domenica 14 agosto 2016

L'uomo non è solo


Questa cosa vorrei fosse chiara al mondo intero: l’uomo non è solo!
Per troppo tempo ci siamo rinchiusi nel nostro ego, quasi come se fossimo noi l’unica e sola realtà esistente. Ma non è così!
Guardatevi attorno! Non sentite il canto degli uccelli? Non percepite il ronzio delle api? Il profumo dei fiori, la delizia dei frutti che portano?
Tutto questo NON è per noi, ma è INSIEME a noi. Noi facciamo parte di tutto questo e qualcuno o qualcosa ha voluto che fosse così.
Molti chiamano quel qualcosa, quel qualcuno, DIO. Anche io lo chiamo così, perché non so come altro chiamarlo:  a volte lo chiamo Tutto, altre volte lo chiamo semplicemente “natura”...  ma la sostanza non cambia! Chiamatelo pure come volete, non importa. Ma esso esiste ed è in ogni cosa poiché ogni cosa è parte di esso.
Molti uomini hanno smesso di vedere, poiché il loro egoismo li ha resi ciechi ed ora passano la maggior parte della loro esistenza ad inseguire idoli ed illusioni, a tentare in qualche modo di convincersi che possono fare a meno di Dio e delle altre creature; a tentare invano di sconfiggere la morte e la malattia, a voler pretendere di prendere senza dare.
Ma tutto ciò, se ci si pensa bene, è ridicolo ed impedisce in realtà all’uomo di essere ciò che dovrebbe essere, ciò per cui è nato ed esiste.


Ora immaginate di percorrere un lungo viale in una qualsiasi località marittima o città d’arte. Un viale con tanti alberi maestosi che gettano la loro ombra sui passanti. Ebbene riflettete: quante persone sono realmente consapevoli dell’importanza degli alberi che li sovrastano? Quante persone si fermano ad ammirare la chioma degli alberi, con i loro possenti rami che si allargano come in un abbraccio? Davvero pochi lo fanno, se non addirittura nessuno. Nessuno più ci pensa.
Molti vedono gli alberi quasi come fossero dei semplici complementi di arredo, come degli oggetti privi di vita propria e con una loro funzione, che sia estetica o meno. Per questo nessuno ci fa più caso. L’attenzione di tutti è monopolizzata dalle vetrine dei negozi e dei locali, con le loro luci scintillanti e le mille promesse di benessere e soddisfazione di bisogni che sono in realtà inesistenti.

La stessa identica cosa accade con Dio: a volte siamo talmente tanto presi dalle nostre cose, dai nostri rituali esteriori, che non ci accorgiamo del fatto che non siamo soli. Noi pensiamo di esserlo, perché la nostra attenzione è focalizzata su tante cose che ci impediscono di vedere, di sentire.
A volte basterebbe soltanto distogliere lo sguardo da queste luci artificiali per alzarlo verso il cielo: allora ci accorgeremmo che siamo parte di un qualcosa di grande, di indefinibile, di meraviglioso. Allora ci accorgeremmo che non siamo soli in questo magnifico viaggio: le altre creature condividono il nostro stesso viaggio e c’è anche lui, Dio, il Tutto quella forza misteriosa che fin dal principio vive con l’universo, che è in ogni cosa... persino in quell’albero che si staglia sopra le nostre teste.

Prima prenderemo atto di questo e prima potremo compiere ciò per cui siamo nati.

2 commenti:

  1. Hai una visione ottimista della realtà. Io forse al contrario, pessimista. Non so tanto da cosa sia dovuto, ma di assicuro che di periodi in cui non mi sentivo affatto solo ne ho passati, ero più giovane (non è per dire che son vecchio) e leggevo libri sugli UFO, sulla legge d'attrazione, sui cerchi nel grano, sull'esistenza di Dio.. e non mi sentivo affatto solo. Purtroppo sono stato in un certo senso sconfitto dalla routine di tutti i giorni e non riesco più ad essere come prima, a notare tutto ciò che descrivi tu nel tuo post. Forse è una questione di abitudine, ormonale, cognitiva o un po' di tutto.

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    1. In realtà non è che io sia poi così ottimista. Però sì insomma mi piace credere che la realtà non sia quella che sperimento tutti i giorni dal momento che mi alzo al momento in cui mi corico la sera.
      Quindi se questa realtà (che fa schifo) in realtà non è reale, ne è logica deduzione che deve esserci altro di meglio, cioè la vera realtà.

      Sai... pure io anni fa ho vissuto ciò che tu descrivi ed anche io mi sono lasciato vincere dalla routine di tutti i giorni.
      Non vedo più le cose come prima, non riesco più ad amare come prima, non ho più la forza ed il coraggio che avevo prima. Non ho più la stessa ispirazione e voglia che avevo prima. Sto persino scrivendo meno spesso di quanto facevo all'inizio.

      Ancora non mi so spiegare ciò che ho vissuto, ciò che ho provato. Mi rifiuto di credere comunque che sia stata solo un illusione o uno scherzo della mente. Ciò che ho vissuto era reale, tangibile e ha dato una piccola svolta alla mia vita.

      Ora sono di nuovo qui, punto e a capo. Però qualcosa mi è rimasto da allora: la consapevolezza. La consapevolezza di molte cose che sono scritte in questo blog.

      Ogni tanto l'inspirazione torna, ogni tanto per un breve lasso di tempo riesco a sperimentare ancora ciò che provavo anni fa. Ma dura troppo poco, purtroppo.
      Giusto l'altro giorno ho avuto l'inspirazione per scrivere questo post... stavo lavorando quando ho appoggiato la mia mano e l'ho premuta con forza sul tronco di un tiglio. Sono rimasto in quella posizione non so per quanto tempo, ero talmente tanto concentrato sulle sensazioni che stavo sperimentando. Lo sentivo pulsare, lo sentivo vivo... il tronco mi pareva quasi caldo al tatto, come la pelle di un animale o di un uomo. A dire il vero non avevo mai toccato il tronco di un albero in quel modo.
      Fu a quel punto che la sensazione arrivò: un piacevole formicolio dietro la nuca accompagnato da un calore che mi riempiva il cuore e una gioia senza alcuna ragione apparente.
      Ho sentito un bisogno irrefrenabile di scrivere, dovevo mettere per iscritto ciò che avevo nella testa e l'ho fatto. Le parole sono uscite da sole, quasi come se qualcuno me le dettasse.
      La mia anima sorrideva, e quel sorriso mi ha accompagnato per tutta la mattinata fino a che non sono tornato a casa. Poi a casa ho riscontrato i soliti problemi (famigliari e non) e l'effetto di quella gioia è svanito.

      Vedi Jan, secondo me non è questione di pessimismo o di ottimismo... purtroppo il mondo in cui viviamo ci costringe a correre e a distogliere lo sguardo dalla verità che è sotto i nostri occhi. Questa verità è ovunque, davvero... dal più piccolo granello di sabbia alla più alta delle montagne.
      Però noi stentiamo a riconoscerla perché il nostro cuore è appesantito da una vita che non è la nostra, che non ci appartiene, perché non è quella che ci suggerisce il nostro cuore.
      E allora vaghiamo come degli zombi alla ricerca di un qualcosa che non avverrà mai, facciamo ciò che gli altri si aspettano da noi, ciò che è giusto secondo la società in cui viviamo. Pensiamo che la vita sia questa, che la verità sia questa. Ma... se ci sbagliassimo?

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