venerdì 24 novembre 2017

Le origini dell'uomo: siamo tutti ibridi?



Questo post nasce ed è inteso come un ulteriore aggiornamento e continuazione del post: "Chi ha detto che le razze umane non esistono?" ed è indirettamente connesso con il post "Quando l'uomo era piccolo come un topo"
Se avete avuto modo di leggere il primo post, l'aspetto che più è emerso dai commenti dei visitatori è l'ibridazione fra le specie diverse. Ci si domandava come fosse possibile l'unione fra Neanderthal e Sapiens in quanto specie diverse. Poi c'è stata un po' di confusione fra il concetto di "razza" e quello di "specie". Ma non è di questo che voglio parlare qui.
Alcuni utenti hanno evidenziato il fatto che l'ibridazione fra specie diverse da origine ad individui incapaci di procreare. A quel tempo non avevo le conoscenze adatte e quindi non ho saputo rispondere ai dubbi sollevati, dubbi che persistevano anche nella mente e a cui non riuscivo a dare una risposta sensata e che potesse essere avvalorata scientificamente.
Qualche giorno fa ho avuto modo di guardare un documentario trasmesso per la prima volta nel 2015 e intitolato "First Peoples" (I primi uomini). Il documentario mi ha offerto degli spunti di riflessione molto interessanti, spunti che ho scelto di condividere con voi se avrete la pazienza e la voglia di seguirmi in questo piccolo viaggio alla (ri-)scoperta delle nostre origini.



giovedì 5 ottobre 2017

San Francesco e il "Dolce sentire"



Ieri, 4 Ottobre si festeggiava San Francesco D'Assisi, patrono degli animali.
Anche se in ritardo, volevo condividere con voi questo mio piccolo omaggio al grande uomo d'Assisi.
Lo voglio fare condividendo questa breve sequenza tratta dal film "Fratello sole, sorella luna", di Franco Zeffirelli, in cui si può ascoltare la bellissima melodia del brano "Dolce Sentire", brano composto e riadattato dall'originale "Cantico delle creature" da Riziero Ortolani nel 1972, proprio in occasione di questo film, di cui è la colonna sonora.

venerdì 29 settembre 2017

Riflessioni sulla Tecnologia


Spesso coloro che sostengono l'importanza di uno stile di vita più rispettoso nei confronti della Natura affermano anche che la tecnologia è male a priori.
La tecnologia infatti per esistere ha bisogno inevitabilmente della distruzione dell'ambiente, o per meglio dire, essa necessità di una trasformazione e dello sfruttamento di una qualche risorsa naturale, con tutto ciò che questo comporta.
Se l'uomo vuole vivere davvero in armonia e nel rispetto di ciò che lo circonda deve quindi privarsi della tecnologia.

Anche io la pensavo così fino a poco tempo fa... e tutt'ora penso che l'attuale sistema globale non potrà mai essere sostenibile. La civiltà, per come è stata pensata, costruita e consolidata è un enorme fallacia. È un'illusione pensare che si possa continuare così, anche ripulendo e/o nascondendo il marcio che c'è all'interno del sistema con qualche bella legge o con un rivoluzionamento dello stesso. La nostra civiltà ha i giorni contati e presto crollerà... è sicuro che accadrà, presto o tardi crollerà. E lo farà per mano nostra o sotto l'influsso della furia purificatrice della natura. Ma lo farà.

Tuttavia, non me ne voglia chi segue questo blog, con questo post voglio comunque spezzare una lancia in favore di chi non ritiene a priori la tecnologia un male.



domenica 6 agosto 2017

Adattarsi o morire


Quante volte ho dovuto sentirmi dire che nella vita infondo bisogna adattarsi.
Adattarsi a comunicare con gli altri, alle loro esigenze.
Adattarsi ad un lavoro mal pagato perché infondo è "meglio di niente".
Adattarsi a vivere una vita che non ci appartiene, soltanto perché aspirare a qualcosa di diverso è visto come un vivere con la testa fra le nuvole, crogiolandosi nei propri sogni e fra le proprie immature illusioni.

L'adattamento viene quasi posto come un idolo da venerare ed inseguire, un idolo da porre sull'altare di una qualche strana darwiniana e religiosa visione secondo cui o ti adatti o soccombi. Se ti adatti sei un figo della madonna, se soccombi sei uno sfigato che non merita nemmeno di essere preso in considerazione.


giovedì 29 giugno 2017

In ognuno di noi esiste il bene ed il male?





Secondo una logica "non dualistica", il bene ed il male di per sé non esistono come realtà a sé stanti e autonome.
Se vogliamo credere in questo, ne è logica deduzione che in noi non vi è alcun bene, né alcun male.
Noi siamo solo contenitori grezzi, diamanti non ancora plasmati, calici in cui viene riversato di tutto e di più.

Nel Vangelo sta scritto: "I buoni producono bene da quanto hanno accumulato, i cattivi producono il male dalla degenerazione che hanno accumulato nei loro cuori"

martedì 21 marzo 2017

Quando ci libereremo dal vino, cambieremo condotta.


"Ho preso il mio posto nel mondo, e sono apparso loro in carne ed ossa. Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato. Il mio animo ha sofferto per i figli dell'umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono, poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti.
Ma nel frattempo sono ubriachi. Quando si libereranno dal vino, cambieranno condotta."
(Tommaso 28)

Queste parole suonano sempre più familiari nella mia mente.
Mi sono sempre guardato attorno e mi sono domandato: "Perché la gente non vede?" "Perché non capisce?". Tanto più l'ho fatto quando è iniziato il mio cammino.
All'inizio pensavo: "Se riesco a vedere io tutto ciò, può farlo chiunque".
Ma quello che non capivo, quello che ingenuamente non riuscivo a vedere era proprio questo: le persone sono letteralmente assuefatte dal sistema. Le persone non riescono a vedere oltre il sistema stesso in cui sono proiettate. Non perché siano incapaci, ma perché sono semplicemente ubriache.
Ora lo so, ora ho capito... e per capirlo ho dovuto immergermi anche io nello stesso sistema, ho dovuto provare anche io la stessa identica assuefazione. Ora so cosa si prova ad essere "ubriachi".
Si crede che il modo giusto di agire sia quello già preconfezionato, non si vede altra soluzione oltre a quella più appagante nel breve termine. Si è talmente tanto occupati a servire questo sistema che non vi è nemmeno più tempo per pensare, per riflettere sulla realtà stessa. Diventa tutto un'unico fluire, un'unico scorrere di un fiume che è destinato a portarci a precipitare rovinosamente lungo una cascata.

venerdì 3 febbraio 2017

Hanno ucciso la Verità, chi sia stato non si sa!



"Hanno ucciso l'uomo ragno, chi sia stato non si sa!" recitava una vecchia canzone degli 883.
Ebbene, vi dirò che più conosco questa realtà e più mi rendo conto di quanto, specialmente in quest'epoca, si dia così poca importanza alla verità. Anzi, a volte mi rendo proprio conto di quanto si faccia di tutto per metterla a tacere, per ucciderla o per cancellarla.

Sapete, quando penso alla verità mi si palesa nella mente un'immagine:
Gesù che rivolgendosi a Pilato dice: "Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce" e Pilato in tutta risposta gli pone (o pone a sé stesso) una domanda fondamentale: "Che cos'è la verità?".
Pilato infatti veniva da una cultura di ampie vedute in termini religiosi, i romani infatti erano molto tolleranti in quel periodo in fatto di credo religiosi. Il contatto con così tante culture diverse non poteva fare a meno di far nascere l'idea che "un unica verità non esiste", in quanto ciascuno aveva la sua verità e la difendeva, come era lecito e giusto che fosse.
La cultura romana stessa aveva un pantheon di divinità piuttosto variegato, vi era un dio per praticamente ogni cosa. Ognuno poteva scegliersi la divinità da adorare, secondo il proprio stile di vita e le proprie convinzioni.
Ma in tutto questo guazzabuglio di dei creati ad immagine e somiglianza dell'uomo, forse il senso della Verità a quel tempo si era un po' perso.