venerdì 14 agosto 2015

Tutto è nero, ma alla fine del tunnel vi è sempre una luce.



Rieccomi qui con l'ennesimo mio post dal retrogusto amaro.
Mi scuso con chi leggerà quanto segue, ma è vero il fatto che una persona quando scrive esprime ciò che ha dentro, e nella mia situazione attuale ho solo cose negative da buttare fuori.
Ma la speranza... quella come si dice è l'ultima a morire. Perché alla fine del tunnel vi è sempre una luce.
E' questa certezza che forse mi da la forza di continuare, nonostante tutti i dubbi, le difficoltà ed i ripensamenti.
E' lì infatti che è rivolta la mia attenzione: alla fine del tunnel. Un giorno le cose cambieranno, perché le cose cambiano sempre, indipendentemente dalla nostra volontà.


A volte però ho come l'impressione di sprecare il mio tempo o di aver perso la rotta giusta, quella che mi aveva spinto tempo fa ad aprire questo blog.
Ogni cosa che ho fatto in questi 3 anni non ha dato i frutti che speravo. Forse sono stato troppo ingenuo, o forse troppo ottimista.
Per ogni albero che ho piantato, chissà quanti alberi sono stati abbattuti nel resto del mondo. Senza contare quelli che mi hanno falciato e quelli che sono morti per la siccità...
Per ogni parola buona che ho detto ed ogni cosa apparentemente giusta che ho fatto, chissà quante bruttezze e falsità sono state commesse.
Per ogni seme che ho seminato, chissà quanti sono andati persi e quanti sono appassiti nel cuore delle persone ancor prima di germogliare.
E allora mi chiedo ancora una volta: Che senso ha tutto ciò che ho fatto fino ad ora? Sicuramente un senso per me lo ha avuto, altrimenti non lo avrei fatto... non mi sarei mai imbarcato in un'impresa simile.
Però per gli altri... per il Tutto: Che senso ha? Ho davvero fatto qualcosa di utile? O ho solo perso tempo? E i risultati, ce ne saranno mai? O è solo l'ennesima illusione? ... Forse i risultati ci sono già, ma sono troppo distratto per accorgermene?
So che è sbagliato, che non bisogna arrendersi e che bisogna essere pazienti. Però così mi sento in questo momento: sopraffatto. Sopraffatto perché ultimamente ho avuto molto, troppo, lavoro e poco, troppo poco, tempo per pensare, per guardarmi dentro. Tanto lavoro e poche soddisfazioni. Sopraffatto forse perché non ho più quella forza che avevo un tempo e che mi faceva sembrare tutto più leggero e facile.

Così a questo punto mi chiedo: Può davvero la volontà di singoli individui sparsi in tutto il mondo fermare l'inevitabile? Gli effetti del cambiamento climatico sono davanti agli occhi di tutti e sotto il naso di tutti, e la situazione peggiora sempre di più. Ma a volte sembra davvero che le persone non vogliano vedere e non vogliano sentire.
In questi due mesi ho assistito al periodo di siccità più lungo di tutta la mia vita... se non è opera del cambiamento climatico questo, che cos'è?
Questa siccità mi ha letteralmente sfiancato: Ho assistito al lento ma inesorabile declino di tutto ciò che mi circonda; ho visto buona parte del mio lavoro andare distrutto. Ho visto persino gli alberi nei boschi seccare e afflosciare i loro rami e ho visto gli uccelli ammassarsi attorno ad una pozzanghera in via di prosciugamento quasi come fosse manna caduta dal cielo. Per fortuna incendi non ci sono ancora stati, ma se continua così è solo questione di tempo.
Forse per chi vive in paesi aridi come in Africa o in Australia queste cose sono piuttosto normali... ma non per me, che vivo in una zona che è sempre stata soggetta a frequenti piogge, in qualsiasi periodo dell'anno.
Davvero davanti ad uno scenario del genere mi sono cadute le braccia... ho toccato con mano il danno e ne ho visto la gravità. Difronte a simili eventi, come si può sperare che le cose possano migliorare? Cosa può fare un singolo uomo per cambiare tutto questo? Non può fare nulla, non può. Per quanto siano alti i suoi ideali e per quanto si sforzi di combattere, a nulla saranno serviti i suoi tentativi difronte a tanta distruzione.
Come si può anche solo sperare dunque in un "lieto fine"? Probabilmente i lieto fine ci sono solo nelle favole e nei racconti.

Però, nonostante tutto questo, continuo a sperare e ad aspettare quella tanto agoniata "luce in fondo al tunnel", che forse non sarà proprio un lieto fine, ma saprà quanto meno far passare in secondo piano tutto quello che ho dovuto sopportare per raggiungerla. Un po' come una madre in procinto di partorire.
Mi piacerebbe molto se questa "luce in fondo al tunnel" arrivasse anche per il mio, per il nostro amato Pianeta Terra e per quanti vi abitano: umani e specialmente per i "non-umani"... ma più passa il tempo e più è difficile mantenere alta la speranza. Quanto ancora dovrà durare il lento e doloroso travaglio della Terra? La mia più grande paura è che questo parto termini con la prematura morte del nascituro, o peggio ancora della madre. E se le cose non cambiano presto, questo sarà quello che accadrà. A quel punto una luce per il pianeta forse arriverà, ma sarà quella della nostra totale estinzione. E tutto ciò a quale prezzo?

7 commenti:

  1. Alessandro,
    grazie per tutte le riflessioni che hai presentato nel blog, dal primo post all'ultimo.
    Le ho lette con grande interesse e piacere.
    Sono dettate da sensibilità, rispetto, intelligenza e acutezza mentale.
    Credo di aver visto, nel tempo, una notevole maturazione.
    .----
    Come dici in altro post, “questo è un mondo di matti”. Concordo.
    Quello che tu fai è osservare il mondo dal di fuori, come se fossi salito su una navicella spaziale e orbitassi nello spazio, vedendo “le cose importanti”, non le frivolezze.
    Allora ti accorgi che maltrattiamo gli animali, che stiamo facendo esperimenti genetici strampalati, che facciamo morire i laghi, che tante religioni hanno dei punti in comune, che un'altra agricoltura, più rispettosa della Natura, è possibile, e tante altre cose, filosofiche e naturalistiche, che portano al “rispetto” verso il Tutto, di cui siamo una parte.
    .----
    Ritengo che in questi anni anche io ho avuto una maturazione.
    Sono diventato molto più consapevole di prima su ciò che sta succedendo al mondo.
    Il mondo è sotto attacco di una specie vivente, Homo Sapiens.
    Noi siamo tenerissimi verso il nostro prossimo, e malvagi verso il nostro prossimo.
    Ci sono differenze fra le società umane, e quelle di animali e piante.
    Noi abbiamo costruito una sovrastruttura artificiale all'organizzazione sociale naturale.
    Viviamo dipendenti da tecnologia, politica, economia, finanza.
    La globalizzazione sta velocemente cambiando il mondo.
    .----
    Ma non può funzionare a lungo. Per sostenere questo tipo di vita, stiamo abusando della Natura.
    E, alcune persone come te, Derrick Jensen, Massimiliano Rupalti MAXRUPO, Roberto Cazzolla Gatti, Michele Vignodelli, Enrico Manicardi, Daniel Quinn e Manitonquat se ne rendono conto e tentano di sensibilizzare la gente, risvegliarla.
    Da quel che stò vedendo, è una guerra persa.
    Ogni tanto piango, a vedere questo stato di fatto, sopratutto per le ingiustizie che subiscono tanti nostri fratelli e sorelle umani, popoli umiliati, e animali e foreste e oceani e montagne.
    Mi dispiace così tanto !!!!
    Ti ringrazio di esistere, Alessandro, mi fai sentire meno solo.
    .----
    Allo stesso modo, ringrazio che sono esistiti gli indiani d'America, per il fatto che sono stati scritti i loro pensieri sui libri, e documentati con fotografie.
    Sono alcuni dei tanti popoli non civilizzati (o poco civilizzati) che vivevano sulla terra, a stretto contatto con la natura.
    Le loro parole penetrano nel mio cuore come una freccia, e vi restano piantate.
    Come la tua riflessione sugli esperimenti genetici.
    I sentimenti degli indiani d'America hanno cambiato il mio modo di essere. Mi sento più in pace.
    Una volta pensavo di essere matto.
    Adesso penso che gli altri sono matti.
    (non tutti).

    Gianni Tiziano

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    1. Grazie Tiziano per le tue belle parole, che risuonano come un balsamo risanante per la mia anima.
      Anche io ti ringrazio di esistere, sapere che al mondo esistono altre persone come te mi fa sentire meno solo.

      Sono contento di essere consapevole e di contribuire alla consapevolezza altrui... però sento dentro di me che questo non basta. A volte vorrei poter fare di più per cambiare le cose, ma questo è al di fuori della mia portata e credo sia questo il motivo principale per cui soffro. Anche io sai ogni tanto piango davanti a tutto ciò.

      Alessandro

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  2. ''Con tale frase intendevo dire che spero che in futuro avremo altre occasioni (oltre a questa) di scambiare qualche riflessione. Quel sicuramente non era tanto una certezza, ma più una speranza.''

    Ciao Alessandro,voglio dimostrarti come spesso quella ''speranza'' diventa realtà, rieccomi qua ad osservarti ,e a sperare che tu ti senta meglio.Quel che accade a te accade ad ognuno di noi, forse un tantino di più nelle persone dotate di una maggiore sensibilità, non mollare, porta avanti i tuoi progetti e non sentirti mai solo perchè non lo sei , ricordati che in quel ''viaggio''qualcuno è seduto vicino a te sempre....io lo so perchè a me accade questo, mi rende molto più forte ...

    So quel che provi,ti mancano le forze e si esauriscono le certezze, ma è qualcosa di momentaneo, a volte dura anche più delle scorse volte, ma poi qualcosa o qualcuno ti sorregge....e tu devi fare la tua parte....rialzarti e proseguire..o.k.!!!!


    CIAO

    Linda

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    1. Grazie Linda, grazie per le tue parole e per il tuo consiglio.

      E' proprio vero ciò che dici, e questo in un qualche modo mi fa sentire meno solo poiché anche altri hanno provato ciò che provo io. Indubbiamente è un periodo passeggero, e farò del mio meglio per rialzarmi e proseguire quando quel "qualcosa" o "qualcuno" tornerà a sorreggermi di nuovo.

      Per il momento resto in attesa e nel mentre mi riposo... credo sia ciò di cui ho bisogno ora come ora.

      Ciao Linda e grazie di nuovo.

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  3. Buona fortuna Alessandro nel tuo lavoro. Non perdere la speranza!

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    Risposte
    1. Grazie Jan. Buona fortuna anche a te, per tutto.

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    2. ''Non esiste disperazione senza speranza, non esiste amore senza dolore”...

      -Togliendo l'oggetto del desiderio viene a mancare anche la ''speranza'' che porta alla disperazione se inseguita come un illusione...

      -Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.
      (Stephen King).




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