sabato 13 settembre 2014

Illuminazione: quando Il vero io è risvegliato


Nel post precedente abbiamo parlato di come possiamo affrontare e vincere il perenne conflitto all'interno della nostra mente al fine di risvegliare la nostra coscienza e far emergere il vero io.
In questo post parleremo meglio di questo stato, che io ho scelto di chiamare in tale modo.
Che cos'è davvero l'Illuminazione, ovvero quando la nostra coscienza è risvegliata? Che caratteristiche ha il vero io? Come riconoscerne i sintomi? E in cosa si differenzia dall'io profondo? (che abbiamo già visto in altri post)

Esistono molti modi infatti per descriverlo, ne abbiamo un esempio in tutte le principali religioni del mondo.
Nelle dottrine orientali ad esempio viene chiamato Illuminazione, nella religione cristiana invece tale stato viene attribuito all'influenza dello Spirito Santo. Inconsapevolmente entrambi hanno cercato di dare una spiegazione ad un tale stato interiore, che tutti bene o male abbiamo avvertito nella nostra vita.
L'unica differenza sta nella cultura e nel modo di vedere di tali persone. Le dottrine orientali, più incentrate sul Sé e sull'interiore, attribuiscono tale stato ad una condizione dell'individuo, ricercabile ed ottenibile attraverso la disciplina e il dominio di sé non che attraverso la volontà. Nel cristianesimo invece, più incentrato sugli altri e sull'intervento divino, lo Spirito Santo diviene un entità a tutti gli effetti direttamente collegata a Dio. Quindi è uno stato che è influenzato da Dio, che da e può togliere... e ciò non è quindi controllabile dalla volontà umana.
Persino gli antichi filosofi greci hanno tentato di definire a modo loro questo stato, loro lo chiamavano coscienza, dal significato di "sapere insieme", come abbiamo visto nel primo post di questa serie.
Abbiamo anche dei casi fra alcune culture native americane, per loro l'equivalente dell'illuminazione è lo "sconfiggere la propria ombra"
Dato che a me piace fare le cose a modo mio, ho scelto di dargli pure io un nome. Io lo chiamo "risvegliare il vero io"



Per fare un collegamento con i post e gli schemi precedenti, vediamo ora che differenza c'è fra una coscienza risvegliata e una dormiente.

COSCIENZA DORMIENTE


In questo stato identifichiamo noi stessi con i meccanismi che avvengono all'interno della nostra mente, di fatto noi ci identifichiamo con la nostra mente. Questo ha come conseguenza il fatto che le nostre tre componenti, già viste in precedenza, sono libere di interagire fra loro senza alcun controllo.
Più la nostra coscienza è assopita e più perdiamo il controllo della nostra mente, che va per conto suo.
(e questo non sempre ha risvolti positivi).



COSCIENZA RISVEGLIATA


In questo stato le nostre tre principali componenti non sono più in grado di interagire fra loro liberamente, infatti ogni loro interazione passa prima per la nostra coscienza, che prende poi la decisione finale scegliendo se lasciarsi influenzare e in che misura da ciascuna delle tre componenti. Una coscienza risvegliata riesce a tenere meglio sotto controllo i pensieri negativi e le emozioni inibitrici come ad esempio la paura e l'ansia.
Noi non siamo la mente, bensì ciò che tiene insieme il tutto.
Questo stato non è sempre perpetuo ma la sua durata può variare da qualche secondo fino a mesi o addirittura anni a seconda di quanto a lungo si mantengono le condizione che l'hanno instaurato.



Ma in cosa consiste questo stato?
E' decisamente un qualcosa che sfugge ad ogni tentativo di catalogazione razionale: a livello sensitivo spesso è accompagnato da una sensazione di calore che ha origine dall'interno e si propaga verso l'esterno, come una fiamma che arde. Si avverte come una sensazione di leggerezza, quasi come se potessimo sollevarci da terra da un momento all'altro, accompagnata da una grande calma e pace interiore. Si avverte un enorme energia, un'esplosione silenziosa che ha origine dentro la nostra mente. E' come una lampadina che si accende, un raggio di sole nel bel mezzo di una giornata nuvolosa, un risveglio dopo un lungo periodo di torpore.
Va precisato che questi sono solo sintomi e che di per sé non costituiscono per forza "una diagnosi di illuminazione" per così dire. Queste sensazioni infatti si possono provare anche in molte altre situazioni diverse, che nulla hanno a che fare con essa. (la scienza dal canto suo è riuscita a replicare alcune di queste sensazioni semplicemente applicando degli elettrodi e stimolando elettricamente una determinata area del cervello)
Se lo stato persiste, solitamente è accompagnato anche da un cambiamento radicale nel nostro modo di agire e di essere, questo è conseguenza del fatto che il costrutto mentale di quello che noi pensavamo essere il nostro io è crollato, rivelando ciò che siamo realmente. Esso è in grado di influenzare perfino la nostra fede e le nostre credenze, spingendoci a rimettere tutto in gioco.
Inoltre, il relativo silenzio e la relativa pace della nostra mente non possono far altro che favorire e alimentare l'amore, quello con la A maiuscola.
Si è naturalmente portati a dare senza aspettarsi nulla in cambio, ad agire ed a operare senza farsi troppe aspettative sul risultato. Più lo stato persiste e più è intenso e più finiamo col sorprendere noi stessi ogni giorno che passa, ci ritroviamo a fare cose che fino a qualche tempo prima giudicavamo impossibili. Caricati di un'energia nuova (come del resto accade quando abbiamo federiscopriamo il nostro coraggio nascosto, la determinazione nel perseguire ciò che noi sentiamo dentro di noi essere la cosa giusta. Si ha come l'impressione che i problemi e le preoccupazioni scivolino via da noi, ci sentiamo come una roccia nel mezzo di un torrente.
In questo stato siamo sempre più consapevoli e consci dei meccanismi che avvengono all'interno della nostra mente fino ad arrivare a conoscere ogni nostro punto forte e ogni nostro punto debole, non che a predire per tempo le nostre possibili reazioni "negative", evitandole ogni qual volta ci è possibile.
Siamo in grado di guardare al mondo che ci circonda con un atteggiamento più consapevole e distaccato, in questo stato siamo naturalmente portati a guardare le cose metaforicamente "dall'alto" da una prospettiva che ci consente di vedere meglio e di distinguere quindi meglio ciò che giusto o non è giusto fare in una certa situazione piuttosto che in un'altra... liberi (quindi senza lasciarsi influenzare) da pregiudizi, emozioni o sensazioni negative.

Ma che differenza c'è fra vero io e io profondo?
Questa è già una bella domanda, apparentemente sembrerebbe che si assomiglino molto, o che siano addirittura la stessa cosa. Ma in realtà c'è una sottile differenza, molto importante fra i due.
Innanzitutto c'è da dire che il vero io quando è risvegliato è più uno stato della nostra mente di durata più o meno persistente. Esso ci consente di avere una visione di insieme e di agire o pensare liberi da qualsiasi tipo di vincolo o costrizione.
L'io profondo, come abbiamo visto nei post precedenti, è una componente della nostra mente e possiamo farlo rientrare in quello che secondo gli antichi era il "centro motore-istintivo" del nostro cervello, ovvero il centro adibito alle funzioni fisiologiche, al moto e a tutti quei meccanismi sensitivi, percettivi e all'istinto, non a caso è la parte più primordiale e antica.
Ho scelto di chiamarlo "io profondo" per il semplice fatto che è la parte più intima, antica e nascosta di noi, di cui molto spesso non ci accorgiamo. Essa guida inconsapevolmente molte delle nostre scelte quando non è offuscata dal pensiero e dall'emozione, ma il bello è che essa non rappresenta quei meccanismi puramente legati all'istinto primordiale, quello che noi erroneamente attribuiamo con connotati negativi soltanto agli animali.
Di fatto a seconda dell'animale che stiamo osservando esso avrà un cervello costituito con predominanza di centro motore-istintivo e centro emotivo, e una percentuale più o meno scarsa o rilevante del centro intellettivo.
Infatti gli animali non sono esseri di puro istinto come ci viene raccontato dalle varie leggende metropolitane, anche loro presentano lo stesso identico funzionamento di base della mente umana, quindi anche le loro scelte possono essere influenzate a seconda dell'interazione fra le tre componenti (io profondo - pensiero - emozione) e di conseguenza anche gli animali possono "essere illuminati" nel momento in cui riescono a risvegliare la loro coscienza.
Facciamo degli esempi di quanto detto sopra:
Se un animale attacca o uccide per difendersi sicuramente vi sarà un interazione con predominanza delle emozioni (paura). Un animale che attacca o uccide spesso e volentieri lo associamo ad un comportamento "istintivo", ma in realtà in tal caso confondiamo l'istinto con una reazione emotiva, che sono due cose leggermente diverse. Le emozioni negative sono la principale causa infatti dei comportamenti cosiddetti "incivili" o erroneamente attribuiti con l'aggettivo negativo di "animale", "bestiale" o "primitivo".
- Un animale che prova empatia invece sta ascoltando a pieno la voce dell'io profondo. E' istintivo per un qualsiasi essere vivente il provare sentimenti come l'empatia, indipendentemente dalle dimensioni o dall'efficienza del suo cervello. Ma il fatto è che molto spesso la vita dura di questi animali soffoca la voce dell'io profondo e di conseguenza predominano le emozioni negative o il pensiero.
- Un animale invece che pianifica in anticipo le sue mosse e sa prevedere le mosse altrui sta utilizzando il pensiero.

Quindi quando io parlo di istinto, non intendo affatto quel tipo di istinto a cui noi esseri umani diamo un significato prettamente negativo.
C'è dell'altro, di più nobile se volete, nell'istinto.
Di fatto l'io profondo è quel "ponte" che collega il nostro vero io con il mondo naturale e, senza rendercene conto, ci connette con l'Universo stesso.
Quindi alla fine la principale differenza fra io profondo e vero io, oltre che nella sostanza, è nel fatto che uno ci spinge ad agire inconsapevolmente (spingendoci a fare la cosa relativamente più giusta, senza sapere o conoscere nulla) e l'altro invece è pienamente consapevole ed è in grado di avere una visione più o meno d'insieme, scegliendo poi in seguito di propria e spontanea volontà la cosa più giusta.

Entrambi sono importantissimi strumenti che ci consentono di interagire e di entrare in connessione con l'Universo stesso.
Quando l'illuminazione (vero io, coscienza consapevole) viene portata ad un livello più alto essa ci consente di fatto di entrare in vibrazione con il Tutto, ma di questo penso proprio che ne parleremo un'altra volta.

Questo è tutto per ora. Buon cammino a tutti quanti!

10 commenti:

  1. La tematica della “illuminazione” non l'ho mai ritrovata nei libri, filmati, interviste a componenti di popolazioni umane che vivono in simbiosi con la Natura.
    E' nelle popolazioni “civilizzate” (addomesticate) che certe persone si sentono a disagio e ricercano la ragione vera della esistenza.
    Allora si rivolgono alle filosofie e alla religione, per trovarla, questa ragione : ma non è la vera illuminazione.
    Ritengo che i veri illuminati siano gli esseri umani che vivono simbioticamente nella natura, sono illuminati gli animali, le piante, le rocce, l'aria e l'acqua.
    E forse sono illuminati anche gli esseri umani che si sentono estranei alla “civilizzazione”, pur facendone parte.
    Non serve la conoscenza scientifica, per essere illuminati.
    Serve sapere quali sono i veri valori della esistenza in tutte le sue forme.
    Non sono valori i soldi, i possessi, i confini statali, le auto, le fabbriche, gli OGM, le centrali nucleari, la conoscenza scientifica.
    E' valore una vita condotta nella semplicità, dove puoi possedere solo ciò che puoi portare con te a piedi, dove c'è condivisione con gli altri componenti della comunità umana di cui fai parte (che non supera i 50 elementi), dove non vi è gerarchia di potere, dove vivi di caccia e raccolta, senza agricoltura e allevamento.
    Dove sei parte della natura.
    I popoli primitivi, tutti i loro componenti, 24 ore su 24, sono illuminati.
    Noi esseri “civilizzati” siamo nelle tenebre.
    Ritengo che illuminazione sia liberazione dalla “civiltà” (civiltà è agricoltura, allevamento, proprietà privata, confini, reticolati, industrializzazione, tecnologia, scienze, arte, astrazione, cultura).
    Credo che se riusciremo ad illuminarci tutti, la Terra ritornerà ad essere paradiso, come era fino a circa diecimila anni fa.
    Paradiso come lo è per quelle ultime piccolissime popolazioni umane che non sono venute a contatto con la civiltà, che sono i veri esseri umani illuminati in quanto non schiavi dell'indottrinamento della civiltà.
    Abbiamo poco tempo, stiamo distruggendo l'unico pianeta sul quale possiamo vivere.

    Gianni Tiziano

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    1. Ciao Tiziano, è sempre un piacere leggerti.
      Sono d'accordo con quanto dici.
      Sul termine illuminazione sono state fatte molte speculazioni a partire dall'illuminismo fino ad arrivare alla massoneria. Il fatto è che nessuno può auto-definirsi "illuminato".
      Come detto non è facile spiegare o definire l'illuminazione, sebbene sia una cosa naturale e apparentemente semplice nel suo funzionamento. Possiamo percepirla ma non definirla con certezza, che cosa strana vero?
      In quanto al discorso della civiltà, credo sia un discorso troppo complesso per essere generalizzato, andrebbe sicuramente approfondito meglio. Esistono molti tipi di civiltà, noi esseri umani abbiamo scelto probabilmente la peggiore delle possibilità. Quando di notte mi capita di guardare il cielo stellato (quelle poche stelle che ormai si vedono) non posso fare a meno di pensare che non siamo soli, che là fuori ci sia sicuramente qualcun altro, più vecchio e antico di noi. Chi lo sa, magari in qualche luogo remoto dell'Universo esistono esseri viventi che hanno imparato prima di noi a vivere in armonia con il Tutto pur vivendo in una civiltà e con una loro tecnologia. Forse anche noi possiamo imparare a farlo.
      Ma già qui sto fantasticando troppo forse.
      Riguardo a quegli uomini che ancora hanno la fortuna di vivere lontani dalla civilizzazione umana, essi posso essere illuminati o meno come qualsiasi altro essere vivente. Ma sicuramente l'ambiente in cui vivono facilità molto di più il mantenimento o il risveglio di un tale stato.
      Il bello è che l'illuminazione non guarda in faccia nessuno... tutti possiamo essere illuminati, non importa chi siamo o cosa facciamo. Un contadino ha le stesse potenzialità e opportunità di uno scienziato di essere illuminato, così come può avercele un indigeno del Sud America. L'unica differenza è che ciascuno di essi avrà più o meno difficoltà nel mantenere un tale stato in base alle situazioni che vive e alla confidenza che ciascuno di essi avrà con il lato nascosto di loro stessi. Essa (l'illuminazione) è un qualcosa che viene da dentro.
      Indubbiamente se fossimo tutti illuminati, la Terra sarebbe sicuramente un paradiso.

      Ciao!

      Alessandro

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  2. Semplificando è quella cosa difficile che si raggiunge solo se non si tenta/pensa di volerla raggiungere. E' quel che ci permette di essere in pace con noi stessi e di comprendere meglio il mondo che ci circonda :)

    Complimenti per il blog!

    Jan Quarius

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    1. Ciao Jan Quarius,
      Sì, il tuo è un intervento che racchiude dentro di se tutto quanto detto fin ora sull'illuminazione. Purtroppo non ho mai avuto il dono della sintesi :)
      Pur amando la semplicità, non posso fare a meno di andare a fondo nelle cose, approfondendole e allo stesso tempo apprezzando la complessità della loro stessa semplicità.

      Grazie per esserti fermato a leggere e per aver commentato, anche io ho dato un occhiata al tuo blog e l'ho trovato piuttosto interessante. Quando avrò un po' più di tempo leggerò volentieri anche io qualche tuo post.

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  3. Scusate, ho il bisogno di buttarlo fuori.
    Sono stato il Mio Vero budda. Ne ero fortemente consapevole dalla nascita,ho intuito sempre e poi realizzato che il primo passo era L annullamento. Là distruzione TOTALE di ogni singola parte superficiale e primordiale di me.lo sono divenuto,un richiamo disperato ero, e arrivó.sono stato Tutto, le parola è un traduttore di basso livello, una gabbia che necessita per tradurre. Sono stato io in quel momento,io in quella vita, nelle mie vite precendenti e successive, sono stato te, sono stato 7 miliardi di esseri umani, semplici e complessi involucri dell io. Sono stato un minerale,la sua essenza, un albero, un animale. Gettando uno sguardo mosso, cogli L universo in quella distanza di un nanometro dal culo alla sedia, da ciglia a ciglia, da sasso a cielo.
    Ora non sono più, sono solo io, un adulto. Mi sono rimasti sprazzi di ricordi che nel insistere conducono alla follia.

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    1. Bellissima questa tua testimonianza It's ok.
      Scusami ma per qualche giorno sono stato via e ho pubblicato solo ora il tuo commento.
      Condivido intimamente il tuo sentire. Anche a me sta succedendo ciò che descrivi. Anche se forse non colgo a pieno ciò che nascondono le tue parole, che come dici sono "una gabbia necessaria per tradurre".
      Mi domando come sia possibile evitare questa follia. Credo che una volta provata questa sensazione non si possa più tornare indietro senza passare attraverso la follia.

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  4. Ciao grazie per la risposta, è bello poter parlare di qualcosa di così unico ma così scomodo per le persone..
    Per gabbia necessaria per tradurre intendo che la parola è una gabbia. Se si pensa allo scopo primario della parola su un foglio, è imprimere significati, puoi ammirare una singola parola scritta, coglierne il significato, annullarlo fino a scandire nella mente le sillabe,attribuirli un altro significato. Le parole sono morte,un esser divenuto (in qualsiasi livello di coscienza) comprende che la parola è inutile,trasmette attraverso la sua presenza in primis e se vuole attraverso il solo pensiero.
    Mi sembra strano tutto ciò a rileggerlo ma è Vero.h

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    Risposte
    1. Per me è sempre un piacere venire a conoscenza di persone come te. Interessante questa cosa, avevo intuito comunque ciò che intendevi dire, però non ci avevo mai pensato in questi termini.
      In un certo senso hai ragione.

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  5. Ciao a rileggerlo mi sembra di non averlo scritto io ;)
    Quando penso a queste cose devo esser nello stato giusto..
    Se ti va mi puoi raccontare qualche aneddoto particolare su persone che hanno avuto un "illuminazione" o sono divenuti ? :)

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    Risposte
    1. Condivido questo tuo sentire, anche a me succede spesso così.

      Purtroppo non ho nulla da raccontarti in merito, perché non conosco nessuno direttamente che abbia sperimentato questo stato. Potrei parlare di me stesso, ma questo risulterebbe alquanto narcisistico anche perché non ho poi molto di costruttivo da raccontare.

      In realtà di personaggi storici che hanno sperimentato questo stato ce ne sono a bizzeffe, anche nella storia moderna.
      Il primo che mi viene in mente è Masanobu Fukuoka, un signore giapponese che è considerato l'ideatore dell'agricoltura naturale. La sua esperienza con questo stato viene raccontata nel suo libro "La rivoluzione del filo di paglia", dove racconta di aver cambiato vita dopo essersi addormentato serenamente sotto ad un'albero, abbagliato dalla bellezza di ciò che gli si presentò di fronte.

      Ma ne abbiamo tanti altri a partire ad esempio dal poverello di Assisi, San Francesco. O Giordano Bruno, ad esempio.
      Ma anche tutti i grandi profeti e messia, credo che abbiano sperimentato almeno una volta nella loro vita questo stato. E i risultati si sono visti, eccome.
      Ma vi sono anche molti altri personaggi che ora così su due piedi non mi vengono in mente.

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