Da sempre gli uomini hanno alzato gli occhi al cielo cercando di dare una risposta alle domande: "chi siamo" "da dove veniamo?" "dove siamo diretti?".
Da ciò sono nati molti miti e leggende, la più famosa forse è quella del giardino dell'Eden. Ma non è la sola.
Tutte le culture hanno i loro miti sulle origini dell'uomo, in parte molto simili fra loro.
L'elemento comune è sicuramente una condizione di felicità perduta a causa di una disobbedienza o di un torto fatto alle divinità.
Forse è solo un vago ricordo di felicità ancestrale, un senso di vuoto che accomuna tutti gli esseri umani... quasi come se una parte di noi ci fosse stata strappata via senza riuscire a comprenderne il perché.
Leggendo il racconto della Genesi, nella Bibbia, si possono trarre facilmente alcune considerazioni molto importanti.
Tralasciando tutta la parte di stampo antropocentrico tipica del periodo in cui fu scritta, la parte più interessante e inerente al blog è il punto in cui si parla dell'albero della vita e dell'albero della conoscenza del bene e del male.
(16-17) "Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: <Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire>"
Da ciò sono nati molti miti e leggende, la più famosa forse è quella del giardino dell'Eden. Ma non è la sola.
Tutte le culture hanno i loro miti sulle origini dell'uomo, in parte molto simili fra loro.
L'elemento comune è sicuramente una condizione di felicità perduta a causa di una disobbedienza o di un torto fatto alle divinità.
Forse è solo un vago ricordo di felicità ancestrale, un senso di vuoto che accomuna tutti gli esseri umani... quasi come se una parte di noi ci fosse stata strappata via senza riuscire a comprenderne il perché.
Leggendo il racconto della Genesi, nella Bibbia, si possono trarre facilmente alcune considerazioni molto importanti.
Tralasciando tutta la parte di stampo antropocentrico tipica del periodo in cui fu scritta, la parte più interessante e inerente al blog è il punto in cui si parla dell'albero della vita e dell'albero della conoscenza del bene e del male.
(16-17) "Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: <Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire>"
Poi un giorno, metaforicamente parlando, si cibarono dell'albero della conoscenza del bene e del male lusingati dalla tentazione di avere qualcosa di meglio di quello che già possedevano.
All'uomo non bastava più la vita che aveva, ad un tratto iniziò a porsi domande che forse non avrebbe dovuto porsi. Iniziò ad insinuarsi dentro di lui la tentazione di porre fine alla sofferenza e alla morte e di accaparrarsi ciò che in realtà non gli spettava. Lentamente in un processo durato milioni di anni l'uomo ha iniziato lentamente a sostituirsi a Dio, decidendo lui ciò che è
Ma facendo ciò si è automaticamente precluso la possibilità di cibarsi dell'albero della vita che gli era stato dato in principio da Dio.
L'uomo non è stato espulso in un giorno solo... ma il processo di allontanamento dall'Eden è in atto ancora oggi, sempre metaforicamente parlando.
La morte menzionata da Dio nel racconto non è certo quella fisica che tutti conosciamo ma fa riferimento all'intera storia dell'uomo e al suo lento declino verso l'aberrazione, e più andremo avanti su questa strada e più sarà difficile tornare indietro.
L'allontanamento dall'Eden non è un qualcosa di definitivo, ma è un processo che si può invertire fino a un certo punto, anche se con molta fatica.
Oggi grazie alle moderne conoscenze scientifiche sappiamo che l'uomo fa parte, al pari degli altri animali, di un meccanismo molto complesso ma allo stesso tempo incredibilmente meraviglioso chiamato evoluzione.
Un tempo anche noi, come gli animali, dipendevamo totalmente dalle leggi che governano l'universo.
Ma un giorno qualcosa è cambiato... qualcosa è scattato dentro di noi e nel giro di pochi milioni di anni (un battito di ciglia in termini geologici) siamo arrivati a quel che siamo ora.
Nuova Eden non è semplicemente un obbiettivo né tanto meno un punto di arrivo, è un viaggio continuo alla ricerca di ciò che avevamo e che abbiamo perduto.
Un viaggio meraviglioso alla riscoperta dell'armonia e della simbiosi fra uomo e natura, alla valorizzazione dell'ecocentrismo e all'importanza dell'interazione fra scienza, filosofia e spiritualità per comprendere il mondo in cui viviamo e imparare a guardarlo con occhi diversi.