mercoledì 2 luglio 2014

L' evoluzione, il motore dell'Universo.


Quando si parla di evoluzione il pensiero va subito alle teorie di Charles Darwin sulla selezione naturale e l'evoluzione animale.
Ma oggi vorrei parlarvi anche dell'evoluzione ampliando il suo vero significato, in modo tale da racchiudere dentro di se l'Universo Tutto.

Nonostante al giorno d'oggi vi sia chi ancora nega l'esistenza dell'evoluzione, chiunque con le giuste conoscenze e un minimo di buon senso può intuire che l'Universo è una realtà in continuo mutamento e infinita. Non una realtà immutabile e finita come vogliono farci credere i creazionisti & co.
Questo dovrebbe farci presupporre che tutto ciò che noi vediamo ha richiesto molto tempo e molti cambiamenti per raggiungere il suo stato attuale. Quindi un'evoluzione, un passaggio continuo da una forma ad un'altra più adatta e molte volte più "complessa".
E' come se l'Universo stesso cercasse di adattarsi al meglio alle situazioni a cui è sottoposto.
...

Ma le nostre vite hanno una scala temporale troppo ridotta per poterci accorgere di tutto questo.
Se immaginiamo per un attimo di poter vedere tutta la storia dell'Universo conosciuto, quasi come fossimo un essere antico quanto l'universo stesso, potremmo avere un quadro più chiaro della situazione.
Però risulta difficile immaginarlo, se prima non si possiedono le giuste conoscenze.
La scienza dal canto suo, non può conoscere tutte le risposte a riguardo, però ci può aiutare in questo compito, consentendoci di realizzare una "simulazione" più o meno accurata di come potrebbero esser andate le cose.

Tutto ha avuto inizio da un punto minuscolo dalla densità infinita, che i fisici chiamano "singolarità".
Per motivi ancora ignoti, questo punto ha iniziato ad espandersi ad una velocità molto elevata (tanto da aver dato erroneamente il nome di Big Bang al fenomeno che ha dato il via a tutto).
Da un unica forza, abbiamo poi la nascita per separazione della forza elettromagnetica, della gravità, dell'interazione forte e di quella debole. Poi l'energia si condensa e si forma la materia, compare la materia oscura e l'energia oscura, le stelle e le galassie si formano. Tutto inizia a prendere forma..ma non in qualche secondo, ci sono voluti miliardi e miliardi di anni.
Tutti i vari dettagli voglio risparmiarveli, comunque sia se vi interessa la cosa nello specifico, guardate qui.
Se condensassimo tutto questo in un arco di tempo a noi più accettabile vedremmo l'Universo allargarsi ed espandersi come una specie di muffa o come dei batteri in un vetrino da laboratorio. Vedremmo le stelle nascere e illuminare lo spazio come fiori che sbocciano in un campo, così come le vedremmo morire disperdendo i loro semi, come accade ai fiori che appassiscono una volta concluso il loro compito.
Tutto questo non può non farci capire che l'infinitamente piccolo si ripete nell'infinitamente grande, e così non può non farci capire che anche l'evoluzione è attiva e opera da sempre nell'Universo, fin dalle sue origini. Prima ancora che la Terra nascesse.



E ora arriva il bello: vogliamo davvero attribuire tutto questo al "caso"? Si può parlare di casualità riguardo a ciò che è infinito?
Molto spesso si sentono fisici, astrofisici e chi più ne ha più ne metta, parlare in televisione o scrivere articoli paragonando l'Universo a una partita alla roulette o a un mazzo di carte.

"Se io lancio una pallina un numero infinito di volte, prima o poi dovranno uscire tutti i numeri e i colori della roulette."

"Se io estraggo a caso una carta, prima o poi usciranno tutte le carte del mazzo"

Ragionamento giusto ma... effettivamente, come facciamo a sapere se l'universo ha un limitato numero di eventi o se esso ha un numero infinito e sconosciuto di casi possibili, quindi di numeri, colori e carte?
Con l'Universo nella realtà è come avere un mazzo di carte con una quantità infinita di carte diverse, se si ha a disposizione un numero infinito di tentativi e un numero infinito di carte, si può parlare ancora di casualità?
Si può parlare di casualità quando ci sono un numero finito di casi, e un numero finito o infinito di tentativi.
La casualità da sola non spiega tutte le cose, infatti come spiegare con la semplice casualità molti degli eventi che si sono verificati. Come spiegare ad esempio che una lucertola che vive a contatto con l'acqua sviluppi delle zampe palmate e non delle piume o delle ali? Se si attribuisce solo ed esclusivamente la casualità all'evoluzione allora una lucertola dovrebbe nascere da un giorno all'altro in qualunque modo, il che significa che dovrebbero nascere un'infinita di lucertole storpiate, con le piume oppure rosse invece che verdi...prima di "ereditare casualmente" le zampe palmate che tanto servono alla lucertola per nuotare. Ma questo significherebbe che la natura ha bisogno di "tirare a sorte" finché non ne fa una giusta.
Ci vorrebbe un'eternità prima di avere i primi risultati evolutivi, il che secondo me contrasta con i tempi relativamente brevi in cui molte specie viventi si sono evolute o sono comparse. Oppure ciò da solo non spiega il perché alcuni animali (come gli squali e i coccodrilli) sono rimasti sostanzialmente invariati per milioni e milioni di anni mentre gli altri animali hanno cambiato più volte forma.
Che ci sia altro? Qualcosa che magari va al di là di ciò che le conoscenze scientifiche moderne possono spiegare?
Stento a credere che l'Universo sia una grande e immensa partita a dadi. Non avrebbe senso.
Più che di casualità, quindi, si dovrebbe parlare di causalità. Poiché nulla, o quasi, nell'universo avviene per caso. Tutto ha una causa scatenante e tutto ha un suo motivo di esistere.
L'evoluzione quindi è una forza dinamica, una forza che non agisce soltanto singolarmente in un caso piuttosto che in un altro. Ma è come se l'evoluzione stessa fosse un filo conduttore che unisce assieme tutto l'Universo, lo plasma e lo muove verso una determinata direzione piuttosto che verso un'altra.
Per quanto riguarda ciò che possiamo osservare noi persone comuni, gli animali e le piante sono un esempio lampante di come l'evoluzione abbia plasmato la vita sul nostro pianeta.

Parlando di esseri viventi quindi, l'evoluzione può avvenire secondo me in 3 modi (uno naturalmente non esclude l'altro, ma tutti e tre lavorano in sinergia):

1. Errori casuali nella trasmissione o nella combinazione dei geni:


Questo è ciò che viene di più attribuito all'evoluzione, anzi certi addirittura affermano che questo sia l'unico mezzo possibile per spiegare l'evoluzione, ovvero il passaggio da una forma ad un'altra.
Ma, come abbiamo già visto, non è possibile dare una risposta a tutto con questa spiegazione.
Io ritengo tuttavia questo modo valido, poiché se parliamo di una scala finita di casi possibili, la casualità può fare decisamente la sua parte.
Questo aspetto può influenzare quello che riguarda l'aspetto fisico, le menomazioni e lo sviluppo di malattie genetiche come ad esempio l'albinismo, nonché tutti quegli aspetti passivi della vita di un essere vivente.
Pensiamo ad esempio a particolari colorazioni del manto di un animale o di un fiore, oppure alla forma dello stesso. Pensiamo anche a tutti quegli animali con escrescenze o protuberanze che molti usano per attrarre il partner durante la stagione degli amori.
Questi errori casuali possono esser causati da molti fattori, ma uno dei fattori più rilevanti che mi vengono in mente è una esposizione prolungata a radiazioni di vario tipo o agenti inquinanti esterni, anche provenienti dallo spazio, che possono danneggiare direttamente il codice genetico di un individuo.
La selezione naturale deciderà poi quali individui nati con questi errori genetici "preservare" e quali "estinguere" poiché incapaci di sopravvivere o non adatti a supportare la vita.
Inoltre c'è da dire che non tutti gli errori genetici hanno il 100% di probabilità di essere tramandati, il che rende questa ipotesi da sola molto poco realistica e poco diffusa nell'Universo, anche perché per avere una nuova specie o l'evoluzione di una già esistente ci vorrebbe troppo tempo (e noi sappiamo che molte specie si sono evolute in tempi relativamente rapidi).
Gli errori genetici non sono direttamente controllabili dalla volontà dell'individuo, né dipendono dall'ambiente in cui vive un essere vivente, a meno che questo non sia inquinato con fattori di disturbo genetico.


2. L'ambiente plasma i geni dell'individuo


Anche questo bene o male è ciò che viene detto di solito, sebbene non tutti ancora accettino questa cosa.
Ebbene l'evoluzione agisce anche tramite l'ambiente, non soltanto indirettamente con la cosiddetta "Selezione naturale", ma anche direttamente andando a modificare i geni di un individuo.
L'evoluzione agisce andando ad inibire o a risvegliare determinati geni, utili per affrontare o meno determinate situazioni a cui l'individuo è sottoposto.
Così un ambiente freddo andrà inevitabilmente a risvegliare tutti quei geni che possano contribuire ad una maggiore sopravvivenza in tale ambito.
Una lucertola che passa molto tempo in acqua non potrà fare a meno di risvegliare i geni che servono per avere delle zampe palmate, che poi tramanderà inconsapevolmente ai propri figli. Se i discendenti di quella lucertola continueranno a passare sempre più tempo in acqua, il loro corpo muterà sempre di più in risposta a questo bisogno, ovvero quello di sopravvivere nel migliore dei modi in acqua. In questo modo si avranno sempre di più, di generazione in generazione, delle zampe palmate.
Quindi i geni vengono inibiti o disinibiti a seconda dell'utilizzo che se ne fa. Abbiamo una dimostrazione di questo del fatto che se un animale non utilizza più un determinato organo questo si atrofizza diventando alla fine praticamente inutile. Se anche i loro figli continuano su questa linea, nel corso delle generazioni quell'organo probabilmente scomparirà.
Questo impiegherebbe comunque molte generazioni prima di avere un cambiamento significativo, ma se ci si pensa bene sarebbe comunque un tempo relativamente ristretto rispetto alla teoria dell'evoluzione tramite "casualità", quindi più realistico (andando a logica è meglio riprendere determinati geni, che generare sempre nuove combinazioni di geni a caso finché esce quello giusto).


3. Le decisioni hanno conseguenze sui geni dell'individuo.


Questa è già una affermazione che a molti potrà sembrare assurda. Ma come? Può la volontà di un individuo modificare i propri geni? Certo che sì, ma non stiamo parlando di poteri paranormali o capacità sovrannaturali... i geni non vengono plasmati direttamente dalle decisioni, ma sono le conseguenze di tali decisioni che spingono i geni a mutare.
Secondo ciò che sono stato in grado di osservare, è decisamente fattibile che le decisioni di un individuo possano contribuire alla modifica del proprio DNA e, di conseguenza, contribuire al destino della propria specie.
Mi spiego meglio.
Sebbene agli animali venga attribuita una capacità decisionale decisamente limitata a meccanismi istintivi votati alla sopravvivenza, io sono certo del fatto che essi siano dotati di capacità razionali, non paragonabili a quelle dell'uomo certo, però comunque abbastanza razionali da spingere un animale a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro, secondo logica, senza seguire necessariamente degli schemi prefissati.
Gli animali sono in grado quindi di prendere decisioni "fuori dagli schemi", sia di propria volontà che "per circostanza e convenienza". Queste decisioni possono modificare molti elementi nello stile di vita degli animali stessi, andando a modificare di fatto i propri geni che verranno poi tramandati di generazione in generazione.
Facendo lo stesso esempio di prima della lucertola, che cosa ha spinto la lucertola a passare dalla terra ferma al nuotare in acqua? Sicuramente le circostanze giocano un ruolo fondamentale, ma chi alla fine ha preso la decisione di tuffarsi in acqua e nuotare?
Non tutte le lucertole lo hanno fatto, ma solo un gruppo ristretto di individui o addirittura un individuo solo.
Se le circostanze che hanno spinto quella lucertola in acqua sono legate alla sopravvivenza è chiaro comunque che è stata quella lucertola ad avere l'intuizione che in acqua c'è più cibo o si è più al sicuro dai predatori, la cosa non è poi così scontata visto che non tutte le lucertole hanno avuto la stessa idea di tuffarsi in acqua e sono così morte per merito della selezione naturale.
Analogamente, il processo di evoluzione su una determinata linea di eventi può interrompersi sempre per la decisione di un individuo o meglio di una cerchia ristretta di individui.
Mettiamo che le nostre lucertole siano ormai diventate anfibie a tutti gli effetti, hanno imparato a trattenere il fiato a lungo sott'acqua e hanno sviluppato delle zampe palmate.
Una di loro un giorno decide di non tornare più in acqua, perché magari il pericolo che i suoi antenati avevano riscontrato sulla terra ferma è cessato. Ebbene questa decisione potrebbe interrompere o spezzare in due rami la linea evolutiva che stava spingendo le lucertole verso un animale completamente acquatico, anzi potrebbe addirittura aver invertito il processo! (causando la scomparsa lentamente dei tratti puramente acquatici nel corso delle generazioni.)
Quindi... beh, chi ha detto che le decisioni dei singoli individui non contano?
In questo contesto le decisioni dei singoli individui possono essere influenzate da motivi legati alla sopravvivenza, alla riproduzione e alle circostanze (Selezione naturale), o nelle specie con un cervello più complesso le motivazioni che spingono gli esseri viventi a compiere queste scelte sono più legate alla sfera personale, alle intuizioni personali o alla curiosità (es: lo faccio perché mi va! - lo faccio perché ritengo questo comportamento distruttivo per me e la mia specie - lo faccio perché ho intuito che questo comportamento è la cosa migliore - E se io faccio questo invece di quell'altro? ecc...).

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Dopo aver detto tutto questo possiamo concludere dicendo che l'evoluzione è davvero ciò che muove l'Universo. Pensate infatti a come sarebbe oggi l'Universo senza l'evoluzione, probabilmente non esisterebbe nulla di ciò che conosciamo. Per questo io reputo il processo evolutivo una componente essenziale dell'Universo stesso, una componente di cui tutti dovrebbero essere a conoscenza e che andrebbe sicuramente studiata e osservata meglio.
Vi sono persone, ancora oggi, che trovano aberrante il solo pensiero che noi siamo stati realmente diversi in passato. Quello che noi siamo ora lo dobbiamo a una serie infinita di scelte e adattamenti ambientali dei nostri antenati. Tutto ciò che siamo ha avuto origine miliardi di anni fa, e non sempre siamo stati come siamo ora e questo secondo me è semplicemente meraviglioso!
Tutto questo non può non farci capire che anche noi, in qualità di esseri viventi appartenenti al Tutto e in qualità di esseri umani abbiamo ancora la nostra partita da giocare. Le decisioni che ognuno di noi mette in atto e tramanda ai posteri potrebbero fare davvero la differenza in un futuro lontano. Ogni essere vivente ha una responsabilità enorme che grava su di sé, infatti noi siamo i custodi del futuro della nostra specie e di tutte quelle che ci circondano. Ancora molto può e deve essere fatto.

Perché l'evoluzione è il motore dell'Universo!


6 commenti:

  1. Mi viene da pensare quando dici che una lucertola stando a contatto con l acqua sviluppi zampe palmate, mi chiedo ma allora non possiamo parlare di lucertola (ancora non lo è) visto che le zampe non le ha ancora sviluppate..

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    1. Ciao tomas,
      Noi esseri umani siamo fatti così, ci perdiamo in tante piccole sottigliezze lasciandoci scappare magari la grande verità che è proprio sotto i nostri occhi.
      Chi può dire davvero cosa sia una "lucertola", la parola stessa l'abbiamo inventata noi per riferirci al tipico animale che conosciamo. Ma cosa conosciamo? Conosciamo la forma attuale, e non ciò che è stato o ciò che sarà.

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  2. chi
    cerca ogni strategia di adattamento per poter sopravvivere? Chi modifica i propri comportamenti e i propri meccanismi biochimici per superare problemi ed ostacoli? Chi è l'agente
    creatore che produce strutture di affascinante bellezza e complessità?

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    1. Le domande che poni sono molto interessanti.
      L'unica risposta che al momento mi viene da darti è che ogni cosa vivente fa le sue scelte, consapevoli o meno che siano. Inspirate o ragionate che siano.
      Quindi la risposta è: siamo noi, con le nostre scelte. Ma anche se non è dimostrabile scientificamente, può esistere anche una mente dietro a tutto questo. Forse abbiamo pensato per tutto questo tempo di aver avuto il controllo sulla nostra evoluzione, sulle nostre vite, dimenticandoci magari che molte delle scelte che compiamo sono obbligate. Che l'ambiente è davvero ciò che plasma, sono le leggi di natura che ci vengono imposte ad imporci l'adattamento per la sopravvivenza. E la bellezza di tutto questo è il frutto dell'adattamento, forse in certi casi inspirato da qualcosa o qualcuno.

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  3. Da dove proviene l’innovazione nell’evoluzione?

    Come si è strutturata schematicamente la discendenza con modificazione? Un albero della vita o una ragnatela della vita? Da quanti tipi di cellule è iniziata l’evoluzione?

    Che natura ha la modificazione ereditaria?

    Che ruolo ha la selezione naturale?

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    1. Altre domande molto interessanti, quello che mi verrebbe da dire è:

      1) L'innovazione nell'evoluzione non deriva d'altro se non dalla capacità degli individui di rompere degli schemi cercando soluzioni alternative a problemi persistenti.

      2)Non possiamo saperlo con certezza, almeno non ancora. Però comunque sia vi sono buone probabilità che la vita sia iniziata a partire da più tipi diversi di cellule (una ragnatela, quindi), però a monte se ci pensiamo tutte le cellule potrebbero aver avuto un progenitore comune (quindi è valido anche quello ad albero). Ma non possiamo saperlo, queste sono tutte speculazioni. Non penso vi siano elementi sufficienti per dirlo.

      3)Cosa intendi con "natura" e con "modificazione ereditaria"?

      4)Altra domanda interessante a cui purtroppo non vi può essere una risposta certa. E' molto probabile che la selezione naturale abbia lo scopo di rendere la vita adatta all'ambiente che la ospita. Molto semplicemente.
      E' un modo per assicurarsi che soltanto coloro che ne soffrono meno possano vivere in determinate condizioni.
      E' un modo per permettere alla vita di plasmarsi e di sviluppare determinate caratteristiche utili al buon raggiungimento dell'equilibrio sulla Terra.
      Ma anche qui è difficile stabilire dove sta la verità e dove invece sono le speculazioni.

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