La scorsa volta abbiamo visto il potere distruttivo dell'uomo nei confronti dell'ambiente che lo circonda, ma abbiamo visto anche come da un incidente umano possa nascere la vita. A tal proposito vi rimando al post: "Salton City - la desolazione di una terra dopo l'uomo"
Oggi però vorrei parlare di un'altro potere che l'uomo ha sull'ambiente che lo circonda, ovvero quello di dare la vita, di ricostruire, di rimediare in qualche modo. Come avrete certamente capito dal titolo, sto parlando del famoso racconto de "L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono.
Un libro molto interessante, di cui vi allego uno splendido film animato che bene illustra la storia ed è sicuramente meglio delle mie parole.
Sebbene la storia sia inventata, ci fa capire quanto gli alberi siano preziosi e di quanto l'uomo può essere davvero in grado di fare con solo le proprie mani.
"Se si teneva a mente che era tutto scaturito dalle mani e dall'anima di quell'uomo, senza mezzi tecnici, si comprendeva come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre alla distruzione."
Questo però non deve farci "montare la testa" o farci pensare che noi abbiamo un qualche dominio sull'ambiente che ci circonda. Come il vecchio pastore della storia dovremmo anche noi avere fiducia nella "provvidenza", alla fine è sempre Madre Natura che fa tutto... noi possiamo solo scegliere di contribuire o meno dandogli una mano, assecondando le sue leggi e senza opporci ad esse.
Ma come può un racconto darci un idea precisa del reale potenziale umano? dopotutto è solo una storia, come lo stesso autore ha affermato in una lettera del 1957.
Eppure in tutto il mondo ci sono stati casi di persone che, come il vecchio Elzéard Bouffier, si sono impegnati e si stanno impegnando tutt'ora per il bene collettivo da un punto di vista ambientale e, più nello specifico, nel piantare alberi.
Pensiamo ad esempio a Johnny Appleseed, famoso colono americano che viene considerato da molti come un eroe ambientalista. Dedicò buona parte della sua vita a piantare alberi di mele, vivendo fra boschi e con quello che riusciva a scambiare grazie alle sue mele.
Oppure pensiamo ancora a Jadav 'Mulai' Payeng, diventato famoso recentemente per aver piantato da solo, in buona parte della sua vita, una foresta di ben 550 ettari in India.
Il caso di Mulai è molto simile a quello del racconto sopra citato, con tanto di lieto fine.
Tutto è iniziato con un'inondazione che ha trascinato moltissimi serpenti su un spiaggia deserta, dove poi sono tutti morti per il troppo caldo, senza avere un posto dove ripararsi.
Mulai, allora giovane, decise di dedicare la sua vita a piantare alberi che potessero fare ombra in quella zona.
Gli avevano detto che non sarebbe cresciuto nulla su quella spiaggia arida, ma lui provò comunque a piantare dei bambù, e in seguito altre piante resistenti a quel tipo di clima.
Nel giro di poco più di 30 anni, da una terra sterile, si è arrivata a formare una foresta che si è espansa ed ha iniziato ad offrire riparo a molte specie animali, alcune delle quali sono specie oggi protette e a rischio di estinzione.
E abbiamo molti altri casi di uomini coraggiosi che dedicano la loro vita a piantare alberi, nel disperato ma consapevole tentativo di ripristinare gli ambienti ormai andati distrutti a causa dell'uomo.
In Africa ad esempio abbiamo diversi progetti che coinvolgono le popolazioni locali per la ripiantumazione delle foreste di mangrovie (un habitat essenziale per le specie anfibie e acquatiche) ormai andate distrutte a causa delle attività umane.
Tanti altri esempi si possono fare, come sempre vi invito ad andarveli a cercare. Tutto questo ci può insegnare secondo me che ognuno di noi può fare qualcosa, per rendere davvero costruttivo il nostro passaggio qui, sul pianeta Terra.
Se l'uomo impiegasse le stesse energie che impiega per distruggere per fare altro, come ad esempio portare la vita... che mondo meraviglioso sarebbe questo!
Concordo con te.
RispondiEliminaGianni Tiziano
hai ragione, sarebbe un paradiso
RispondiElimina