che può essere tranquillamente tralasciata al fine del discorso.</div>
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<b>Ma perché quindi esiste l'ingiustizia? Chi è stato il primo uomo a commettere il male?</b><br />
Ebbene è un po' come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina.<br />
Se il male origina il male, allora da chi ha ricevuto il male il primo uomo?<br />
E' qui che entra in campo il cosiddetto <i>"libero arbitrio"</i>.<br />
<i>Ogni essere vivente ha il potere di compiere il "male", ovvero il potere e la capacità di allontanarsi da Dio, dall'amore universale, quell'energia vitale e misteriosa che pervade la materia e la sovrasta.</i><br />
Quindi nel momento stesso in cui noi scegliamo di servire il nostro <b>"Ego"</b>, andando contro all'<b>"Olos"</b>, stiamo commettendo il "male", l'"errore".<br />
Siamo tutti naturalmente portati a seguire il nostro <i>Ego</i> per fini legati alla <b>sopravvivenza</b>, ma allo stesso modo dentro di noi c'è anche una naturale e spontanea vocazione a servire L'<i>Olos</i>.<br />
L'<i>Olos</i> è molto bravo, perché si serve in minima parte anche dell'<i>Ego</i> per mantenere e sviluppare sé stesso. Essendo l'<i>Ego</i> naturalmente presente di per sé esso <b>non è né malevolo né benigno</b>. E' semplicemente <b>funzionale</b> allo scopo dell'<i>Olo</i>s.<br />
<b>Ma esso diviene malevolo nel momento in cui l'<i>Ego</i> inizia a rinnegare l'<i>Olos</i></b>, piegando e distorcendo la realtà per proprio capriccio o per superbia.<br />
Ecco che così abbiamo il "<b>male</b>", che di per sé non è altro che negazione e distruzione di tutto ciò che l'<i>Olos</i> comporta <i>(pace, armonia, equilibrio, prosperità)</i>.<br />
<b>L'Olos dà e l'Olos toglie</b>, esiste un patto preciso fra l'<i>Olos</i> e gli <i>esseri viventi</i>. <u>Io do voi e a chi verrà dopo di voi <i>pace, armonia, equilibrio, prosperità</i> ed in cambio voi mi offrirete <i>la vostra vita, la vostra sofferenza, la vostra gioia, la vostra energia.</i></u><br />
Chiunque con le proprie scelte rinnega questo patto è destinato inevitabilmente a cadere nell'Errore e alla conseguente autodistruzione.<br />
<b>Non è possibile infatti vivere senza l'Olos</b>, <b>che è il principio stesso sul quale la vita si basa</b>. Rinnegare questo patto significa <i>distruggere sé stessi e disturbare il lavoro dell'Olos</i> (e quindi ciò comporta la perdita di pace, armonia, equilibrio, prosperità).</div>
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<a href="https://a03.t26.net/avatares/1/4/9/8/120x120_120_1498742.jpg?141995" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="120" data-original-width="120" src="https://a03.t26.net/avatares/1/4/9/8/120x120_120_1498742.jpg?141995" /></a></div>
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Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-77341224133135127972017-03-21T22:56:00.000+01:002017-03-21T22:56:50.353+01:00Quando ci libereremo dal vino, cambieremo condotta.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBmWkWlNBSxicviZNoyldLk_4sptqAGM_Ytp4UE8BhtlnCAJGBxRmy_2idS01LxnzRV8YF8iquCBu6AbL4s5QxojMYnHJtWaMNYUUlkziGA14vyFbJ2YSYBWRmqkhd8UiCZt6Phs1Cbu40/s1600/city-crowd-crowded-houses-people-photograph-Favim.com-102466.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBmWkWlNBSxicviZNoyldLk_4sptqAGM_Ytp4UE8BhtlnCAJGBxRmy_2idS01LxnzRV8YF8iquCBu6AbL4s5QxojMYnHJtWaMNYUUlkziGA14vyFbJ2YSYBWRmqkhd8UiCZt6Phs1Cbu40/s400/city-crowd-crowded-houses-people-photograph-Favim.com-102466.jpg" /></a></div>
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<i><br /></i></div>
<i>"Ho preso il mio posto nel mondo, e sono apparso loro in carne ed ossa. Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato. Il mio animo ha sofferto per i figli dell'umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono, poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti.</i><br />
<i>Ma nel frattempo sono ubriachi. Quando si libereranno dal vino, cambieranno condotta."</i><br />
<b>(Tommaso 28)</b><br />
<br />
Queste parole suonano sempre più familiari nella mia mente.<br />
Mi sono sempre guardato attorno e mi sono domandato: "Perché la gente non vede?" "Perché non capisce?". Tanto più l'ho fatto quando è iniziato il mio cammino.<br />
All'inizio pensavo: <b>"Se riesco a vedere io tutto ciò, può farlo chiunque"</b>.<br />
Ma quello che non capivo, quello che ingenuamente non riuscivo a vedere era proprio questo: le persone sono letteralmente assuefatte dal sistema. <b>Le persone non riescono a vedere oltre il sistema stesso in cui sono proiettate</b>. Non perché siano incapaci, ma perché <b>sono semplicemente ubriache</b>.<br />
Ora lo so, ora ho capito... e per capirlo ho dovuto immergermi anche io nello stesso sistema, <i>ho dovuto provare anche io la stessa identica assuefazione.</i> <b>Ora so cosa si prova ad essere "ubriachi"</b>.<br />
Si crede che il modo giusto di agire sia quello già preconfezionato, non si vede altra soluzione oltre a quella più appagante nel breve termine. Si è talmente tanto occupati a servire questo sistema che non vi è nemmeno più tempo per pensare, per riflettere sulla realtà stessa. <b>Diventa tutto un'unico fluire, un'unico scorrere di un fiume che è destinato a portarci a precipitare rovinosamente lungo una cascata.</b><br />
<a name='more'></a><br />
<b><br /></b>
Bisogna darsi da fare, lavorare, costruire, ingegnarsi, lottare, accumulare, tessere legami, competere, vincere, essere i migliori.<br />
<b>Ci si illude che questa sia la vita, che questo è ciò che ogni uomo è chiamato a fare per vivere</b>. Si pensa che senza tutto questo la vita dell'uomo non avrebbe senso.<br />
Si è talmente tanto occupati a ripiegare la testa su noi stessi e sugli altri che ci lasciamo scappare molte cose, le cose più importanti della vita.<br />
<b>Ebbene, dov'è finita la sete in tutto questo? Dov'è la sete di acqua viva? Quell'acqua di cui ho parlato in un'altro mio post.</b><br />
Perché preferiamo così tanto il vino? Perché continuiamo ad esser dipendenti da questo sistema? <b>Siamo alcolizzati e non vogliamo ammetterlo, non vogliamo prendere atto di questo.</b><br />
La risposta è che il sistema stesso ci impone questa scelta, è davvero così bravo che riesce a convincerci del fatto che una vita senza vino è una vita che non può essere vissuta.<br />
Il sistema è molto bravo a fare leva sulle nostre debolezze, sui nostri bisogni, sulle nostre aspettative. <b>E' così che ci tiene in pugno.</b><br />
Lo stato, la civiltà stessa, è la gabbia dorata in cui abbiamo scelto di rinchiuderci. Qui crediamo di essere liberi e al sicuro; di vivere una vita che ci appartiene. Pensiamo di essere felici perché siamo persone realizzate, a cui non manca nulla.<br />
Ma in realtà abbiamo gustato per tutto questo tempo <b>il frutto marcio della nostra superbia e della nostra ingenuità</b>, e la cosa ancora più grave e triste è che pensiamo che questo frutto sia buono. Perché ce lo vendono come buono.<br />
E' come mangiare la frutta del supermercato convincendosi che sia buona e faccia bene alla salute, senza aver mai colto con le proprie mani ed assaggiato la vera frutta, quella che matura sugli alberi, accarezzata dal sole. E chiunque abbia assaggiato frutta prelibata e naturale non può fare a meno di disprezzare e rifuggire i frutti del supermercato, arrivati da chissà dove e trattati con chissà quale sostanza.<br />
<b>La stessa identica cosa è per la verità, quella che viene dal Tutto.</b><br />
In questa società ci viene insegnato che <i>"ormai la frutta naturale che cresce da sé sugli alberi non esiste, o mangi quello che c'è o muori di fame."</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE6INDkNBCDTpHjAYjbvP5Cteq6yCb0QD0Zpa9rsbBo2zuebobxwuO3Bm36tWZ3sNM83-aHFxOCn4TUn1AJEkm5Nt0OHPaEvCjZXAGx1rYyTDdCagOjD2D2KOkk2hOZK6crVsxCN1XuI-r/s1600/alone-in-crowd.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE6INDkNBCDTpHjAYjbvP5Cteq6yCb0QD0Zpa9rsbBo2zuebobxwuO3Bm36tWZ3sNM83-aHFxOCn4TUn1AJEkm5Nt0OHPaEvCjZXAGx1rYyTDdCagOjD2D2KOkk2hOZK6crVsxCN1XuI-r/s320/alone-in-crowd.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<b>Quindi solo chi l'ha assaggiata davvero, può apprezzarla in tutto il suo splendore. Soltanto chi riesce a liberarsi dal vino può vedere la Luce.</b><br />
E chi vede la Luce può provare a cambiare la propria vita. Chi ha visto la Luce non può che disprezzare e rivalutare l'Oscurità in cui ha vissuto per tutto quel tempo.<br />
Ma come può un alcolizzato disintossicarsi in un mondo pieno di vino? Come possiamo purificarci se per vivere, dobbiamo ingurgitare a forza questo vino?<br />
<b>Il mio animo soffre, soffre per i figli dell'umanità, perché sono condannati a vivere una vita che non potrà mai rendere giustizia alla loro vera natura.</b> Sono condannati a soffrire senza comprenderne davvero il motivo. Stiamo creando una generazione di schiavi, senza nemmeno accorgercene. Schiavi di sé stessi e del sistema in cui vivono, incapaci di rimanere "sobri".<br />
Schiavi che portano un marchio indelebile sulla fronte: <b>il marchio della follia, il marchio della sottomissione</b>.<br />
Condannati a vivere senza aver mai vissuto un singolo giorno.<br />
<br />
<b>Ma come puoi spiegare ad un alcolizzato che il vino lo sta uccidendo? Come puoi farglielo capire?</b><br />
Come convinci un drogato a smettere di drogarsi?<br />
Come bypassare l'oppressione di questa società, che ti obbliga a sottostare alle sue regole per vivere?<br />
Come vivere liberi e felici in un mondo pieno di ubriachi, che faranno di tutto per mettere a tacere la tua canzone di lode, per offuscare il tuo risplendere?<br />
Come si può minimamente pensare in un rinsavimento dell'essere umano, se questo ancora è schiavo del vino della propria presunzione e del proprio egoismo?<br />
<b>Soltanto disconnettendosi dalla "Matrix", soltanto liberando l'uomo dal vino</b>. Ma come fare?<br />
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-4296875661583845062017-02-03T22:50:00.001+01:002017-02-03T22:51:40.355+01:00Hanno ucciso la Verità, chi sia stato non si sa!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl0KqUwjKPtMqxLWPVz4jTW-Kylccv3AQKgkSCnn7y5UxPThFhOtbwK3oKocLrU0ag__XimKNp1MvmtXvo1H4XLKG5cKrECraPfzOKgI5o49t9cF194iHLt9foiogX8N3cWHceOj8IO4-g/s1600/preferisco-verit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl0KqUwjKPtMqxLWPVz4jTW-Kylccv3AQKgkSCnn7y5UxPThFhOtbwK3oKocLrU0ag__XimKNp1MvmtXvo1H4XLKG5cKrECraPfzOKgI5o49t9cF194iHLt9foiogX8N3cWHceOj8IO4-g/s400/preferisco-verit%25C3%25A0.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
"Hanno ucciso l'uomo ragno, chi sia stato non si sa!" recitava una vecchia canzone degli 883.<br />
Ebbene, vi dirò che più conosco questa realtà e più mi rendo conto di quanto, specialmente in quest'epoca, si dia così poca importanza alla verità. Anzi, a volte mi rendo proprio conto di quanto si faccia di tutto per metterla a tacere, per ucciderla o per cancellarla.<br />
<br />
Sapete, quando penso alla verità mi si palesa nella mente un'immagine:<br />
Gesù che rivolgendosi a Pilato dice: <b>"Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce"</b> e Pilato in tutta risposta gli pone (o pone a sé stesso) una domanda fondamentale: <b>"Che cos'è la verità?"</b>.<br />
Pilato infatti veniva da una cultura di ampie vedute in termini religiosi, i romani infatti erano molto tolleranti in quel periodo in fatto di credo religiosi. Il contatto con così tante culture diverse non poteva fare a meno di far nascere l'idea che "un unica verità non esiste", in quanto ciascuno aveva la sua verità e la difendeva, come era lecito e giusto che fosse.<br />
La cultura romana stessa aveva un pantheon di divinità piuttosto variegato, vi era un dio per praticamente ogni cosa. Ognuno poteva scegliersi la divinità da adorare, secondo il proprio stile di vita e le proprie convinzioni.<br />
Ma in tutto questo guazzabuglio di dei creati ad immagine e somiglianza dell'uomo, forse il senso della Verità a quel tempo si era un po' perso.<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
<b>Ad oggi la società giace nella stessa confusione che vi era al tempo delle grandi civiltà classiche</b>, ognuno si crea una giustificazione per il proprio operato, segue degli idoli sperando di poter divenire una persona migliore facendo tutto ciò che viene detto loro. <b>Ogni opinione è ritenuta valida e lecita, anche quando questa attenta alla Verità.</b><br />
Si vanno a ricercare giustificazioni tirando in ballo le spiegazioni più varie e sconsiderate. Si scomoda l'istinto di sopravvivenza, l'istinto riproduttivo. Ci si comporta in un certo modo perché "tanto lo fanno anche gli animali". Si manifesta apertamente il proprio egoismo e si ostenta il soddisfacimento dei propri bisogni materiali, mentre ci si deve nascondere o tacere ogni volta che si hanno pensieri profondi ed elevati, ogni volta che si manifesta il proprio desiderio di cose "spirituali". A volte la verità viene nascosta perché scomoda agli interessi di parte.<br />
Pure il presidente USA, Trump, ha negato la veridicità del riscaldamento globale e ha negato persino l'influenza dell'essere umano in tutto ciò. "L'effetto serra è soltanto un opinione".<br />
Ma in tutta questa confusione non si può far altro che perdere di vista la Verità.<br />
<br />
Ebbene sì, miei cari amici e lettori, la società moderna fa di tutto per soffocare la Verità. Essa non viene più riconosciuta, né cercata dalla stragrande maggioranza delle persone. La parola stessa "verità" fa inorridire le persone. <i>"Ma come? Non esiste la verità, esistono solo le opinioni. E la tua è soltanto un opinione, ciò che dici non è certo migliore di ciò che dico io".</i><br />
Anzi, se osi anche solo e soltanto invitare le persone a guardare alla verità delle tue parole, questi ti guardano straniti e arrivano pure a considerare il tuo atteggiamento come quello di un presuntuoso saccente che dice agli altri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, o addirittura che vuole imporre il proprio pensiero, pretendendo di avere ragione.<br />
Come ho già detto in altri contesti, in realtà <b>nessuno può possedere la Verità nella sua interezza</b>. Ma questo <b>non significa affatto che la Verità non esista</b> o che non possa essere riconosciuta, almeno in parte.<br />
Tutti abbiamo da imparare e da insegnare qualcosa, non importa la nostra età, non importano le esperienze che abbiamo o non abbiamo fatto.<br />
Tutti possiamo giungere alla comprensione di questa Verità, che non è un qualcosa di riservato a pochi, di esclusivo. La verità è proprio sotto il nostro naso e davanti ai nostri occhi. Basterebbe soltanto rimanere in silenzio ed ascoltare. Ascoltare il messaggio che ci giunge dall'Universo stesso.<br />
<b>La capacità di giungere alla Verità è data proprio da questo:</b><i> dalla nostra capacità di ascoltare, di aprirci al mistero, di amare e ricercare una connessione con l'altro... che sia umano o meno, senza pregiudizio alcuno e senza alcuna presunzione di sapere ciò che non è possibile sapere.</i><br />
<b>Ma gli uomini non sanno più ascoltare</b>. Si sono chiusi in loro stessi, schiavi del proprio orgoglio e del proprio egoismo. Gli uomini sono sordi e ciechi, brilli ed assuefatti a causa del vino che essi stessi hanno vendemmiato.<br />
Per iniziare il proprio cammino verso la verità è necessario liberarsi da questo vino, smetterla di bere dalla fonte del proprio pensiero, del proprio desiderio egoistico, della propria umana e terrena esperienza.<br />
<br />
Se ogni singola religione, ogni singolo credo, ogni singola persona riuscisse a mettere da parte "il proprio punto di vista" per abbracciare la verità, per come essa si manifesta; se si riuscisse a mettere da parte il proprio egoismo, ascoltando ciò che c'è di buono nelle parole dell'altro, beh questo sarebbe decisamente un mondo migliore in cui non vi sono "vincitori e vinti" e nemmeno "chi ha ragione e chi torto". Semplicemente esiste la verità e la visione che l'uomo può averne, per quanto distorta a volte possa essere. Esiste la menzogna, un'illusione creata dalla nostra mente, il terreno di coltura dell'Antropocentrismo. Una nebbia che ci impedisce di vedere oltre il nostro naso. Oltre quell'angolino di universo che ci siamo creati ed in cui ci siamo rifugiati.<br />
Se tutto ciò accadesse, sarebbe davvero un mondo migliore, in cui ciò che conta non sono le opinioni e le maschere dietro cui ci nascondiamo, ma bensì la ricerca appassionata della Verità, in tutto il suo splendore.<br />
<br />
Qualcuno disse che <b>"LA VERITA' VI RENDERA' LIBERI"</b>, ed è proprio per questo che l'uomo è schiavo. La Verità è morta da tempo e non alberga più nel cuore dell'uomo. La società che ne deriva quindi non può essere altro che frutto della menzogna coltivata nel suo cuore.Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-39581055724045791492016-11-16T21:26:00.000+01:002016-11-16T21:26:19.446+01:00Il ritorno dell'Antropocentrismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMxwRq2SrJs5gOfxcOsVX6zdnv63mt1x3X1cQ9szAyzKEStHoYxcAYJ_2U6FY-IfJbVy4SHMaJhmidz85mZBdJN6eScJ7FPt9sAUvjyjA4nI9LdqTqkMijQnfHngDaqxTpa3KdVBwQF8T0/s1600/Antropocentrismo+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMxwRq2SrJs5gOfxcOsVX6zdnv63mt1x3X1cQ9szAyzKEStHoYxcAYJ_2U6FY-IfJbVy4SHMaJhmidz85mZBdJN6eScJ7FPt9sAUvjyjA4nI9LdqTqkMijQnfHngDaqxTpa3KdVBwQF8T0/s320/Antropocentrismo+1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />Cari amici, fratelli nel Tutto.<div>
<br /> Oggi ancora torno a ribadire questo concetto: <b>non esiste nemico peggiore per l’uomo se non l’uomo stesso</b>. <b>Nell’Antropocentrismo questo mondo è nato, ed in esso è destinato a perire</b>. Quanto è difficile far capire alle persone la sottile e fatale insidia che comporta questo atteggiamento...<br /> Ancora ad oggi c’è chi continua a sostenere la superiorità e la priorità dell’uomo sul resto della creazione. Si ragiona ancora per stereotipi soggettivi nonostante la scienza stia dando sempre più prova del contrario.</div>
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<i><br /></i></div>
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<i>“Le piante sono esseri inanimati privi di sentimenti o di coscienza” </i></div>
<div>
<i>“Gli animali sono solo istinto, incapaci di provare emozioni o sentimenti”</i></div>
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<i>“La Terra è stata creata per l’uomo affinché esso la domini e ne tragga giovamento”.... </i></div>
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<br /></div>
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Queste e molte altre idiozie sono costretto a sentire ogni qualvolta cerco di aprire gli occhi alle persone riguardo ai danni che questo pensiero ha generato in passato, che sta generando tutt’ora e che ancora genererà se non facciamo nulla per fermare tutto questo. <b>L’uomo continua a giudicare la Natura secondo le sue aspettative, secondo i propri desideri</b>. Ma se ci si fossilizza sulle proprie aspettative e sui propri desideri non si aprirà mai il proprio cuore alla verità.<a name='more'></a></div>
<div>
<br /><b> L’uomo vorrebbe vivere per sempre, essere immortale</b>. Non sperimentare mai la malattia o la sofferenza, sua o dei propri cari. Sono tutti desideri leciti... <b>ma diventano pericolosi quando si diviene determinati nell’inseguirli</b>, semplicemente perché tali desideri vanno contro l’ordine naturale delle cose. <b>Andare contro l’ordine naturale delle cose significa andare contro il Tutto stesso</b>. E’ qui che si crea la frattura, la spaccatura, la separazione. E’ qui che avviene la disobbedienza, quella stessa disobbedienza che è raccontata nella metafora dell’Eden.<br /><b>Più l’essere umano si allontana dal Tutto e più priva sé stesso dell’Albero della Vita.</b> “Polvere sei, e polvere ritornerai” ... queste parole risuonano nella mia mente tutte le volte che guardo una città dall’alto, o quando osservo distaccatamente la vita frenetica che homo sapiens ha scelto. I cristiani pensano che queste parole siano una maledizione. Nulla di più errato. Queste parole servono all’uomo per ricordare qual’è il suo posto. Servono a ricordarci le nostre origini.<br />Non ci pensiamo spesso, ma infondo siamo proprio questo: polvere sbattuta dal vento, sabbia che scivola fra le dune di un deserto. <i>Crediamo ingenuamente che ciò che stiamo vivendo durerà per sempre.</i><br /><b>Ma la vita è questione di un soffio: oggi siamo qui e domani, chi lo sa?</b> Ma nel frattempo noi continuiamo la nostra folle e superba corsa verso un mondo che non potrà mai essere, che non potrà mai coesistere con le leggi del Tutto. Nel tentativo di perseguire e di sperare nei nostri desideri ci allontaniamo senza accorgercene dalla fonte di ogni verità e sensatezza. Allontanarsi dal Tutto non può che avere conseguenze nefaste: l’uomo diviene estraneo a casa propria; inizia a vedere la natura come un qualcosa di oscuro e minaccioso; inizia ad avere paura dei suoi stessi fratelli. Paura della vita. Si inizia a sentire un vuoto dentro, un vuoto difficile da colmare. Con quante cose noi riempiamo questo vuoto! Quante!</div>
<div>
<br /><b> Eppure ancora fatichiamo a comprendere che l’Amore è la chiave, la bussola, la strada</b> che ci conduce al Tutto. Ma l’Amore non è soltanto un qualcosa che appartiene all’uomo. Non è quell’amore che lega un uomo ad una donna. L’Amore è ovunque e aspetta soltanto di potersi manifestare, aspetta che il nostro cuore si apra per poterlo accogliere. Ma il cuore dell’uomo è indurito e le porte sono ben serrate. Ah! <b>Se l’uomo si lasciasse guidare dall’Amore, quante meraviglie potrebbe fare! Ma l’uomo ha paura, si rifugia nella propria ragione. Pensa soltanto ai propri interessi.</b> Non si fa problemi a calpestare la vita, soltanto per tirare a campare un’altro giorno (senza sapere che così facendo in realtà se la sta accorciando, la vita). <b>Siamo schiavi del mondo che abbiamo creato</b>. <i>Ricordate questa verità, custoditela nei vostri cuori!</i> Ma non abbiate paura... la verità può far male a volte. Ma non può essere cambiata o rinnegata solo perché a noi fa comodo che sia così.<br /><b> La società in cui viviamo soffoca l’Amore</b>, ci costringe a fare cose che non vorremmo. A soccombere alle logiche del denaro e del potere, ad asservirci ad esse. Dobbiamo farlo, se vogliamo vivere e se vogliamo essere accettati in società. La tremenda meccanica del capitalismo che ci spinge sempre di più a guardare al mondo come a una perenne corsa all’efficienza, al progresso ed al profitto. <b>Tutto è in funzione dell’essere umano e dei suoi bisogni.</b> La cosa grave è che tutto ciò per le persone è “normale”, forse perché non conoscono altro modo di vivere all’infuori di quello che hanno avuto fin ora.</div>
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<br /><b>"Che cosa proponi?”</b> mi chiedono. <u><b>Io non ho la soluzione al problema... io ho il problema</b></u>. Se avessi la soluzione non starei certo qui a scrivere tutte queste cose ma sarei là fuori a cambiare il mondo. La soluzione la troverà l’essere umano come specie, se vorrà. Io non ho il potere di fare nulla da solo, all'infuori di tentare di cambiare la mia vita.<b> Il fatto comunque che non vi sia una soluzione concreta non significa per questo che si debba negare l’esistenza del problema o fare finta che esso non esista</b>.</div>
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Il problema c’è, ed esiste. Ma la gente lo ignora. Forse perché è più comodo così infondo. <b>Questa è la mia sacra missione</b>: <i>aiutare l’essere umano a ricordare</i>. Ricordare ciò che è, ciò per cui è nato. Aiutarlo a ritrovare ciò che è andato perduto a causa dell’Antropocentrismo. Ah... se solo gli uomini capissero ciò che si stanno perdendo! Se solo assaggiassero un poco di quell’acqua che sgorga eternamente dal Tutto, un po’ di quell’acqua che io stesso ho bevuto. Solo così comprenderebbero di aver sete e di aver vissuto fin ora senz’acqua! Un’acqua in grado di placare ogni altra nostra sete.</div>
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<br /></div>
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<b>L’antropocentrismo ci ha privati e continua a privarci di quest’acqua</b>. Amare il Tutto significa fare la sua volontà, significa compiere ciò per cui siamo venuti al mondo e poi andarcene, per ritornare alla Fonte. Da lì proveniamo e lì torneremo. Ma il nostro essere qui ora non è un caso, non è il frutto della fatalità. Esiste uno scopo per cui siamo qui. Condividiamo questo scopo con il resto delle creature del cosmo. Non siamo migliori di loro e non godiamo di alcun diritto sopra di esse. Queste sono tutte falsità generate dall’Antropocentrismo.<br /><b> Può forse un aquila considerare sé stessa superiore al resto del regno animale soltanto per la sua capacità di volare?</b> Volare è ciò per cui essa è nata. Allo stesso modo l’uomo non può considerare sé stesso superiore per il semplice fatto di avere un cervello più grosso. Il cervello umano sta all’intelligenza così come le ali stanno alla capacità dell’aquila di volare.</div>
<div>
<br /> L’Amore può anche questo: se vissuto in maniera profonda esso può spingerci ad amare anche il diverso, l’incomprensibile. <b>Esso è l’unica cosa in grado di legarci agli animali, alle piante, alle montagne e ad ogni altra forza che permea questo universo e lo reitera.</b> Esso ci mette in contatto con Dio stesso. E’ qui che avviene lo scambio, l’arricchimento. Esso ha il potere di renderci più che semplici uomini, più che semplice insieme di cellule, di ossa e di carne. Esso è ciò che permette all’uomo di divenire strumento nelle mani del Tutto. Solo così la Sua volontà può rendersi manifesta in questo mondo.</div>
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<b>Uomo ricorda, allora</b>: non guardare a te stesso come il fine della realtà, ma vedi te stesso come parte di essa, come uno strumento utile al raggiungimento di un fine ultimo, ancora per molti versi ignoto e misterioso. Non sentirti superiore a nulla, né allo scarafaggio, né alla formica; né al fiore che cogli nel campo, né al più maestoso degli alberi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Tu sei Tu, e nient’altro</b>. Siamo tutti qui per fare la nostra parte per poi svanire come la nebbia sospinta dal vento durante una giornata d’inverno. <b>Polvere siamo... e polvere ritorneremo.</b></div>
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<br /><b><u> Ricorda questo, Homo sapiens, e il tuo passaggio su questa Terra non sarà stato invano. </u></b></div>
Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-56958339905113868462016-09-19T22:47:00.000+02:002016-10-01T21:50:27.166+02:00La vendetta del clima.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis_HiioUbSoDBfq-yX6SkrPT_oFHaXWjx0KOSzp7wTzEcHpEZwgnamSegAjYtaR2V4URKnMheIM6C0mXsb_TklOfcuTodW2q300u3kiv-HCsRJYZs6t16oBU6BaSfFBkorH9ILE9v3TS2B/s1600/Vendetta+del+clima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis_HiioUbSoDBfq-yX6SkrPT_oFHaXWjx0KOSzp7wTzEcHpEZwgnamSegAjYtaR2V4URKnMheIM6C0mXsb_TklOfcuTodW2q300u3kiv-HCsRJYZs6t16oBU6BaSfFBkorH9ILE9v3TS2B/s400/Vendetta+del+clima.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Le notizie scorrono nei telegiornali, quasi come le scene di un opera teatrale, le notizie si susseguono sipario dopo sipario.<br />
La cosa triste è che alle notizie davvero importanti viene lasciato un tempo molto ristretto ed un approfondimento quasi nullo. I mass media non si fanno scrupoli ad andare ad indagare la vita privata delle persone comuni o dei personaggi di spicco. Si parla dell'economia, dello SPREAD, della disoccupazione, della crescita, del terrorista di turno, della donna vittima di violenze, di quello che fa o non fa Renzi o, in alternativa, si infanga il Movimento 5 Stelle...<br />
<b>Ma avete mai notato che quando nel mondo succede qualche catastrofe, i mass media si focalizzano soprattutto sui danni e sulle persone morte?</b> Mai una parola e dico MAI una che colleghi tutto questo a ciò che sta accadendo realmente al nostro mondo.<br />
Certo, ogni tanto se ne parla distrattamente, ma poi qualche giorno dopo tutti se ne sono dimenticati. Persino su internet è difficile affrontare l'argomento senza venire visti come delle specie di "profeti di sventura".<br />
<b>Viene fatto di tutto per sminuire la situazione, per nascondere la gravità di tutto questo.</b><br />
Programmi televisivi che trattavano di questi argomenti, come ad esempio "Scala Mercalli", sono stati oscurati e tolti dal palinsesto.<br />
Adesso sono pure comparsi degli "esperti" che vorrebbero farci credere, secondo non so quale ricerca, che il riscaldamento globale è soltanto una favola per creduloni e che l'uomo in realtà non ha alcuna colpa di ciò che sta accadendo. Sono i cosiddetti sostenitori della prossima e imminente era glaciale. Secondo loro tutto ciò è soltanto il normale e fisiologico cambiamento climatico che precede un era glaciale. <i>Tutto a posto dunque. Andiamo avanti così che andiamo bene. Non è colpa nostra.</i><br />
<b>Ma ne siamo davvero sicuri?</b><br />
Quello che non può essere in alcun modo negato comunque è che il clima sta cambiando, persino le vecchiette che fanno la spesa al mercato rionale si lamentano che "non c'è più il tempo di una volta".<br />
Il tempo cambia velocemente da un momento all'altro, il giorno prima c'è il sole con 32°C e il giorno dopo arriva una perturbazione intensa che porta pioggia e un drastico e repentino calo delle temperature, che può arrivare persino a 10°C in meno.<br />
Tutti notano questo cambiamento, ma nessuno riesce davvero ad associare tutto questo alla nostra condotta (oppure semplicemente <b>non vogliono</b> associarlo). <b>Eppure è una cosa così semplice e scontata, il problema è che nessuno ci pensa!</b> Ci si limita a lamentarsi se piove o se c'è il sole, se c'è il vento o la tempesta... ci si limita a dire "Il tempo è pazzo", ma nessuno va mai affondo in queste affermazioni. La colpa non è del tempo, <b>la colpa è nostra</b><br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Anche i dati parlano chiaro: <b>dal 2000 ad oggi</b> si sono verificate più di <a href="http://www.emdat.be/advanced_search/index.html" style="font-weight: bold;" target="_blank">3800 catastrofi naturali</a> in tutto il mondo, con una media di circa <b>340 disastri all'anno</b>. Anche se la tendenza negli ultimi anni è in ribasso (l'anno più "disastroso" è stato proprio il <b>2000</b>, con un record di circa <b>525 catastrofi naturali</b>), guardando <a href="http://www.emdat.be/disaster_trends/index.html" target="_blank">questo grafico</a> si può capire a colpo d'occhio che dal 1960 ad oggi i disastri sono più che triplicati. (fonte: <a href="http://www.emdat.be/" target="_blank">CRED</a>)<br />
<i>Ci sarebbe da dire che anche se i fenomeni ad oggi si verifichino con minor frequenza rispetto al 2000, essi stanno acquisendo via via una sempre maggiore intensità</i> (e con intensità non ci si riferisce ad un maggiore numero di vittime o di danni causati all'uomo, ma proprio alla violenza dei fenomeni).<br />
Forse stai a vedere che hanno ragione le vecchiette del mercato!<br />
In realtà gli esperti (quelli veri) non hanno fatto altro che metterci in guardia negli scorsi 40 anni, <b>già nel 1980 vi era una certa consapevolezza all'interno della comunità scientifica</b>, però nessuno ha fatto nulla.<br />
Molti avevano previsto un cambiamento climatico che avrebbe provocato l'alternarsi di periodi di caldo siccitoso ad altri di freddo accompagnato da precipitazioni violente e persistenti. Era stato previsto persino lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello del mare e le modificazioni delle correnti marine.<br />
Purtroppo per noi la realtà sta superando ogni tipo di previsione fatta a quei tempi. E le cose vanno sempre peggio.<br />
<br />
<b>Ma dov'è la prova che siamo noi la causa di tutto questo?</b> Se non vi basta il buonsenso per capirlo, si può tranquillamente fare riferimento ai <b>livelli di CO2 nell'atmosfera dal 1960 ad oggi</b>. Se andate a reperirvi il grafico che mostra questi valori e lo confrontate con quello sopra, notereste che all'aumentare dei livelli di CO2, aumentano anche i fenomeni disastrosi, e con un andamento piuttosto simile soprattutto nei primi anni.<br />
Stessa cosa dicasi per la media delle temperature globali.<br />
E se ancora non vi basta questo, con un po' di logica si può arrivare a comprendere che le attività umane indubbiamente hanno alterato l'ambiente nel corso dei secoli. Basti pensare a fenomeni quali il <b>disboscamento</b>, <b>la cementificazione</b>, <b>le combustioni fossili </b>e i gas rilasciati in atmosfera (tra cui il metano, che è fra i più pericolosi). Ma come dimenticarsi anche della quantità impressionante di rifiuti e di <b>sostanze chimiche disperse nell'ambiente</b> o riversate in mare; dell'<b>attività militare</b> (pensate ad esempio ai <b>"test atomici"</b> o ad altri test "top secret").<br />
<b>E questo senza contare i diversi esperimenti di controllo del clima</b>, che sono già stati compiuti da Russia e Stati Uniti in diverse occasioni (e che forse sono in atto ancora ad oggi).<br />
Insomma, se pensiamo a tutto ciò che fa e che ha sempre fatto l'uomo e lo sommiamo, beh qualche conseguenza dovrà pur averla... no?<br />
Cioè come si può minimamente pensare che far esplodere una bomba atomica non abbia conseguenze su ciò che avviene nel mondo? Che poi a dirla tutta, una esplosione atomica può influire anche ciò che avviene nello spazio e un esplosione simile può essere avvertita ad anni luce di distanza con specifici strumenti, quindi come si può pensare che ciò non abbia conseguenze sulla Terra?<br />
E allo stesso modo come si può minimamente pensare che disboscare ettari ed ettari di foresta vergine non abbia conseguenze? E' stupido secondo me.<br />
<b>L'aumento della temperatura non è dovuto soltanto ai gas emessi, ma bensì anche alla riduzione della massa verde</b>. Gli alberi oltre che trasformare la CO2 in Ossigeno, svolgono anche un'importante azione "refrigerante" sul pianeta. <b>Sono i nostri condizionatori d'aria naturali</b>. E noi li stiamo distruggendo uno dietro l'altro. Cioè ma ci rendiamo conto? E poi c'è persino chi dubita che questo sia in qualche modo collegato.<br />
<br />
Quindi miei cari, <b><u>la colpa di tutto ciò che sta avvenendo nel mondo è solo e soltanto nostra</u></b>, la prossima volta che al telegiornale sentirete la notizia di una catastrofe avvenuta chissà dove, ricordatevi di questo post. La prossima volta che verrete a conoscenza di morti, feriti e di danni a strutture o cose pensate che <b>"chi è causa del suo mal, pianga se stesso"</b>.<br />
Sembrerebbe assurdo, ma in qualche modo è come se il pianeta si stesse ribellando alla nostra stessa presenza. Stiamo assistendo, ed assisteremo sempre più nei prossimi anni, <b>alla vendetta spietata del clima</b>. Il pianeta si sta prendendo la sua rivincita su di noi, peccato solo che a pagare non sarà soltanto l'uomo, ma bensì la vita stessa nel suo complesso sul nostro pianeta.<br />
<br />
<b>Ecco che cosa ci attende nei prossimi anni</b>, se nulla cambia:<br />
<b>Il livello del mare salirà drasticamente</b>, vi saranno <b>periodi di siccità sempre più lunghi</b> e caldi che daranno luogo ad incendi boschivi sempre più estesi e incontrollati, questi fenomeni saranno alternati da <b>alluvioni e piogge incessanti</b>, della durata di settimane. <b>Bufere di neve e tempeste</b> diventeranno sempre più frequenti e intense. <b>I temporali saranno sempre più improvvisi</b>, con piogge di lampi e fulmini e raffiche di vento sempre più forti. <b>Le grandinate</b> saranno sempre più frequenti e intense, con chicchi sempre più grossi. <b>Trombe d'aria e uragani </b>inizieranno a verificarsi con frequenza anche in luoghi in cui non si erano mai verificati prima. Anche i <b>terremoti</b> e le <b>eruzioni vulcaniche</b> si faranno sentire più spesso, sebbene <b>non sia ancora dimostrato scientificamente il loro legame con il surriscaldamento globale</b>.<br />
<b>Le correnti oceaniche cambieranno</b> e con esse anche il clima delle coste di tutto il mondo, i venti cambieranno anche, e <b>vi saranno sempre più ondate di caldo e di freddo</b> con sbalzi di temperatura sempre più repentini ed improvvisi. Quindi è tutto questo che dovremmo aspettarci, per poi agire di conseguenza.<br />
<br />
Se continueremo su questa strada, nel giro di un centinaio di anni (o anche prima) <b>la Terra sarà invivibile per l'uomo</b>, e allora sì che saranno guai. Le nuove generazioni penseranno di noi come ora noi oggi pensiamo di coloro che non fecero nulla per fermare le grandi dittature del passato. I nostri nipoti ci chiederanno: <b>"Perché non avete fatto nulla per fermare tutto questo?"</b><br />
E a quel punto.... <b>che risposta potremmo mai dare loro?</b><br />
<br />
A volte mi chiedo: <i>"E se fosse troppo tardi?" "E se avessimo già passato la linea di non ritorno?"</i><br />
Che possiamo mai fare contro tutto questo? E' tardi ormai per sperare che tutto ritorni come prima, <b>però possiamo ancora provare ad impedire che l'inevitabile accada</b>. Ma come? Non c'è più molto tempo...<br />
Per il momento non ci resta che subire l'implacabile <b>vendetta del clima</b>.<br />
<br />
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-13532018447306800212016-09-04T22:11:00.004+02:002016-09-04T22:11:49.088+02:00Riflessioni di fine estate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCB0ggnBFcI1MjBdi-H7AfoR76gOC_Pp3kTq-K1ZqrKP3XrXuqPkHTYtW9Y5zNU_Ig9FuVgUXjEflNi5H6BlwWC-8u6VhYeKwjsA8rrckdr6B9vuTS0lKGmudNCam0vJ1nZ-DLHVNYwBCV/s1600/ombrelloni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCB0ggnBFcI1MjBdi-H7AfoR76gOC_Pp3kTq-K1ZqrKP3XrXuqPkHTYtW9Y5zNU_Ig9FuVgUXjEflNi5H6BlwWC-8u6VhYeKwjsA8rrckdr6B9vuTS0lKGmudNCam0vJ1nZ-DLHVNYwBCV/s400/ombrelloni.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<b>Anche quest'anno l'estate sta lentamente volgendo al termine...</b><br />
Perché ho scelto di scrivere questo post? Semplice, volevo condividere con voi alcune riflessioni che ho avuto modo di fare durante queste vacanze.<br />
<br />
Sono sicuro che molti di voi già sapranno l'enorme impatto ambientale che ha questo tipo di turismo. Insomma degli Homo sapiens sapiens arrivano, ripuliscono le spiagge da qualsiasi cosa e poi ci costruiscono i loro alberghi, con tutto ciò che questo comporta. La gente maleducata che lascia rifiuti ovunque, le operazioni di dragatura dei fondali, bambini che torturano granchi e altri animaletti mettendoli nei secchi ecc ecc...<br />
<br />
Ma sono certo che meno persone sapranno di quale insidia si nasconde sotto i raggi del sole. No, non sto parlando delle scottature derivanti dall'esposizione solare... tutt'altro!<br />
Sto parlando di loro: <b>le creme solari</b>.<br />
<br />
Ebbene sì! <u>Le creme solari <b>inquinano</b></u>! Per alcuni sono certo che questa è una novità, per altri magari la cosa è abbastanza ovvia... però andiamo a vedere insieme perché!<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
Per rendere meglio l'idea voglio raccontarvi un aneddoto:<br />
<b>A chi non è capitato di spalmarsi la crema solare per poi starsene al sole a cuocere per un po'?</b> Ad un certo punto il caldo è insopportabile e vi viene voglia di un bel bagno.<br />
E' una scena comunissima per chi ha avuto modo di starsene per un po' su una spiaggia. Per assurdo mi è capitato persino di vedere persone che, subito dopo essersi spalmati la crema, si tuffavano subito in acqua.<br />
Premesso che la cosa non ha molto senso, perché se ti tuffi in acqua che te la metti a fare la crema?... Cioè è come non averla messa perché si lava via tutta.<br />
Però va beh, veniamo all'aneddoto.<br />
Un giorno mentre mi trovavo a riva con l'acqua che mi arrivava al ginocchio, ci ho messo le mani dentro per giocare a schizzarci con il nipotino. La sensazione che ho avvertito sulle mani mi ha lasciato perplesso.<br />
Anche se l'acqua a prima vista sembrava limpida e pulita, sulla pelle lasciava una fastidiosa sensazione di.... unto.<br />
Notai che ci trovavamo a poca distanza da una strana chiazza oleosa che galleggiava in superficie, riflettendo i raggi del sole.<br />
Disgustato e sgomento chiesi a mio fratello se fosse normale una cosa simile e a cosa fosse dovuta quella chiazza.<br />
Lui con tutta tranquillità mi disse che era per via della crema solare. Ebbene rimasi scioccato dalla rivelazione, <b>effettivamente non ci avevo mai pensato</b>! <b>Eppure come ho potuto non farlo?</b><br />
Mi sentii come svenire... il solo pensiero di tutte quelle persone in acqua, con la crema addosso. Che cosa terribile!! Come può la gente non curarsene? E poi come si fa a fare il bagno in mezzo a quello schifo?<br />
<br />
Se ancora non vi è chiaro il perché la crema solare inquina, vi consiglio di andare a leggervi gli <b>ingredienti che compongono una qualsiasi crema solare</b> (anche di quelle considerate "eco-compatibili").<br />
E' quello che ho fatto subito dopo essere uscito dall'acqua, ho preso in mano la bottiglietta e son andato a leggermi tutti gli ingredienti.<br />
La cosa spaventosa è che se avete un minimo di conoscenza di chimica la cosa di cui vi renderete subito conto è che la maggior parte dei composti di cui è fatta deriva dal <b>petrolio</b>. Ma anche se non ci capite nulla di chimica è facilmente intuibile dai nomi che hanno, eccone alcuni: (non sono presenti tutti insieme ma variano da crema a crema)<br />
<br />
<ul>
<li><i>Benzophenone-3;</i></li>
<li><i>Oxybenzone;</i></li>
<li><i>Ethylhexyl Triazone;</i></li>
<li><i>Diethylhexyl Butamido Triazone;</i></li>
<li><i>Octyldimethyl-PABA (OD-PABA);</i></li>
<li><i>Butyl Methoxydibenzoylmethane;</i></li>
<li><i>Ethylhexyl Salycilate;</i></li>
<li><i>4-Methylbenzyliden Camphor;</i></li>
<li><i>Petrolatum;</i></li>
<li><i>Paraffinum liquidum;</i></li>
<li><i>Vaseline;</i></li>
</ul>
<br />
E in certe creme c'è persino l'<b>Olio minerale</b>, sì... avete capito bene! quello che può essere smaltito solo in impianti appositi, perché altamente inquinante.<br />
Senza contare che alcuni studi hanno già dimostrato la tossicità di questi composti per la pelle, gli ultimi e in particolare l'<b>Oxybenzone,</b> sono <b>cancerogeni!</b> <a href="http://www.piuvivi.com/salute/creme-solari-attenzione-agli-ingredienti-dannosi.html" target="_blank">(fonte)</a><br />
<br />
<b>Ora capite perché le creme solari inquinano?</b> Immaginate migliaia e migliaia di persone che, tutti gli anni, sulle coste di tutto il mondo, si gettano in mare con la crema ancora addosso. E' una cosa terribile solo a pensarci!<br />
<b>Probabilmente l'equivalente di una petroliera che versa in mare il suo intero carico! </b>Se non di più!<br />
Senza contare i danni che queste sostanze hanno sugli animali marini, come granchi e meduse (ora capisco perché se ne trovano così tanti morti sulla spiaggia alla mattina presto) e i danni che, a quanto pare, causerebbero ai coralli, anche se questi danni sono meno visibili non significa che siano meno gravi!<br />
<br />
Quindi la domanda che mi pongo è:<b> "Che senso ha tutto questo?"</b><br />
Che senso ha esporsi ai pericolosi raggi del sole indossando, come unica protezione, tutti questi composti per lo più tossici e causa anche di allergie per molte persone?<br />
<b>Non rischiamo forse che il rimedio sia più letale del problema che si vuole combattere?</b> Non sarebbe forse meglio evitare di sfoggiare quelle "belle" abbronzature da fotomodelle e non esporsi proprio ai raggi solari, specie nelle ore più calde della giornata?<br />
Insomma, alla fine ci si può abbronzare tranquillamente a casa propria (basta passare più tempo all'aria aperta), senza ricorrere a questi strumenti <b>dannosi</b> sia per noi stessi che per l'ambiente che ci circonda.<br />
<br />
Quindi la prossima volta che andrete al mare tenete ben presente questa cosa: <b>se proprio dovete mettervi la crema, non gettatevi in acqua subito dopo! </b>Non solo rischiate di invalidarne l'effetto... ma tutto il suo contenuto si riverserà in mare, con le conseguenze del caso!<br />
Ma se proprio proprio volete evitare tutto questo... <i>io vi consiglio di non andarci proprio al mare se lo scopo è quello di starsene al sole per abbronzarsi!</i><br />
<span id="copylink" style="background-color: white; color: #666666; font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13px; left: -9999px; line-height: 20px; position: absolute;"><br /><a href="http://www.piuvivi.com/salute/creme-solari-attenzione-agli-ingredienti-dannosi.html" style="color: #01a484; text-decoration: none;">http://www.piuvivi.com/salute/creme-solari-attenzione-agli-ingredienti-dannosi.html</a></span><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><span id="copylink" style="background-color: white; color: #666666; font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13px; left: -9999px; line-height: 20px; position: absolute;"><br /><a href="http://www.piuvivi.com/salute/creme-solari-attenzione-agli-ingredienti-dannosi.html" style="color: #01a484; text-decoration: none;">http://www.piuvivi.com/salute/creme-solari-attenzione-agli-ingredienti-dannosi.html</a></span><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><span id="copylink" style="background-color: white; color: #666666; font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 13px; left: -9999px; line-height: 20px; position: absolute;"></span>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-14968078839634791912016-08-14T22:11:00.001+02:002016-08-14T22:11:27.175+02:00L'uomo non è solo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI4YUJ-CubF8pdlCBnZRFgfJWQXpTTuQiE9iaJ_VJ1DO0O5LjkGaqmR2g8nOidneev_chzLj7spx793AdqBYmcIDV5J8WrAmWGvFkcGjnDieRqbT_mcnZWWMPDWw44KX8xCXyxCS3W2fW7/s1600/Viale-XX-Settembre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI4YUJ-CubF8pdlCBnZRFgfJWQXpTTuQiE9iaJ_VJ1DO0O5LjkGaqmR2g8nOidneev_chzLj7spx793AdqBYmcIDV5J8WrAmWGvFkcGjnDieRqbT_mcnZWWMPDWw44KX8xCXyxCS3W2fW7/s400/Viale-XX-Settembre.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Questa cosa vorrei fosse chiara al mondo intero: <b><u>l’uomo non è solo!</u></b><br />
Per troppo tempo ci siamo rinchiusi nel nostro ego, quasi come se fossimo noi l’unica e sola realtà esistente. Ma non è così!<br />
<b>Guardatevi attorno! Non sentite il canto degli uccelli? Non percepite il ronzio delle api? Il profumo dei fiori, la delizia dei frutti che portano?</b><br />
Tutto questo <i>NON</i> è per noi, ma è <i>INSIEME</i> a noi. Noi facciamo parte di tutto questo e qualcuno o qualcosa ha voluto che fosse così.<br />
<b>Molti chiamano quel qualcosa, quel qualcuno, DIO</b>. Anche io lo chiamo così, perché non so come altro chiamarlo: a volte lo chiamo Tutto, altre volte lo chiamo semplicemente “natura”... ma la sostanza non cambia! Chiamatelo pure come volete, non importa. Ma esso esiste ed è in ogni cosa poiché ogni cosa è parte di esso.<br />
<b>Molti uomini hanno smesso di vedere, poiché il loro egoismo li ha resi ciechi </b>ed ora passano la maggior parte della loro esistenza ad inseguire idoli ed illusioni, a tentare in qualche modo di convincersi che possono fare a meno di Dio e delle altre creature; a tentare invano di sconfiggere la morte e la malattia, a voler pretendere di prendere senza dare.<br />
Ma tutto ciò, se ci si pensa bene, è ridicolo ed <i>impedisce in realtà all’uomo di essere ciò che dovrebbe essere</i>, ciò per cui è nato ed esiste.<br />
<a name='more'></a><br />
<b><br /></b>
<b>Ora immaginate di percorrere un lungo viale in una qualsiasi località marittima o città d’arte. Un viale con tanti alberi maestosi che gettano la loro ombra sui passanti.</b> Ebbene riflettete: quante persone sono realmente consapevoli dell’importanza degli alberi che li sovrastano? Quante persone si fermano ad ammirare la chioma degli alberi, con i loro possenti rami che si allargano come in un abbraccio? Davvero pochi lo fanno, se non addirittura nessuno. Nessuno più ci pensa.<br />
Molti vedono gli alberi quasi come fossero dei semplici complementi di arredo, come degli oggetti privi di vita propria e con una loro funzione, che sia estetica o meno. Per questo nessuno ci fa più caso. L’attenzione di tutti è monopolizzata dalle vetrine dei negozi e dei locali, con le loro luci scintillanti e le mille promesse di benessere e soddisfazione di bisogni che sono in realtà inesistenti.<br />
<br />
<b>La stessa identica cosa accade con Dio:</b> a volte siamo talmente tanto presi dalle nostre cose, dai nostri rituali esteriori, che non ci accorgiamo del fatto che non siamo soli. Noi pensiamo di esserlo, perché la nostra attenzione è focalizzata su tante cose che ci impediscono di vedere, di sentire.<br />
<b>A volte basterebbe soltanto distogliere lo sguardo da queste luci artificiali per alzarlo verso il cielo:</b> allora ci accorgeremmo che siamo parte di un qualcosa di<i> grande, di indefinibile, di meraviglioso</i>. Allora ci accorgeremmo che <i>non siamo soli in questo magnifico viaggio</i>: le altre creature condividono il nostro stesso viaggio e c’è anche lui, Dio, il Tutto quella forza misteriosa che fin dal principio vive con l’universo, che è in ogni cosa... persino in quell’albero che si staglia sopra le nostre teste.<br />
<br />
Prima prenderemo atto di questo e prima potremo compiere ciò per cui siamo nati.Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-91807970291292071622016-07-17T22:32:00.000+02:002016-07-17T22:32:26.472+02:00Lo scopo della vita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5b_13bam49S6T6NRwcCvYOVfySbrQnEsvLrwgl_mOVWqItVc1hLg_6XZZfTjmZVaEb86gJtv5QG3Ig_Y0QPtjikVRQyx9LcynU2N-WYCuRgE3hclMLsTam8AvXOD5qoSobOxkSaYNVfD0/s1600/975.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5b_13bam49S6T6NRwcCvYOVfySbrQnEsvLrwgl_mOVWqItVc1hLg_6XZZfTjmZVaEb86gJtv5QG3Ig_Y0QPtjikVRQyx9LcynU2N-WYCuRgE3hclMLsTam8AvXOD5qoSobOxkSaYNVfD0/s640/975.jpg" width="640" /></a></div>
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<b>Che cos'è la vita? Qual'è il suo scopo?</b><br />
Alcune persone dicono che la vita non ha uno scopo, o almeno che la vita ha lo scopo che noi gli diamo. Altri dicono che semplicemente lo scopo della vita è perpetuare sé stessa.<br />
A volte sembra davvero che sia così, che tutto sia solo il frutto di un caso, di una fatalità... sembra che tutto corra in un unica direzione, senza motivo alcuno, all'infuori di quello che noi gli attribuiamo.<br />
A volte sembra che tutto sia destinato a dissolversi, rendendo vano il semplice vivere, o addirittura l'esistenza della vita stessa.<br />
<br />
Eppure c'è qualcosa dietro a tutto questo. Io l'ho sentito, l'ho vissuto. Deve esserci dell'altro, non può essere tutto qui!<br />
Non so esattamente cosa sia, ma sento che ciò è reale. <i>A volte è come aver vissuto un intera esistenza senza aver mai vissuto davvero</i>.<br />
<b>Che cosa rende la vita viva? Che cosa gli impedisce di autodistruggersi?</b> Perché se vivere significa soltanto adempiere ai propri bisogni e inseguire i propri capricci... ciò non è forse quello che abbiamo fatto fin ora? <b>Eppure non siamo felici, non ci sentiamo vivi.</b><br />
<b><br /></b>
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
<b>Credo che la risposta a tutte queste domande io l'abbia trovata circa tre anni fa.</b><br />
Non so ancora con certezza cosa sia davvero la vita e quale sia il suo scopo... però ciò che so, ciò che ho sentito, è che <b>l'Amore è ciò che muove l'Universo</b>.<br />
E' quella cosa che rende tutto più speciale ai nostri occhi.<br />
E' quella cosa che ci fa sentire vivi, che ci fa sentire a casa, anche se siamo a chilometri di distanza da essa; forse perché la nostra casa è in ogni dove, tutto attorno a noi.<br />
E' quella cosa che ci spinge a lottare per ciò che sentiamo, per ciò che amiamo.<br />
Quella cosa che ci fa sentire tutti come se fossimo parte di una grande rete, come se tutto fosse collegato. Come se non esistesse un "Io" e un "Tu", ma un "Noi", un “Tutto”.<br />
<br />
<b>Io l’ho sperimentato</b>, tre anni fa. Ad oggi ancora lo sperimento, ma esso non è che un tiepido riflesso di ciò che è stato un tempo.<br />
Quando me ne stavo nel mio piccolo orticello di pochi metri quadri, osservando con meraviglia e stupore ogni singola cosa che mi circondava, fu allora che la vita mi si manifestò in tutto il suo splendore.<br />
A quel tempo sapevo che sarebbe bastato assecondare il naturale corso delle cose per creare una piccola oasi di vita in mezzo ad un deserto sempre più incalzante, fatto di asfalto e cemento.<br />
Ogni singola foglia che muovevo, ogni singola cosa che toccavo... pullulava di vita. Non avevo mai visto una cosa del genere in tutta la mia esistenza. Nemmeno camminando per boschi si potevano osservare così tante specie viventi condensate in qualche metro quadro. Un turbinio di vita, una ricca oasi nel nulla.<br />
Se si apriva il proprio cuore si poteva sentire l’Amore pervadere ogni cosa. E per quell’Amore io vivevo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLR12QLWwZtscf5Sq6isZXy-YWRBeZn69AxiVRA0jINm45a5KIhI7pYfgTC4OjohbZ2CGAgmXI1isj9nuHWg1aGbnOyW-_BtcoxWupZavfn_AnXNJnUW__tZgvJURursidprBRw7yt6K2U/s1600/cerambice+e+vespa+vasaia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLR12QLWwZtscf5Sq6isZXy-YWRBeZn69AxiVRA0jINm45a5KIhI7pYfgTC4OjohbZ2CGAgmXI1isj9nuHWg1aGbnOyW-_BtcoxWupZavfn_AnXNJnUW__tZgvJURursidprBRw7yt6K2U/s320/cerambice+e+vespa+vasaia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<b>Ogni singola azione che svolgevo, non la compievo per me stesso, ma per ogni cosa che mi circondava.</b> Quando seminavo le carote sapevo già che una parte l’avrei mangiata io, e l’altra sarebbe stata divorata dagli insetti o l’avrei lasciata andare a fiore, per tutti gli insetti che si nutrivano del tuo nettare, affinché anche loro potessero mangiare. Quando piantavo un albero, non pensavo al vantaggio che ne avrei tratto, ma pensavo all’ombra che avrebbe proiettato una volta adulto ed al riparo che avrebbe offerto agli uccelli del cielo.<br />
<br />
Fu un esperimento molto interessante, il mio obbiettivo era quello di produrre cibo senza danneggiare l’ambiente circostante. Ma ciò che ho appreso invece da questa esperienza è che <b>l’uomo non può vivere di solo pane</b><i>, non può vivere senza l’Amore, quello vero, quello verso il Tutto</i>. Ho appreso in questi anni che <i>non si può pensare solo a sé stessi senza distruggere ciò che ci circonda</i>.<br />
La produzione di cibo era molto scarsa rispetto ad un orto trattato con metodi tradizionali, però quella fitta giungla di vegetazione apparentemente disordinata aveva al suo interno un potenziale vitale enorme.<br />
Lì la vita mi si manifestò per la prima volta.<br />
<br />
Fu lì che capii e sperimentai sulla mia pelle il fatto che <b>l’uomo ha un grande potenziale</b>: l’uomo può fare grandi cose, ma tutto ciò che fa non è nulla se non vi è l’Amore in ciò che fa. L’uomo può portare la vita laddove prima c’era miseria e carestia, l’uomo può divenire a tutti gli effetti co-creatore della realtà a vantaggio di tutti gli altri viventi, e quindi indirettamente anche di sé stesso.<br />
Un potere enorme, che richiede enormi responsabilità. Ma l’uomo non è più responsabile, egli è cieco e sordo. L’antropocentrismo lo ha reso tale. Un demone che ci perseguita fin dalla notte dei tempi.<br />
L’uomo ha perso l’Amore, ha perso la luce del faro che lo guidava. Con esso egli ha perso anche il suo scopo, qualunque esso sia davvero.<br />
<br />
Ma sicuramente ve n’è uno. Ogni cosa ha uno scopo. <b>E ciò che non ha uno scopo prima o poi cessa di esistere.</b>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-52725177526972678922016-06-18T23:49:00.003+02:002016-06-18T23:49:15.524+02:00La strage silenziosa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ0_bDWT4bYlXbdacxl4PdQjzRQRHIWXl1IsIoXDFfmjB2hb9txbMZ9PDgsdz_oXdNpaPbivfaRlXjx-45bP5EJcJAZE-t2JmtuclnvekRAMJR0ufcCEUrCwgeIGcYPTvFeS5y6HAaGlZa/s1600/162604557.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ0_bDWT4bYlXbdacxl4PdQjzRQRHIWXl1IsIoXDFfmjB2hb9txbMZ9PDgsdz_oXdNpaPbivfaRlXjx-45bP5EJcJAZE-t2JmtuclnvekRAMJR0ufcCEUrCwgeIGcYPTvFeS5y6HAaGlZa/s400/162604557.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Da qualche tempo mi capita di viaggiare spesso per lavoro. Grazie a questo mi sto rendendo conto di una realtà che forse prima sottovalutavo o ignoravo del tutto.<br />
A volte resto davvero impressionato dalla quantità spropositata di animali che trovo morti sulla strada, giusto l'altra settimana ne ho contati come minimo una decina sui tratti di strada che percorro abitualmente. E questo non è niente, perché ne sto trovando parecchi da quando viaggio così spesso su strada.<br />
In totale in una settimana credo di aver contato due ricci, un paio di merli, un piccione, una faina, un gatto, diversi roditori e qualche talpa.<br />
Una volta mi capitò di vedere addirittura tre animali spiaccicati sulla strada nello stesso giorno a distanza di pochi chilometri.<br />
<br />
Ogni volta resto sconcertato e non posso fare a meno di riflettere su questo aspetto.<br />
In questo blog ho parlato altre volte di diverse stragi e scempi compiute nei confronti degli animali, ma credo che nulla possa essere lontanamente paragonato ai numeri delle morti su strada.<br />
Secondo alcune stime ogni anno in Italia morirebbero tra i <b>10 e i 100 milioni</b> di animali a causa di incidenti stradali. Non so quanto questi dati possano essere realistici (non viene citata la fonte), però comunque sia mi sembra un numero plausibile visto il numero ingente di ritrovamenti soltanto sul tratto di strada che percorro io di solito.<br />
Di sicuro è difficile compiere una stima precisa e accurata, anche perché non tutti i casi sono segnalati.<br />
Ma che importa comunque dei numeri... in ogni caso le morti sono molte. Troppe oserei dire.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Fortunatamente a me non è mai capitato di investire un animale, però sicuramente ci sono state diverse occasioni in cui ci sono andato molto vicino. Specialmente con merli e colombi, che hanno la naturale abitudine di compiere dei voli in planata a bassa quota da una recinzione all'altra o da un albero all'altro della strada, probabilmente per passare inosservati e non attirare l'attenzione dei predatori.<br />
Comunque sia è abbastanza difficile prevedere quando un animale ci attraversa la strada, specie se lo fa improvvisamente senza dare alcun segnale della sua presenza.<br />
Spero che non mi accada mai, anche se guardando alle statistiche è solo questione di tempo.<br />
<br />
Ma sicuramente tutto ciò non è solo una questione di fortuna e di statistiche, o di un crudele gioco del fato.<br />
<b>Effettivamente c'è qualcosa che si può fare per contenere questo genocidio in piena regola.</b><br />
La maggior parte degli animali da me avvistati è caduta vittima della strada in punti ben precisi, e per motivi ben precisi probabilmente.<br />
Buona parte delle uccisioni si verifica probabilmente sui tratti di strada più frequentati e trafficati e dall'ora dei miei ritrovamenti si può concludere che la maggior parte degli animali venga investita durante la notte, o comunque nelle prime ore dell'alba, quando certi animali sono più attivi.<br />
<b>Molti animali restano abbagliati ed accecati dai fari delle auto</b>, anche per questo non riescono a scansarsi in tempo. Molti animali non sono nemmeno consapevoli del pericolo che rappresenti un auto in corsa.<br />
Vengono investiti soprattutto la notte, anche perché di notte le strade sono meno trafficate e questo spinge le persone ad andare molto più veloci, magari approfittandone del fatto che la strada è sgombra.<br />
Non contiamo poi la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o in stato d'ebrezza.... perché qui il discorso si farebbe lungo.<br />
<br />
In ogni caso, ciò a cui dovremmo porre maggiore attenzione è <b>la velocità a cui andiamo</b>. Più andiamo veloci e più sarà difficile fermarsi o reagire in tempo se un animale ci attraversa la strada.<br />
Dobbiamo stare attenti anche ai luoghi di maggior passaggio degli animali, in una <b>strada di campagna</b> o vicino ad un <b>bosco</b> avremo più probabilità che ci attraversi un animale. Anche se ormai gli animali attraversano un po' ovunque, ed è possibile avvistarli anche nelle città e nei paesi, soprattutto gli animali domestici.<br />
Certi propongono di realizzare sottopassaggi o passaggi rialzati per gli animali selvatici, ma quanto questo sarà fattibile realmente? Sono comunque opere che richiedono un ingente consumo di energie e risorse e poi sono opere che non possono essere realizzate ovunque.<br />
<br />
Ecco, forse un po' di attenzione in più alla guida salverebbe molte vite... anche se <b>è davvero difficile restare sempre vigili al 100% durante la guida</b>. Dopotutto siamo umani e non si può pretendere che agiamo come macchine. Ed è anche per questo che succedono gli incidenti che spesso coinvolgono anche vite umane.<br />
Lo stress a cui l'uomo è sottoposto durante la guida non è naturale, è un qualcosa di estraneo alla nostra natura. Ed è scontato quindi che poi ne paghiamo le conseguenze. Che gli animali poi ne paghino le conseguenze.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhQse2zkjfmBHq_4RLkjxpGfIyjVpsr_htRalLBiwtZRw8jDxs-kDr7HeEnl8INMKnjR1Jlpa-Z6WsDj27VC6h21yIOmzQaJreHvRGjEbjRZuFSXm3CYOdscpgqjtRcfRqR0Cti6apbCF1/s1600/dogloyalty01-300x143.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhQse2zkjfmBHq_4RLkjxpGfIyjVpsr_htRalLBiwtZRw8jDxs-kDr7HeEnl8INMKnjR1Jlpa-Z6WsDj27VC6h21yIOmzQaJreHvRGjEbjRZuFSXm3CYOdscpgqjtRcfRqR0Cti6apbCF1/s1600/dogloyalty01-300x143.jpg" /></a></div>
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<br />
Però ecco, questo fatto secondo me ci obbliga (o almeno dovrebbe obbligarci) a fare una riflessione su quanto sia stramba la nostra epoca. Su quanto ci siamo dati da fare nei secoli scorsi per creare una società sempre più veloce ed efficiente, sempre più tecnologica.<br />
Ci diamo tanto da fare per sconfiggere malattie e allungarci la vita... e poi moriamo per un banale incidente stradale!<br />
Abbiamo progettato la nostra tecnologia solo e soltanto per ottenerne un vantaggio personale, senza pensare minimamente alle conseguenze che questo avrebbe avuto sull'ambiente che ci circonda.<br />
<i>Abbiamo attraversato le foreste creando fratture fatte di fiumi di asfalto, violentato le campagne costruendo grandi opere e grandi strade, in grado di farci correre sempre più veloce. Ma per andare dove? Dove stiamo andando davvero? Dove vanno tutte quelle macchine ogni mattina? Perché hanno fretta?</i><br />
La risposta sembrerebbe semplice e scontata: vanno al lavoro, vanno dove i loro impegni li portano. Però non è questa la risposta che dovremmo cercare. La risposta che dovremmo cercare è molto più profonda.<br />
<br />
Alla fine, <b>che senso ha tutto questo</b>? Come abbiamo fatto a ridurci così? <b>Ad una totale indifferenza verso ciò che ci circonda?</b><br />
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-3166270899152931672016-06-10T22:59:00.002+02:002016-06-10T23:12:33.450+02:00La ricerca del paradiso non è un sogno romantico.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYN80sPjk_6W4AFLM9gZsKIKF1l00gio3jTVNrBmLXqohtmKjIURixcLxzF9rZriMuriF6USsq7QHd9K88VIoNVjXnZzXC4NDfmHC7mtkMWv6W3y3SVCZWKF5jvp7eUd-S6HQpUvsW3ARC/s1600/occhioecosmo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYN80sPjk_6W4AFLM9gZsKIKF1l00gio3jTVNrBmLXqohtmKjIURixcLxzF9rZriMuriF6USsq7QHd9K88VIoNVjXnZzXC4NDfmHC7mtkMWv6W3y3SVCZWKF5jvp7eUd-S6HQpUvsW3ARC/s400/occhioecosmo.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
A volte mi è capitato di ricevere delle critiche riguardo agli argomenti trattati in questo blog.<br />
Secondo alcune persone ciò che scrivo è intriso di emotività, ciò che c'è scritto qui è roba da sognatori romantici. Un qualcosa di utopico e irrealizzabile, lontano dalla realtà.<br />
Forse in parte hanno ragione.<br />
Forse inizialmente mi sono illuso credendo che sarebbe bastato aprire un blog per cambiare il mondo, per cambiare il modo di pensare delle persone.<br />
Sono sempre stato un sognatore, un idealista, una di quelle persone con la testa sempre fra le nuvole. Una di quelle persone che ha sempre pensato che le cose potessero migliorare, che ci ha creduto anche, a volte.<br />
<br />
Ma se mi descrivessi semplicemente così, non renderei affatto giustizia al mio essere.<br />
Io non sono solo questo. Nonostante tutto nella mia vita ho sempre cercato di coniugare fra loro queste due cose apparentemente opposte ed inconciliabili: il pragmatismo con l'idealismo.<br />
Mi piace descrivermi come una persona con la testa fra le nuvole, sì, ma mi ritengo anche una persona che fa e ha sempre fatto di tutto per mantenere i piedi ben saldi a terra.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
E credo che questo blog ne sia la dimostrazione lampante.<br />
Questo naturalmente non lo dico per mancanza di umiltà o per superbia.<br />
Non si può negare che qui in questo blog sia racchiuso tutto ciò in cui io credo, tutto ciò in cui io spero, tutto ciò che io ho visto nelle mie visioni e che mi è stato concesso di vedere, per quanto folle tutto ciò possa sembrare.<br />
Però egualmente non si può negare che in ogni mio singolo post sia racchiuso un messaggio, un messaggio messo lì appositamente per tutti coloro che sono in grado di capire, di ascoltare. Per coloro che ancora ne sono capaci. Per coloro che ancora sanno vedere oltre le parole, oltre i numeri, oltre i preconcetti.<br />
In ogni mio singolo post c'è della Verità, Verità che io ho voluto condividere con voi tutti. Verità che può cambiare radicalmente la vita a coloro che hanno orecchi per ascoltare ed intendere.<br />
Ma la Verità non è mia, essa non mi appartiene. Essa non può appartenere a nessuno. Non possiamo possederla nella sua selvaggia e indomabile pienezza e bellezza.<br />
Nessuno può, perché paradossalmente essa è ovunque. Ce l'abbiamo tutti sotto il naso. L'unica cosa che possiamo fare è aprire gli occhi ed accettarla, ricercarla con tutto noi stessi, se necessario.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNMgRfAtxy1ju497nZtg7cPYhp4FPd52QgFBOC87Eer06Q8iwiQTTMC9dCNyNzc4TPF3dKdoi9A1VBJzmC8eSr8iXHcOCTkTam0f1t29qpmiVjI5VjJ5ENh4WbqeTzpEuXdkgWSP1k44a/s1600/BpbplO9CIAArTt1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNMgRfAtxy1ju497nZtg7cPYhp4FPd52QgFBOC87Eer06Q8iwiQTTMC9dCNyNzc4TPF3dKdoi9A1VBJzmC8eSr8iXHcOCTkTam0f1t29qpmiVjI5VjJ5ENh4WbqeTzpEuXdkgWSP1k44a/s400/BpbplO9CIAArTt1.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
Accettare e constatare che vi è altro oltre a ciò che vediamo, accettare il fatto che l'essere umano non è il padrone dell'universo, pur avendo egli un grande potere e potenziale.<br />
Accettare che la vita è ovunque, che ogni cosa che ci circonda è piena di vita e che quindi ogni singola forma di vita merita rispetto e riconoscenza.<br />
Accettare che, per quanto non ci faccia piacere, la morte è parte della vita. Che non vi può essere gioia senza dolore, che non vi può essere consapevolezza senza aver sperimentato su di sé la verità e la sofferenza che ne deriva.<br />
Accettare il fatto che l'uomo si è allontanato dalla fonte di ogni verità e sensatezza... il nome con cui noi chiamiamo questa fonte poco importa. Ma essa esiste. Io l'ho sentito, l'ho percepito, l'ho vissuto anche se per breve tempo. E se ci sono riuscito io sono sicuro che ciò può essere avvertito anche dagli altri.<br />
Accettare questo significa anche accettare che un mondo migliore è possibile, se solo l'essere umano aprisse gli occhi e si destasse da questo sonno senza fine...<br />
Ma l'essere umano è divenuto cieco. Cieco e sordo al richiamo della sorgente, della matrice di tutto.<br />
<br />
<br />
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<a href="http://www.gigarte.com/berardino/image/opere-40/gigarte_opera_58893/default.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.gigarte.com/berardino/image/opere-40/gigarte_opera_58893/default.jpg" height="198" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
No, miei cari amici e lettori,<b> il paradiso non è un sogno romantico</b>.<br />
L'Eden non è quel luogo fiabesco descritto nella Bibbia, non è quel luogo fuori dalla realtà.<br />
Non è quello delle fantasie dei Testimoni di Geova & Co. e delle altre sette cristiane od ebraiche, o musulmane.<br />
Quel luogo non contempla affatto l'assenza della morte, della malattia... un felice e spensierato parco giochi, in cui ciò che conta sono i nostri desideri e i nostri capricci.<br />
Il paradiso non è nemmeno un luogo fisico od ultraterreno. Il paradiso è già fra noi, è qui sulla Terra e ovunque nell'Universo.<br />
Il Paradiso è un Tutto. Noi possiamo farne parte nella misura in cui accettiamo la sua presenza.<br />
Il Paradiso è Amore... ma non quel semplice e patetico amore umano. Un amore profondo, che abbraccia tutto il cosmo.<br />
Il Paradiso è qui, ed ora.<br />
Ma esso è offuscato, una nebbia lo ricopre e lo nasconde alla nostra vista. E' la nebbia dell'antropocentrismo. La nebbia dei nostri demoni interiori.<br />
Per questo è necessario andare alla ricerca del paradiso perduto. Dobbiamo dissolvere questa nebbia, dobbiamo accettare che esiste un qualcosa più grande di noi, a cui dobbiamo rispetto e gratitudine.<br />
Dobbiamo farlo perché questo è L'UNICO modo per essere davvero felici, per tornare ad essere di nuovo noi stessi.<br />
Dobbiamo abbandonare la strada che i nostri antenati hanno intrapreso, dobbiamo ritornare indietro per comprendere e riflettere sui nostri errori, dobbiamo guardare avanti per percorrere nuove strade, mai percorse fin ora.<br />
Un sapere antico, carico di una nuova consapevolezza. Di questo abbiamo bisogno, ora più che mai.<br />
<br />
Come può quindi tutto questo essere il frutto di semplici ragionamenti emotivi? Come può questa ricerca essere definita "un sogno romantico"?! Come può tutto questo essere definito "follia"?<br />
Ma non capite che siamo tutti quanti ingabbiati in un sistema, prigionieri di un mondo che non ci appartiene?<br />
Quello che mi chiedo è: se la gente non ci crede, perché fa di tutto per far desistere anche coloro che invece vogliono crederci?<br />
Ma non capite che il vero mondo è là fuori, ciò che stiamo vivendo è solo un sogno, un illusione?<br />
<br />
La vera follia secondo me è l'ignorare questo messaggio, i veri ragionamenti emotivi sono quelli che rinnegano e rifiutano questa Verità.<br />
Il vero sogno romantico è quello che nasce dell'antropocentrismo, quello che ci fa pensare di poter farla franca e continuare così come abbiamo sempre fatto.<br />
<br />
<br />
A volte penso che il mondo non sia ancora pronto per ciò che ho visto, per ciò che mi è stato rivelato. A volte mi chiedo se lo sarà mai... e quanto ancora dovrà passare affinché la gente si renda conto.<br />
Più tempo passo in mezzo alle persone e più mi rendo conto che probabilmente questo tanto bramato risveglio non avverrà mai. Probabilmente è una battaglia persa già in partenza. E' come lottare contro i mulini a vento.<br />
<br />
L'essere umano è vicino ad un baratro, ma invece di rallentare accelera.<br />
Egli è destinato a cadere sotto il peso della propria stupidità, a perire del male che egli stesso ha creato.<br />
<br />
Che cosa posso fare io dunque, oltre a quello che già ho fatto?<br />
Non ho la soluzione, le mie domande continuano a rimanere senza risposta.<br />
Ma questo tuttavia non mi impedisce di continuare a sperare, di continuare a credere che il paradiso esista, e che esso è proprio lì che ci aspetta dietro l'angolo.<br />
Ma quando saremo pronti per tutto questo?<br />
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-32830166455035155032016-04-22T22:10:00.000+02:002016-04-22T22:10:40.195+02:00Come la cerva anela ai corsi d'acqua...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
</div>
<br />
<i>Come la cerva anela</i><br />
<i>ai corsi d'acqua,</i><br />
<i>così l'anima mia anela</i><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggJtI4JiBhQinPQ_d7SkuQDmfMVY86cilWQZiXfjuYUlaydHKBiNOhTkrfPH-Mwxm9OnVlvnofOVuAqpDCZ-md46qa3YpGkH2t3f8SuEVAAIp_H61zXcgTOqbvN9pApPiinwpXveQeQCbf/s1600/tavola-gennaio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggJtI4JiBhQinPQ_d7SkuQDmfMVY86cilWQZiXfjuYUlaydHKBiNOhTkrfPH-Mwxm9OnVlvnofOVuAqpDCZ-md46qa3YpGkH2t3f8SuEVAAIp_H61zXcgTOqbvN9pApPiinwpXveQeQCbf/s400/tavola-gennaio.jpg" width="400" /></a><i>a te, o Dio.</i><br />
<i><br /></i>
<i>L'anima mia ha sete di Dio,</i><br />
<i>del Dio vivente:</i><br />
<i>Quando verrò e vedrò</i><br />
<i>il volto di Dio?</i><br />
<i><br /></i>
<i>Le lacrime sono il mio pane</i><br />
<i>giorno e notte,
</i><br />
<i>mentre mi dicono sempre:</i><br />
<i>"Dov'è il tuo Dio?"
</i><br />
<i><br /></i>
<i>Questo io ricordo</i><br />
<i>e l'anima mia si strugge:</i><br />
<i>avanzavo tra la folla,</i><br />
<i>la precedevo fino alla casa di Dio,</i><br />
<i>fra canti di gioia e di lode</i><br />
<i>di una moltitudine in festa.</i><br />
<i><br /></i>
<i>Perché ti rattristi, anima mia,</i><br />
<i>perché ti agiti in me?</i><br />
<i>Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,</i><br />
<i>lui, salvezza del mio volto e mio Dio.</i><br />
<i><br /></i>
<i>(Salmo 41)</i><br />
<i><br /></i>
<i></i><br />
<a name='more'></a><i><br /></i>
<br />
<b>Perché citare un salmo tratto dalla Bibbia? Chi o cosa è davvero questo Dio, che tanto ha scosso l’anima di persone di tutti i tempi, di tutte le nazioni?</b><br />
<b><br /></b>
Vedete, quel concetto di “Dio” spesso viene frainteso e allora sarebbe più facile liquidare il tutto con un semplice “Dio non esiste, è solo un invenzione della mente umana”. Ma e se ci fosse dell’altro? Perché sminuire un pensiero così profondo, soltanto perché noi non abbiamo lo stesso concetto di “Dio” di chi ha scritto questo salmo?
<br />
<br />
“Come la cerva anela ai corsi d’acqua”, non so voi... ma io credo che questa immagine sia incredibilmente meravigliosa, perfetta per spiegare la sete inspiegabile che spinge alcuni uomini ad andare alla ricerca di un qualcosa che “trascenda” questa realtà, senza però denigrarla completamente, ma anzi, per completarla.
<br />
Questa sete rappresenta in un certo modo la risposta a quel senso di vuoto che accomuna tutti gli uomini. Un vuoto che non può essere riempito semplicemente con cose “umane”, una sete che non può essere saziata con della semplice acqua.
<br />
<br />
<b>Ma perché questa sete? Perché questo vuoto? La risposta è semplice, anche se non è scontata.</b>
<br />
<b><br /></b>
Le nostre parole, le nostre azioni, i nostri pensieri possono allontanarci dalla fonte di tutto. E’ allora che sperimentiamo il vuoto. Ma non si può essere consapevoli del vuoto che attanaglia la nostra anima senza prima sperimentare la pienezza.
<br />
<br />
E la pienezza è Dio. Perché il vero Dio, in qualunque modo lo si voglia chiamare, è il Tutto. E il Tutto è semplicemente tutto ciò che esiste, ed anche oltre. Solo quando ci sentiamo connessi a questa entità possiamo sperimentare la vera pienezza dell’ anima.
<br />
Per questo sperimentiamo questa sete inconscia, perché la nostra anima è programmata per avvertire questa mancanza, è programmata per andare alla ricerca di questa fonte, da cui sgorga eternamente un'acqua in grado di porre fine a questa sete.
<br />
<br />
Questa sete è li apposta, per spronarci ad andare alla ricerca del Tutto.
<br />
<br />
<b>Ma dove si trova il Tutto? Dov’è? Ci ha davvero abbandonati, come teme il protagonista del salmo? O forse siamo noi che lo abbiamo abbandonato e dimenticato?</b>
<br />
<b><br /></b>
Spesso, soprattutto nelle culture monoteiste, si guarda a Dio come all’attore principale di una scena. Dio fa, Dio dice, Dio comanda... Ma in realtà Dio non è tutto ciò. Dio non può essere un attore, poiché esso è semplicemente la scena e ciò che essa contiene. Perché esso è contemporaneamente la scena in cui tutto si svolge e l’ideatore della scena stessa. La sceneggiatura è un qualcosa di passivo, sta lì e non fa nulla. L’ideatore della commedia invece è la mente da cui tutto è nato, ma paradossalmente la mente ideatrice non rientra nella scena e non interagisce attivamente con lo svolgersi della commedia, dopotutto egli non può interpretare da solo l’intera commedia. Ha bisogno di attori.<br />
<br />
E gli attori, quelli siamo tutti noi. Ogni singolo essere vivente dotato di un intelligenza (conscia o inconscia) abbastanza sviluppata da permettergli di entrare in connessione con la fonte. Ora, gli attori possono seguire il copione e attenersi al progetto dell’ideatore o possono fare a meno dello stesso, elaborando loro stessi una commedia per conto proprio.
<br />
<br />
Ma solo se c’è una connessione diretta fra ideatore e attori si può avere una perfetta sintonia, sintonia che genera un’opera armoniosa. Se gli attori ignorano ciò che l’ideatore aveva in programma (perché non si fidano o perché ritengono di poter fare di meglio) inevitabilmente finiranno per interpretare ciascuno una commedia diversa, a proprio piacimento. Ma questa non è armonia, questa non è pienezza. <b>Questo è Caos.</b><br />
<b><br /></b>
Stessa cosa dicasi per un orchestra. Per generare una musica armoniosa è necessario che i suonatori seguano correttamente le istruzioni del maestro d’orchestra. Altrimenti ciò che ne viene fuori è un sonoro baccano, disordinato e assolutamente inutile e controproducente.
<br />
<br />
E’ anche per questo motivo dunque che avvertiamo questa sete. <b>Sentiamo un gran bisogno di far parte di questa immensa orchestra</b>, perché dentro di noi è stata impiantata questa “istruzione”. Perché sappiamo inconsciamente che senza questa fonte non può esservi altro che il Nulla. Più ci allontaniamo da questa fonte e più la nostra anima avverte il vuoto.
<br />
Ma buona parte degli esseri umani ha smesso di ascoltare questa voce, ha smesso di ascoltare il grido che proviene dal profondo della nostra anima.
<br />
<br />
Per questo la gente dice di non avere più bisogno di Dio, per questo a volte si sopperisce a questa mancanza con altri “Dei”, creati a nostra immagine e somiglianza.
<br />
<br />
Sentiamo un gran bisogno di appartenere a qualcosa di più grande di noi, ma allo stesso tempo neghiamo che vi possa essere un qualcosa di più grande di noi.
<br />
<br />
Abbiamo sete, ma a volte è come se avessimo paura di bere. Per questo viviamo in bilico, vittime di questa tremenda idrofobia spirituale.<br />
<br />
<b>Ma anche il più grande degli alberi, senza acqua muore.</b>
<br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-42199973108976118582016-04-17T23:28:00.001+02:002016-04-18T22:02:48.483+02:00Sii te stesso e rendi gloria al Tutto.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-blW6ar1uUbr2uCeDeEZYVZN3nt0wi9NnO1J_PSld4fcOcV6EXQ73DOUuQOFQI4vRqqYr1MHlkTzAzZg3bwEtpqyT8V0BtuFegCPcRlvMnnDUzwiqd-knqQLam0Iv62dVpTVRKE_tgEFE/s1600/2320.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-blW6ar1uUbr2uCeDeEZYVZN3nt0wi9NnO1J_PSld4fcOcV6EXQ73DOUuQOFQI4vRqqYr1MHlkTzAzZg3bwEtpqyT8V0BtuFegCPcRlvMnnDUzwiqd-knqQLam0Iv62dVpTVRKE_tgEFE/s320/2320.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Quante volte nella nostra vita c'è stato negato il diritto ad essere <i>semplicemente noi stessi.</i><br />
Fin da bambini ci hanno detto che per vivere bene nella nostra società bisogna comportarsi in un certo modo, che per avere successo nella vita bisogna omologarsi<b>.</b><br />
A scuola ci hanno sempre insegnato a fare ciò che fanno tutti gli altri e ci hanno sempre sottoposti tutti alle stesse identiche prove, premiando coloro che seguivano meglio gli ordini o assimilavano meglio i concetti esposti.<br />
Crescendo ci è stato detto che senza un pezzo di carta non si va da nessuna parte, e che per essere assunti e lavorare serve avere delle referenze.<br />
Con la scusa che per guadagnarsi il pane bisogna lavorare, ci hanno imposto la dura legge del mercato e del denaro. Ci hanno costretto a correre anche quando noi forse avremmo preferito camminare.<br />
Ci hanno costretto a lavorare oltre quello che riuscivamo a sopportare, ci hanno detto che chi non rende e non ha successo sul lavoro è uno scansafatiche, un fannullone, un perdigiorno...<br />
Poi, come se non bastasse, ci hanno imposto un matrimonio e il concepimento di un figlio. D'altronde per essere un uomo/una donna completi, queste cose servono, giusto?<br />
<br />
<b>E allora eccoci qui, ancora una volta a soffrire, senza comprenderne davvero il motivo</b>. Sentiamo come se dentro di noi mancasse qualcosa, <i><b>qualcosa di davvero importante</b>.</i><br />
Poi ci guardiamo allo specchio e ci rendiamo conto che effettivamente qualcosa abbiamo tralasciato. <b>Abbiamo tralasciato noi stessi.</b><br />
<br />
<i>Dove diavolo siamo stati per tutto questo tempo? ....</i><br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Dov'è finito quel bambino che giocava spensierato nel cortile davanti casa? Quel bambino a cui piaceva sognare ed immaginare un mondo diverso? Quel bambino a cui piaceva esplorare tutto ciò che lo circondava? Quel bambino che era capace di amore e compassione?<br />
Eppure non è morto, è proprio lì... davanti a te. E' quello riflesso nello specchio.<br />
Ha solo qualche anno in più, magari qualche pelo di troppo, un po' di pancetta, qualche capello grigio.<br />
Forse ha perso anche la capacità di divertirsi e di sognare; magari anche la capacità di gioire per le piccole cose.<br />
Sappiamo infondo che quel bambino in realtà non è mai morto... <b>ma allora che gli è successo?</b><br />
Lo abbiamo soffocato, <b>rilegato in un angolo della nostra anima</b>. Ci hanno insegnato a farlo per tutto questo tempo. E ci sono riusciti bene, a giudicare da quanto siamo cambiati, almeno in apparenza.<br />
<br />
Un cambiamento che non sempre coincide col concetto di "maturità": siamo anche maturati sì, e questo è un bene. <i>Ma siamo sicuri che proprio tutto ciò che è cambiato in noi in realtà sia solo il frutto di una "normale e sana" crescita?</i><br />
<b>No, in verità non lo è</b>. Ci hanno insegnato a mentire a noi stessi e agli altri per avere successo nella vita, ci hanno insegnato a credere ad ogni menzogna... e abbiamo imparato a farlo talmente bene che ora non sappiamo più nemmeno noi chi siamo e cosa vogliamo realmente dalla vita.<br />
<b>Stiamo vivendo una vita che non ci appartiene</b>, perché ci hanno insegnato che così è buono, così è giusto, così si deve fare. <i>Perché così fanno tutti.</i><br />
<b>Ma noi, siamo davvero come "tutti"?</b> O forse c'è qualcos'altro, in noi, che ci rende in qualche modo unici e speciali, degni d'eccezione?<br />
<br />
<b>Sì... sì che c'è.</b><br />
Ci sono i nostri <b>talenti</b>, che non abbiamo ancora imparato ad utilizzare al meglio. Talenti da porre al servizio degli altri e di noi stessi. Talenti da far "fruttare".<br />
C'è il nostro <b>carattere, </b>il nostro modo di essere... che, anche se non lo ammettiamo, ci accompagna ancora da quando eravamo bambini.<br />
Ci sono i nostri <b>interessi</b>, i nostri <b>gusti</b>, le nostre <b>aspirazioni</b>, la nostra <b>vocazione</b>.<br />
C'è la nostra <b>essenza</b>, la nostra anima... soffio divino, scintilla del Tutto che ci rende vivi, unici ed inimitabili.<br />
Essenza che ha un motivo preciso di esistere, una <b>missione</b> da compiere. Uno <b>scopo</b> da adempiere.<br />
<b>Abbiamo un mondo dentro di noi</b>... eppure puntualmente lo <b>nascondiamo</b>, lo mettiamo a tacere, lo <b>rinneghiamo</b> per inseguire un'illusorio concetto di "perfezione". <b>Perché l'obbiettivo di questa società è quello di renderci tutti uguali.</b><br />
<br />
<i>Ci hanno detto che i migliori sono quelli che si dimostrano forti. E allora noi abbiamo cercato in tutti i modi di essere forti. Ma non ci siamo riusciti, perché era nella nostra natura essere deboli.</i><br />
<i>Ci hanno detto che per essere i numeri uno bisogna scalare montagne e attraversare oceani, e noi lo abbiamo fatto. Ma non siamo diventati i numero uno, perché scalare montagne e attraversare oceani non era ciò di cui realmente avevamo bisogno.</i><br />
<i>Ci hanno detto che per risultare attraenti all'altro sesso bisogna essere "fighi", che bisogna vestirsi e comportarsi in un certo modo. Siamo andati e lo abbiamo fatto... ma non ha funzionato come ci avevano detto.</i><br />
<i>Ci hanno detto che per essere delle persone complete e felici bisogna fare un sacco di cose, avere molti amici. Noi siamo andati e le abbiamo fatte tutte. Ma ancora non siamo felici.</i><br />
<i><br /></i>
<b>Passiamo buona parte della nostra vita ad inseguire le vite degli altri.</b> Vorremmo essere come loro, vestire come loro, avere ciò che essi hanno. Ma non ci riusciamo. <b>Perché?</b><br />
<b>Perché semplicemente noi non siamo loro</b>. Non siamo fatti per ciò per cui loro sono fatti. La nostra missione non è la loro missione, il nostro scopo non è il loro scopo. La nostra strada non è la loro strada.<br />
Certo, se ci impegnassimo davvero, potremmo essere o avere qualsiasi cosa noi desideriamo. <i>Ma il <b>desiderio</b> siamo sicuri corrisponda sempre con ciò che <b>ci rende davvero felici</b>?</i><br />
Potremmo desiderare di essere un imprenditore di successo e, impegnandoci con tutto noi stessi, ci riusciremmo probabilmente. Ma se ciò non è nella nostra natura, se ciò non è quello per cui siamo nati.... saremo sempre infelici, senza comprendere il perché.<br />
<br />
Eppure il perché è molto semplice, ma la maggior parte delle persone lo ignora.<br />
<br />
Vedete, uno <b>spazzolino da denti</b> non può pretendere di svolgere il compito di una <b>scopa</b>, <i>perché non ci si lava i denti con una scopa così come non si spazza per terra con uno spazzolino da denti.</i><br />
<i>Un pesce si crederà stupido per tutta la vita, se si giudicherà in base alla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi.</i><br />
<i>Un pinguino non può imparare a volare come un gabbiano, così come un gabbiano non può imparare a nuotare come un pinguino.</i><br />
<br />
Per questo il mio grido ora è e sarà sempre: <b>Sii te stesso!</b><br />
<b>Non hai nulla da perdere nel farlo.</b><br />
Sei qui su questa terra per uno scopo ben preciso, sei qui per fare la tua parte. Non ostacolare la tua natura, non isolarti totalmente da ciò che ti circonda, non ostacolare il richiamo del Tutto... ma <b>seguilo e rendigli gloria!</b><br />
Egli infatti ci chiama in ogni momento della nostra vita, anche se noi spesso non siamo in grado di sentire la sua voce.<br />
Apriamoci all'ascolto ed al silenzio: ogni cosa ci verrà rivelata a suo tempo. <b>Apriamoci al Tutto ed esso ci vestirà con un abito nuovo, l'abito che non siamo mai stati in grado di indossare</b>. Un abito su misura, fatto apposta per noi.<br />
<br />
Un abito che è stato cucito e confezionato da molto tempo, fin dalla nostra nascita. <b>Ora è lì e attende solo di essere indossato.</b><br />
Sta a noi avere il coraggio di farlo. Sta a noi scegliere se adempiere o meno al nostro destino, se accogliere o meno la chiamata.<br />
<br />
Cosa scegliamo dunque? <b>Vogliamo abbracciare il nostro destino, o continuare a vivere una vita che non ci appartiene?</b><br />
La scelta è abbastanza semplice e scontata, ma il difficile è crederci davvero... il difficile è mettere in pratica tutto ciò.<br />
<br />
Ma se abbiamo fede, se crediamo davvero in noi stessi, l'Universo ci verrà in aiuto. Perché non può essere altrimenti.<br />
<b>Siate voi stessi dunque, e apritevi all'Universo. Rendete gloria al Tutto con le vostre vite e potrete dirvi davvero liberi e felici.</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR-T4doIRDxwspQQrYNj-PH2DuLtHhkpe97VUdvmAU1wV_2bd94yPxOdsly7dQc0pvtX7fngUKWefhrOMO-zv1EtSOLrRy2DUJz28jRuC_6qW9bVXkWoFt4UhxLP8v354R6p6WCXNEMmga/s1600/e377ffac.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR-T4doIRDxwspQQrYNj-PH2DuLtHhkpe97VUdvmAU1wV_2bd94yPxOdsly7dQc0pvtX7fngUKWefhrOMO-zv1EtSOLrRy2DUJz28jRuC_6qW9bVXkWoFt4UhxLP8v354R6p6WCXNEMmga/s400/e377ffac.jpg" width="400" /></a></div>
<b><br /></b>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-58377836511808799112016-03-11T22:51:00.002+01:002016-03-11T23:02:51.388+01:00La competizione è positiva e indispensabile?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicIBTVEps9XlXAKLnLJkUZIqikWvYTIdglBL_G9RtY-Ti1diTiaZujaPKL7sfc6Zl1yu81zZqkJzu8lyw9-qltpXH2978DT5iAeYdkaOsT31WGVpyZMSdWiVDmfpwEjjsvj3plbpvP_hux/s1600/concorrenza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicIBTVEps9XlXAKLnLJkUZIqikWvYTIdglBL_G9RtY-Ti1diTiaZujaPKL7sfc6Zl1yu81zZqkJzu8lyw9-qltpXH2978DT5iAeYdkaOsT31WGVpyZMSdWiVDmfpwEjjsvj3plbpvP_hux/s1600/concorrenza.jpg" /></a></div>
<br />
Tempo fa partecipai ad un corso per giovani imprenditori (non chiedetemi cosa ci facessi lì, perché non lo so nemmeno io!) e uno dei concetti fondamentali che fu più volte ribadito fu quello che <b>"la concorrenza è positiva, non è un ostacolo ma una opportunità per migliorarsi"</b>.<br />
<i>Ma è davvero così?</i><br />
<i>La concorrenza è davvero sempre positiva? O sarebbe forse meglio chiedersi: </i><b>"fino a che punto la competizione è positiva?"</b><br />
Secondo la filosofia del non-dualismo, non esiste nulla infatti di maligno o benigno fine a se stesso.<br />
L'ideale sarebbe un equilibrio fra i due estremi, ma possiamo davvero dire che questo equilibrio sia presente nella nostra attuale società?<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Il modello di riferimento è il modello <b>capitalista</b>. I nuovi imprenditori vengono formati secondo questa filosofia.<br />
<b>Nel modello capitalista la competizione diventa il cardine su cui tutto poggia, essa è ciò che ci sprona a lavorare sempre più duro per ottenere risultati (economici) sempre migliori</b>. Il migliore (o, in un contesto economico, quello con più capacità e/o soldi, N.B.) è quello che predomina sull'altro.<br />
Ogni singolo aspetto della nostra cultura e della nostra civiltà è basato su questo concetto.<br />
<b>Fin da bambini ci esortano a dare il meglio di noi</b>, in ogni situazione. <b>A scuola dovevamo essere i più bravi</b>, e venivano premiati soprattutto coloro che dimostravano più attenzione allo studio o una miglior assimilazione dei concetti. Per questo scopo esistono i "voti".<br />
<b>Anche nel tempo libero siamo stati indottrinati secondo la logica della competizione</b>. I giochi che facevamo da bambini avevano lo scopo di esaltare il più veloce nella corsa, il più forte, il più abile. Per non parlare dello sport, che è da sempre stato travisato e inquinato dall'eccesso di competizione. Lo sport spesso diventa per i bambini come un palcoscenico in cui emergere e dimostrare di essere il "migliore" degli altri nel fare una determinata cosa piuttosto che un'altra.<br />
Poi siamo cresciuti e abbiamo fatto il nostro ingresso nel <b>mondo del lavoro</b>... e qui ciò che conta è essere i migliori nel proprio campo, i più preparati, i più referenziati, i più istruiti. Già ottenere un posto di lavoro è un impresa! Per essere assunti dobbiamo dimostrare di saper fare chissà cosa, dobbiamo essere all'altezza e preparati minimo come lo sono gli altri. Dobbiamo essere disposti a "venderci" per ottenere una posizione migliore e di prestigio o uno stipendio più elevato.<br />
Come imprenditori o commercianti, invece, dobbiamo "emergere" e distinguerci dalla "concorrenza". Siamo costretti a partecipare a questa folle corsa verso il successo imprenditoriale, in un contesto in cui tutti desiderano la stessa cosa per sé stessi ma allo stesso tempo sanno che solo il migliore potrà cavarsela.<br />
<b>Allora si è disposti a tutto pur di raggiungere questo obbiettivo</b>. Ci sono persone che si siedono a tavolino per studiare un modo in cui "battere la concorrenza", con manovre e tattiche che magari sì, portano ad un successo. Ma la domanda che bisognerebbe sempre porsi è: <b>A QUALE PREZZO?</b><br />
<b>Stiamo pagando un prezzo enorme a causa di questa scelta.</b> Questi comportamenti ci stanno portando a costruire una società basata solo sulla legge de "il pesce grosso mangia quello più piccolo".<br />
Si premia l'infamia, si premia il bullo, si premia il violento. Si esilia l'empatia, la sensibilità, la compassione.<br />
Così facendo si favorisce un clima in cui solo i più "grossi" possono sopravvivere, sempre a discapito dei più "piccoli" che soccombono uno dietro l'altro.<br />
<b>Ma questo non è altro che un assurdo attentato alla "biodiversità"!</b><br />
<br />
<b>Spesso questi comportamenti vengono in parte giustificati prendendo spunto dal regno naturale</b>. La competizione è giustificata dicendo che essa è alla base di ciò che avviene quotidianamente in Natura. Gli animali infatti competono fra loro, le piante competono fra loro... tutto compete per essere il "meglio" e per sopravvivere; di conseguenza, secondo una logica antropocentrica, l'essere umano è colui che ha vinto in questo "gara" evolutiva.<br />
<br />
<b>Ma quanto tutto ciò corrisponde a verità?</b><br />
<b>Forse poco o addirittura nulla</b>. Questa è solo una visione distorta della realtà; a volte mi chiedo se queste persone si siano mai fermate ad osservare realmente ciò che accade in natura o se, semplicemente, parlano per luoghi comuni o per sentito dire. Vedono in un documentario un leone che sbrana una gazzella e subito pensano: "ecco, così funziona in natura". Ma così si stanno perdendo il resto del film. E' un po' come vedere una scena di un film e pretendere di avere già una visione d'insieme della trama.<br />
<br />
La scienza ci stupisce ogni anno con nuove scoperte che riguardano il modo di relazionarsi degli animali con ciò che li circonda. Ancor più sorprendenti sono quelle ricerche che riguardano il comportamento delle piante.<br />
Ciò che viene fuori da queste ricerche è che <b>la competizione</b> <b>non è poi così diffusa come si crede</b>. La Natura è <b>ANCHE</b> competizione, ma in realtà il fine ultimo della Natura <b>NON E'</b> competere con tutti e tutto.<br />
Anzi, possiamo addirittura osservare che la competizione in realtà è sintomo di un <b>degrado ambientale</b> e <b>causa di un degrado socio-culturale</b>.<br />
<b>Dove c'è abbondanza la competizione si fa scarsa</b>, se non addirittura assente. <b>Dove c'è penuria, la competizione diventa sempre più intensa ed estrema.</b><br />
Dove le condizioni sono ideali la tendenza è quella a instaurare un rapporto di simbiosi, di tolleranza e collaborazione reciproca.<br />
Dove le condizioni sono pessime prevale quasi sempre l'individualismo e la competizione raggiunge il suo punto estremo.<br />
<b>Pensiamo ad una specie animale qualsiasi</b>. Ora poniamola in due ambienti diversi... un <b>deserto</b> e una <b>foresta</b>.<br />
<b>Se mettiamo tale animale in un deserto, il suo istinto lo spingerebbe a fare di tutto pur di sopravvivere</b>. In tale contesto ambientale la socialità diventerebbe un peso e non un punto di forza. Prevarrebbe l'individualismo in quanto è più facile andare alla ricerca di cibo per sfamare sé stessi, piuttosto che condividere tale miseria con gli altri. Questo lo spingerebbe a battersi duramente contro gli individui della sua stessa specie, fino al punto di causarne addirittura la morte.<br />
<b>Ora mettiamo lo stesso individuo in una foresta pluviale, magari immaginiamocela piena di cibo, di frutta di piante, di prede da catturare.</b><br />
E' chiaro che in un tale contesto la socialità sarebbe molto più avvantaggiata, e la competizione sarebbe quasi del tutto inutile. A che scopo competere se c'è cibo in abbondanza per tutti?<br />
Questo accade ad esempio con alcune specie di scimmie, che si nutrono tutte sullo stesso albero. In un clima di abbondanza si diventa tutti molto meno inclini all'aggressività, sicché non è raro vedere specie diverse di scimmie giocare fra loro o spulciarsi a vicenda.<br />
<b>Questo è ciò che avviene davvero in Natura</b>. Né bianco né nero, semplicemente un'infinito arcobaleno di colori!<br />
<br />
In conclusione, per rispondere a questa fatidica domanda, <b>fino a che punto la competizione è davvero positiva?</b><br />
Mi verrebbe da rispondere dicendo che <i>la competizione può assumere un valore positivo solo e soltanto finché questa è <b>costruttiva</b> e porta <b>un reale beneficio a entrambe le parti</b> in competizione. Quando questa non va ad intaccare il naturale manifestarsi di fenomeni come la simbiosi, quando questa non soffoca l'empatia che tutti noi siamo istintivamente portati a provare.</i><br />
Ma questo difficilmente accade nella nostra società. Perché non vi è equilibrio. La competizione ci sta portando soltanto verso l'autodistruzione di tutti i principi umani, in favore di un individualismo totalmente privo di ogni forma di altruismo e/o buonsenso.<br />
<b>L'essere umano inconsapevolmente è entrato addirittura in competizione con la Natura stessa</b>. Ma così esso è e sarà sempre condannato a soffrire. <b>Perché a questo porta la competizione:</b> <b>all'infelicità e alla solitudine dell'anima.</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-24197822440474144382016-01-22T21:36:00.001+01:002016-01-22T21:37:28.849+01:00Schiavi della complessità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjreHAS68rAiUnn82SOTi1yz28otDxWdliI91jVlCogELI3vKcyvXrvvywEP94r1Bz3jdSQdkfEEPz939Mnw0PNywD92vGMy49BsOxpVxCDaF30N13I4n9VANTIpDrOXQSY352hyphenhyphenEP9myuB/s1600/burocrazia.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjreHAS68rAiUnn82SOTi1yz28otDxWdliI91jVlCogELI3vKcyvXrvvywEP94r1Bz3jdSQdkfEEPz939Mnw0PNywD92vGMy49BsOxpVxCDaF30N13I4n9VANTIpDrOXQSY352hyphenhyphenEP9myuB/s400/burocrazia.jpeg" width="400" /></a></div>
<br />
Ormai non faccio che ripeterlo, <b>l'essere umano è schiavo</b>. Schiavo di molte cose, ingabbiato e intrappolato in un labirinto che sembra senza uscita.<br />
Ma vi è una cosa che ci ha reso schiavi più delle altre... <b>è la gabbia della complessità in cui siamo finiti.</b> Gabbia che ci siamo costruiti da soli, generazione dopo generazione. Una gabbia che ha le sue radici ben piantate nell'idea stessa di<i> "società civile"</i>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Fin dalle prime civiltà l'essere umano ha dovuto fare i conti con i problemi più disparati. Problemi che, invece di diminuire come ci si auspicava, aumentavano uno dietro l'altro.<br />
<b>Tentare di risolvere un problema da sempre ha avuto come conseguenza l'insorgerne di altri.</b><br />
L'agricoltura necessitava di braccia per lavorare la terra efficacemente e in tempi brevi, allora ecco che l'essere umano si è riunito in grandi città. Ma questo ha solo creato altri problemi.<br />
Nelle grandi città, in tutto il corso della storia, vi sono sempre stati problemi di carattere igenico/sanitario, problemi legati alla criminalità e problemi di tipo sociale, caratterizzati da incomprensioni e rivalità fra vicini e lontani.<br />
Allora l'essere umano ha tentato di porre rimedio anche a questi problemi: così sono nate le leggi e le norme, la burocrazia, i tribunali e le carceri; così sono nate le religioni con i loro comandamenti; così è nato il governo, così sono nati i governatori, i re e gli imperatori; così sono nate le ingiustizie e le differenze economiche che poi hanno determinato la differenziazione della popolazione in classi sociali.<br />
<b>E così si è continuato a fare, in un circolo vizioso che continua ancora ad oggi</b>. Problema attira problema, chiodo scaccia chiodo. Più problemi si tentava di risolvere e più ne comparivano.<br />
<b>Questo ci ha portati inevitabilmente alla costruzione di un sistema sempre più complesso, perfetto soltanto in apparenza.</b><br />
Tutte le grandi battaglie per i diritti civili, la parità dei sessi, le pari opportunità, i movimenti rivoluzionari degli anni '20, le leggi che tutelano il lavoro... tutte queste cose vengono spesso dipinte come delle <i>"grandi conquiste"</i> introdotte dalla <b>civiltà </b>e dalla democrazia.<br />
<b>Ma la realtà è ben diversa</b>, in realtà tutte queste cose già c'erano ancor prima che l'uomo fondasse le prime civiltà e, a ben pensare, <b>prima della civiltà non c'era davvero bisogno di tutto questo</b>.<br />
Tutti godevano dello stesso rispetto e nessuno veniva davvero discriminato, le donne erano valorizzate e ricoprivano già ruoli importanti quanto gli uomini; mentre i lavoratori non avevano bisogno di essere tutelati, in quanto il lavoro dipendente nemmeno esisteva, ognuno lavorava semplicemente per il benessere collettivo.<br />
Ma se prima tutte queste cose c'erano già, significa che in tutto questo tempo non abbiamo fatto molto di "innovativo" in campo sociale. Tutto questo dimenarsi e agitarsi per cosa, esattamente? <b>Tutto ciò è servito solo a rendere le cose più complesse e difficili di quanto non erano prima.</b><br />
In campo sociale abbiamo più o meno le stesse cose che avevamo prima della civilizzazione, anzi in certi casi abbiamo fin troppo, eppure non siamo felici!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.teengazette.com/wp-content/uploads/2015/08/webhomes-complex-to-simple.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.teengazette.com/wp-content/uploads/2015/08/webhomes-complex-to-simple.jpg" height="223" width="400" /></a></div>
<b><br /></b>
<b>Viviamo in un contesto societario che ci impone una costante ricerca della complessità</b>. Si ricercano pensieri complessi, progetti complessi, vite complesse, emozioni complesse, regolamentazioni complesse, tecnologie complesse... tutto è in funzione del mantenimento di questo stato di complessità.<br />
Più una cosa è complessa e più richiede complessità per il suo corretto funzionamento. Più una cosa è complessa e più necessita di norme sempre più complesse e restrittive, atte al suo controllo. Più una cosa è complessa e più necessita di materia ed energia per il suo mantenimento.<br />
Spesso sentiamo parlare di <b>"Crescita"</b>, ma che cosa rappresenta la crescita se non <b>il passaggio da un sistema semplice ad uno sempre più complesso?</b><br />
<i>Quindi a che pro crescere, se questo alla fine ci rende le cose sempre più difficili; se questo alla fine ci rende schiavi?</i> A sto punto non era meglio rimanere nel nostro brodo fatto di cose semplici e gesti semplici? A sto punto non era meglio campare 30 anni in meno, non pagare l'INPS, non percepire la pensione e godere di quei pochi anni (e della giovinezza) che avevamo a disposizione per fare qualcosa di concreto nella nostra vita, prima di morire naturalmente, come è giusto che sia?<br />
<br />
Facciamo un'altro esempio.<br />
Pensiamo alla tecnologia... fino a qualche tempo fa ad un telefono per funzionare correttamente bastava essere connesso ad una linea fissa.<br />
<b>I moderni telefoni cellulari</b> invece, per quanto comodi siano, <b>sono oggettivamente più complessi</b> rispetto ai primi telefoni. Sono costruiti con materiali complessi, necessari allo svolgimento delle loro funzioni complesse. Hanno bisogno di connettersi ad una cella, e per farlo deve esserci campo; hanno bisogno di una rete wi-fi per scaricare software aggiornato e infine di una presa di corrente ogni tanto per poter ricaricare la batteria. Batteria che non può essere ricaricata all'infinito... senza contare che comunque per essere complessamente "alla moda" bisogna cambiare telefono ogni 1-2 anni.<br />
<b>Questo ha generato nuovi problemi</b>, ad esempio quello del corretto smaltimento a fine vita dell'apparecchio. Molti dei minerali rari che lo compongono non possono essere riciclati e questo è un bel guaio per la nostra attuale situazione globale.<br />
<b>Creare telefoni sempre più complessi per semplificarci la vita ha solo creato nuovi problemi sempre più complessi che ce l'hanno resa (e ce la stanno rendendo) sempre più difficile.</b><br />
Si è creato un circolo vizioso per cui non possiamo più fare a meno delle nuove complessità introdotte. Ad oggi chi di noi tornerebbe indietro? Ben pochi ne avrebbero il coraggio e/o la volontà.<br />
Per questo i post che scrivo su questo blog sembrano utopici o robe da sognatore romantico ai più.<br />
Perché siamo schiavi di questo circolo vizioso. <b>Tornare indietro non è un opzione contemplata; perché è la dipendenza che si è creata, non che la nostra paura di non poter sopravvivere senza ciò che abbiamo ora, a non farcela contemplare</b>. C'è della logica dunque in ciò che sto tentando invano di comunicare da più di 3 anni.<br />
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<b>C'è davvero bisogno di più semplicità</b>. Io adoro le persone semplici, che sanno comunicare pensieri semplici ma allo stesso tempo carichi di una saggezza profonda e a modo suo "complessa", perché non direttamente comprensibile a tutti.<br />
Ecco dovremmo imparare di più da queste persone. Queste persone con la loro vita ci insegnano o ci hanno già lasciato un messaggio, una testimonianza.<br />
<b>Ci dicono in tutti i modi che c'è bisogno di semplicità per compensare appunto questo eccesso di complessità che caratterizza in modo particolare la nostra epoca.</b><br />
Complessità che fra l'altro ci sta portando alla rovina, quando in principio si supponeva dovesse salvarci la vita.<br />
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<b>Abbiamo da imparare anche dalla Natura.</b><br />
Molti dicono che il fenomeno della "Crescita" è del tutto in linea con i dettami di Madre Natura.<br />
Se da una parte è vero il fatto che, da un punto di vista biologico, ogni specie vivente si è evoluta in forme sempre più complesse, è vero anche che <b>sono state proprio le specie viventi più semplici quelle che hanno resistito a tutte le varie estinzioni di massa.</b><br />
Pensiamo ai batteri, e chi li distrugge più? Eppure nella loro complessa semplicità riescono ad adattarsi ad ogni ambiente e ad ogni condizione con estrema facilità.<br />
E' come se il Tutto volesse comunicarci attraverso le varie estinzioni di massa che non è per forza necessario intraprendere una pazza corsa verso un sistema sempre più complicato. Metaforicamente è come se ci dicesse: <i>"Hey ragazzi, guardate che i sistemi semplici sono spesso quelli più efficaci, seguite questa strada."</i><br />
E' una cosa un po' folle, me ne rendo ben conto. Però c'è della verità in questo.<br />
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<b>E allora perché ci ostiniamo a perseguire questa folle corsa verso una complessità e una inflessibilità sempre maggiore?</b><br />
Forse perché abbiamo perso di vista il fatto che spesso <b>i problemi nascono da una situazione di squilibrio</b>. Non si può curare lo squilibrio rendendo complesso ciò che in origine era semplice. Non si risolvono i problemi separando ciò che prima era unito. <b>Per risolvere i problemi spesso è necessario instaurare e recuperare l'equilibrio perduto</b>. Allora sì che ogni cosa può andare naturalmente al suo posto, al posto che gli spetta. <b>Allora sì che vi può essere una crescita sana ed equilibrata.</b><br />
<b>Ma se noi forziamo questo meccanismo, controllandolo attraverso l'imposizione di un sistema sempre più rigido e complesso, non facciamo altro che peggiorare le cose.</b><br />
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E pensandoci bene è proprio quello che sta accadendo con la nostra società, in tutto il mondo.<br />
<br />Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1703405499632289223.post-85086984375443755122015-11-12T21:29:00.002+01:002015-11-12T21:36:08.466+01:00Non si può servire due padroni...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXQuQ-A8b8Xt6MqS_cHKg0S0KCUaB_CSdSJhb2X_EPfCE0xV6dafJh5t5KtDUEf4ZIVamaw9rgx_JHfoa7YZLc9QtY96dYRjuhh4CSA0qim9-2A2YDGf7P7zuex6_hQqwSZ3sYybU-cBXD/s1600/Green-economy.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXQuQ-A8b8Xt6MqS_cHKg0S0KCUaB_CSdSJhb2X_EPfCE0xV6dafJh5t5KtDUEf4ZIVamaw9rgx_JHfoa7YZLc9QtY96dYRjuhh4CSA0qim9-2A2YDGf7P7zuex6_hQqwSZ3sYybU-cBXD/s400/Green-economy.jpg" width="400" /></a></div>
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<b>Come è possibile perseguire due cause e due obbiettivi allo stesso tempo?</b> Non lo si può fare, perché altrimenti si farà bene una cosa e si farà male l'altra. E' inevitabile.<br />
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Come è possibile dunque porsi come obbiettivo la <b>salvaguardia del pianeta</b> e allo stesso tempo porsi anche l'obbiettivo di un <b>guadagno facile</b>?<br />
Come può un uomo d'affari costruire il suo regno basandosi semplicemente <b>sull'amore per l'ambiente</b> e il <b>rispetto per la natura</b>?<br />
Come si può credere in una <b>"crescita sostenibile"</b>, quando la crescita stessa implica come obbiettivo lo <b>sfruttamento</b> di un qualcosa al fine di trarne un vantaggio economico?<br />
Ebbene, la risposta a queste domande è semplice: <b><u>Non lo si può fare!</u></b> Perché è impossibile, è solo un'altro degli ennesimi inganni dell'Antropocentrismo.<br />
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<a name='more'></a>Non è possibile semplicemente perché chi si pone come obbiettivo principale il <b>profitto</b> e il <b>benessere economico</b> sarà portato a fare di tutto per massimizzare il guadagno derivante dalla sua attività.<br />
Quindi questo primo obbiettivo si scontra pesantemente con il secondo: ovvero quello di <b>salvaguardare l'ambiente nel suo insieme</b>.<br />
Perché la Natura, lo sappiamo bene (o almeno dovremmo saperlo), <b>è ostile agli affari dell'uomo</b>.<br />
Prima o poi le leggi della natura finiranno inevitabilmente per danneggiare la nostra attività e andranno inevitabilmente ad intaccare i nostri guadagni.<br />
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Se uno coltiva patate, prima poi arriveranno le talpe o le arvicole. Quindi come si fa a guadagnare con le patate? <b>Per ricavare un profitto soddisfacente è chiaro che bisogna vendere più patate possibili</b>, quindi le talpe sono un'ostacolo. E inevitabilmente le talpe andranno eliminate, <i>perché è la soluzione che costa di meno</i>.<br />
Se invece l'obbiettivo primario è <b>la salvaguardia dell'ambiente</b> è chiaro che per "ambiente" si intende anche le talpe, <i>che ne fanno parte</i>. Ma come si fa a salvaguardare qualcosa che si mangia le tue patate, una dietro l'altra?<br />
L'unico modo è <b>abbandonare l'idea di ricavare un'ingente guadagno</b> dalla vendita delle patate, bisogna accettare l'idea che <b>parte del raccolto andrà persa</b> e bisognerebbe <b>accontentarsi</b> di quel poco che resta per mangiare. Solo in questo modo le talpe e le arvicole sarebbero tutelate come parte di quell'ambiente che tanto si voleva conservare.<br />
Possiamo filosofeggiare riguardo al biologico, al green, alla sostenibilità... ma alla fine <b>se eliminiamo ciò che ci intralcia solo per poter guadagnare o produrre di più, che senso ha?</b><br />
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Che senso ha parlare di "<b>green business</b>" o "<b>green economy</b>" quando in realtà sappiamo bene che <b>l'idea stessa di business non potrà mai andare d'accordo con il concetto di "amore per la natura"</b>?<br />
E' un po' come pretendere di ricevere un compenso per prendersi cura della propria casa, dei propri figli o di se stessi. Che senso ha? Noi non amiamo forse la nostra casa, i nostri figli e noi stessi? Eppure non si fa affari con la propria casa, la propria famiglia o se stessi (a meno che non si parli di prostituzione, in tal caso si potrebbe fare affari anche con il proprio corpo!!).<br />
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<a href="http://alterpensiero.altervista.org/wp-content/uploads/2012/06/green_economy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://alterpensiero.altervista.org/wp-content/uploads/2012/06/green_economy.jpg" height="175" width="200" /></a></div>
Diffidate quindi da chi vi dice "<i>grazie a questa idea si può avviare un'attività redditizia, rispettando l'ambiente</i>" perché sicuramente c'è un trucco sotto.<br />
Persino la più "green" delle idee prima o poi si dovrà scontrare con l'amara realtà del mondo odierno: <b>senza soldi non si può fare praticamente nulla!</b><br />
E come si ottengono più soldi possibili? <b>Spremendo un sistema e portandolo al suo limite</b>. Persino un'azienda biologica deve usare pesticidi e concimi (anche se naturali) per far crescere le sue piante e trarne un profitto che sia decente. Senza contare le tasse da pagare, le spese per mandare avanti l'azienda e il restante per far vivere la propria famiglia.<br />
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<b>Quindi come si può perseguire un ideale di amore e rispetto verso la natura, se poi alla fine quello che dobbiamo fare è ricavare un profitto?</b><br />
<i>Come si può servire il Tutto e rendergli gloria, se poi la nostra mente è presa costantemente dal pensiero che dobbiamo guadagnare per arrivare a fine mese?</i><br />
Come si può fermarsi a riflettere, quando è il denaro stesso a importi di correre?<br />
Come si può dire di tutelare l'ambiente e allo stesso tempo vivere in una reggia da sogno?<br />
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<b>Non lo si può fare!</b> Perché non si può servire due padroni... <i>o servi il </i><b style="font-style: italic;">Tutto</b><i> e gli sei fedele, o servi il </i><b style="font-style: italic;">denaro</b><i> e sei fedele al mondo che l'uomo ha costruito con le sue mani.</i><br />
In questo caso <b>non vi è altra scelta</b>. Come può esserci? In questo caso<b> non vi è una "via di mezzo"</b>, perché o hai a cuore la sorte di uno, o hai a cuore la sorte dell'altro.<br />
Non si può preoccuparsi per l'ambiente e allo stesso tempo preoccuparsi del proprio ricavato.<br />
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<b>Purtroppo questo è l'ennesimo frutto dell'Antropocentrismo</b>: <i>l'essere costretti a servire il mondo che l'uomo stesso a creato</i>. Oggi come oggi è diventato indispensabile farlo, se fai parte di questo mondo non puoi fare altrimenti.<br />
L'alternativa sarebbe fuggire da qualche parte lontano... ma per andare dove? Vi è forse un luogo sulla Terra in cui l'essere umano non ha allungato i suoi tentacoli minacciosi?<br />
Scappare e andare a vivere in una capanna isolati dal mondo? Forse, sarebbe bello<b>. Ma riusciremmo davvero a sopravvivere senza le dovute conoscenze?</b><br />
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Termino con due citazioni dai vangeli di Tommaso (apocrifo) e Matteo (canonico) al fine di far riflettere su quanto da me scritto:<br />
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<i>"Un uomo non può stare in sella a due cavalli o piegare due archi. E uno schiavo non può servire due padroni, altrimenti lo schiavo onorerà l'uno e offenderà l'altro.Nessuno beve vino stagionato e subito dopo vuole bere vino giovane. Il vino giovane non viene versato in otri vecchi, altrimenti si guasta.Non si cuce un panno vecchio su un abito nuovo, perché si strapperebbe." </i><br />
<i><b>(Tommaso 47)</b></i><br />
<i><b><br /></b></i>
<i>In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.</i><br />
<i>Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.</i><i>»</i><br />
<i><b>(Matteo 6, 24)<br /></b></i><br />
<i><b><br /></b></i>
<i><b><br /></b></i>Xandrex91http://www.blogger.com/profile/11473306020881908241noreply@blogger.com6