giovedì 12 novembre 2015

Non si può servire due padroni...


Come è possibile perseguire due cause e due obbiettivi allo stesso tempo? Non lo si può fare, perché altrimenti si farà bene una cosa e si farà male l'altra. E' inevitabile.

Come è possibile dunque porsi come obbiettivo la salvaguardia del pianeta e allo stesso tempo porsi anche l'obbiettivo di un guadagno facile?
Come può un uomo d'affari costruire il suo regno basandosi semplicemente sull'amore per l'ambiente e il rispetto per la natura?
Come si può credere in una "crescita sostenibile", quando la crescita stessa implica come obbiettivo lo sfruttamento di un qualcosa al fine di trarne un vantaggio economico?
Ebbene, la risposta a queste domande è semplice: Non lo si può fare! Perché è impossibile, è solo un'altro degli ennesimi inganni dell'Antropocentrismo.


Non è possibile semplicemente perché chi si pone come obbiettivo principale il profitto e il benessere economico sarà portato a fare di tutto per massimizzare il guadagno derivante dalla sua attività.
Quindi questo primo obbiettivo si scontra pesantemente con il secondo: ovvero quello di salvaguardare l'ambiente nel suo insieme.
Perché la Natura, lo sappiamo bene (o almeno dovremmo saperlo), è ostile agli affari dell'uomo.
Prima o poi le leggi della natura finiranno inevitabilmente per danneggiare la nostra attività e andranno inevitabilmente ad intaccare i nostri guadagni.

Se uno coltiva patate, prima poi arriveranno le talpe o le arvicole. Quindi come si fa a guadagnare con le patate? Per ricavare un profitto soddisfacente è chiaro che bisogna vendere più patate possibili, quindi le talpe sono un'ostacolo. E inevitabilmente le talpe andranno eliminate, perché è la soluzione che costa di meno.
Se invece l'obbiettivo primario è la salvaguardia dell'ambiente è chiaro che per "ambiente" si intende anche le talpe, che ne fanno parte. Ma come si fa a salvaguardare qualcosa che si mangia le tue patate, una dietro l'altra?
L'unico modo è abbandonare l'idea di ricavare un'ingente guadagno dalla vendita delle patate, bisogna accettare l'idea che parte del raccolto andrà persa e bisognerebbe accontentarsi di quel poco che resta per mangiare. Solo in questo modo le talpe e le arvicole sarebbero tutelate come parte di quell'ambiente che tanto si voleva conservare.
Possiamo filosofeggiare riguardo al biologico, al green, alla sostenibilità... ma alla fine se eliminiamo ciò che ci intralcia solo per poter guadagnare o produrre di più, che senso ha?

Che senso ha parlare di "green business" o "green economy" quando in realtà sappiamo bene che l'idea stessa di business non potrà mai andare d'accordo con il concetto di "amore per la natura"?
E' un po' come pretendere di ricevere un compenso per prendersi cura della propria casa, dei propri figli o di se stessi. Che senso ha? Noi non amiamo forse la nostra casa, i nostri figli e noi stessi? Eppure non si fa affari con la propria casa, la propria famiglia o se stessi (a meno che non si parli di prostituzione, in tal caso si potrebbe fare affari anche con il proprio corpo!!).

Diffidate quindi da chi vi dice "grazie a questa idea si può avviare un'attività redditizia, rispettando l'ambiente" perché sicuramente c'è un trucco sotto.
Persino la più "green" delle idee prima o poi si dovrà scontrare con l'amara realtà del mondo odierno: senza soldi non si può fare praticamente nulla!
E come si ottengono più soldi possibili? Spremendo un sistema e portandolo al suo limite. Persino un'azienda biologica deve usare pesticidi e concimi (anche se naturali) per far crescere le sue piante e trarne un profitto che sia decente. Senza contare le tasse da pagare, le spese per mandare avanti l'azienda e il restante per far vivere la propria famiglia.


Quindi come si può perseguire un ideale di amore e rispetto verso la natura, se poi alla fine quello che dobbiamo fare è ricavare un profitto?
Come si può servire il Tutto e rendergli gloria, se poi la nostra mente è presa costantemente dal pensiero che dobbiamo guadagnare per arrivare a fine mese?
Come si può fermarsi a riflettere, quando è il denaro stesso a importi di correre?
Come si può dire di tutelare l'ambiente e allo stesso tempo vivere in una reggia da sogno?

Non lo si può fare! Perché non si può servire due padroni... o servi il Tutto e gli sei fedele, o servi il denaro e sei fedele al mondo che l'uomo ha costruito con le sue mani.
In questo caso non vi è altra scelta. Come può esserci? In questo caso non vi è una "via di mezzo", perché o hai a cuore la sorte di uno, o hai a cuore la sorte dell'altro.
Non si può preoccuparsi per l'ambiente e allo stesso tempo preoccuparsi del proprio ricavato.

Purtroppo questo è l'ennesimo frutto dell'Antropocentrismo: l'essere costretti a servire il mondo che l'uomo stesso a creato. Oggi come oggi è diventato indispensabile farlo, se fai parte di questo mondo non puoi fare altrimenti.
L'alternativa sarebbe fuggire da qualche parte lontano... ma per andare dove? Vi è forse un luogo sulla Terra in cui l'essere umano non ha allungato i suoi tentacoli minacciosi?
Scappare e andare a vivere in una capanna isolati dal mondo? Forse, sarebbe bello. Ma riusciremmo davvero a sopravvivere senza le dovute conoscenze?


Termino con due citazioni dai vangeli di Tommaso (apocrifo) e Matteo (canonico) al fine di far riflettere su quanto da me scritto:

"Un uomo non può stare in sella a due cavalli o piegare due archi. E uno schiavo non può servire due padroni, altrimenti lo schiavo onorerà l'uno e offenderà l'altro.Nessuno beve vino stagionato e subito dopo vuole bere vino giovane. Il vino giovane non viene versato in otri vecchi, altrimenti si guasta.Non si cuce un panno vecchio su un abito nuovo, perché si strapperebbe." 
(Tommaso 47)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.»
(Matteo 6, 24)



6 commenti:

  1. Ciao Xandrex91,
    è sempre un piacere leggere di persone come te che nutrono un tale rispetto per la nostra Terra e che si adoperano per portare un messaggio che possa contribuire in qualche modo ad aprire la mente delle persone e indurle a mettere in atto un cambiamento partendo da se stessi e da ciò che ognuno può fare nel suo piccolo. Purtroppo non tutti riescono a coglierne l'importanza o a trovare un modo per mettere in pratica questo proposito. C'è chi proprio non se ne cura, perchè tanto quando il mondo sarà davvero invivibile non ci sarà più. Eppure pare manchi davvero poco. 100 anni dicono, prima che anche le più "importanti" città del mondo vengano sommerse. E allora danno il via ai summit, conferenze, assemblee generali.. per trovare una soluzione, per regolamentare qualcosa in più. Ma in realtà il problema di fondo è ciò che dici tu. Il profitto viene e temo verrà sempre prima di tutto. Un circolo vizioso senza fine. Mi hai fatto tornare in mente un esame che ho dato sulla sostenibilità. In particolare un immagine con tre circonferenze che si intersecano al centro. Una racchide l'ambiente, una l'economia e una la società. Idealmente i cerchi dovrebbero avere lo stesso diametro ma attualmente purtroppo il diametro decresce nell'ordine economia > socità > ambiente. Lo scopo dello sviluppo sostenibile era rappresentato da delle freccette che partivano dall'ambiente a raggio verso l'esterno a per aumentarne il diametro a discapito delle altre due. Al momento sembra solo un utopia. Però qualche misura nel mondo viene presa perchè questo avvenga. Il problema è che è troppo lento questo nostro tentativo di cambiare le cose rispetto alla velocità con cui la natura sta mutando. Anche io nel mio piccolo, nel mio ramo, vorrei poter fare qualcosa. Eppure vedo che la sostenibilità rappresenta sempre un dovere inteso come obbligo dovuto alla legge piuttosto che un dovere morale che dovrebbe essere naturalmente presente in ognuno di noi. Non so davvero quale possa essere la soluzione. Forse ci vorrebbero al potere delle persone più oneste e meno egoiste, che sappiano parlare al cuore delle persone ed essere più di stimolo verso una maggiore apertura mentale verso questi problemi. Ma è sempre un utopia forse..è troppo complicato da attuare al momento, con i governi attuali. Il rinnovamento deve partire dai giovani che un domani li sostituiranno, sperando che siano un po' più come te, come me e come credo tanti altri sparsi nel mondo che vorrebbero poter fare qualcosa ma non sanno come.
    Comunque ciò che hai scritto mi ha ricordato anche il Life Cycle Assessment. Se fosse utilizzato per ogni cosa che viene prodotta, sia nuova che già esistente, sarebbe già un buon punto di partenza...
    Le considerazioni potrebbero essere infinite e al momento non posso fare di più. Interessante anche l'ultima citazione del vangelo, mi fa pensare ad un ritorno all'antichità e alla natura più selvaggia.. il progresso è sempre un po' come il caduceo... da un lato migliora la vita apparentemente e nell'immediato, dall'altro va a peggiorare qualcos'altro a lungo termine... come fare?

    Saluti,
    Maggie

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    1. Ciao Maggie, o meglio Simona. (Piacere, puoi chiamarmi Alessandro, se preferisci)

      Grazie per questo tuo commento e per i concetti che hai espresso egregiamente. Condivido quanto da te esposto.

      Solo una cosa... che cos'è esattamente il "Life Cycle Assessment"? non ne ho mai sentito parlare.

      Grazie, Ciao! :)

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  2. Ciao Alessandro, piacere :) alla fine è uscito il mio nome in automatico.
    Mi scuso per gli errori che ho notato solo ora.

    Il Life Cycle Assessment o analisi del clclo di vita è un metodo per valutare l'impatto ambientale associato ad ogni nuovo prodotto o processo considerando però OGNI fase del loro ciclo di vita. Un processo lungo, complesso e purtroppo costoso (e qui capiamo già perchè è così raro che venga attuato :( ), definito da un paio di norme ISO. In pratica prevede un lavoro a tavolino sulla stesura, il confronto e l'analisi di tutte le strade possibili per produrre qualcosa e/o predisporre un processo, per valutare quali opzioni siano più "benigne" dal punto di vista ambientale e che permettano di ridurre l'inquinamento. Ma NON solo considerando l'impatto che può avere il prodotto finito, ma anche ogni materia prima e processo utilizzato per produrlo. Ovvero, se il prodotto finale in questione non inquina ma per produrlo sono stati utilizzati reattivi inquinanti, condizioni "drastiche" di temperatura e pressione e quindi consumo di energia (e relativo inquinamento), materie prime estratte o reperite a discapito dell'ambiente e così via.. allora è evidente che non ha alcun senso e si sta solo SPOSTANDO il danno ambientale. Quindi il LCA deve valutare ogni dettaglio per arrivare ad un processo/prodotto che effettivamente permetta di RIDURRE significativamente l'impatto ambientale invece di spostarlo e nasconderlo da qualche altra parte. Magari può sembrare una cosa semplice a parole ma effettivamente richiede uno studio davvero attento e lungo che richiede molte fasi di lavoro e molte correzioni successive per cercare di migliorarlo sempre di più. Mi è capitato una sola volta di vederlo applicato per un prodotto comune (sperando fosse vero..chi lo sa). Era riportato nell'etichetta di una famosa marca d'acqua. Avevo dato l'esame da poco e mi ero piacevolmente stupita di leggerlo. Purtroppo per ora è stato l'unico esempio. Sarebbe bello fosse reso obbligatorio sempre..ma sappiamo già che al momento siamo (sono) molto lontani dal metterlo in pratica.. o forse no.. mai smettere di sperare :)

    Saluti :)

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    1. Ciao Simona! Grazie per la spiegazione!

      Sarebbe bello se ogni nuovo prodotto o brevetto venisse sottoposto a questa analisi. Avremmo sul mercato prodotti decisamente molto più intelligenti ed eco-compatibili.

      Ciao :)

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  3. Ciao Alessandro.

    Giuro che la prima cosa a cui ho pensato quando ho letto il titolo è che l'articolo c'entrasse qualcosa con la religione. Poi mi sono chiesto, non parlerà mica degli estremisti islamici che da un lato ricevono finanziamenti dagli occidentali e dall'altra si fanno esplodere in nome del loro Dio (come il caso successo poco fa in Parigi) e di conseguenza servono due padroni.

    Vorrei dire che oggi è quasi inevitabile servire due o più padroni perchè o ti isoli o vivi in questa società. Le alternative non sono tante. Molte persone difatti servono due padroni, come dici tu, ma lo fanno in buonafede perchè non sono neanchè consapevoli (informati).

    Aggiungerei che per fortuna sul pianeta ci sono ancora posti che l'uomo non ha ancora toccato. Pensa soltanto al fatto che più o meno un decennio fa è stato scoperto un popolo ancora primitivo di cui nessuno prima aveva sentito parlare. Molti posti del pianeta restano ancora un mistero per fortuna, figuriamoci quelli del cosmo.

    Ci sono poi quelli che pianificano la colonizzazione di altri pianeti in futuro per causa di sovraffollamento e inquinamento della Terra e c'è chi invece fa progetti per rimanere qui sulla Terra. La bibbia dice che l'Eden si trovava sulla terra, forse anche il paradiso stesso in futuro sarà sulla Terra. Chi lo sa. Magari era questo il proposito del riscatto biblico, cioè un uomo perfetto (Gesù) che si è sacrificato per riacquistare la vita perfetta persa (quella di Adamo).

    Saluti,
    Jan

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    1. Grazie Jan per questo tuo intervento.
      Purtroppo è vero ciò che dici... oggi come oggi non si può fare a meno di servire due padroni, l'unica alternativa è isolarsi. Ma questa è solo questione di tempo... prima o poi ce la farò, o almeno così spero.
      Anche io purtroppo in questo particolare momento della mia vita sono stato costretto a scegliere di servire il denaro. Non perché io voglia arricchirmi, però purtroppo per vivere quello serve.

      Molto bella l'interpretazione che hai dato di Gesù. Grazie.

      Ciao!

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