martedì 11 giugno 2019

Quando la vita diventa una vera "fogna"



Nei post precedenti abbiamo visto come effettivamente noi siamo plasmati dall'ambiente che ci ospita, ma anche come noi siamo in grado di modificare ciò che ci circonda per renderlo migliore o peggiore.
Quest'oggi vorrei affrontare con voi un tema molto inquietante e delicato, ma allo stesso tempo di estrema importanza per comprendere meglio quanto scritto nei precedenti post e per avere una visione d'insieme.
Infatti andremo a capire i limiti entro i quali queste leggi operano. Andremo insieme a vedere quando quello che a noi sembra un paradiso può in realtà trasformarsi in un vero inferno. Parleremo delle conseguenze della sovrappopolazione e del troppo benessere, non che dell'effetto della cosiddetta "fogna del comportamento".



Gli esperimenti di Calhoun


A partire dal 1947 un etologo statunitense di nome John Calhoun condusse una serie di esperimenti per studiare più da vicino il fenomeno della sovrappopolazione e i suoi effetti sul comportamento.
Per condurre i suoi studi vennero impiegati dei topi e vennero costruiti negli anni diversi ambienti artificiali che fossero in grado di ospitare e sostentare il maggior numero di individui possibile.
Uno dei suoi primi esperimenti fu un "habitat" artificiale costruito affinché non mancasse mai cibo o acqua e in modo tale che i topi fossero al sicuro da ogni tipo di pericolo che potesse venire da fuori, come predatori o malattie. L'habitat era diviso in stanze collegate fra loro in modo tale che i topi potessero muoversi liberamente da una zona all'altra. Dal punto di vista degli esseri umani doveva essere un vero e proprio "paradiso per topi", in cui si sarebbe potuto osservare come questi topi si comportassero al naturale aumento della popolazione che si sarebbe verificato, e come e se il comportamento dei topi avrebbe influito sull'andamento della popolazione.
Gli esperimenti di Calhoun documentarono come in realtà la popolazione massima raggiunta dai topi fosse inferiore a quella che ci si aspettava quando si iniziò a costruire gli habitat.
Infatti solo dopo poche generazioni iniziarono a manifestarsi anomalie comportamentali che andarono ad incidere significativamente sull'aumento stesso della popolazione. Quasi sempre l'aumento della densità di popolazione portava a manifestare queste anomalie, in certi casi talmente gravi da causare il collasso stesso della società venutasi a creare e la conseguente estinzione dei topi dopo 600 giorni dall'inizio dell'esperimento.
Ma in che cosa consistono queste anomalie? Ebbene le anomalie principali documentate da Calhoun furono le seguenti:

  • Le attività biologiche divengono attività sociali di gruppo. Mangiare e bere non sono più attività legate alla sopravvivenza ma divengono esclusiva fonte di piacere derivante soprattutto dall'interazione con gli altri. Questo porta alcuni individui ad alimentarsi in modo non adeguato, trascurando il cibo in favore dell'interazione sociale.
  • Formazione spontanea di gruppi all'interno della colonia stessa, senza alcuna razionalità nella distribuzione dei sessi (es. sette femmine e un solo maschio oppure 20 maschi e 10 femmine o gruppi di soli maschi o sole femmine)
  • Difficoltà a instaurare e mantenere legami fra singoli individui. L'alta frequenza di interazione fra i membri della colonia tende a distruggere i legami fra i singoli individui, privandoli anche di una loro vera intimità. Questo rende più difficoltosa la pratica dei rituali di corteggiamento, della costruzione dei nidi e dell'allevamento dei cuccioli.
  • Progressiva perdita dell'istinto materno nelle femmine. Le femmine divengono sempre più incapaci di portare a termine la gravidanza e di badare poi alla prole. Questo porta a trascurare i propri cuccioli, ad abbandonarli o addirittura ad ucciderli.
  • Sovversione dell'ordine sociale e distruzione della gerarchia. Nella colonia ci sono più individui che ruoli da ricoprire. Le continue lotte per il territorio e per difendere la propria posizione nella gerarchia sfiniscono i maschi alfa a tal punto che questi rinunciano al proprio compito, divenuto troppo oneroso. Senza più maschi alfa l'intera gerarchia è compromessa e l'ordine sociale non è più garantito.
  • I maschi diventano aggressivi e iperattivi. Si formano gruppi composti da soli maschi che aggrediscono gli individui più deboli, le femmine e i piccoli. Alcuni arrivano ad avere rapporti sessuali con qualsiasi individuo a disposizione, indipendentemente dal fatto che sia femmina, maschio, giovane o vecchio. Si manifestano anche episodi di cannibalismo, sebbene nella colonia vi sia già cibo in abbondanza.
  • Isolamento e comparsa di comportamenti antisociali. La mancanza di individui alfa di riferimento e la distruzione di ogni tipo di ordine sociale porta inevitabilmente all'isolamento di alcuni individui e alla predisposizione verso la violenza di altri. Le femmine si rifugiano nelle stanze più alte dell'habitat per sfuggire ai maschi e alcuni individui rifuggono completamente ogni rapporto sociale ed escono dal proprio rifugio per mangiare solamente quando non ci sono altri topi in giro. Alcuni individui si mantengono distanti dai conflitti e si disinteressano all'attività sessuale e a ciò che accade nel resto della colonia; passano la maggior parte del loro tempo a lisciarsi il pelo, a mangiare e a dormire.
  • Incapacità di relazionarsi e di instaurare legami. I rapporti interpersonali a questo punto sono completamente compromessi. La popolazione femminile fertile rimasta è isolata nei piani alti dell'habitat e maschi e femmine non sono più in grado di relazionarsi fra loro in modo sano. Questa viene definita da Calhoun "morte sociale", che precede quella fisica. Infatti senza nuove relazioni e gravidanze la popolazione crolla fino alla totale estinzione.
Tutte queste anomalie comportamentali vengono definite da Calhoun "fogna del comportamento" o comunque vengono direttamente collegate ad essa.


Analogie con gli esseri umani


Come detto da Calhoun stesso, le scoperte derivanti dai suoi studi possono essere potenzialmente applicate a qualunque mammifero presente sulla Terra. Quindi nemmeno l'uomo è immune agli effetti della sovrappopolazione e dell'assenza di fattori regolatori.
Che insegnamento possiamo trarre dunque da tutto ciò di cui abbiamo parlato sopra?
Pensateci e vi verranno in mente almeno una decina di analogie da fare con gli esseri umani.
Molte delle anomalie riscontrate nei ratti sono riscontrabilissime anche nella nostra società e nella nostra cultura, ma andiamo a vederle insieme.

Pensate, ad esempio, ai vari disturbi cosiddetti della mente, di cui buona parte della popolazione mondiale soffre. Certo non tutti hanno le rotelle fuori posto, però la percentuale di persone che si rivolgono ad uno psicologo o che soffrono di determinati disturbi psichiatrici è in costante aumento. Molti non vanno dallo psicologo o non sono in cura psichiatrica, però hanno comunque dei problemi, che ne siano consapevoli oppure no, che lo ammettano oppure no.
Non posso fare a meno di notare la somiglianza di quei topi che si isolano e smettono di avere qualunque forma di interazione sociale con tutti quegli adolescenti e adulti che vengono classificati dalla psicologia come persone con disturbi di tipo sociale.
Sempre più adolescenti si isolano dagli altri e non conducono una vita sociale cosiddetta "normale", e le motivazioni sono fra le più svariate. Chi soffre per il bullismo, altra deviazione comportamentale attribuibile in gran parte all'effetto della fogna del comportamento sui nostri figli e giovani; chi non riesce a trovare il proprio posto in questo caos ed è così difficile per costoro inserirsi e fare i conti con tutto questo che preferiscono chiamarsene fuori.
Io stesso vi confesso che mi sento come uno di quei topi, leggendo di questi studi è come se avessi letto di me stesso. Anche io sono una vittima di questa fogna e soltanto ora sto iniziando ad avere piena consapevolezza di questo.

Ma pensate anche agli episodi di cronaca ai quali sfortunatamente siamo costretti ad assistere ogni giorno: madri che gettano i figli dalla finestra o li abbandonano nei cassonetti perché non sono in grado di provvedere a loro economicamente, genitori che uccidono i figli perché "troppo molesti"; figli disoccupati che uccidono i genitori e poi continuano ad incassare la pensione; stupri di gruppo ed episodi di molestie sessuali su giovani e vecchi, indipendentemente; baby gang che non sapendo cosa fare se la prendono con anziani e deboli e ne fanno motivo di vanto e occasione di divertimento; vicini di casa che si ammazzano a vicenda per cose banalissime; serial killer che uccidono decine di persone senza avere alcun tipo di rimorso.
Fatti eclatanti, che fanno scandalizzare, indignare. Fatti che ci disgustano… eppure sono tutte cose che il progresso, il benessere e il sovrappopolamento portano con sé. Quella depravazione, quella perversione, quell'abominio che tanto ci disgusta in realtà è dentro tutti noi ed è il frutto di ciò che abbiamo seminato in tutti questi secoli.
Ma pensate anche a cose molto più banali e semplici, che recentemente stanno entrando sempre più in quello che è considerata la normalità, ma che di normale a ben vedere non hanno poi molto se non considerando le circostanze in cui tutto si svolge.
Pensiamo a tutti quei vizi di cui la nostra società è appestata. Pensiamo all'alcool e al fumo, al gioco d'azzardo, alla droga, alla prostituzione e alle perversioni sessuali di ogni tipo compresa l'omosessualità, la pansessualità, il sadismo ecc...
Mi dispiace per chi difende e vive tutto questo, ma bisogna guardare in faccia la verità e ammettere con onestà certe cose, senza vergogna di essere attaccato da pensieri buonisti di bassa lega.
La prova che infondo ci siamo dentro tutti è proprio in ciò a cui ogni giorno assistiamo e che anch'esso è entrato nella normalità.
Pensiamo all'indifferenza della gente quando viene aggredito, picchiato o derubato qualcuno in mezzo alla strada. In quanti interverrebbero?
Pensiamo all'incapacità di instaurare relazioni intime ed individuali fra persone, fidanzati, parenti. Ma anche solo e soltanto quanto difficile sia diventato scambiare due parole con un vicino di casa o addirittura all'interno della famiglia stessa. I cellulari e le nuove tecnologie non stanno aiutando affatto in questo, anzi, divengono soltanto ulteriore scusa per assecondare questa fogna comportamentale.

Qualcuno a questo punto potrebbe domandarsi: ma se all'uomo sta succedendo ciò che è successo a quei topi, perché allora non ci siamo ancora estinti come è successo a loro?

Bella domanda. La risposta che mi sento di dare è che l'essere umano ha un cervello strutturalmente diverso rispetto a quello di un topo. Ovvero, l'essere umano è stato dotato di una capacità di astrazione e di ragionamento ben superiori a quelle del topo.
Questo in un certo senso ci ha sempre in qualche modo protetto contro gli spiacevoli effetti collaterali della sovrappopolazione, almeno quelli più gravi e funesti. Fin dalle prime civiltà l'uomo si è scontrato con questi problemi, ed è per questo che la sua mente ha partorito cose come la religione, la tradizione e la politica. Queste cose ci hanno aiutato a focalizzare le nostre energie verso un qualcosa di diverso, ci hanno dotato di un senso comune di morale e giustizia. Ci hanno dato delle regole da seguire.
Questo ha guidato le nostre strade facendoci capire in qualche modo ciò che era lecito fare e cosa no.
Ma a ben vedere questo ha soltanto rimandato il problema e non l'ha in alcun modo risolto.
Infatti al giorno d'oggi all'essere umano manca, come secondo me mai è mancato prima d'ora, quel qualcosa, quell'elemento di unione e di coesione, quel qualcosa in cui credere e a cui affidarsi. Questo naturalmente sta facendo uscir fuori i nostri più peggiori istinti, ci sta ponendo sempre più nella condizione di quei topi.
Credo che se le cose continueranno ancora così il collasso sarà inevitabile.

Conclusioni e riflessioni personali



Personalmente ritengo molto triste, crudele ed ingiusto il fatto che si sia dovuto ricorrere all'uso di esseri senzienti per mettere in atto questo tipo di esperimenti e per arrivare a trarre queste conclusioni. Condanno e condannerò sempre la sofferenza inflitta a qualunque essere senziente, indipendentemente dallo scopo che ci si prefigge di raggiungere attraverso di essa.
Tuttavia ho scelto di affrontare questo argomento poiché ritengo che i dati raccolti da Calhoun attraverso di essi siano di vitale importanza per noi, soprattutto oggi, per comprendere come in realtà l'ambiente stesso in cui noi tutti viviamo e che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani, sia in realtà molto più insalubre di quel che si pensi.
In realtà non servirebbe neanche Calhoun e i suoi esperimenti per arrivare a comprendere che la nostra società è profondamente malata, che noi siamo malati. Però dato che oggi si da molta importanza a ciò che è scientificamente provato… ebbene ecco a voi la vostra conferma scientifica!

La vera cosa vergognosa e che mi disgusta di più in tutto questo è il fatto che queste cose vengano studiate e affrontate solamente nelle università di psicologia o di sociologia. La vera cosa che più mi disgusta è che tali studi siano stati usati nel corso di questi anni per manipolare le persone, sfruttando proprio questi meccanismi che derivano dalla fogna del comportamento.
La vera cosa vergognosa è che tali studi siano finiti nel dimenticatoio e nascosti o taciuti ai più, alla gente comune. Cosa ancora più triste è vedere come la stessa gente comune abbia ignorato i moniti di Calhoun e le eclatanti scoperte derivanti dalla sua ricerca. Questo non solo ha vanificato il suo lavoro ma, ancor più grave, ha vanificato anche la morte di quei topi che in qualche modo sarebbe stata più accettabile sapendo che grazie ad essa l'essere umano avesse finalmente imparato la lezione e cambiato la sua vita. Ma non è stato così, anzi… da allora le cose sono persino peggiorate e l'uomo non accenna a fare ammenda.

Quanto si è dato da fare l'essere umano nel corso della sua storia per eliminare i maggiori fattori regolatori che avrebbero in realtà contribuito a mantenere il nostro numero contenuto. Ci siamo dati da fare per aumentare la durata di vita media, per sconfiggere ogni tipo di malattia e per garantire che i nostri figli vivessero sempre nell'abbondanza e che non sperimentassero mai la miseria delle generazioni passate. Pensieri leciti e giusti per carità, l'istinto stesso di sopravvivenza ci spinge verso questo. Tuttavia, a ben pensare, in realtà non ci sarebbe ragione alcuna per temere per la nostra vita o per la nostra estinzione. Anzi… è proprio questo modo di pensare che, secondo quanto detto sopra, ci porterà ben presto verso l'autodistruzione, se già il processo non è iniziato; ed io credo che sia così, già da alcuni secoli ormai.
A cosa sono serviti, ad esempio, i vaccini se non ad aumentare ulteriormente la quantità di individui in circolazione? A cosa è servito meccanizzare l'agricoltura e intensificare la produzione se non a garantire a sempre più persone un alimentazione abbondante in qualunque periodo dell'anno? E tutta questa abbondanza (di risorse e di individui), tutto questo wellness e confort, a cosa ci hanno portato? Cosa siamo diventati?
Abbiamo trasformato noi stessi in cadaveri ambulanti, le nostre vite in non-vite. Noi, esattamente come quei topi, respiriamo, mangiamo, beviamo, facciamo sesso… ma non siamo più vivi già da molto ormai. Le nostre vite sono vite artificiali, vite vuote alla disperata ricerca di un senso, un senso che non può essere trovato e che inevitabilmente ci condanna all'autodistruzione.
Sicuramente in una società come questa, in cui tutto diviene normale e lecito, fanno scandalo queste mie parole. Ma quando uno vive in un inferno, non può rendersi in alcun modo conto di quello che ci sta fuori… e quindi pensa che "normale" sia solo ciò che è dentro al sistema e che può essere visto tutti i giorni e quindi finisce con l'accettare passivamente ogni cosa che questo comporta. Ma non è così. Niente di ciò che succede ogni giorno all'interno della nostra società è normale, niente è come dovrebbe essere… o meglio tutto è esattamente come la natura ha predisposto che sia, ma quella che vediamo tutti i giorni non è la vera natura dell'essere umano e non è come l'essere umano dovrebbe essere o comportarsi. E' soltanto l'ennesimo artificio, l'ennesima aberrazione che la natura non può tollerare e, come sempre fa del resto, sta solo cercando di distruggere e purificare.
Si parla tanto di sostenibilità ma non ci si rende conto affatto del veleno che la civiltà e il progresso stesso portano con sé. Si dice che cambiano le nostre abitudini il pianeta possa sostentare una quantità di esseri umani maggiore. Tutte balle.
Ancora non abbiamo capito che l'essere umano non è un animale politico, ma è un mammifero come qualunque altro sulla terra. Un mammifero che ha bisogno dei suoi spazi e che può portare avanti solamente un numero limitato di interazioni sociali. Una natura questa che non può essere confinata in palazzoni da 10 piani, o nella vita di quartiere o di una grande metropoli. Non possiamo incattivire la nostra natura e poi lamentarci delle conseguenze. E' da stupidi.

Quindi noi siamo plasmati in ogni momento dall'ambiente in cui viviamo e questo ambiente malato non può che partorire una progenie malata e aberrante. Ma abbiamo anche il potere di cambiare le cose, una volta che ne siamo completamente consapevoli, ma consapevoli per davvero e se ne abbiamo la volontà e la determinazione.
Non è facile risolvere questo problema, lo so bene, forse per questo in passato si è preferito soprassedere e andare avanti come niente fosse.
Ma una volta preso coscienza di questo… non si può negare che siamo in troppi su questo pianeta, troppi in condizioni di smisurata abbondanza materiale e di assoluta povertà di spirito.
Tutti i governi del pianeta, se davvero hanno a cuore le sorti dell'essere umano, dovrebbero prendere atto di questo e come prima cosa imporre un serio freno alle nuove nascite. Ma so bene che non lo faranno mai. Troppi interessi, quei dannati interessi che ci impediscono di risolvere le cose per davvero.
Ma anche una volta fatto questo… l'essere umano sarà davvero in grado di rientrare in contatto con la sua natura? Quella sacra e primordiale natura che caratterizza ogni essere vivente libero di vivere secondo le leggi del Tutto?

Ebbene, nell'esperimento di Calhoun, gli ultimi topi sopravvissuti furono introdotti in un sistema "sano" e nessuno di loro fu in grado di adattarsi alla nuova situazione. La prima morte, quella sociale, li condusse rapidamente verso la vera morte, quella corporale.

Chissà se noi siamo ancora in tempo...

1 commento:

  1. Grazie Alessandro.
    Come quasi sempre, le tue riflessioni sono molto interessanti e fatte col cuore, cosa che mi piace tanto.
    Non ho letto per intero l'articolo, e azzardo qualche mia considerazione.
    Anche a me fanno pena gli esperimenti su animali da laboratorio.
    Credo che la soluzione sarebbe invitare uomini e donne dei popoli indigeni, poco civilizzati, i popoli della natura, a parlarci.
    Ogni giorno.
    Ad ogni telegiornale.
    Loro sono i depositari della saggezza.
    Loro possono indicarci la via, per tornare a vivere in modo giusto.
    Un nativo indiano (Nobile Uomo Rosso) ha detto che Dio ha dato ad ogni essere vivente le istruzioni per vivere, ma gli uomini bianchi le hanno dimenticate, gli indiani no.
    Credo che in ogni scuola dovrebbe essere insegnato il pensiero dei popoli della natura, popoli non ancora civilizzati.
    Gianni Tiziano

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