domenica 6 agosto 2017

Adattarsi o morire


Quante volte ho dovuto sentirmi dire che nella vita infondo bisogna adattarsi.
Adattarsi a comunicare con gli altri, alle loro esigenze.
Adattarsi ad un lavoro mal pagato perché infondo è "meglio di niente".
Adattarsi a vivere una vita che non ci appartiene, soltanto perché aspirare a qualcosa di diverso è visto come un vivere con la testa fra le nuvole, crogiolandosi nei propri sogni e fra le proprie immature illusioni.

L'adattamento viene quasi posto come un idolo da venerare ed inseguire, un idolo da porre sull'altare di una qualche strana darwiniana e religiosa visione secondo cui o ti adatti o soccombi. Se ti adatti sei un figo della madonna, se soccombi sei uno sfigato che non merita nemmeno di essere preso in considerazione.




Spesso si guarda all'evoluzione quasi come se questa fosse una specie di gara a chi è migliore, dove a vincere è l'essere vivente più forte, più efficiente, più scaltro.
Ultimamente si sta tentando di aggiustare il tiro dicendo che nell'evoluzione delle specie a rivelarsi vincenti sono coloro che si adattano meglio a ciò che offre loro l'ambiente.
Come negare la veridicità di queste affermazioni? Di fatto sono sempre stato un fallito, l'ultimo degli ultimi. E questo perché non ho mai saputo adattarmi totalmente alle logiche di questa assurda società.
Se non fosse per la pietà di una visione buonista della vita che certi hanno a quest ora sarei già bello che morto e sepolto.

Tuttavia in tutto questo discorso è di obbligo un MA...
Ma siamo davvero così sicuri che il merito della sopravvivenza sia tutto da attribuire alle buone capacità di adattarsi ed adeguarsi degli esseri viventi?
A volte si nasce già predisposti verso certe condizioni ed in verità molte specie animali hanno soltanto avuto la "fortuna" di possedere determinate caratteristiche proprio nel momento in cui queste erano loro richieste. Non c'è alcun merito a volte nell'esistere. Tutto ciò che deve succedere accade, perché non potrebbe essere altrimenti.

Vi sono situazioni in cui per un animale è impossibile adattarsi. E cosa credete che facciano gli animali? Che se ne stiano lì belli e buoni ad aspettare la loro fine? ...Mentre magari altri della loro specie si adattano ai nuovi cambiamenti?
Certo che no! Molte specie animali sono semplicemente migrate alla ricerca di un clima e una situazione a loro più favorevole. Molti animali si sono spostati semplicemente perché non trovavano più le condizioni di vita a loro ideali... ed hanno continuato a farlo finché non hanno trovato ciò che cercavano. Sia esso un luogo sicuro in cui riprodursi, abbondanza di cibo o un luogo lontano dai predatori.
Quindi, miei cari lettori, non è affatto detto che chi non si adatta è scemo o un debole... anzi dal mio punto di vista è esattamente il contrario.
Ci vuole coraggio anche a dire di "NO", c'è intelligenza e forza anche nel non adattamento, nello scegliere consapevolmente di non sottostare a determinate imposizioni.
Nella vita esistono semplicemente diversi modi di approcciarsi ai problemi ed alle difficoltà.
Esattamente come fanno gli animali, non tutti hanno la capacità di rimanere in un determinato contesto riuscendo ad incastonarvisi alla perfezione. C'è chi preferisce non accontentarsi, non piegarsi a determinati meccanismi e a volte, purtroppo, l'unico e solo modo per riuscirvi è fuggire da quel contesto che noi riteniamo essere ostile alla nostra natura. A volte questo significa rimanere soli con le proprie scelte.
Vedete c'è chi è nato per trovarsi a suo agio in questo sistema assurdo e chi, come me, al suo interno si sente soffocare, fin quasi a non aver più energie né fiato per esprimere il profondo dolore derivato da tutto questo.


Come spiegare poi a chi ci è vicino e ci vuole bene il nostro disagio? Come far loro accettare il fatto che non saremmo mai felici se ci adattassimo a vivere una vita che non è la nostra?

Più mi spingo affondo in questo mondo (quello costruito dall'uomo) e più mi rendo conto di quanto la mia capacità di adattamento, naturalmente presente in ognuno di noi, mi spinga a sopprimere tutto ciò che di bello c'era in me. L'Amore, le mie visioni, il messaggio che custodivo nel mio cuore... mi rendo sempre più conto che tutto ciò che sono e sono stato è in serio pericolo se sceglierò di proseguire su questa strada, se sceglierò di adattarmi anche io a questa aberrazione.
Ma il fatto è che non posso, non ci riesco, almeno non dopo aver visto ciò che io ho visto, non dopo aver sentito ciò che io ho sentito. Questo blog è la testimonianza delle aberrazioni di questo mondo, del male supremo che è l'antropocentrismo. Questo blog è la testimonianza che un futuro diverso è possibile, un messaggio di speranza per il mondo. Ma un messaggio che il mondo stesso rifiuta, perché non rispetta i suoi "standards".

Eppure non ho molte alternative. Purtroppo qualcuno ha deciso che "la legge è uguale per tutti", anche per chi in questo mondo ci soffre. Non ci si può sottrarre agli obblighi imposti dalla società (una sovrastruttura partorita dalla mente umana) senza pagarne le conseguenze. Non posso nemmeno fare come fanno gli animali, perché anche volendolo, vi sono sbarre fisiche e mentali che mi impediscono la fuga, quelle stesse sbarre generate dal mondo in cui vivo.
Sono come un animale in gabbia che non sa come fuggire ma che comunque non vuole sottostare alla volontà dei propri aguzzini che vorrebbero che diventasse un fenomeno da baraccone. Mi sento come un animale da circo, costretto attraverso la coercizione a ripetere tutti i giorni lo stesso numero. Ogni volta che mi ribello ecco che arriva la frustata che mi rimette al mio posto.
L'unica e sola soluzione è quindi la fuga, lo spostamento verso luoghi e situazioni in cui l'erba cresce più verde. Ma la fuga non è certo un opzione contemplata dagli aguzzini, che ovviamente faranno di tutto per impedirlo.



Ebbene, sapete che vi dico?
Io non mi adatterò MAI a tutto questo.
Non accetterò MAI questa società e condannerò sempre ciò che essa comporta. Per qualche periodo dovrò fingere di adattarmi, ho già dovuto farlo negli ultimi anni. Sarò un bravo pagliaccio e darò al pubblico il divertimento che si merita.
Ma tutto questo non durerà ancora a lungo, non permetterò mai che questo schifo di mondo si impossessi della mia anima e mi trasformi in ciò che io non sono.... sto solo prendendo tempo per studiare attentamente un piano per liberarmi da tutto questo e forse un giorno ci riuscirò. Forse un giorno anche io riuscirò a migrare, là dove l'erba è più verde, e forse lì potrò un giorno ricordare tutto questo come un lontano passato, ormai superato.
Deve andare così... perché se non riuscirò a fuggire prima che sia troppo tardi molto probabilmente soccomberò. Ed io non ho la minima intenzione di soccombere, né di adattarmi. (Che per me equivarrebbe comunque a soccombere)

3 commenti:


  1. Ciao....
    quando provi quello che scrivi....scrivilo e basta ....è già un asticella in meno a quella gabbia in cui ti senti imprigionato....scrivilo quello che provi se ti viene dal cuore...ma lo vedi ...lo senti quanto tu non sia solo!

    Non so spiegare....non so spiegati come io riesca a sentire ....so che mi rende felice quello che leggo..

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  2. E' difficile uscire da questa cultura antropocentrica, non tanto nel senso spirituale, quanto piuttosto nell'aspetto concreto, materiale.
    L'antropocentrismo stà infettando tutta la biosfera.
    Non ci sono credo più posti in cui fuggire.
    Se ci fossero, i popoli non-civilizzati ci andrebbero.
    E' come cercare un ago in un pagliaio.
    E forse l'ago si è dissolto, e non c'è.
    .----
    Io sono fuggito in modo spirituale.
    Non indago, al momento, come sfuggire in concreto, perchè cerco di onorare il vincolo del matrimonio, che mi lega a mia moglie (ora invalida 100 % in situazione di gravità).
    Posso segnalarti Wild Nahani, che trovi in facebook (si chiama Mario Spinetti) e vive in una baita lontana dai centri abitati, in Finlandia, e Robert Peroni, che vive a Tasiilaq in Groenlandia da 34 anni.
    Sono due persone che sentono in modo "differente", e che sono riuscite a concretizzare il loro desiderio di libertà.
    .----
    La civiltà moderna è uno schiacciasassi che stà alterando gli ultimi residui di "naturalità".
    Un giorno, tornerò a far parte della Natura in un modo che questa esistenza sotto spoglie umane mi ha fatto in parte dimenticare.
    Rinnego la cultura di cui faccio parte, la odio.

    Ciao.
    Gianni Tiziano

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    Risposte
    1. Grazie Tiziano per questo tuo commento.

      Secondo me l'ostacolo più grande non è il luogo, ma la mancanza di conoscenze, senza le quali un comune essere civilizzato morirebbe nel giro di poco tempo per fame o avvelenato da una pianta che non conosce.

      Ci sono luoghi sulla terra in cui homo sapiens civilizzato non mette piede, ma sono luoghi talmente ostili che non rendono facile il sopravvivervi.

      Forse hai ragione, non esiste luogo sulla terra libero dall'influenza di homo sapiens... Tuttavia non vedo molta scelta.
      Il cammino intrapreso dall'attuale civiltà non è e non potrà mai essere il mio... per questo prima o poi dovrò compiere il mio passo e se ciò che cerco non esiste non mi resta altro da fare che tentare di crearlo con il potere e le possibilità che mi saranno dati.

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