Quante volte nella nostra vita c'è stato negato il diritto ad essere
semplicemente noi stessi.
Fin da bambini ci hanno detto che per vivere bene nella nostra società bisogna comportarsi in un certo modo, che per avere successo nella vita bisogna omologarsi
.
A scuola ci hanno sempre insegnato a fare ciò che fanno tutti gli altri e ci hanno sempre sottoposti tutti alle stesse identiche prove, premiando coloro che seguivano meglio gli ordini o assimilavano meglio i concetti esposti.
Crescendo ci è stato detto che senza un pezzo di carta non si va da nessuna parte, e che per essere assunti e lavorare serve avere delle referenze.
Con la scusa che per guadagnarsi il pane bisogna lavorare, ci hanno imposto la dura legge del mercato e del denaro. Ci hanno costretto a correre anche quando noi forse avremmo preferito camminare.
Ci hanno costretto a lavorare oltre quello che riuscivamo a sopportare, ci hanno detto che chi non rende e non ha successo sul lavoro è uno scansafatiche, un fannullone, un perdigiorno...
Poi, come se non bastasse, ci hanno imposto un matrimonio e il concepimento di un figlio. D'altronde per essere un uomo/una donna completi, queste cose servono, giusto?
E allora eccoci qui, ancora una volta a soffrire, senza comprenderne davvero il motivo. Sentiamo come se dentro di noi mancasse qualcosa,
qualcosa di davvero importante.
Poi ci guardiamo allo specchio e ci rendiamo conto che effettivamente qualcosa abbiamo tralasciato.
Abbiamo tralasciato noi stessi.
Dove diavolo siamo stati per tutto questo tempo? ....