Come la cerva anela
ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela
a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
Quando verrò e vedrò
il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane
giorno e notte,
mentre mi dicono sempre:
"Dov'è il tuo Dio?"
Questo io ricordo
e l'anima mia si strugge:
avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festa.
Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
(Salmo 41)
Perché citare un salmo tratto dalla Bibbia? Chi o cosa è davvero questo Dio, che tanto ha scosso l’anima di persone di tutti i tempi, di tutte le nazioni?
Vedete, quel concetto di “Dio” spesso viene frainteso e allora sarebbe più facile liquidare il tutto con un semplice “Dio non esiste, è solo un invenzione della mente umana”. Ma e se ci fosse dell’altro? Perché sminuire un pensiero così profondo, soltanto perché noi non abbiamo lo stesso concetto di “Dio” di chi ha scritto questo salmo?
“Come la cerva anela ai corsi d’acqua”, non so voi... ma io credo che questa immagine sia incredibilmente meravigliosa, perfetta per spiegare la sete inspiegabile che spinge alcuni uomini ad andare alla ricerca di un qualcosa che “trascenda” questa realtà, senza però denigrarla completamente, ma anzi, per completarla.
Questa sete rappresenta in un certo modo la risposta a quel senso di vuoto che accomuna tutti gli uomini. Un vuoto che non può essere riempito semplicemente con cose “umane”, una sete che non può essere saziata con della semplice acqua.
Ma perché questa sete? Perché questo vuoto? La risposta è semplice, anche se non è scontata.
Le nostre parole, le nostre azioni, i nostri pensieri possono allontanarci dalla fonte di tutto. E’ allora che sperimentiamo il vuoto. Ma non si può essere consapevoli del vuoto che attanaglia la nostra anima senza prima sperimentare la pienezza.
E la pienezza è Dio. Perché il vero Dio, in qualunque modo lo si voglia chiamare, è il Tutto. E il Tutto è semplicemente tutto ciò che esiste, ed anche oltre. Solo quando ci sentiamo connessi a questa entità possiamo sperimentare la vera pienezza dell’ anima.
Per questo sperimentiamo questa sete inconscia, perché la nostra anima è programmata per avvertire questa mancanza, è programmata per andare alla ricerca di questa fonte, da cui sgorga eternamente un'acqua in grado di porre fine a questa sete.
Questa sete è li apposta, per spronarci ad andare alla ricerca del Tutto.
Ma dove si trova il Tutto? Dov’è? Ci ha davvero abbandonati, come teme il protagonista del salmo? O forse siamo noi che lo abbiamo abbandonato e dimenticato?
Spesso, soprattutto nelle culture monoteiste, si guarda a Dio come all’attore principale di una scena. Dio fa, Dio dice, Dio comanda... Ma in realtà Dio non è tutto ciò. Dio non può essere un attore, poiché esso è semplicemente la scena e ciò che essa contiene. Perché esso è contemporaneamente la scena in cui tutto si svolge e l’ideatore della scena stessa. La sceneggiatura è un qualcosa di passivo, sta lì e non fa nulla. L’ideatore della commedia invece è la mente da cui tutto è nato, ma paradossalmente la mente ideatrice non rientra nella scena e non interagisce attivamente con lo svolgersi della commedia, dopotutto egli non può interpretare da solo l’intera commedia. Ha bisogno di attori.
E gli attori, quelli siamo tutti noi. Ogni singolo essere vivente dotato di un intelligenza (conscia o inconscia) abbastanza sviluppata da permettergli di entrare in connessione con la fonte. Ora, gli attori possono seguire il copione e attenersi al progetto dell’ideatore o possono fare a meno dello stesso, elaborando loro stessi una commedia per conto proprio.
Ma solo se c’è una connessione diretta fra ideatore e attori si può avere una perfetta sintonia, sintonia che genera un’opera armoniosa. Se gli attori ignorano ciò che l’ideatore aveva in programma (perché non si fidano o perché ritengono di poter fare di meglio) inevitabilmente finiranno per interpretare ciascuno una commedia diversa, a proprio piacimento. Ma questa non è armonia, questa non è pienezza. Questo è Caos.
Stessa cosa dicasi per un orchestra. Per generare una musica armoniosa è necessario che i suonatori seguano correttamente le istruzioni del maestro d’orchestra. Altrimenti ciò che ne viene fuori è un sonoro baccano, disordinato e assolutamente inutile e controproducente.
E’ anche per questo motivo dunque che avvertiamo questa sete. Sentiamo un gran bisogno di far parte di questa immensa orchestra, perché dentro di noi è stata impiantata questa “istruzione”. Perché sappiamo inconsciamente che senza questa fonte non può esservi altro che il Nulla. Più ci allontaniamo da questa fonte e più la nostra anima avverte il vuoto.
Ma buona parte degli esseri umani ha smesso di ascoltare questa voce, ha smesso di ascoltare il grido che proviene dal profondo della nostra anima.
Per questo la gente dice di non avere più bisogno di Dio, per questo a volte si sopperisce a questa mancanza con altri “Dei”, creati a nostra immagine e somiglianza.
Sentiamo un gran bisogno di appartenere a qualcosa di più grande di noi, ma allo stesso tempo neghiamo che vi possa essere un qualcosa di più grande di noi.
Abbiamo sete, ma a volte è come se avessimo paura di bere. Per questo viviamo in bilico, vittime di questa tremenda idrofobia spirituale.
Ma anche il più grande degli alberi, senza acqua muore.
Nella bibbia ci sono varie storie interessanti, ad esempio quella di Giobbe. Un grandissimo credente in Dio che per colpa di Satana è stato privato della gioia, serenità e forse anche fede. E' un esempio di come anche un fedelissimo amico di Dio possa perdere la forza di credere, eppure ci credeva e non poco. Egli essendo un essere umano, quindi, limitato nel comprendere la natura divina, arriva a chiedersi perché Dio gli provoca tutta la sofferenza che subisce (gli vengono tolti i figli, la casa, la salute).
RispondiEliminaIn fin dei conti è umano chiedersi "perché mi fai tutto questo?" rivolto a Dio, ed anche "Dov'è Dio...?" quando soffriamo noi e/o gli altri.
Io personalmente sto cercando di ricostruire la mia fede attualmente, anche perché è da un po' che non ce l'ho. So che è facile parlare, mettendosi su un piedistallo quando si conoscono delle cose (parlo anche di me) ma non si sperimentano nella vita. In ogni caso la sete di conoscenza finchè c'è in una persona, vuol dire che quella persona è ancora viva.
Caro Jan, ti posso dire per esperienza personale che per me la Bibbia ha più senso ora che non sono più cristiano, rispetto a quando lo ero.
EliminaParadossalmente ho compreso che ciò che è scritto nella Bibbia (ma anche nel vangelo, negli altri libri sacri) acquista senso soltanto quando abbiamo sperimentato davvero la vita e cosa questa comporta.
Prima bisognerebbe vivere la vita e poi leggere i testi sacri, non il contrario.
Invece ad oggi la bibbia viene insegnata e letta troppo presto ai bambini, che non sono ancora in grado di dare un'interpretazione corretta dei testi. Si riempe loro la testa con tanti preconcetti e superstizioni... è logico che poi crescendo si discostino dalla fede e rinneghino l'esistenza stessa di Dio, in quanto parte di ciò che è stato insegnato loro.
E' un po' come la storia di Babbo Natale!
La Bibbia non è un libro religioso per me, la Bibbia è un libro soggettivo che racconta i sentimenti e le aspettative dei primi uomini che cercarono Dio, il vero Dio. Commisero molti errori di valutazione, spesso andarono alla ricerca del "dio" sbagliato. Però la loro strada in un certo senso è anche la nostra.
Ti dirò, non tanto per "esaltarmi" o per "sminuire", ma ti dirò che nel mio caso non basta la semplice sete di conoscenza. La sete di cui io parlavo va ben oltre la conoscenza e la comprensione umana.
E' una sete difficile da spiegare se non con il termine "fusione mistica". Il desiderio di fondersi totalmente con il divino, il ricercare un legame, una connessione con l'Universo stesso. Il sentirsi Uno con il Tutto.
Sai, a volte mi chiedo se tutto ciò non sia solo un illusione, uno scherzo della mente... oppure se tutto ciò sia reale. Se ciò è davvero possibile.
Ciò che so è che l'ho sperimentata una volta, questa connessione, e posso dire che è la sensazione più bella che un essere vivente possa provare.
Una sensazione talmente potente e forte, talmente appagante... che ora mi risulta difficile vivere sapendo di dover fare a meno di questo legame.
A volte vorrei tanto provare questa sensazione ancora e ancora, ogni singolo giorno della mia vita, fino alla fine dei miei giorni.
Ma da un po' di tempo ciò non è più possibile. "Satana" si è anche portato via la mia gioia, la mia serenità e la mia fede. :)
Forse un giorno pure io ritroverò e sperimenterò di nuovo tutto questo.
Spesso mi limito ad esprimere concetti banali e forse scontati per molti ma non lo sono. Magari mi esprimo in modo troppo semplice, ma lo faccio solo perché tengo conto che chi mi legge possa non capirmi.
EliminaIn realtà io capisco la sensazione di cui parli. Non saprei darle un termine ma il concetto lo conosco. Sì, di libri e film sono stati scritti a tal riguardo, per ora mi viene in mente "Il tredicesimo piano" e "Matrix". Diciamo che servono a dare una forma alla nostra percezione, ma non significa che siano per forza delle verità. Io peronalmente ho provato tante volte la sensazione di non comprensione del perché sono vivo e perché esisto, è un po' pesante come sentimento e non è facile da metabolizzare. Sarebbe come entrare in uno stato di "trance" e vedere ciò che ti circonda in modo completamente diverso non riuscendo a comprendere il nesso di nulla.
La percezione di singolarità di cui parli, beh, anche questa c'è in molti libri. Ma se ragioniamo, in fondo deriviamo da una cosa sola, che poi arrivi ad essere il Big Bang e poi un Universo in continua espansione.. per quanto lontani avremmo gli atomi gli uni dagli altri, sentiremmo comunque quel legame: che siamo uniti in un qualche modo: sia le cosa animate che le cose inanimate.
Per quanto riguarda la bibbia, non mi piace fare un minestrone mettendoci dentro la filosofia orientale, i dogmi cristiani e le teorie creazioniste. Secondo me sono tutti approcci diversi ma che ci aiutano a concentrarci su degli aspetti a noi più familiari o comprensibili. Se devi risolvere un problema, non puoi applicare due metodi contemporaneamente, o applichi l'uno o applichi l'altro.
La mia (e non solo forse) di interpretazione del perché sulla Terra succede il male e perché Dio permette tutto ciò si articola in due punti importanti:
1. Libero arbitrio - se Dio togliesse tutto il male esistente nel mondo negasse il libero arbitrio all'uomo (libertà o diritto di scelta)
2. Per far sì che la forza divina si manifesti c'è bisogno di fede. Gesù difatti diceva ai propri seguaci "gente di poca fede, se la vostra fede fosse grande come un granello di sabbia, direste a quel monte di spostarsi e si sposterebbe". Che vuol dire? Che per far in modo che Dio agisca (elimini il male, ci aiuti, ecc) bisogna credere! Le persone però si meravigliano del perché Dio sta permettendo tutto ciò che nel mondo succede attualmente. La spiegazione è semplicissima: c'è poca fede. La fede diminuisce ma il numero delle persone che popolano questo pianeta aumenta, la conseguenza è evidente: viviamo in un mondo di persone che se ne sbattono il cazzo di conoscere il perché vivono e cosa ci fanno su questo benedetto Pianeta.
Se continuo, non mi fermo più...
Grazie Jan per questo tuo commento. Comprendo il tuo punto di vista e posso dire di condividerlo in buona parte.
EliminaNon avevo mai pensato al fatto della fede. Però secondo me non è davvero così. Se basterebbe la fede da sola allora tutto sarebbe possibile da un giorno all'altro, ma invece non è proprio così che funzionano le cose. O almeno non sempre.
Però è comunque un interpretazione interessante, chi lo sa... magari potresti anche aver ragione.
Noi siamo Uno con il Tutto.
RispondiEliminaE' questo sentimento, la mia illuminazione.
Non ho bisogno di fantasticare.
Lo so e basta.
Per questo sono felice.
Per questo piango, perchè mi rendo conto che tanti esseri umani miei simili non lo capiscono, e trattano malissimo il Tutto di cui fanno parte.
Come te, sono idealista e pragmatico.
Con i piedi per terra.
Ho fatto yoga e meditazione per anni.
Ho sperimentato stati che capisco non erano reali, ma solo frutto della mia immaginazione :
mi sono sollevato da terra, in levitazione, ho visto Gesù Cristo di fronte a me, ho parlato con Dio.
Per tanti anni ho parlato con Dio.
Ora penso che Tutto è Dio, io, te, gli altri, tutta la Natura.
E' un Dio meraviglioso.
E io cerco di esserne degno e di comportarmi di conseguenza.
Gianni Tiziano
Ciao Tiziano! Grazie per questo tuo commento.
EliminaInteressante questo tuo racconto. Come hai capito che tali stati non erano reali e frutto della tua immaginazione?
Mi incuriosisce molto questo tuo parlare con Dio.
L'ho capito col ragionamento.
EliminaE con un paio di esperienze negative.
Oggi ho poco tempo, desidero risponderti esaustivamente.
Per me sono state esperienze importanti.
A fra qualche tempo.
Buona giornata.
Tiziano
Alessandro,
EliminaBuon Giorno.
Parlavo con Dio.
Ho capito dopo tanti anni, che parlavo con Me Stesso.
Perchè quel Dio che avrebbe dovuto aiutarmi, mi ha messo anche in difficoltà.
E non avrebbe dovuto essere così.
Dio era li per aiutarmi, ma quelle due volte mi ha fatto cadere nell'abisso.
Non, non era Dio.
Non il Dio che immaginavo.
Ho pensato che quel Dio, non esisteva.
Ho smesso di parlare con lui, ho sofferto questo distacco.
E' stata una maturazione.
Ora sono molto più sereno.
.----
E' iniziato credo verso il 2001.
Mi era successo qualcosa, una crisi.
Stavo con gli occhi chiusi, piangendo, credo.
Sentii dentro di me una voce fortissima, che mi disse :
“Io sono Dio, fatti umile ed obbediscimi in ogni cosa !”
Vidi nitida un'immagine : c'era un sole enorme. Sotto, la linea della Terra, ed io, piccolissimo, prostrato.
Da quel momento, iniziai a sentire la sua voce, le sue risposte alle mie domande.
Da tanto tempo dentro di me facevo domande, e non trovavo risposte.
Ora le risposte venivano, da Dio.
Da dentro di me.
Risposte talvolta strane, ma cercavo di obbedire e le cose andavano abbastanza bene.
Facevo meditazione già dal 1985.
Talvolta la meditazione mi aveva aiutato molto.
E ora devo dire che la Meditazione è stata una Grande Medicina per me.
Forse il più grande risultato che ho avuto dalla meditazione è stato quando avevo 30 anni.
Fin da piccolo, ho sempre litigato con le mie tre sorelle.
Dopo l'ennesima lite, per calmarmi della rabbia che avevo addosso, mi misi in meditazione, provai a visualizzare nuvole nel cielo, ma mi dissi che era meglio pensare alle mie sorelle, non alle nuvole. E l'illimunazione arrivò ! Era una semplice constatazione. Mi dissi : “Perchè litigo con le mie sorelle ? Io le amo !” LE AMO. Queste due semplici parole hanno fatto si che, nei successivi 29 anni, fino ad ora, mai più ho litigato con loro, le ho rispettate ed ascoltate amorevolmente.
Avevo paura della gente fin da piccolo.
Ho tentato il suicidio due volte quando avevo vent'anni.
Ma sono ancora qua.
E' stata dura.
Ho parlato anche con Dio, per 14 anni.
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Ora penso che Dio sono Io, sei Tu, sono Tutti quanti, è anche un Paracarro, una Goccia d'Acqua, una Farfalla.
Per cui, se parlo con me stesso, con una farfalla, o con te, fa poca differenza.
E' Dio che parla con Dio.
Namastè, è un saluto indiano, e significa “La divinità che è in Me, saluta la divinità che è in Te”
E anche : “Mitakuye Oyasin” (“siamo tutti parenti”), saluto rituale Lakota, indiani del Nordamerica.
Tutto è trasformazione, tutto è sacro.
E' bello parlare con Dio, e Dio siamo Tutti noi, esseri umani, animali, piante, rocce, acqua ed aria.
Gianni Tiziano
Grazie Tiziano per questo tuo racconto, davvero sono rimasto a bocca aperta!
EliminaNon avrei immaginato che la tua storia fosse così triste... comunque è bello ciò che hai scritto, perché è la dimostrazione che si può superare le difficoltà e continuare a vivere nonostante tutto.
Interessante, anche se a volte il confine che separa ciò che è reale da ciò che non lo è si confonde, perché è sottilissimo.
A volte mi domando anche io cosa sia reale e cosa non lo sia. Ma non riesco a giungere ad una risposta concreta.
Esistono e sono esistite molte persone nel corso della storia che dicevano di parlare con Dio... molti di loro sono stati proclamati santi dalla Chiesa (dopo esser stati perseguitati). Come Giovanna d'Arco ad esempio. Ma questo parlare con Dio non è un qualcosa di esclusivo della cristianità. Vi sono anche persone non cristiane che lo hanno fatto (o credono di averlo fatto). Il primo che mi viene in mente è il portentoso matematico indiano Ramanujan, di cui hanno fatto anche recentemente un film.
Ma chissà quanto c'è di vero in tutto questo.
Vero o non vero, alla fine queste persone hanno davvero fatto qualcosa di importante seguendo questa voce. Che sia il vero Dio o meno a parlare questo è impossibile saperlo, però è un dato di fatto che questo fenomeno sia abbastanza ricorrente, anche se non è un qualcosa da tutti.